Titoli solo apparentemente italioti

Leggo spesso di gente che si lamenta di “titoli italioti” senza tuttavia conoscere l’inglese:
Il titolo che mi viene subito in mente è Death becomes her, tradotto in Italia come La morte ti fa bella, un titolo soltanto apparentemente italiota. Difatti il verbo “to become” al transitivo è usato per dire “ti dona”, “ti sta bene” o “ti si addice”. Vi faccio un esempio: “quell’abito le dona” = “that dress becomes her”. Geniale tra l’altro la trovata di tradurre il “to become” come “ti fa bella” (invece che “ti dona”) visto che nel film la bellezza eterna era l’ossessione delle protagoniste.
Quindi basta elencare La morte ti fa bella come esempio di titolo italiota perché l’unica cosa di cui è esempio è quello di una scarsa conoscenza dell’inglese. Eppure compare spesso in liste improvvisate di titoli di cui gli italiani si lamentano pensando che sia uno dei tanti pessimi esempi.
Questo film è anche un ottimo esempio da usare contro gli accaniti sostenitori dell’idea che i titoli dovrebbero lasciarli interamente in lingua originale, infatti dimostra perfettamente come moltissimi italiani avrebbero subito pensato a traduzioni errate come “la morte diventa lei“(?) o peggio.
Del resto non sempre l’inglese è facile come appare a molti. Mi riferisco specialmente ai giornalisti che si improvvisano traduttori, come quelli che per primi tradussero sciaguratamente “wild parties” (dai file Wikileaks su Berlusconi) come “festini selvaggi”.
Ma si sono mai fermati a riflettere sul fatto che la definizione di “wild parties” origina dall’impossibilità degli americani di tradurre con una sola parola il termine italiano di “festini”? Non avrebbero potuto usare semplicemente “party” al posto di festini, da qui la necessità di essere più specifici. Essendo però alcuni giornalisti italiani dei mentecatti con Google alla mano (e molti altri dei semplici pappagalli), sono finiti tutti per diffondere l’idea che gli americani definissero le feste del Berlusca dei “festini selvaggi” (o “party selvaggi”), una definizione che non ha alcun senso (è come dire “un’orgia orgiastica”, non ha senso), come del resto non avevano alcun senso tante altre definizioni wikileaksiane che vennero tradotte dai nostri giornalisti in maniera molto maccheronica. Sembra quasi il gioco del telefono senza fili, siamo partiti da festini->wild parties->party selvaggi->festini selvaggi(?). Non sorprende affatto la dichiarazione di Berlusconi che disse “Non so neanche che cosa siano i festini selvaggi“. Effettivamente non lo sa nessuno! I giornalisti che vivono nel loro mondo dell’inglese improvvisato hanno invece pensato che con quella frase Berlusconi stesse negando l’esistenza di festini, era probabilmente il “selvaggi” che l’aveva confuso… non lo sapremo mai.
E poi giù a ruota altri politici che usavano questa definizione di “party selvaggi”… Rosy Bindi espresse “vergogna per quei party selvaggi” che violavano la Costituzione. Indubbiamente sono stati una vergogna ma c’è stata anche la violazione della lingua italiana e lo stupro del buon senso nel parlare, c’è stato un abuso dell’innocente Google Translator e una sevizia dell’inglese, ci hanno svergognato l’italiano! Qualcuno pensi ai bambini che imparano l’anglo-càfone dalla TV! Qualcuno pensi ai bambini!!! (cit.)
Scusatemi per la digressione.

Cambiando genere di titoli apparentemente italioti…
Altri titoli che sembrerebbero (!) tipicamente italioti, ovvero inventati di sana pianta dai distributori italiani e che non hanno niente a che vedere con il film, alle volte si scoprono invece avere una ragion d’essere… ovvero quando assumono il titolo che il film avrebbe dovuto avere in origine:
58 Minuti per morire è il titolo con cui uscì “Die hard 2 – Die harder” in Italia. La domanda lecita è perchè 58 minuti? Il film è tratto dal romanzo “58 Minutes” di Walter Wager, ovvero il tempo a disposizione dell’eroe prima che dei terroristi facciano cadere l’aereo su cui si trova la moglie. Curioso notare come in Canada sia conosciuto come “58 minutes pour vivre” (invece che “per morire” come il titolo italiano)… in Canada guardano al bicchiere mezzo pieno evidentemente.
Rimane inventato di sana pianta il primo film della serie, Trappola di cristallo (Die Hard), nome di pura invenzione che ricorda (volutamente) Inferno di cristallo, film a cui Die Hard rende del resto molti omaggi.
Trovate maggiori informazioni riguardo la serie Die Hard in questo vecchio post.
Concludo con un film più recente: Mia moglie per finta (titolo originale Just Go With It) che ha tale titolo in quanto originariamente avrebbe dovuto chiamarsi “Pretend Wife“. Se n’è crucciato qualcuno in questo articolo nei cui commenti troverete accorate lamentele. Ve ne cito un paio che mi hanno divertito:

Ma questi titoli sono una vergogna, sono ridicoli, bastaaaaaaaaaaa!! […] L’autore ha scelto un titolo perchè bisogna cambiarlo?? allora perchè non cambiano anche il senso del film o doppiano diversamente il finale cambiandone il senso già che ci sono?” (NdA: purtroppo a volte succede anche questo!).

