TITOLI ITALIOTI (26^ puntata) – Fantascemenza Part Deux

Vignetta sulla traduzione dei titoli italiani nei film
Rieccoci ad un’altra puntata della rubrica titoli italioti, ancora una volta incentrata sui film di fantascienza. Se volete leggere il precedente episodio di “fantascemenza” potete trovarlo qui. Nonostante l’ironica “vignetta” d’apertura questa volta sono stato molto meno critico del solito, lo so, mi sto ammorbidendo. Tra film noti e meno noti, eccovi altri titoli italioti personalmente selezionati per voi:

Fortress (1992) ⇒ 2013 – La Fortezza

locandina italiana di 2013 La fortezza, film del 1992, a fianco della copertina originale in inglese
Il fascino di avere l’anno di una data futura nei titoli di film di genere fantascientifico non è esclusiva italiana ma di certo qui da noi ha avuto un boom senza pari, una vera e propria tradizione italica che ha spaziato dagli anni ’60 fino agli anni ’90. Se al titolo non era premessa una data futuristica non eravamo contenti e di solito l’anno che precede il titolo vero e proprio riguardava si collocava poco prima o poco dopo il fatidico 2000… ed è subito fantascienza.

Non fa eccezione 2013 – La fortezza del 1992 che in originale si intitola semplicemente “Fortress” e siamo gli unici al mondo ad avergli dato l’anno nel tiolo. Che dire, la data futuristica (almeno fino all’anno prossimo, mentre vi scrivo è il 2012) era, diciamo, necessaria. Un titolo come “La fortezza” da solo non sarebbe stato indicativo per il pubblico italiano che, ammettiamolo, nella stragrande maggioranza dei casi non si interessa di cinema e se lo fa se ne interessa solo in maniera superficiale (questo lo dico senza alcun disprezzo ma come dato di fatto), quindi un titolo deve già poter indicare il genere agli italiani così da permettere una rapida scelta del film senza doversi informare troppo, ed è qualcosa di molto pratico devo ammettere. Ben vengano dunque queste alterazioni titolistiche, dopotutto hanno un loro scopo e riescono nel loro intento, nel Regno Unito per esempio questo film non è noto come in Italia e io do la colpa proprio all’assenza del “2013” nel titolo. Un generico Fortress rischia in fatti di perdersi tra le miriadi di altri omonimi Fortress e The Fortress che esistono nel mercato cinematografico.

Locandina di Fortress 2 La fortezza: Segregati nello spazioL’unica cosa veramente “italiota” di questo titolo è il fatto che il film si svolga nel 2017 e non nel 2013, anche se devo ammettere non ricordo alcun momento del film in cui viene dichiarata una data specifica quindi qualche giustificazione ce l’hanno.

È curioso come il titolo italiano del suo ignominioso seguito, Fortress 2 (2000), si sia invece allontanato da quello del primo film con un anonimo “La fortezza: segregati nello spazio” che non suggerisce né che ne sia un seguito di 2013 – La fortezza né che i due film siano in qualche modo legati tra loro (eccetto per la faccia di Lambert in copertina). Sottotitolo a parte, che può anche essere accettabile, sicuramente avrebbe avuto più senso un titolo come “La fortezza 2” oppure “2020 – La fortezza 2” (il film mi pare si svolga 7 anni dopo).

Virtuosity (1995) ⇒ Virtuality

Locandina italiana e americana di Virtuality, titolo originale Virtuosity
Credo che questo sia uno dei rari titoli “italiani” ad usare una differente parola in inglese che però rende il titolo più sensato dell’originale. Banale ma attinente. Credo anche di essere uno dei pochi al mondo che se lo guarda ogni volta che passa in TV, dopo una prima visione estiva di fine anni ’90 che mi catturò per sempre, e trovo che a Russell Crowe si addica la parte del cattivo. Da notare la frase di lancio, anche in questo caso più azzeccata in italiano “La realtà virtuale non è più un gioco” al posto di “La giustizia ha bisogno di un nuovo programma“.

