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E tu saresti un dialoghista? Qualche volta (note su Indiana Jones 4)

Indiana Jones 4 che fa il baciamano e imita Loris Batacchi di Fantozzi
Dopo l’articolo su Bastardi senza gloria e l’insoddisfacente doppiaggio della sua celebre scena degli italiani rivolgo brevemente la mia attenzione ad un altro film doppiato dalla stessa compagnia (la PUMAISDUE, ex Gruppo Trenta). Il film in questione è Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (che abbrevierò chiamando Indy 4 o Indiana Jones 4 perché la vita è breve e gli impegni sono tanti). Se il film già di per se è molto criticabile e palesemente molto distante dai canoni della trilogia di Indiana Jones (non vi nascondo che come fan di Indiana Jones io lo abbia in tutta onestà detestato dopo i primi 10 promettenti minuti), alcune piccole scelte di doppiaggio hanno – se possibile – contribuito ad allontanare maggiormente questa pellicola dalla vecchia trilogia.

Voglio partire con una nota positiva però. Siamo stati fortunati che Harrison Ford abbia ottenuto nuovamente la voce di Michele Gammino. Fortunati perché nel recente ridoppiaggio della trilogia con cui Sky ha “omaggiato” i fan, la nuova voce di Indy era di Pino Insegno. Questa cosa ha scatenato un vero e proprio finimondo (giustamente). Mi pare che ci sia ancora il dubbio su quale doppiaggio ritroveremo nella versione Blu-ray; io intanto mi tengo strettissimo il primo cofanetto DVD (che è anche esente da piccole alterazioni digitali introdotte successivamente). Scusate la digressione.

Gammino aveva già doppiato Ford in I predatori dell’arca perdutaL’ultima crociata (i due capisaldi dell’intera serie) ma le nostre fortune purtroppo si sono fermate lì. La recitazione di Gammino in questo film secondo me lascia un po’ il tempo che trova, ma non è colpa sua, lui va dietro (alla perfezione!) a Ford e per volere della Paramount, è palese dalla scena in cui dice “part time!” che nel trailer (sia in inglese che in italiano) era detta in modo eroico e poi nel montaggio finale del film hanno usato un’altra registrazione più… scema, non so come altro descriverla. Più fiacca. E Gammino giustamente è andato dietro all’originale, non certo per colpa sua.

Karen Allen, che ritorna nel ruolo di Marion Ravenwood (la Indy girl del primo film), non ha ricevuto lo stesso magnanimo trattamento di Ford e gli è stata affibbiata una nuova doppiatrice. Paila Pavese, perfetta come voce della Allen nei Predatori, è stata infatti sostituita per Indiana Jones 4 da Chiara Salerno, una voce più “soft” ma non riconoscibile e caratteristica come quella della Pavese a mio modestissimo parere. Anche qui sicuramente per scelta della Paramount che fa i provini e sceglie le voci. Avrei preferito ritrovare la voce della Pavese per continuità con il film del 1981.

L’accento russo di Emanuela Rossi mi ha convinto poco ma devo dire che anche quello di Cate Blanchett non era un gran che (anzi, a tratti anche un po’ imbarazzante), quindi niente peggioramenti qui ma certo c’era spazio per delle migliorie, invece si è optato per un doppiaggio-fotocopia come si suol fare di questi tempi. Ai doppiatori non è consentito sviare troppo.

Infine… ciò che mi ha più tormentato: l’unica battuta divertente del film viene annichilita nell’adattamento italiano. Dopo che Indy fa fuori un assalitore, il personaggio di Shia LaBeouf scopre che Indiana non è il tipico professore e gli chiede stupefatto…

LaBeouf: You’re a teacher?
Ford: Part-time.

LaBeouf: E tu saresti un professore?
Ford: Qualche volta.

La risposta italiana di Indy ha poco impatto e forse neanche molto senso. “Qualche volta”? Come si fa ad essere un professore solo “qualche volta”? Un medico può dire di essere un medico solo “qualche volta”? Chiaramente lasciare “part time” non avrebbe avuto senso in italiano, fino agli anni ’70-’80 non lo diceva nessuno in Italia, sarebbe stato anacronistico in un film ambientato negli anni ’50. Ma la soluzione “qualche volta” è a dir poco fiacca. In modo scherzoso il mio lettore Davide Serra suggeriva “a mezzo servizio”, ma da quando me lo ha detto non me lo tolgo più dalla testa. Avrebbe sicuramente strappato una risata.

Non a tempo pieno” o “non sempre” sarebbero state già delle valide alternative che avrebbero anche permesso di mantenere un velo d’ironia soprattutto se recitate nel modo giusto e tempi della battuta permettendo.

Da notare che nel videogioco Lego Indiana Jones c’è un livello chiamato [“Sei un insegnante?” “Part-time”]. Evidentemente chi ha tradotto il videogioco ha ignorato l’adattamento italiano del film. Anche qui però si tratta di una traduzione soltanto mezza riuscita. Difatti la domanda “E tu saresti un professore?” è più corretta come traduzione di “You’re a teacher?” rispetto a “Sei un insegnante?”

Nota finale. Ho avuto l’impressione che i dialoghi di questo film siano stati mantenuti volutamente “puliti” per favorire un pubblico anche molto giovane. Che fine hanno fatto i “brutto figlio di puttana” dei Predatori? Adesso diventa “figlio di buona donna” e persino i “damn!” diventano “porca miseria“, ovvero la denaturazione completa del personaggio di Indy; porca miseria lo dico io! C’era modo e modo per rendere questo mediocre film almeno memorabile nei dialoghi italiani, ma simili libertà non sono più concesse oggi. Nessuna frase che colpisce o che rimane, niente di niente. Mediocre è in inglese e immemorabile in italiano.

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

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