Un altro commento dice:

Traducendolo in questa frase assurda e ridicola, “Mia moglie per finta”, che non ha nessuno spessore, si banalizza il film“.

Evidentemente il film era già banale in partenza visto che gli americani stessi stavano per optare per una cosa simile, salvo poi cambiare idea all’ultimo momento.
Insomma basterebbe una preliminare occhiata su imdb.com prima di gettarsi nel ridicolo di commenti simili. Il titolo originale era “Mia moglie per finta” (Pretend wife)… che poi gli americani l’abbiano cambiato all’ultimo non vuol dire che sia colpa della distribuzione italiana che vuole inventarsi titoli scemi a tutti i costi. Almeno non in questo caso!

Il messaggio che ho voluto trasmettere con questo articolo mi sembra piuttosto ovvio ma lo lascio interpretare a voi, cari affezionati lettori. Per chi si è sentito chiamare in causa non temete, le vostre colpe sono già perdonate… è il perseverare che è diabolico. “La morte ti fa bella” è una splendida traduzione, non vi fate infinocchiare da chi improvvisa liste senza conoscere l’inglese.

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

61 Commenti

  • lupo alberto

    2 Febbraio 2012 alle 13:00

    Adesso che ci penso forse la chiave di lettura di tutto il film “la morte ti fa bella” sta proprio nel titolo che dà importanti ragguagli riguardo la pozione.Infatti sembrerebbe quasi che la pozione ti faccia “morire” per renderti giovane per sempre….. quindi ora l’ho interpreto così: è un patto con il diavolo.Se vuoi avere la bellezza eterna,devi morire. In poche parole la pozione ti fa morire…….

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    • Evit

      2 Febbraio 2012 alle 13:30

      haha se ti fa piacere pensarla così sei libero di farlo. Comunque non c’è molto dietro il titolo, eccetto l’ironia di dire “la morte le dona!”, quasi una frase che avrebbe potuto dire una delle due donne all’altra per dispetto. Del resto stai basando la tua osservazione sul titolo italiano che dice “ti fa bella” ma è solo una piccola reinterpretazione di quello originale che diceva semplicemente “che le si addiceva”.

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      • lupo alberto

        2 Febbraio 2012 alle 13:43

        No,m’è venuta sul momento.Perché alla fine la morte le ha fatte brutte come il peccato! Quindi il messaggio subliminale potrebbe essere che la pozione uccide non appena la bevi.Altrimenti avrebbero dovuto chiamare il film “la morte ti fa brutta”

  • Rado il Figo

    2 Febbraio 2012 alle 13:00

    Quella dei “wild parties” berlusconiani proprio mi mancava. Non che mi sorprenda che la presunzione della giornalanza sia tale da farle credere di sapere (fare) tutto e senza chiedere aiuto (anche se questo, ahimè!, è modo di pensare ed agire sempre più comune fra le nuove generazioni, che ha portato a degenerazioni tipo uicchipedia) , ma mi incuriosisce che nemmeno gli autodefinitisi “felicemente servi” non l’abbiano tirata mai fuori (o proprio mi è sfuggito tutto del caso, cosa possibilissima dato l’infimo interesse che vi riponevo).
    o doppiano diversamente il finale cambiandone il senso già che ci sono?” (putroppo a volte succede anche questo!).
    Accidenti se succede, ed è anche peggio delle censure. Ricordo una puntata (anzi, un caso) di Detective Conan (all’epoca ancora SuperDetective) totalmente stravolto dal doppiaggio da renderlo incomprensibile nella soluzione, aggiungendo pure un personaggio del tutto inventato nella trama reale (letta nel manga). Il tutto per impedire di rendere noto che il colpevole non era una donna – come venne lasciato credere – ma un uomo travestito da donna.