DeepStar Six (1989) ⇒ Creatura degli Abissi

Locandina italiana e inglese di Creatura degli abissi, DeepStar Six
Simile a Leviathan nelle intenzioni e nell’anno (entrambi del 1989) ma di qualità nettamente inferiore, DeepStar Six è l’ennesimo tardivo sfruttamento del concetto di Alien, ben dieci anni dopo il film di Ridley Scott, e probabilmente girato per battere Cameron sul tempo prima dell’uscita di The Abyss. Per anni ho confuso i due film, Leviathan e Creatura degli abissi, proprio per colpa di questo generico titolo che potrebbe valere per entrambi.

A parere mio la scelta di traduzione del titolo sarebbe dovuta andare all’opposto, lasciando DeepStar Six in inglese anche per la distribuzione italiana e usando “Creatura degli abissi” o qualcosa di simile per Leviathan, o addirittura tradurre il titolo come Leviatano dal momento che “Leviathan” (pronunciato “levaiatan” anche nel doppiaggio del film) è il nome di una nave russa che gli americani trovano sul fondo del mare, questo nome lo leggono in cirillico e viene tradotto a voce quindi non capisco perché abbiano optato per dirlo all’inglese “levaiatan”. Nel caso di “DeepStar Six” invece, si tratta del nome della stazione sottomarina (americana) dove si svolgono gli eventi, per tanto poteva rimanere non tradotta anche se possiamo ammettere che “Creatura degli abissi” sia un titolo molto più immediato.

Locandine di La cosa degli abissi e Alien degli abissi
Entrambi sono da non confondere con Alien degli abissi, sempre del 1989, la solita vaccata italiana mirata a fare soldi facili fallendo miseramente come sempre quando cercano di creare in locandina dei sequel fasulli o apocrifi. Anche qui da non confondersi con La “COSA” degli abissi (The Rift, 1990) di produzione USA/Spagna, anche questo una boiata pazzesca. Da notare come “COSA” sia tra virgolette, un imbarazzante occhiolino a La cosa di Carpenter.

Gattaca (1997) ⇒ Gattaca – La porta dell’universo

locandina italiana di Gattaca, la porta dell'universo
Sono passati molti anni da quando vidi questo film ma non ricordo alcuna porta dell’universo. Sì, il film parla anche di una missione spaziale nella quale il protagonista vorrebbe prendere parte, ma secondo me i distributori hanno meschinamente cercato di sfruttare l’immenso successo di Stargate di pochi anni prima; difatti “la porta dell’universo” a stento riguarda la trama di GATTACA (le maiuscole sono necessarie come vedrete) e come sottotitolo è del tutto futile e fuorviante. In GATTACA – La porta dell’universo infatti non c’è alcuna porta dell’universo, così come in Pandorum – L’Universo parallelo non c’era alcun universo parallelo, o almeno cosi mi dicono quelli che hanno visto il film. Sulla pagina Wikipedia di Pandorum viene spiegato che “Il titolo del film si riferisce ad una condizione psicologica a cui sono soggetti gli astronauti che viaggiano nello spazio profondo“. In Portogallo hanno un titolo identico: Pandorum – Universo Paralelo. Ammetto che possa essere un po’ fuorviante ma rimane più attinente della porta dell’universo di Gattaca.

Una nota sul titolo Gattaca, che non a caso prima ho scritto tutto in lettere maiuscole: GATTACA deriva da una combinazione “leggibile” di sigle di basi azotate che compongono il DNA. Questo l’ho letto su Wikipedia altrimenti non ci sarei mai arrivato, infatti nel 1997 mi domandavo che cavolo significasse il titolo e che cosa avesse a che fare col film. Una scelta quanto mai infelice per gli italiani ai quali il titolo al massimo può solo ricordare qualcosa che si avvicina ad un felino. Magari in qualche dialetto regionale “gattaca” vuol dire proprio “gattaccia”. Che Uma Thurman fosse la “gattaca” del titolo? La domanda nel 1997, ovvero prima di Wikipedia, era lecita e devo ammettere che proprio a causa del titolo per anni non mi sono mai interessato al film, a riprova che i titoli hanno la loro importanza culturale e governano la scelta di interessarsi o meno ad un film.

