Addotti = abducted? Le traduzioni ignoranti

addotto come traduzione errata di abducted, rapito
Più passa il tempo e più diventa usuale l’abuso dell’inglese nella nostra televisione, un qualcosa che spesso sfocia anche in un uso sconsiderato dell’italiano, con termini ritradotti ad orecchio ma inesistenti nel vocabolario.
Mentre si insinuano sempre più espressioni come la mission e la vision di un’azienda, detto ovviamente all’italiana con le esse ben scandite, ovvero così come si scrive, invece di “mìscion”, che dal milanglese poi col tempo si sono diffuse fino ad arrivare nei dizionari. Ma di esempi se ne possono fare sicuramente di peggiori (es. rumori per rumors, cioè pettegolezzi. Terrificante) ma di recente credo di aver sentito il peggiore in assoluto: la parola “addotto” usato al posto di “rapito” (dal termine anglosassone “abducted”), con ovvio riferimento ai rapimenti alieni. Per me addurre vs. abdurre erano soltanto termini anatomici, ma dopo una breve ricerca nei siti italiani di appassionati del mistero e in particolare dell’ufologia mi si è aperto un mondo sull’uso sconsiderato della lingua italiana a scimmiottamento di quella inglese, un fenomeno purtroppo tipico di certi settori che ovviamente si basano in gran parte su una letteratura americana.

Nell’ufologia italiana infatti, essendo basata in gran parte su libri scritti negli Stati Uniti, trova facile appiglio l’uso di parole prese direttamente dall’inglese (abducted, abductions, UFOs, etc… basta guardarsi una puntata di Voyager o Mistero per sentirne una cornucopia), stessa cosa avviene in economia, biochimica e altri settori nei quali l’Italia pubblica poco e male (non che mi auguri un aumento di pubblicazioni di ufologia!). Ho la sensazione che il motivo di questo abuso dell’inglese (in ufologia così come in economia) sia da ricercare nell’ormai storica formula del “se lo dici in inglese suona può professional” e, sebbene nella settorialità l’uso di termini inglesi sia ancora ancora giustificabile e a volte anche necessaria, resta indegna la traduzione per assonanza (abducted=addotto, performing=performante).

Altre parole abusate e spesso errate nel contesto in cui vengono più comunemente usate: governance, devolution, welfare, authority (adesso anche in Italia siamo pieni di “authority”), bipartisan, premier, rating, spread, manager, off-shore, speaker, stage (con le sue varie interpretazioni di pronuncia una peggio dell’altra), staff, leasing, pricing (anche questa sempre più comune), restyling (non di rado associato a licenziamenti in massa), ticket (adesso per segnalare un problema si “aprono i ticket”) e varie altre obbrobriosità.

Se vi interessa l’argomento non perdetevi altre mie precedenti critiche sull’uso improprio dell’inglese:

Per fortuna non sono il solo ad infastidirsi
Fastidi quotidiani
Quelle parole insopportabili

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

27 Commenti

  • viaspettosottocasa

    21 Maggio 2012 alle 14:25

    Ciao, hai presente la traduzione Popular con Popolare? :-))
    Cmq, io traduco e adatto per Voyager i doc comprati. E Abductions l’ho sempre tradotto con Rapimenti Alieni. Anche perché nei doc non c’è problema di sinc e di labiale… anche gli intervistati, sono in voice off. Questo aiuta. Se fosse un film, avrei più problemi. Ma non tradurrei mai con Abdotti/addotti. è un obbrobrio.
    Sui documentari questi errori di traduzione letterale, vale a dire, cadere nel tranello dei falsi amici, è imperdonabile. Sugli adattamenti per i doppiaggi in sinc sarei più moderato nel giudizio. La priorità è sempre l’adesione al movimento della bocca (rapido/lento, aperto/chiuso…) per non creare un effetto straniamento molto fastidioso. E qui entriamo in un possibile campo di tradimenti senza fine.
    La soluzione è solo una: vedere i film in originale (sperando in sottotitoli umani).
    Ciao
    Luca

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    • Evit

      21 Maggio 2012 alle 14:59

      Ti ringrazio del commento Luca, è un piacere sapere d’essere letto anche da gente del mestiere (ho letto il tuo “curriculum”, tanto di cappello).
      Questo dell’addotto=abducted lo sentii nel programmaccio “Mistero” della Mediaset, detto dal presentatore stesso e quindi non in un documentario (forse era anche nel documentario ma non saprei, ho cambiato canale subito).
      Sul doppiato con sincronia labiale io sono a tutti gli effetti molto più moderato, se leggerai altro nel mio blog probabilmente lo notrerai tu stesso. Ho lavorato (non professionalmente, s’intende) e ancora mi dedico sporadicamente a traduzioni e adattamenti sia per sottotitoli che per doppiaggi con sincronia labiale e conosco molto bene i “limiti del mestiere” non temere. Non parlo tanto per parlare 😉
      Comunque “addotto” è stato usato sporadicamente anche in Voyager… mentre tu riconosci i “falsi amici” forse altri tuoi collaboratori li conoscono un po’ meno.

