TITOLI ITALIOTI (23^ puntata) – Hitchcockate

Dopo lunga… lunghissima attesa ecco finalmente il completamento di questo episodio della rubrica titoli italioti dedicato ai film di Hitchcock. In ordine cronologico vi presenterò alcuni dei suoi film con i titoli italiani comparati a quelli originali come è ormai consuetudine per questa mia rubrica. Spero dunque che vi piaccia questa piccola rassegna.

Inizio subito con i titoli italiani che a me piacciono meno o nei quali ho comunque trovato qualche piccola magagna di cui voglio lagnarmi:

Stage Fright (1950) ⇒ Paura in palcoscenico

Una traduzione migliore sarebbe stata “paura da palcoscenico” (o “panico da palcoscenico”, proprio questo vuol dire “stage fright”). È ovvio che il titolo inglese gioca sul doppio senso e spero soltanto che il cambiamento di “da” con “in” sia voluto e non casuale. Pignoleria mia? E vabbè concedetemelo!

Strangers on a train (1951) ⇒ Delitto per delitto – L’altro uomo

 

Ho sempre trovato stravagante la scelta di dare a questo film un doppio titolo italiano. Originariamente il film fu distribuito come “L’altro uomo“, titolo non all’altezza dell’originale, né tanto meno del film stesso. Una nuova versione del film (in cui sono state aggiunte scene originariamente censurate), disponibile in DVD, ha portato invece ad un nuovo titolo: Delitto per delitto – L’altro uomo.

Devono aver deciso di lasciare l’altro uomo come sottotitolo per non fare confusione con la precedente distribuzione del film ma trovo che “Delitto per delitto” fosse già sufficiente di per se. È segno comunque che evidentemente, col senno di poi, devono aver capito che “l’altro uomo” era un titolo piuttosto inadatto.

Il titolo originale, Strangers on a train, significa semplicemente “sconosciuti su un treno” ma “delitto per delitto” mi sembra proprio una bella trovata (per capirlo bisogna ovviamente aver visto il film), peccato sciuparlo con inutili aggiunte. Dubito che molti si sarebbero lamentati del cambio radicale di titolo visto che quel “l’altro uomo” non ha mai avuto senso.

Dial M for Murder (1954) ⇒ Il delitto perfetto

Qualcuno su Wikipedia ha spiegato questo titolo meglio di quanto possa fare io, eccovene dunque un estratto:

Un telefono nero è la prima inquadratura del film. Poi i titoli di testa scorrono su un disco telefonico molto grande, fatto costruire appositamente da Hitchcock: spicca il tasto 6 dove compare al posto del gruppo di lettere MNO un’unica M rossa: è l’anticipo della telefonata del marito, segnale atteso dal sicario per ucciderne la moglie, ed è una doppia allusione al nome del quartiere londinese “Maida Vale” dove si trova la casa dei protagonisti e alla parola “Murder”, assassinio. L’immagine traduce letteralmente il titolo inglese Dial M for Murder che in italiano può corrispondere a “telefonata per un omicidio“.

Non posso che concordare con l’affermazione che il titolo in italiano potrebbe corrispondere a “Telefonata per un omicidio“. Chiunque lo abbia pensato dovrebbe lavorare alla distribuzione cinematografica italiana, possibilmente andando a sostituire gente che intitola “Prom Night” come “Che la fine abbia inizio” (vedi qui).

  • Curiosamente il remake del 1998 si intitola A perfect murder (in italiano Delitto perfetto con un articolo determinativo in meno rispetto a quello originale). Per coincidenza dunque il titolo italiano del ’54 e quello del remake quasi coincidono.
  • Curiosità numero due: il film fu uno dei primi tentativi di 3D con lenti polarizzate ma venne proiettato prevalentemente in 2D. Ebbe successo in 3D soltanto quando questa tecnologia venne riproposta negli anni ’80.
  • Curiosità numero tre: gran parte delle locandine italiane riportano il titolo “delitto perfetto” mentre “il delitto perfetto” l’ho trovato in una sola locandina italiana (nell’immagine a destra). Il titolo ufficiale rimane comunque “il delitto perfetto”.
  • In un episodio di Halloween dei Simpson viene meno la citazione a Hitchcock nella storia intitolata “Digita Z per Zombi”, ovvio rimando a “Dial M for Murder”.