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  • Raffy

    2 Febbraio 2012 alle 16:34

    Qualcuno doveva togliersi un sassolino dalla scarpa o sbaglio?! 🙂
    Non sai quanto mi trovi d’accordo quando dici che l’inglese NON è una lingua facile. Cavoli, forse a livello di frasi da turista, ma più si va su, più la differenza di forma mentale tra noi e gli anglofoni si fa sentire. E sì, c’è ancora gente che traduce parola per parola, o che non sa cosa siano i false friends. D’altronde, se io trovo a volte orrori nei testi che devo rivedere, tradotti da professionisti… 😮

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    • Evit

      2 Febbraio 2012 alle 16:43

      Il bello di avere un blog è quello di potersi togliere i sassolini dalle scarpe di tanto in tanto hehe. Articoli simili li ho raccolti tutti nella sezione “critiche varie” (nel menu “speciali”) se ne vuoi andare a cercare altri… ce n’era uno sui “maschi alfa”, i “caucasici”, i “rumori” e tanto altro. Sono cose che mi fanno rabbrividire al solo sentirle nominare.

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      • Leo

        2 Febbraio 2012 alle 22:07

        Per non parlare di quando i giornalisti scambiano il latino per inglese, e lì c’è da prenderli a colpi di frigorifero in testa. Come si fa a scambiare Aut-aut per l’inesistente “out-out”???
        Imbecilli e caproni.

      • lupo alberto

        2 Febbraio 2012 alle 22:24

        Beh,se non sanno neanche l’italiano, è inutile sperare che sappiano le altre lingue….. la più comune e la più stupida,ma anche la più fastidiosa, è “incendio boschivo” . Sarebbe come dire “incendio scolastico” oppure “incendio teatrale” o “incendio cinematografico”…..

  • Rado il Figo

    3 Febbraio 2012 alle 10:35

    Di “Out-out” per “aut aut” ahimé, sono testimone diretto (nel senso che l’ho visto scritto almeno un paio di volte), e, già che ci sono, mi sono sempre chiesto se “summit” sia effettivamente inglese o latino (dato che c’è chi dice “aiter” per “iter”).
    Poi se vogliamo parlare di svarioni “ormai diventati norma” (cioè, che manco più si percepiscono come errori), a braccio cito:
    – “gli” per “a lei, ad essa” o anche “a loro”;
    – “perfomante” (!!) per “prestante”
    – “scannerizzare” per “scandire”
    – Zambia e Gambia maschili quando sono femminili
    – “fallo di reazione” e “danno procurato”, fattispecie sconosciute completamente al regolamento del calcio
    – “più realista del re” dando per realista il senso di “persona che non si abbandona a voli pindarici”
    – Frankenstein individuato nella creatura e non nel suo creatore
    – la balena di PInocchio, che è uno squalo
    – la mela di Adamo ed Eva, quando è un fico
    – l’immacolata concezione, che significa essere privi del peccato originale e non di aver partorito vergini
    se poi volete allungarla (o smentirne delle voci)… 😉

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      • Rado il Figo

        3 Febbraio 2012 alle 12:53

        Frankenstein individuato nella creatura e non nel creatore (Dr. Frankenstein) è pura ignoranza.
        Però è anche vero che pure i titoli dei film hanno notevolmente contribuito al qui pro quo, dove difficilmente gli “eroi” erano contrapposti al creatore ma alla creatura.
        A proposito di ignoranza, parliamo per esempio del famoso “Hotel Shining” citato in “Delitto al Ristorante Cinese”?

      • Evit

        3 Febbraio 2012 alle 12:59

        Confermo, quello di Frankenstein=Mostro è dovuto all’ignoranza degli americani che con le prime famose trasposizioni cinematografiche proposero per primi tale associazione.
        Non l’ho mai visto “delitto al ristorante cinese”… non lo sopporto Tomas Milian. Nel film parlano di “hotel Shining”? Me la racconti meglio questa?

  • lupo alberto

    3 Febbraio 2012 alle 11:19

    Un altro punto dolente sono gli accenti,i più sbagliati sono il famoso Canadà (invece di Cànada) e Florìda (invece di Flòrida)…..poi un altro ruzzolone comune,ma confesso che lo faccio anch’io, è “camera da letto”, pleonasmo inutile perché “camera” già presuppone che sia la stanza da letto.. Di conseguenza un altro errore comune è “camera da bagno”,forma sbagliata che mi fa inorridire ,perché la camera è soltanto la stanza da letto…….

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    • Rado il Figo

      3 Febbraio 2012 alle 11:32

      Giusto, anche gli accenti: i più comuni che sento sono “rùbrica” per “rubrìca”, “guàina” per “guaìna” e “leccòrnia” per “leccornìa”.