The Fly (1958) ⇒ L’esperimento del Dottor K

Locandina di The Fly del 1958, tradotto in italiano come L'esperimento del dottor k
Basandosi solo sui titoli della distribuzione italiana, sarebbe impossibile intuire che La mosca di Cronenberg del 1986 sia un remake di questo L’esperimento del Dottor K,  questo proprio per via del suo titolo, molto distante e molto meno esplicito dell’originale (The Fly), seppur devo ammettere rimanga accattivante e tipico dell’era in cui fu distribuito.

La titolazione italiana del suo seguito, The Return of the Fly (1959), è rimasta fedele al predecessore e il film è ci è arrivato come La vendetta del Dottor K. I riferimenti a questo Dottor K vengono tuttavia a mancare dal terzo capitolo della serie, Curse of the Fly (1965), che abbandona il nostro dottore in favore di una traduzione tardivamente attinente: La maledizione della mosca; e mo’ da dove esce questa mosca? A questo punto sarebbe stato meglio continuare coerentemente con una maledizione del Dottor K.

Rimane nell’elenco dei titoli italioti non soltanto per via del suo allontanarsi nettamente da quello originale “The Fly” ma anche perché nella trama del film non si parla di nessun Dottor K, lo scienziato in questione si chiama invece Andrè Delambre.


E con questa nuova puntata di Titoli italioti concludo per oggi. Alla prossima!

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

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  • Andrea Sperelli

    9 Marzo 2012 alle 15:15

    Gattaca è uno dei miei film preferiti ma non avevo mai riflettuto sul sottotitolo… non c’è nessuna porta dell’universo! Semmai è più appropriato il sotto-sottotitolo “come puoi nasconderti se stai fuggendo da te stesso”.
    E’ simile a quel titolo che ti avevo una volta segnalato, “pandorum, l’universo parallelo” peccato che non c’è alcun universo parallelo nel film 🙂
    Per quanto riguarda “2013 la fortezza” ho pensato come fossero diversi gli anni di uscita di quel film (1993?) dal tempo che viviamo ora. All’epoca sarebbe stato complicato conoscere il titolo originale di un film e di certe “libertà di traduzione” semplicemente non ci rendevamo conto. Era complicatissimo anche vedere la versione originale di un film, impossibile quindi cogliere gli errori di doppiaggio.
    Un piccolo off topic sulla tua frase sul pubblico italiano che “nella stragrande maggioranza dei casi non si interessa di cinema e se lo fa si interessa solo in maniera superficiale”. Sulla base di quali elementi fai questo paragone con gli altri paesi? Non lo dico assolutamente per difendere gl’italiani (spesso infidenfibili) ma per capire meglio cosa intendi.