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      • viaspettosottocasa

        21 Maggio 2012 alle 23:52

        Guarda, la verità è che in questi programmi ci sono varie entità:
        – gli adattatori come me che traducono (non tutti gli adattatori sono anche traduttori. Io nasco traduttore e mi traduco sempre tutto da me. non dal giapponese e tedesco però) e adattano i documentari comprati dalla redazione. Siamo solo in 2 per Voyager.
        – gli autori che scrivono i testi di Giacobbo e che ‘correggono’ i testi adattati dagli adattatori, secondo la ‘filosofia’ del programma. (del tipo, Voyager ha un punto di vista televisivo e qualsiasi cosa si compra e manda in onda deve condividerlo)
        – i testi dei documentari prodotti da Voyager e realizzati da produzioni italiane (o dalla redazione di Voyager stessa).
        Quando senti Giacobbo parlare, quelle parole sono scritte dagli autori del programma.
        Quando vedi i servizi italiani, che si riconoscono perché c’è dentro Giacobbo e comunque hanno uno stile piuttosto low budget, quei testi sono realizzati da Voyager e/o produzioni esterne italiane. Qui, credo che ce ne sia una. Al massimo due.
        Quando invece vedi documentari chiaramente stranieri, quelli sono scritti dagli autori del documentario. Salla BBC a vattelappesca… e poi, però, oltre alla nostra traduzione/adattamento, subiscono anche una revisione ulteriore dagli autori. Non è un caso che sono tra i pochi prodotti per i quali non ci riconoscono i diritti d’autore, perché questi programmi riescono nel miracolo di farli diventare roba loro e non i prodotti di altri che sono…
        anche qui, discorso lunghissimo.
        Tutto per dire: se si è parlato di abduzioni, abluzioni o adduzioni… :-)… leggendo il mio messaggio, puoi capire chi è l’autore della meraviglia. E se con questo mio messaggio perdo il lavoro… :-)… vorrà dire che il mio momento è arrivato.
        Amen
        L

  • fibrizio

    21 Maggio 2012 alle 15:32

    Leggendo questi orrori me ne sono venuti in mente due freschi di giornata: core business e shortage. Usati obbligatoriamente a sproposito, per cui un’azienda ha almeno 5 o 6 core business e problemi causati dallo sortage (letto così come scritto, o inventando una pronuncia rigorosamente sbagliata tipo: sortaghe o forse sciortege).
    Non parliamo poi del brainstorming e del team-building che fanno i manager durante i meeting o le convention.
    Ma ce n’è davvero bisogno? A parte il fatto che la tempesta di idee, per quanto mi riguarda, potrebbe restare felicemente sedata, ma poi le parole convegno, costruzione del gruppo e incontro non sono abbastanza chiare?
    E non parliamo della devolution, detta anche devoluzione, per buona pace di tutti quelli che in italiano amano involvere.

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    • Evit

      21 Maggio 2012 alle 18:28

      Brainstorming è a tutti gli effetti nel dizionario italiano da molti anni ormai. Non esiste una vera alternativa in italiano (su wikipedia leggo “tempesta di idee” ma è un termine inconsueto), è stato preso pari pari così com’era dai pubblicitari americani… mi rendo conto però che nelle aziende possa diventare un termine usato a sproposito, difatti spesso manca proprio la conoscenza di che cosa sia esattamente il brainstorming… spesso si riduce ad una banale riunione dove vengono proposte e bocciate idee.
      Quella dello shortage mi ha fatto sbellicare e va certamente a braccetto con “stage” in quanto a pronunce balzane.

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      • fibrizio

        21 Maggio 2012 alle 23:15

        Sì purtroppo brainstorming è davvero intraducibile, ma credo che potrebbe restare felicemente tale (anche perché quelli a cui ho assistito erano sostanzialmente delle volgari caciare).
        Per la sagra dei falsi amici, mi sto sentendo giusto un documentario dove sospetto ci siano problemi nella traduzione di billion e trillion, rispettivamente come bilioni e trilioni.

      • viaspettosottocasa

        22 Maggio 2012 alle 00:02

        Secondo me il termine brainstorming NON DEVE ESSERE TRADOTTO. è bello così. E la lingua ha questo di magnifico: è dinamica, non è fissa, statica e vive molto di ‘errori’ e aggiustamenti quotidiani. Termini perfetti come Brainstorming meritano tutta la nostra riverenza. A meno che, nel momento in cui vengono esportati, qualcuno nella lingua target non sia talmente geniale da inventare un corrispettivo altrettanto evocativo.
        Tempesta cerebrale o tempesta di idee non dicono nulla. Io se dovessi tradurlo, direi qualcosa come—
        Facciamo un Brainstorming = Buttiamo giù delle idee, liberamente
        Oggi la lingua è così. Polifonica. Non dobbiamo avere paura delle importazioni linguistiche che sono sempre avvenute (basta pensare al termine Anaconda)… l’importante è che non ci siano usi dovuti a errori di traduzione, a pigrizie, a piccole follie… anche se il mio insegnante di spagnolo al Cervantes dice sempre che la lingua evolve grazie agli errori e alle eccezioni, e non grazie a un intervento dall’alto dei sapientoni.