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      • lupo alberto

        3 Febbraio 2012 alle 12:41

        Ahaha…. anch’io dico “guàina” .Ad ogni modo penso che un gironalista di una tv che parla a milioni di telespettatori dovrebbe stare più attento. Forse se in Tv sentissimo meno sfondoni, ne faremmo di meno anche noi.Uno diffusissimo dagli anni 80 in poi sono le declinazioni dei verbi al maschile anche quando richiedono la forma femminile, errore molto diffuso anche in tutti i doppiaggi dagli anni 80 in poi. Un italiano quasi impeccabile si può soltanto sentire nei vecchi film dI Hitchcock e simili.Purtroppo,però, in questi vecchi doppiaggi sono però più diffusi gli errori riguardanti l’inglese,gli accenti e le pronunce. Ritengo però che in tv dovrebbero stare attenti alla grammatica perché influisce molto sulla popolazione….. quando ero piccolo usavo sempre l’espressione “l’uno con l’altro” in una coppia mista (uomo /donna),mentre invece bisogna usare la forma, che in tv usano (ecco, diamogline merito) , “l’uno con l’altra”, ovviamente.

      • Rado il Figo

        3 Febbraio 2012 alle 12:48

        Giusto per precisare: pure io dicevo tranquillamente “guàina” e “leccòrnia” (non sto facendo lo sborrone, intendo dire), prima che mi rendessi conto di aver sempre sbagliato gli accenti (e dire che in effetti la prima deriva da “vagina” per cui era anche abbastanza semplice…)
        Summit: in effetti l’avevo sempre letta e sentita all’inglese, poi un “bel” giorno lessi (non mi ricordo più dove, ma credo fosse la rubrica grammatica di Famiglia Cristiana) che era un errore perché latino, esattamente come “iter” detto “aiter”. A dire il vero nel vocabolario italiano-latino non l’avevo mai trovata, poi ho visto che più di qualcuno iniziava a pronunciarla “com’era scritta” e mi convinsi che fosse effettivamente latino, ma pur conservando qualche dubbio.

      • Evit

        3 Febbraio 2012 alle 12:54

        Si putroppo bisogna essere un po’ magnanimi con le pronunce di parole straniere. L’unica cosa che non perdòno sono i misti: tipo “URBAN IUTILITI VEICOL” (invece di “viicol”). O lo pronunciate tutto come si deve oppure tutto all’italiana, le misture sono deplorevoli.
        No dai, leccòrnia no! C’è anche la canzone di Pan di Zenzero in Shrek che cita la leccornìa ;-P
        Negli ambienti medici solitamente si dice guàina (penso alla guàina mielinica) anche se in tali ambienti ti garantisco che le pronunce variano da professore a professore.

    • Evit

      3 Febbraio 2012 alle 12:32

      La pronuncia di Canada con accento finale comunque è caduta in disuso da un bel po’ di tempo e ho sempre sospettato che l’origine fosse la canzone “La Casetta in Canadà” in cui la parola canada rima con “lillà” e “là”… ma forse è da imputare alla parte “francese” del paese e dunque con pronuncia francesizzata (molto più comune in Italia prima dell’avvento dell’inglese). Comunque non so come i franco-canadesi accentino la parola Canada quindi mi mantengo vago sull’argomento. Presumo che sia “Canadà”.
      In generale c’è da distinguere i casi in cui l’accentatura è completamente errata da quelli in cui accentature alternative sono contemplate dal dizionario seppur indicate come meno corrette.

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  • lupo alberto

    3 Febbraio 2012 alle 11:24

    questi errori di nomenclatura degli ambienti della casa sono molto diffusi in tutti quei programmi giornalistici che parlano e sparlano dei delitti….. altra parola usata a sproposito è il “tinello” spesso confuso con la “cucina abitabile”…..nel caso di Sarah Scazzi spesso parlano di tinello invece che di cucina.

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  • lupo alberto

    3 Febbraio 2012 alle 12:58

    Rado il Figo, è vero, però alcune sono entrare così tanto nell’orecchio che ormai non se ne può fare meno….. come “summit”. Se ci penso, dirlo “summit” mi fa strano…mi suona meglio “sammit”. Iter invece mi suona meglio “iter” 😀 io avevo letto che anche “media” bisogna leggerlo “media” e non “midia” all’inglese,però a me suona meglio “midia”. Se ci penso,comunque, non bisogna essere troppo severi, la lingua si evolve….quindi continuerò a usare “camera da letto” 😀

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    • Evit

      3 Febbraio 2012 alle 13:06

      Quella dei “media” detto “midia” viene dal termine inglese “mass-media” (che ovviamente si legge mass-midia) e che al singolare sarebbe mass-medium. E’ ovvio che a loro volta gli inglesi hanno preso questa parola dal latino quindi in teoria potremmo anche permetterci di pronunciarlo “media” ma se si vuole dire “mass-media” ho paura che il misto inglese(mass)-latino(media) potrebbe risultare un po’ antipatico.
      Iter non può che essere latino e italiano, basti pensare all’iter burocratico. Non ho mai sentito “iter” nella lingua inglese, ne tantomeno “aiter”. Chi lo pronuncia aiter sarebbe da tirargli subito una sberla