The wrong man (1956) ⇒ Il ladro

Non condivido questa scelta italiota, “il ladro” è troppo generico, non mi avrebbe mai invogliato ad andare al cinema. Se non si voleva optare per “l’uomo sbagliato” allora “Scambio di persona” sarebbe stato un titolo altrettanto valido e peraltro molto hitchcokiano. Da notare la locandina originale in cui Henry Fonda sembra un po’ disperato (come un uomo innocente scambiato per un ladro) mentre la locandina italiana riflette invece il nostro titolo mostrando un Henry Fonda che si gira per vedere chi gli ha poggiato una mano sulla spalla in stile “ti ho riconosciuto mascherina!”.

Vertigo (1958) ⇒ La donna che visse due volte

Essendo stato introdotto a molti dei film di Hitchcock in primis in lingua inglese, per molti anni ho conosciuto soltanto il titolo originale di questo “Vertigo” (ovvero “vertigine” o “vertigini”). Onestamente non so cosa pensare di questa donna che visse due volte. È molto misterioso e certamente fa un riferimento alla trama anche se personalmente non ci vado matto.

Originariamente si sarebbe dovuto chiamare From among the dead (titolo del romanzo da cui è tratto D’entre les morts) e il libro in Italia fu pubblicato solo dopo l’uscita del film e intitolato La donna che visse due volte. Una dozzina d’anni prima era uscito il film Laura che fu intitolato “Vertigine” in italiano ed è possibile che volessero evitare confusioni con quello e con molti altri titoli simili, negli stessi anni infatti c’era anche “Marjorie Morningstar” con Gene Kelly che fu intitolato Vertigine. Lo stesso titolo veniva dato anche a “Puttin’ on the Riz” con Fred Astaire di cui abbiamo una parodia in Frankenstein Junior). Sono tutte supposizioni ovviamente, potevano anche pensare “ce ne sono tanti di “Vertigine”, uno più uno meno…!”. Il motivo di questo titolo è dunque molto dibattuto.

Di questo (e di altri film di Hitchcock) ne fa un’ottima parodia il film di Mel Brooks Alta Tensione (High Anxiety, 1977) che personalmente trovo essere una delle commedie più divertenti di Brooks anche se tra le meno note al grande pubblico. Ricevette anche l’apprezzamento di Hitchcock stesso.

Psycho (1960) ⇒ Psyco

Quell’acca in meno… vuoi mettere! Ma la ipsilon rimane, un titolo italianizzato soltanto a metà. Non perdetevi tante altre chicche su Psycho in questo vecchio post.

Altri titoli italiani alterati degni di nota

Il peccato di Lady Considine (Under capricorn, 1949), Notorious – L’amante perduta (Notorious, 1946) la cui aggiunta di un sottotitolo “non mi garba”, lasciare il titolo originale poteva essere una valida opzione, o anche soltanto “l’amante perduta”. Io ti salverò (Spellbound, 1945), a proposito devo rivelare il mio odio per i titoli che iniziano con “io ti…”. Corrispondente 17 (Foreign correspondent, 1940) un titolo molto italiota che condividiamo con la Francia, non mi è noto se il numero 17 fosse realmente nel film ma sembra tanto un’italianata basata sull’inconscio timore verso il numero 17 (che nei paesi anglosassoni è invece legato al numero 13). Amore e mistero (Secret agent, 1939) e i famosi 39 scalini (39 steps) conosciuto come Il club dei 39 ed intitolato I 39 scalini soltanto nei remake del ’53 e del ’78.

L’utente Watkin ci ricorda anche del titolo alterato più fuorviante di tutti:

Hai dimenticato il titolo hitcockiano più scandaloso! “Torn Curtain”, ovvero la cortina (di ferro) infranta: il film parla di due scienziati americani che riescono a oltrepassare la cortina di ferro sovietica, rubare dei segreti scientifici e tornare indietro… e in italiano è diventato “Il sipario strappato”, senza che ci sia nessun sipario o teatro nel film.

I titoli alterati in meglio

Più accettabili sono invece le variazioni su questi altri titoli:

The Ring (1927) –> Vinci per me!
titolo che trovo molto bello ed evocativo in italiano. Pollice in su.

Champagne (1928) –> Tabarin di lusso
un titolo che per il livello culturale d’oggi richiede il dizionario per essere compreso. Tutto sommato il titolo originale poteva funzionare bene anche in Italia ma voglio “premiare” l’inventiva.

Lifeboat (1944) –> Prigionieri dell’oceano
Una traduzione pedissequa (“scialuppa di salvataggio”) probabilmente non sarebbe stata altrettanto accattivante. Vada per i “prigionieri dell’oceano”.

Rope (1948) –> Nodo alla gola
Anche qui una traduzione diretta del titolo inglese sarebbe stata molto poco significativa (“fune”). Il titolo italiano non è neanche campato in aria dato che il film inizia letteralmente con un “nodo alla gola”, ovvero un omicidio commesso con una fune (la “rope” del titolo inglese) stretta al collo. Direi che sia più che adatto come traduzione.