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    • Evit

      9 Marzo 2012 alle 18:51

      La frase “come puoi nasconderti se stai fuggendo da te stesso” è decisamente molto appropriata anche se non si considera come “sottotitolo” quanto piuttosto uno “slogan” per il film. Mi ricordavo della tua segnalazione ma non ho avuto ancora il coraggio di vederlo quel Pandorum e il suo non esistente universo parallelo… questo a causa della mia ragazza che me lo ha caldamente sconsigliato. Prima o poi capiterà in TV e approfitterò dell’occasione per vedermelo.
      Sapevo che la mia frase avrebbe causato qualche commento e immagino richieda una qualche spiegazione. Il metro di paragone è il pubblico britannico con cui ho diretta esperienza personale e ovviamente me stesso. Come piccolo appassionato di cinema quale sono mi rendo conto di non potermi aspettare che tutti condividano i miei stessi interessi. Non mi sono mai scandalizzato nel sentire che qualcuno non avesse mai visto Matrix o Arancia Meccanica (prendo titoli a caso); ognuno ha tutto il diritto di coltivare gli interessi che preferisce. La cosa che mi stupì del Regno Unito è che anche coloro che poco si interessano di cinema sono comunque a conoscenza di dettagli che per gli italiani sono da cinefili… quasi tutti hanno sanno (e anche piuttosto bene) cosa sia Alien, Ghostbusters, Scarface, i film di Kubrick… etc, incluse frasi famose (magari senza averli neanche visti), dato che ovviamente nella cultura inglese hanno avuto un impatto culturale maggiore e vengono continuamente ricordate dalle varie citazioni contenute nei nuovi film e cartoni, le stesse che putroppo a causa del doppiaggio spesso sfuggono agli italiani. Questo genere di conoscenza cinematografica che nel Regno Unito è considerata “generica” (e suppongo anche negli Stati Uniti), in Italia sarebbe quasi da patiti del cinema. Non di rado mi è capitato di sentire gente che non avesse la minima idea di chi fosse un certo regista noto o che non avesse mai sentito nominare un determinato film strafamoso… figuriamoci capire qualche citazione celebre. Chiedi in giro: “sai la scena in Alien quando l’alieno esce dal petto del “tizio”…?” Spesso senti in risposta solo il frinire delle cicale. Poi magari conoscono tutte le battute dei film di Pieraccioni e te le citano come se fossero capisaldi del cinema mondiale che tutti dovrebbero riconoscere all’istante!
      E’ ovvio che la mia frase riguardo al pubblico italiano non riguarda i miei lettori, difatti chi legge questo blog dubito che non nutra una certa sensibilità e interesse verso il cinema in generale.

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      • Andrea Sperelli

        9 Marzo 2012 alle 23:00

        Per Pandorum non ti posso biasimare,anche a me sembrava un film poco degno di essere visto prima appunto di vederlo, poi è una questione di gusti, a me ad esempio piace perfino la nuova trilogia di guerre stellari 🙂
        Per quanto concerne la cultura cinematografica non so se gli esempi che citi sono indici di una maggiore attenzione al cinema o semplicemente di una maggiore attenzione al cinema che piace a noi. Molti italiani direbbero che ho poca cultura cinematografica perché non ho mai visto (e non intendo vedere) i vari “amici miei”, “febbre da cavallo” o i film di Troisi e di Moretti.

      • Evit

        10 Marzo 2012 alle 10:37

        Ahhhh ma se ti piace perfino la nuova trilogia non so se fidarmi dei tuoi consigli allora 😉
        Gli esempi che ho citato sono titoli a caso di quelli che piacciono a me ma che sono anche internazionalmente riconosciuti come buoni film dalla fama meritata, dei classici moderni. Non avrei certo citato Leviathan, Brivido e Radio Killer… seppur mi piacciono mi rendo conto che sono titoli molto minori. Non so se mi spiego
        Perché non intendi vedere Amici Miei o Febbre da Cavallo? Sono favolosi (eccetto il terzo Amici Miei). Vuol dire che non sai che cosa sia una supercazzola o una mandrakata?

    • Andrea Sperelli

      11 Marzo 2012 alle 18:20

      Beh a grandi linee so di che si tratta, sono film che è impossibile evitare, sopratutto “febbre da cavallo”. Ma avendone visto qualche pezzo e conoscendone gli attori e le trame non mi è mai venuta la voglia di vederli seriamente dall’inizio alla fine, se proprio devo passare una serata preferisco vedermi Pandorum oppure se voglio ridere preferisco Johnny English (anche questo generalmente poco apprezzato… ma non in italia… nel mondo intero!)
      Li ho citati sopratutto perché sono i classici film di cui l’italiano medio conosce tutte le battute.