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  • lupo alberto

    3 Febbraio 2012 alle 13:07

    @Evit:
    vabbeh, secondo me la veneranda Crusca lascia il tempo che trova……. avevo letto sulla Crusca che “casa” bisogna leggerlo con la esse sorda di “seno” e non con la esse sonora di “asino”. Perché mai? Boh. Allora la pronuncia diventa un’opinione….. infatti la regola comune è la seguente: la esse tra due vocali,ammenoché non sia doppia, si legge sempre sonora. Quindi asino, casa, caso, casino, caserma, asilo, peso, tutte con la esse sonora….. perché mai, secondo la Crusca, casa invece dovrebbe leggersi con la esse di “suono”?

    Rispondi
      • lupo alberto

        3 Febbraio 2012 alle 13:14

        ahah tu la chiami “s dura”? anche queste nomenclature grammaticale sono divertenti…. tipo la “j” che alcuni chiamano jay (letto gei), altri i lunga, altri ancora i consonantica…… cmq,d’accordo, leggiamolo “casa” con la s di sarda,ma allora anche asino, peso, asilo, caserma…… mi sembra qualche dialetto del nord con tutte le s dolci o sonore…….

      • Evit

        3 Febbraio 2012 alle 13:17

        No onestamente non so quale sia la nomenclatura ufficiale delle pronunce. Ho detto “s dura” per capirci ma l’ho inventata sul momento, non so se si chiama così.
        Me lo ritrovi questo suggerimento della Crusca sulla pronuncia di “casa”?

      • lupo alberto

        3 Febbraio 2012 alle 13:22

        L’ho letto sul sito della Crusca,ora non riesco a trovarlo,ma ho trovato questo articolo qua:
        Ricorda comunque Luca Serianni, nella sua grammatica Italiano (garzantina), che uno degli estensori di un fondamentale e tradizionalista manuale di pronuncia, Piero Fiorelli, «ha enunciato la seguente regola empirica per gl’italiani non toscani e per gli stranieri (una regola che “comprenderebbe il novantacinque per cento dei casi”): s intervocalica si pronuncia sempre sonora con tre eccezioni: 1. Per le voci composte; 2. Per le voci casa, cosa, così; 3. Per i suffissi -ese, -eso; -oso».
        Quindi a fare eccezione non è solo “casa”,ma anche “cosa” e “così”. La Crusca,quindi, almeno da quel che ricordo, si era impuntata solo su “casa”.
        http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_194.html

  • lupo alberto

    3 Febbraio 2012 alle 13:27

    Però quindi facciamo tanti errori qua in Toscana…. quindi penoso, da pena, con suffisso “oso” va letto con la esse sorda di Sara? Ahah….. “alla spagnola”.

    Rispondi
    • Evit

      3 Febbraio 2012 alle 13:33

      Forse ho trovato il riferimento alla Crusca…
      “questa consapevolezza si sta progressivamente perdendo sulla scia del fenomeno di estensione della pronuncia sonora della s intervocalica, che si è ampiamente diffuso nell’italiano degli ultimi anni (ad esempio casa, con la sonora, invece della sorda etimologica toscana)”
      http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4012&ctg_id=93
      Quindi dicono che un tempo in toscana si diceva CASA con s sorda, in seguito soppiantata ovunque dalla s sonora. Non è che la Crusca dica che casa debba essere pronunciato con la s sorda.
      Poi bisogna sempre tener presente che la Crusca (con sede a Firenze, il che è tutto dire) fa un ottimo lavoro nella ricerca storica della lingua, della sua evoluzione e filologia, con lo scopo di conservare termini desueti affinché non vengano perduti… non è a tutti gli effetti una guida all’italiano “moderno”. Per quello c’è già “la grammatica” che è alla fin fine la fonte più attendibile riguardo a questioni simili.

      Rispondi
  • Leo

    3 Febbraio 2012 alle 13:30

    Ah, con le Esse non ci ho mai capito niente.. sicuramente ne sbaglio una caterva. Riguardo “mass-media” io ho sempre appoggiato la pronuncia che rispetta l’origine latina del termine, per cui proprio com’è scritto.
    Chiamano la J “i consonantica”? Questa non la sapevo, avevo però sentito dire della Y detta “I greca”
    Riguardo le pronunce inglesi alla televisione, io come diceva Pio Bove (della macelleria omonima nota per la sua igiene e pulizia) “l’ammazzerei tutti!!!”
    Ben 10 Ultimate Alien, pronunciato nella pubblicità come “Ben ten ultimeit alien”.. allora, o le fate bene le cose o non le fate. E’ “Ben ten oltimet eilien”! And that’s that!