Rear Window (1954) –> La finestra sul cortile
Difficile convincere la gente che la finestra era semplicemente “sul retro” ma visto che nel film la finestra dà effettivamente su un cortile interno trovo che l’alterazione sia pienamente giustificata ed è oramai così radicata nelle orecchie italiane che qualsiasi altra variazione risulterebbe orribile.
Esiste anche un remake di questo film datato 1998 con Daryl Hannah e Christopher Reeve che ricordo essere un film molto mediocre in cui più che godersi la trama si provava soltanto molta pena per il povero Reeve ormai ridotto ad interpretare sé stesso. Il titolo del remake rimase anche in italiano “La finestra sul cortile” a differenza dei remake degli anni 2000 per i quali invece tendono ad inventarsi nuovi titoli che spesso nemmeno ricordano il film originale.

The trouble with Harry (1955) –> La congiura degli innocenti
Qual è dunque il problema di Harry? Il problema di Harry è che è morto e tutti sembrano avere idee diverse su cosa farne del cadavere. Il titolo italiano è una valida alternativa… alla luce della trama.

North by North-West (1959) –> Intrigo internazionale
Lo ammetto, questo titolo ha molto più senso in italiano. Si potrebbe al massimo obiettare che sia un po’ troppo banale e dozzinale ma è certamente “immediato”. L’origine del titolo originale pare che sia da ricercare in una citazione di Shakespeare quando Amleto dice:

I am only mad north by northwest. When the wind is southerly I know a hawk from a handsaw.

In italiano si trova tradotto come:

Io non sono pazzo che a nord-nord-ovest; quando il vento è dal sud, io conosco un falco da un airone.

Quindi volendo essere fedeli al citazionismo si sarebbe potuto chiamare Nord Nord-Ovest. Un titolo che, come ho scritto, ha molto poco senso. Funzionerà in inglese forse ma non in italiano, non tutti i titoli possono avere traduzioni dirette, checché se ne dica.

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

15 Commenti

  • Andrea Sperelli

    26 Novembre 2011 alle 09:55

    Ottima analisi, non ho una grande cultura sui film di Hitchcock, mi limito ad osservare che il titolo “la donna che visse due volte” mi ha sempre affascinato molto prima di vedere il film, il titolo originale in realtà è più appropriato e descrittivo ma quello italiano ha tutto un altro fascino.
    Confesso poi che per capire cosa fosse il tabarin ho dovuto cercare su Wikipedia 🙁
    Sul titolo “l’altro uomo” (film che non ho visto) penso ci sia una lettura anche culturale del volere richiamare gl’italiani al cinema suggerendo storie di “corna” 🙂
    Aggiungo un off topic, ieri ho visto un pezzettino di “Will Hunting”, e c’era un personaggio che per prendere in giro l’altro diceva “ho chiamato tua madre all’144”. Io sono over 30 e so cos’erano gli 144 ma tra 10 anni chi capirà quella battuta!? pessima traduzione!

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  • Christian

    26 Novembre 2011 alle 19:24

    Ottimo post, ne attendo di simili su altri registi, per esempio François Truffaut (ci sarebbe da divertirsi!) ^^
    Ti segnalo un piccolo refuso: “Rear Window”, non “Read Window”…
    (e già che ci siamo, il link dell’immagine del “Critica alla critica” relativo a Kill Bill è sbagliato).
    Ciao!

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  • Rado il Figo

    29 Novembre 2011 alle 09:46

    A titolo personale:
    – nemmeno io ho mai capito perché Psycho diventa Psyco e solo nel capostipite fra l’altro…
    – preferisco “La donna che visse due volte” a “Vertigo”; in effetti è attinente alla trama e molto più “misterioso” del semplice riferimento alle vertigini
    – l’unico motivo per cui cambierei “La congiura degli innocenti” è che lo confondo spesso e volentieri con “La banda degli onesti”