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  • lupo alberto

    9 Marzo 2012 alle 22:44

    Penso che l’Italia come patria delle belle arti ha sicuramente sempre snobbato un po’ la cinematografia, specie quella americana , rispetto ad altre forme d’arte , tra cui anche la letteratura, ne è riprova il fatto che il doppiaggio trova benevolenza nella maggioranza degli italiani proprio perché lo spettatore medio non vede il film come un’opera d’arte da esaminare nella sua autenticità , ma come una forma di svago, quindi uno tende a fiutare solo i film che potrebbero piacergli senza volersi invece fare una cultura cinematografica più vasta , quindi preferisce rivedersi 100 volte lo stesso film, piuttosto che guardare qualcosa solo per cultura.

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    • Evit

      10 Marzo 2012 alle 10:49

      Un ottima osservazione che espande perfettamente il mio commento.
      Sull’italiano medio che vede i film come forma di svago e non come opera d’arte, questo vale anche per tutti i cittadini del mondo.
      Ribadisco che è il citazionismo degli altri “media” che mantiene viva la memoria di certi film piuttosto che altri e ovviamente in ciascun paese predilige i propri. Se in inglese citano spesso “say hello to my little friend” o “who you gonna call?” magari qui si cita più spesso Aldo Giovanni e Giacomo o film più datati come per “francamente me ne infischio”.

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  • lupo alberto

    9 Marzo 2012 alle 22:47

    Ovviamente nella carovana mi ci metto io per primo perché per esempio non ho mai avuto i nervi per vedermi “matrix” anche se ammetto che è una lacuna abbastanza grossa per uno che intende avere se non altro una cultura generale della cinematografia.

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      • Andrea Sperelli

        10 Marzo 2012 alle 11:31

        e invece a me piacciono anche i sequel di Matrix… ok sto per essere bannato dal blog 🙂
        Basta applicare due piccole attenzioni:
        – vederli insieme perché sono un unico film
        – mandare avanti oppure togliere l’audio quando recita la Bellucci…

      • Evit

        10 Marzo 2012 alle 19:10

        Ahah nessuno viene bannato non temere, io critico gli adattamenti e le traduzioni sbagliate non i gusti dei miei lettori. Anzi ora ti dico cosa ne penso io dei seguiti di Matrix:
        A me la presenza della Bellucci non mi ha disturbato affatto. Mi ha disturbato molto l’insistente ritorno dell’agente Smith che ormai era diventato solo noioso e stantio persino nella sua evoluzione. Mi sarebbe piaciuto se avessero sviluppato nuove trame (i nuovi “cattivi” erano molto interessanti) invece di forzare un racconto a specchio dove tutto ha un significato e la storia si chiude a cerchio. Senza fare troppi spoiler dico solo che la storia di Neo e Smith che si bilanciano è forzata e pure noiosa con combattimenti che scadono nel ridicolo. Adesso arriva lo spoiler… il finale dell’intera serie è stupido perché vanifica tutti gli sforzi fatti dai protagonisti fino a quel punto, ovvero tutto quello che ottengono è una momentanea tregua perché l’architetto di Matrix aveva calcolato che in questo modo la situazione si sarebbe mantenuta stabile in eterno (per chi non l’avesse capito la vittoria finale è a tutti gli effetti delle macchine).
        Io considero Matrix una perla a se stante, il secondo è carino in tutte le parti che non riguardano Smith. Il terzo è insalvabile… a mio modesto parere.
        In qualche modo questo calo di qualita lo si puo ritrovare anche su IMDB che come voti degli utenti da:
        Matrix: 8.7
        Matrix reloaded: 7.1
        Matrix revolutions: 6.5
        E fammelo dire, 6.5 per un film della serie Matrix è veramente poco. Flash Gordon ha un simile punteggio (6.2)!