    Rispondi
    • Evit

      3 Febbraio 2012 alle 13:45

      Su youtube in passato mi sono scagliato contro recensioni di videogiochi che ostentavano una conoscenza di termini tecnici cadendo però in un uso dell’inglese completamente errato dicendo “predeitor” per “predator” e altri strafalcioni italioti. Non mi infastidirebbero nemmeno queste recensioni se non fossero volutamente addobbate da un inglese forzato in cui 1/3 del lessico utilizzato è anglosassone (nonostante esistano noti corrispettivi nella lingua italiana). Un giornalista in diretta ancora ancora potrebbe essere giustificato… ma uno che si prepara una recensione con tanto di copione scritto è da castigare quando dice “performante”, “preidètor” e simili. Aaaahhh solo a ripensare a quel preidètor!!!!

      Rispondi
    • Phantom Dusclops

      3 Febbraio 2012 alle 19:54

      “oltimeit”? Io l’ho sempre pronunciato “aldameit”…
      E comunque, quanto agli accenti sballati, solo io ricordo di quando, nel periodo dell’11 Settembre, in certi TG si parlava di “Sàddam” (invece che “Saddàm”) e “Bìnladen” (piuttosto che “Bìn Làden”)?

      Rispondi
  • Rado il Figo

    3 Febbraio 2012 alle 17:23

    Scusate, se rispondo qui sotto, ma temo che “replicando” si possa perdere qualcosa.
    Comunque, andando per punti un po’ a caso:
    – in “Delitto al Ristorante Cinese” (quando ormai il povero maresciallo Girardi era diventato un personaggio prettamente comico) Tomas Milian (versione cinese coi dentoni alla Jerry Lewis) e Bombolo sono su un taxi, il cui autista, sentendo le loro lamentele per aver perso il posto di lavoro (più o meno, non ricordo proprio i particolari) li propone di essere assunti, per l’appunto, all’Hotel Shining, fra l’altro voltandosi e svelando essere un vampiro (!)
    – la pronuncia mista è veramente spassosa: ricordo gente che pronuncia FBI “effe-bi-ai”. Fra l’altro, non ho mai capito perché FBI era pronunciato “ef-bi-ai” e KGB “kappa-gi-bi”
    – e se parliamo di sigle, io detesto quelli che pronunciano FIGC “fi-gi-ci”; o dici figc o dici “effe-i-gi-ci”
    – poi è anche vero che certe pronuncie “errate” sono talmente entrate nel “comune sentire” che a pronunciarle correttamente si otterrebbe un effetto involontariamente comico. Penso ai vari prodotti tipo l’ACE, che null’altro era che “asso” in inglese, o, rimanendo nei fumetti, Rockerduck pronunciato “come si scrive”
    – fra l’altro già che ci sono, mi voglio togliere due curiosità
    a) hulk è “ulc”o “alk”?
    b) perché diamine i cartoni animati di Braccio di Ferro erano trasmessi sempre in lingua originale e solo negli ultimi decenni sono stati doppiati?

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    • lupo alberto

      3 Febbraio 2012 alle 18:37

      Lo stesso pasticcio l’hanno fatto nel film “Heidi”, 1993, della Disney. “Heidi” a volte viene pronunciata “aidi”, altre volte “haidi” con l’acca, altre volte ancora “heidi”. A proposito di tale film ,c’è poi una scena comica dove Heidi e Peter si conoscono,allora Peter si presenta e dice qualcosa come “Sono Petere, il pastorello” e Heidi si presenta e dice “Sono Heidi, la bambina”. Ho sempre trovato comica questa scena….. probabilmente il senso era sottolineare che lei era la figlia, quindi ancora bambina, di “Heidi”, la madre morta in montagna. Tuttavia lì per lì l’effetto comico è garantito.

      Rispondi
      • lupo alberto

        3 Febbraio 2012 alle 20:51

        Ahahaha…. mi sa che è la famosa u di “club”,praticamente non si legge,quindi qualcosa tipo “HLK”.

  • lupo alberto

    3 Febbraio 2012 alle 20:56

    adesso mi è venuto in mente un film particolarmente stupido,ma al quale sono affezionato: bonnie e clyde all’italiana. Giada Foschini, interpretata da Ornella Muti,non ne azzecca una. Invece di giungla dice “iungla”,invece di Gein (Jane, di Tarzan), dice Iane,invece che Brus Li, dice Bruce le nel ritorno di bruce le….. a proposito di doppiaggi,un’impegata delle Ferrovie statali che negli anni 80 si guardava tutto doppiato,come faceva a fare questi errori?

