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Arancia Meccanica, fior fiore del doppiaggio

Scena dal film Arancia Meccanica, i drughi sull'auto da corsa Durango 95
Non credo esista opera scritta in inglese di più difficile traduzione di Arancia meccanica. Il solo fatto che la fruibilità del film (e del libro) sia eguale in italiano come in inglese è a dimostrazione delle elevatissime potenzialità presenti nel nostro paese. Posso in tutta franchezza dichiarare che Arancia meccanica è un vero rappresentante dell’eccellenza italiana nell’adattamento dei dialoghi, nella recitazione e nella traduzione. Già il libro offrì una sfida probabilmente unica nel suo genere, tradurre uno slang futuristico comprensibile solo per associazione di idee ed immagini mentali. L’adattamento italiano di concetti reconditi e di un dialogo intriso di neologismi frammisti a vocaboli dal russo e dal dialetto londinese “cockney” è semplicemente un’impresa senza pari; un tale sforzo lo si poteva soltanto sperare dai professionisti degli anni ’60 e ’70.

Arancia meccanica, un doppiaggio molto karasciò

Un esempio che voglio riportare è l’espressione “real horrorshow” tradotto come “molto karascov”. Entrambi le frasi (nella cultura inglese e italiana rispettivamente) portano alla mente lo stesso concetto, “qualcosa di molto piacevole” (se avessero lasciato horrorshow anche in italiano si avrebbe avuto l’effetto opposto, l’idea di qualcosa di negativo).

L’espressione deriva dal nadsat, la lingua inventata dall’autore Anthony Burgess e usata dai personaggi del suo romanzo, contenente termini ed espressioni in parte inventate e in parte prese dal russo ma con grafie e pronunce inglesi. Così la parola russa khorosho (buono) diventa in inglese horrorshow e in italiano “karasciò”. In entrambi i casi si tratta di una storpiatura della stessa parola russa, tradurlo direttamente dall’inglese non avrebbe avuto senso e da questo punto di vista il dialoghista italiano (Roberto De Leonardis) ha lavorato molto meglio del traduttore del libro che aveva trasfromato horrorshow in cinebrivido, per quanto affascinante come parola di certo è molto lontana dal reale motivo dietro l’uso di horrorshow. Da questo semplice esempio si capisce che gli autori italiani (il trio Aragno all’edizione italiana, De Leonardis ai dialoghi e Maldesi alla direzione del doppiaggio) siano andati all’origine delle singole parole e non si siano fermati ad una semplice traduzione.

Dalla VHS di Arancia Meccanica, cartelli poi scomparsi dal DVD in poi

Il “dolce su e giù” invece che “the old in-out in-out” (riferito al rapporto sessuale e inteso come abbreviazione di “the good old in-out”, cioè il buon vecchio su e giù) è un altro piccolissimo esempio. “Il vecchio dentro e fuori” non sarebbe stato altrettanto efficace in italiano, comprensibile forse ma non immediato come in-out è per la lingua inglese.

Pochi in realtà sono gli adattamenti dello slang, la maggior parte dei termini (specie quelli russi) sono mantenuti tali e quali anche nel doppiaggio italiano. Tutto questo lo dobbiamo al grande Riccardo Aragno (1915-2003), curatore di tutti gli adattamenti italiani dei film di Kubrick, al dialoghista Roberto De Leonardis e agli attori di teatro, diretti da Mario Maldesi, che prestarono la loro voce per il doppiaggio del film.


Quando voglio guardare Arancia Meccanica sono sempre indeciso se metterlo in inglese o in italiano. La scelta è a suo modo equivalente e alcune frasi sono addirittura più memorabili in italiano, cito ad esempio soltanto “SON BUONI ALMENO???” che chi ha visto il film ricorderà sicuramente (vedi immagine sopra) e in generale tutti i dialoghi del personaggio dello scrittore, doppiato da Silvio Spaccesi (già doppiatore di Yoda e del cieco in Frankenstein Junior, ma per me memorabile anche per il suo ruolo del mago imbroglione nel film Pacco, doppio pacco e contropaccotto).

Un peccato però che i graffiti sui muri non abbiano (almeno nel mio DVD) la traduzione sottotitolata. Uno in particolare mi ha fatto sempre ridere: quello che recita “IF IT MOVES KISS IT” riferendosi al pene disegnato sulla figura di un anziano (ironia anglosassone da graffiti, ma forse anche tradotta non farebbe ridere gli italiani).

Brigadieri inglesi?

Dopo tanto elogi, non sarei me stesso se non avessi qualcosa da far notare. Una sciocchezza in realtà ma che mi fa sempre sorridere. Nel finale, quando la personalità politica viene a trovare il protagonista all’ospedale chiede all’agente di guardia di uscire un momento.

Just wait outside for a moment, officer
Per favore vuole aspettare fuori, brigadiere?

La cosa che può far ridere oggi è l’uso della parola “brigadiere” invece di un più generico “agente”, cioè di una carica che suona assai poco britannica. Forse nel 1971 il ruolo del piantone in ospedale era riservato esclusivamente ai brigadieri? La scelta non è neanche giustificata dal labiale in quanto i personaggi sono ben lontani dalla cinepresa, quindi ci dev’essere una spiegazione che forse sfugge alle orecchie moderne. Una risposta ce la dà la voce relativa a “Brigadiere” su Wikipedia:

Fino al 1992 il grado di brigadiere era in uso anche nel disciolto Corpo degli agenti di custodia (ora Corpo di polizia penitenziaria), e fino al 1981 era in uso nel Corpo delle guardie di pubblica sicurezza (ora Polizia di Stato); attualmente i due corpi civili usano la corrispondente qualifica di sovrintendente.

Nel 1971 quindi “brigadiere” indicava esattamente il ruolo del personaggio a cui viene chiesto di uscire dalla stanza di ospedale dove piantonava Alex.

Anche quello che poteva sembrare un piccolo errore della versione italiana si rivela invece essere l’ennesima riconferma della cura con la quale è stato adattato il film nella nostra lingua. Certo, sentito oggi quel “brigadiere” lascia un attimo interdetti ma se quest’unica battuta è invecchiata maluccio ma non è certo per colpa degli adattatori. Potrebbe quindi sembrare ma non si tratta di traduzione italiota, Arancia meccanica con il suo doppiaggio rimane un esempio di eccellenza.

VOTO DOPPIAGGIO: 10 !

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