  • lupo alberto

    10 Marzo 2012 alle 13:52

    @Andrea Sperelli:
    secondo me per farsi una cultura cinematografica bisogna seguire certi criteri logici. Per esempio vedere i film di attori molto famosi o importanti (quindi per esempio decido di vedermi i film di Marylin Monroe), dall’altra vedere quei film che hanno avuto a seguito un certo fenomeno sociale (per esempio “matrix”) o che sono importanti per ragioni tecniche (per esempio Jurassic Park è uno dei primi film che uso così tanto la 3d computer grafica a quel modo). A questo punto capiamo che vedersi per esempio “scarface” è importante perché c’è un attore di fama mondiale come Al Pacino; allo stesso tempo vedersi i Ghostbusters lo ritengo altrettanto importante per il fenomeno sociale che hanno avuto a seguito, con tanto di una vasta produzione di videogames e un cartone animato di ben 140 episodi in 7 stagioni (leggo da wikipedia). Purtroppo questa cultura non c’è e la gente cade dal pero. Per esempio chi si prende la briga di recuperarsi i film di Marylin Monroe o di Greta Garbo ? Sono state stelle del cinema e hanno fatto storia, ma il 90% della gente magari non ha visto nemmeno un loro film.

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      • lupo alberto

        11 Marzo 2012 alle 10:35

        Grazie, effettivamente ti permette di approcciarti in un modo diverso al cinema. Per esempio ieri mi sono visto, secondo questo mio sistematico criterio che attualmente prevede la visione dei film della Devis, “Ballata macabra”…..e cosa ho scoperto? Che il nostro simpatico Stephen King in Shining, e di conseguenza anche Kubrick, hanno scopiazzato Ballata macabra. C’è una coppietta con bambino che decidono per i mesi estivi (invece che per i mesi invernali) di andare in una casa in campagna dove pian piano impazziscono,la casa risucchia l’energia degli abitanti rinnovandosi. C’è addirittura una scena dove il marito viene portato in una stanza con la macchina da scrivere per finire la sua relazione e la fine con le foto degli abitanti della casa (proprio come in Shining ). E anche qua c’è il tema della stanza in cui non bisogna entrare. Un po’ come il nostro amico Tarantino che scopiazza vecchie glorie hollywoodiane accaparandosi il merito di “idee” che non provengono dalla farina del suo sacco,basandosi sull’ignoranza delle nuove generazioni.

      • Evit

        11 Marzo 2012 alle 12:36

        Tarantino più che altro riutilizza concetti presi da film semi-sconosciuti o non americani (tutti i “gialli” italiani, i film orientali di arti marziali, i western meno noti, quelli cosiddetti di “exploitation” che tra l’altro erano prevalentemente italiani), scopiazzare “vecchie glorie hollywoodiane” non si addice, farebbe intendere che Tarantino copia film prevalentemente molto famosi quando in realta sono i film semi-sconosciuti a cui dedica omaggi che diventano famosi dopo le sue citazioni (nessuno si è mai cagato “Quel Maledetto Treno Blindato” prima di “Bastardi Senza Gloria” di Tarantino).
        Lo sai che difendo sempre Tarantino pur non essendone un fan a priori.
        Anche Alien ha preso concetti da dozzine di film di fantascienza non inventandosi niente di nuovo se non il “look” del film, eppure non mi sentirei di dire che Alien sia una scopiazzatura. Per ammissione dello scrittore stesso che disse “abbiamo copiato da tutti!” in merito a Roger Corman che sporse denuncia per a certi particolari identici ad un suo film che ovviamente ebbe molto meno successo. Insomma quando si crea un film ottimo utilizzando concetti presi da film molto mediocri la “scopiazzatura” è più che giustificata secondo me. Anzi sarebbe un peccato lasciare sprecati ottimi concetti in film mal realizzati.
        Pensa al mondo senza i romanzi e le storie brevi di Sherlock Holmes se Arthur Conan Doyle non avesse scopiazzato da Edgar Allan Poe! Da fan di Sherlock Holmes posso dire che sarebbe stata una tragica mancanza.
        Alla fin fine conta chi riesce a proporre buone idee in un buon formato. Le buone idee da sole non salvano film mediocri o pessimi. Tarantino copiando un paio di idee riuscite da moltissimi film inguardabili ci permette di godere di una storia appetibile evitando di doverci sorbire molti polpettoni improponibili degli anni ’70 solo per qualche scena riuscita. Non so se mi spiego

    • Andrea Sperelli

      11 Marzo 2012 alle 18:28

      Io non riuscirei mai ad essere così sistematico… scelgo i film da vedere molto più a sensazione oltre che in base alle recensioni, al genere e agli attori. Il tuo metodo sistematico però è interessante e andrebbe imitato, per fare un esempio io non ho mai visto “via col vento” ed è un lacuna anche per uno come me che non ha nessuna ambizione da cinefilo.