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  • Phantom Dusclops

    4 Febbraio 2012 alle 19:45

    E oserei citare un corto di Bugs Bunny in cui il nome del personaggio in questione era pronunciato “bugs bunni” invece che “bags banni”…
    Ma se c’è una cosa che scarsamente sopporto (e si dovrebbe parlarne un po’ su questo blog) sono gli adattamenti che rimpiazzano cose che potrebbero non essere note agli italiani con cose note anche qua in Italia. Ad esempio, ho qua sottomano uno degli albi con i vecchi fumetti di Mad tradotto, adattato e distribuito nel 2009… con il risultato che si assiste a dei fumetti americani degli anni ’50 con riferimenti a Berlusconi, Obama, Topo Gigio e alle squadre di calcio italiane. Perlomeno sono solo battute di contorno che non influiscono sulla storia.

    Rispondi
  • Phantom Dusclops

    4 Febbraio 2012 alle 19:47

    P.S. (scrivo in un altro commento perché ho premuto invio dimenticandomi di aggiungerlo): So che hai accennato a questo nell’articolo sull’adattamento di Flash Gordon e qualcosina in quello sui pro e contro dei Simpson.)

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    • Evit

      5 Febbraio 2012 alle 01:30

      Flash Gordon è l’esempio per eccellenza. Poi onestamente, restando solo nella cinematografia (quindi serie TV escluse), ci sono altri pochi casi che io sappia. Se ne conosci fammi pure sapere… sono sicuro che non troverai niente di più grave di Flash Gordon ma sono comunque curioso di sentire dei suggerimenti

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  • Andrea Sperelli

    4 Febbraio 2012 alle 21:27

    Un po’ di considerazioni:
    ottimo articolo, da quando c’è internet tutti si sentono in diritto di dire la loro e dire che una traduzione è fatta male fa obiettivamente “figo” anche se poi non si hanno le competenze per dirlo. Questo articolo coglie quindi nel segno 😉
    per quanto concerne invece gli errori che si fanno nel parlare e nello scrivere bisogna distinguere:
    – errori come “gli” al posto di “le” o di “loro” o accenti sbagliati spesso tracciano l’evoluzione futura della lingua italiana, che ci piaccia o no (a me non piace ad esempio). Evidentemente stiamo perdendo “le” come abbiamo perso da anni “ella” che sopravvive solo nelle grammatiche. Prima o poi perderemo il congiuntivo e tutte le sue sfumature. Del resto quando una lingua è realmente “viva” (e l’italiano lo è solo da un secolo scarso) è normale che muti.
    – l’abuso della lingua straniera dove è totalmente inutile è invece un segno di provincialismo e spesso d’ignoranza quando la si sbaglia.

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  • Stefano

    26 Febbraio 2012 alle 01:36

    Io credo che il titolo “Mia moglie per finta” sia da considerarsi a tutti gli effetti come un errore (non so quali criteri debba soddisfare per rientrare nei titoli italioti). Insomma è stato cambiato in “Just go with it” almeno 2 mesi prima dell’uscita in Italia e trovo la decisione di tenere un titolo scartato altrettanto grave dell’invenzione di sana pianta. Anzi, Pretend wife paradossalmente era il peggior titolo che potevano scegliere di tenere, dato che è stato uno dei titoli scartati a monte e quindi reputato non idoneo. Come se per il nuovo film di Woody Allen in Italia si tenesse il nome Bop Decameron… A mio parere è gravissimo, indipendentemente dalla fattura del film.. Purtroppo si vede che non esistono più registi come Kubrick, oppure quelli odierni non hanno abbastanza potere. Lei cosa ne pensa?

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    • Evit

      26 Febbraio 2012 alle 12:14

      Anche quando Kubrick era in vita di registi come lui ce n’erano pochi, i tempi non sono cambiati poi tanto.
      Ringrazio per il “lei” ma la invito a darmi del “tu”, sono una persona informale. 😉
      Per ora continuo a darle del lei nel caso lei ci tenga…
      Non so perché considera “Pretend Wife” un titolo peggiore di “Just Go With It” (addirittura “il peggior titolo che potevano tenere”), come madrelingua mi trovo indifferente dinnanzi ad entrambi. Evidentemente in Italia funzionava meglio tradurre “Pretend Wife” che “Just Go With It”. Il film finisce in questa lista solo per dire che, a differenza di quello che accade spesso in Italia, non siamo difronte alla solita arbitraria scelta dei titolatori italiani che si inventano titoli di sana pianta.
      I miei criteri per dire se un titolo sia “italiota” o meno sono ovviamente criteri del tutto arbitrari e selezionati da me medesimo, come è ovvio che sia. Alcuni titoli sono sì diversi ma l’alterazione è a volte così poco importante a mio parere che non c’è neanche da scomodare la parola “italioti”.
      Auguri per il suo nuovo blog che in parte, ho notato, tratta dei miei stessi argomenti (la traduzione italiana dei titoli).