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  • Evit

    29 Novembre 2011 alle 13:31

    @Andrea
    Delitto per delitto (l’altro uomo) te lo consiglio. A me è piaciuto tantissimo. Nota curiosa: c’è un’acrobazia finale che credo sia tra le più pericolose della storia del cinema.
    Vedrai che le corna non c’entrano in questo caso, non penso ci fosse quello nella mente dei titolatori… ma chissà! Non si può mai dire.
    Riguardo all’144 mi sono fatto una grassa risata. Effettivamente chi non ha vissuto almeno negli anni ’90 non può avere idea di che cosa fossero i numeri 144 e quindi concordo che la traduzione di quella battuta è stata davvero una scelta infelice. Appena mi ricapita il film in inglese ricercherò la battuta originale. Grazie per la segnalazione
    @La Micci
    eheh, la pignoleria è il mio forte. Nahh in realtà mi piaceva tanto iniziare con la locandina di quel film che mi dovevo inventare una scusa per parlarne! 😉
    @Christian
    Grazie Christian, il refuso è stato corretto (r e d sono molto vicine) e ti ringrazio per avermi segnalato il link errato a Kill Bill. Sono andato a controllare ma la cosa strana è che nel codice non c’è niente di errato, dovrebbe reindirizzare correttamente ma non lo fa. Lascio dunque il collegamento ipertestuale come punto di riferimento (quello funziona).
    Di Truffaut mi pare di aver citato uno o due esempi in passato ma effettivamente ci vorrebbe un post dedicato. Di solito mi limito il più possibile ai film in inglese perché è la mia seconda lingua ma credo che potremmo fare un’eccezione.
    @Rado il Figo
    Ciao Rado, “la donna che visse due volte” è in effetti un titolo accattivante. Come dicevo nella recensione, non ho un’opinione precisa a riguardo, semplicemente ero abituato a sentirlo chiamare Vertigo.

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  • Insanity

    6 Dicembre 2011 alle 10:56

    Sono capitato qui per caso o per sbaglio ma dal momento che il caso non esiste… pignoleria per pignoleria ci sarebbe da commentare anche la traduzione del “bardo”:
    I am only mad north by northwest. When the wind is southerly I know a hawk from a handsaw.
    In italiano si trova tradotto come:
    Io non sono pazzo che a nord-nord-ovest; quando il vento è dal sud, io conosco un falco da un airone.
    Il mio inglese è piuttosto penoso, e certo non conosco la fauna nelle voliere a cavallo tra il ‘500 ed il ‘600:
    Ma a me suona meglio così:
    Sono pazzo solo da nord-nord-ovest. Quando il vento è da sud, conosco il falco da una sega a mano!

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  • Evit

    6 Dicembre 2011 alle 11:22

    Benvenuto, o’ casuale lettore. Come il caso non esiste? Meglio per caso che per sbaglio! E’ la pignoleria che chiama altra pignoleria, per questo capiti qui e ricevi il mio più caloroso benvenuto da pignolo che sono. 😉
    Non sono un esperto di inglese “antiquato”… anzi Shakespeare mi è sempre piaciuto poco e quando lo studiai in lingua originale a letteratura inglese lo feci bene ma con scarsissimo interesse. So che tutti i testi di W. S. furono tradotti in un’epoca quando anche l’italiano era molto più complesso e barocco.
    Lascio dunque ad altri la critica alle traduzioni shakespeariane su cui non mi sento di mettere bocca.

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  • Watkin

    21 Maggio 2019 alle 15:53

    Beh hai dimenticato il titolo hitcockiano più scandaloso! “Torn Curtain”, ovvero la cortina (di ferro) infranta: il film parla di due scienziati americani che riescono a oltrepassare la cortina di ferro sovietica, rubare dei segreti scientifici e tornare indietro… e in italiano è diventato “Il sipario strappato”, senza che ci sia nessun sipario o teatro nel film.

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  • franz

    26 Luglio 2022 alle 18:29

    Il film si ispira all’espressione usata da Churchill, la quale corrisponde molto meglio a “sipario” che a “cortina”. Sarebbe interessante capire chi ha gestito la traduzione.

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    • Evit

      26 Luglio 2022 alle 18:46

      Ciao franz, i dialoghi di Il sipario strappato sono del grande Alberto Piferi, ma non è detto che il titolo sia una sua scelta (sebbene i dialoghisti possano proporne di loro, è alla distribuzione che si decidono i titoli “finali”). Storicamente l’iron curtain di Churchill è sempre stata tradotta come “cortina di ferro”, Watkin sicuramente si riferiva a quello.

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      • Andrea87

        28 Luglio 2022 alle 21:35

        mah, dato che la scena finale è ambientata in un teatro, credo che i titolisti volessero lasciare il riferimento proprio a “sipario” più che alla “cortina” virtuale tra ovest ed est…

        cioè, tutto è possibile, ma mi sembrerebbe un errore grossolano da giorni d’oggi più che dai maestri del doppiaggio dell’epoca (tant’è che come hai anche ampiamente riportato, non si facevano problemi a cambiare titoli per renderli più adatti agli italiani e difficilmente li sbagliavano, vedi “Vertigo / La donna che visse due volte” che è decisamente più evocativo in italiano, o “intrigo internazionale” in caso di titoli intraducibili alla lettera)

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