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      • Andrea Sperelli

        11 Marzo 2012 alle 18:40

        @Evit su Matrix (non riesco a capire come fare un reply al tuo messaggio)
        Premesso che a distanza di qualche anno non ricordo bene i dettagli dei sequel di Matrix, ti posso dire che mi sono piaciuti per gli stessi motivi per cui a te non sono piaciuti 🙂
        Ho apprezzato il voler approfondire i temi appena accennati nel primo Matrix e che richiedevano una spiegazione anche se un po’ “cervellotica” (le parti dei dialoghi con l’architetto le ho messe in italiano per capirle meglio… non me ne avere!). L’idea [****spoiler****] che anche Neo sia una parte di un programma ciclico di disordine necessario a mantenere l’ordine mi è piaciuta.
        Replicare il primo sarebbe stato difficile, ormai l’idea forte (il mondo è irreale) era stata messa in campo, era necessario qualcosa di diverso. So che hanno avuto voti bassi… ma a me sono piaciuti.
        Ma veramente ti è piaciuta la recitazione della Bellucci? era stonata quasi come Jar Jar in Guerre Stellari 🙂

      • Evit

        11 Marzo 2012 alle 20:23

        Io ricordo la Bellucci in inglese, solito accento all’italiana e volutamente sensuale, niente di inatteso… aveva senso nel contesto del film visto che stava con il Merovingio che parlava con accento francese, insomma una coppia esotica per gli americani. Forse me lo dovrei rivedere in italiano. Non è che mi sia piaciuta ma non la ricordo con orrore. So che non è un gran che nella recitazione ma accanirsi su di lei è come dare tutta la colpa di Episodio I solo a Jar Jar.
        Se ti piacciono i sequel di Matrix per i combattimenti in stile Dragon Ball tra Neo e Smith, la nuova trilogia di Guerre Stellari etc posso solo supporre che tu abbia un po’ di anni in meno di me. Sai con il cinema più si cresce e più si diventa snob, lo stesso avviene con la musica. Il secondo matrix è ancora un buon film, salvo per il ridicolo combattimento nel cortile (e quindi la presenza di Smith), ma come pellicola a se stante è inutile dato che termina con il cosiddetto “cliffhanger”, il finale sospeso che rimanda al prossimo episodio.
        Riguardo “Via Col Vento”, io non ci perderei tempo se fossi in te. Altro che “Corazzata Cotionkin”!
        Conoscere le battute di Amici Miei o Febbre da Cavallo è più che comprensibile. Non me li vorrai mica paragonare a film come quelli di Pieraccioni o vari cinepanettoni? Spero di non aver dato l’impressione che sia più importante conoscere le battute di film stranieri rispetto ai titoli italiani in generale! Ci sono film e film. Il mio esempio ricadeva su Pieraccioni e Ceccherini come esempio di film stupidi di cui moltissimi italiani conoscono le battute, gli stessi italiani che poi non conoscono neanche vagamente di che cosa parli Arancia Meccanica o Alien… ma questo vale anche per i film italiani buoni, guai conoscere le battute di Pieraccioni e non sapere quelle che invece hanno fatto la storia del cinema italiano (comico o di qualsiasi altri o genere). Qui includo anche Amici Miei e Febbre da Cavallo che persino la mia ragazza britannica ha apprezzato insieme a quelli di Benigni, i primi due Fantozzi e vari altri non comici come I Cento Passi, La Meglio Gioventu’ etc… mentre quelli di terza categoria (cinepanettoni, Pieraccioni etc) neanche capisce perché vengano prodotti dato che sono effettivamente al limite dell’inguardabile.

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