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  • Stefano Cobello

    28 Febbraio 2012 alle 00:23

    Scusa se rispondo in ritardo.. Premetto che sono d’accordo con te in ogni parte del post (soprattutto nei rimproveri) e ammetto di aver considerato “Mia moglie per finta” un titolo italiota prima di leggere questo articolo.
    Mi chiedevo solamente, alla luce di quanto riportato, se non fosse altrettanto grave la scelta italiana di tenere un titolo scartato. Non dico niente riguardo alla bellezza stilistica o all’adeguatezza di Pretend wife piuttosto che Just go with it, rispetto al contenuto del film. Secondo me è sbagliato a prescindere cambiare il titolo di un’opera d’arte, tanto più tenerne uno che era considerato papabile e poi scartato!
    Mi sembra che l’arroganza di queste operazioni di correzione sia davvero oltre ogni limite. Magari non è questo il caso, ma qualcuno può aver passato le notti a decidere se fosse meglio un nome o l’altro e infine ha deciso. Qui invece se ne sono infischiati e si sono arrogati il diritto di mettere in discussione quella scelta.
    Che tu sappia i titoli non sono coperti da Copyright? Come funziona? Acquisto i diritti per la distribuzione e posso fare quello che voglio, cambiare nome ai personaggi e alle località, modificare il titolo ecc.?
    Di chi è la responsabilità?
    Volevo cogliere l’occasione per togliermi questa curiosità, avendo notato la tua competenza in materia fuori dal comune.

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  • Evit

    28 Febbraio 2012 alle 15:07

    A parte il considerare “Just go with it” al pari di un’opera d’arte, cosa su cui potrei avere qualche obiezione, il cambio del titolo in generale è sbagliato solo fino ad un certo punto. Certe volte è invece necessario proprio per il lavoro di adattamento culturale che comunque deve riportare un titolo che non solo sia attinente ma che abbia lo stesso impatto (o almeno un impatto simile o comparabile) a quello che ha il titolo originale sul pubblico, in questo caso il pubblico americano.
    Pensa che molte volte i titoli in inglese dei film americani cambiano persino quando vengono esportati nel Regno Unito, di recente ho parlato di Joy Ride (nel Regno Unito conosciuto come Road Kill, e in Italia come Radio Killer). Quello che spesso dico nel mio blog è che non tutte le scelte di alterare in parte (o completamente) i titoli o i doppiaggi originali sono tutte sbagliate a priori. Bisogna sempre considerare caso per caso ed è per questo che io non faccio semplicemente delle liste come fanno molti su facebook o in vari forum ma analizzo caso per caso commentando sempre con opinioni personali e spesso spiegandone i motivi.
    Per quanto riguarda i titoli sappi che comunque c’è sempre il beneplacito dei distributori del film, almeno questa è la prassi di questi ultimi anni. Quindi se in Italia abbiamo “Mia Moglie Per Finta” è perchè qualcuno comunque lo ha autorizzato in America. Anche i provini e i doppiaggi sono adesso monitorati dagli americani (nel caso di film americani) e le scelte di adattamento sono sempre meno indipendenti rispetto agli anni ’70.
    Ne sanno molto di più a riguardo nel forum DVDessential in cui parlano in particolare di ridoppiaggi.

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  • Stefano

    28 Febbraio 2012 alle 16:03

    Interessante.. Effettivamente la mia visione era troppo ingenua e semplicistica.. Purtroppo ora non so più verso chi o cosa indirizzare il mio risentimento. 🙁
    Grazie della cortesia e complimenti per il blog!

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  • Alessandro Stamera

    6 Settembre 2016 alle 15:04

    Il “performante” purtroppo l’ho sentito anche da alcuni insegnanti di informatica nell’ITIS in cui ho studiato… Alcuni insegnanti, poi, quando spiegano usano un’accozzaglia di termini inutili in inglese (nonostante loro stessi ammettano di fare schifo in inglese) da far accapponare la pelle persino a chi adatta i peggiori film della Marvel.
    PS: l’immacolata concezione intesa come “nascita senza concepimento” è una bufala talmente diffusa che viene citata persino in LOST: nello specifico, mi riferisco a un episodio della prima stagione in cui John Locke conosce sua madre, la quale (da brava minorata mentale) gli dice di non avere un padre, e di essere nato grazie a una “immacolata concezione”. Errore dei traduttori, idiozia del personaggio o errore del mitico trio Abrams – Cuse – Lindelof ?

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