Mi sono fatto una sana risata quando la settimana scorsa vidi nelle statistiche che qualcuno era giunto nel mio blog dopo aver cercato su google: “www.maritiarrapati.it“. Mi sono domandato quali astruse connessioni potessero esserci tra tale chiave di ricerca e il mio blog; poi mi è tornato alla mente…
Nell’articolo su quello scandaloso spettacolo di Sanremo (con la Canalis in veste di interprete) avevo accennato ad un altro momento “di qualità”: lo spogliarello di Dita Von Teese che definii “per mariti arrapati”.
Immagino la delusione che deve aver provato l’internauta alla ricerca di mariti arrapati quando è finito nel mio blog. Sorry!
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9 Novembre 2012 alle 22:44