      • Evit

        22 Maggio 2012 alle 00:15

        Forse Fibri si lamentava più che altro del misuso della parola “brainstorming” in ambiti lavorativi dove ahimé è la pigrizia che detta legge e si sente ovunque “assistenza clienti” che diventa “customer service” e simili. Putroppo è anche colpa dei giornalisti che in TV diffondono quasi esclusivamente inglesismi puramente gratuiti quando non completamente inventati. Da bilingue che sono queste cose mi infastidiscono da morire perché non solo si impoverisce una lingua già piuttosto appiattita negli ultimi 20 anni ma si vanno anche ad escludere coloro che l’inglese non lo sanno e che certo non lo impareranno in questo modo… per me sarebbe un incubo immaginare la lingua italiana dei telegiornali RAI d’oggi nel caso che, invece che di termini anglosassoni, facesse uso (anzi abuso) di parole dal tedesco, o dal giapponese. Mi sentirei perduto, non capirei metà delle cose di cui parlano… così si sentono in molti oggigiorno. Io lo noto con i miei genitori che devono subirsi un regurgito d’inglese che il più delle volte è assolutamente gratuito o usato male e spesso è invece sbagliato o semplicemente inesistente.
        Questo non era tanto in risposta a te Luca quanto uno sfogo personale, questo blog del resto è un grande divertente sfogo personale. 😉

  • fibrizio

    22 Maggio 2012 alle 00:46

    @Luca: Non fraintendermi, non ho nulla contro l’evoluzione della lingua, anche mediante l’adozione di termini stranieri. Nel caso specifico provengo da un paese che ha passato gli ultimi 20 anni a stuprare la propria, dapprima “purificandola” con l’introduzione di termini sempre più arcaici, quando non grotteschi (l’elicottero divenne letteralmente lo sbatti-aria), per poi rinsavire e investire lo stesso tempo a ripristinare il buon senso tra grammatiche e scuole.
    Però devo confessare di essere diventato insofferente verso quell’abuso di inglese che si sente tra uffici e telegiornali, soprattutto quando il dialogo stesso è condito da “all right?!” e amenità simili, tra “tipologie performanti”.

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  • lupo alberto

    23 Maggio 2012 alle 10:36

    Ritengo abbastanza comune la parola “addotto” , e nemmeno nell’accezione puramente medica, pertanto una simile devastazione della lingua italiana non può risultare che pruriginosa. Una persona “addotta dagli alieni” è una persona “citata dagli alieni a sostegno di un qualcosa”. Penso che tutto ciò non faccia altro che gettare nuove ombre sugli ufologi.

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    • Evit

      23 Maggio 2012 alle 17:49

      Secondo i sostenitori della traduzione abducted=addotto il termine è da considerare in una sua generica accezione di “addurre” come “avvicinare”… quindi gli alieni quando trasportano le vittime (o i fortunati a seconda dei punti di vista) su una nave spaziale avvicinano queste vittime a sé. Di conseguenza posso presumere che quando li riportano indietro si possa parlare di abdotti. Questi rapimenti sembrebbero essere una continua adduzione e abduzione di persone rispetto alle astronavi o alle entità aliene in generale. Mi domando se in alcuni casi si possa anche parlare di pronosupinazione aliena, magari se mentre li tirano su con un raggio traente li facessero anche routare su assi diversi.

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      • lupo alberto

        23 Maggio 2012 alle 18:14

        non mi risulta che “addurre” in alcun modo possa significare “avvicinare”,quindi piuttosto che gli ufofili la smettessero di addurre argomentazioni inutili…

      • Evit

        23 Maggio 2012 alle 18:31

        Infatti è un’associazione un po’ campata in aria. Prima hanno tradotto male “abducted” con “addotto” e poi sono andati sul dizionario e hanno visto che addurre in medicina è l’atto di avvicinare “di un arto o di un suo segmento all’asse mediano del corpo”… per (il)logica estensione quindi è diventato anche l’atto di avvicinare un umano all’astronave.
        In alternativa gli sarà piaciuto sinonimo di addurre “portare” e hanno subito trovato una giustificazione morale per continuare ad usare quella parola in maniera illecita

  • lupo alberto

    23 Maggio 2012 alle 15:08

    Anche la parola “brainstorming ” la trovo abbastanza inutile e usarla può essere soltanto simpatico per fare un po’ i fighetti, la parola italiana più appropriata credo sia “consiglio”. Anche nel film She-devil il marito ragioniere dice alla moglie, venendo in ritardo, che era in consiglio.

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    • viaspettosottocasa

      2 Giugno 2012 alle 11:56

      “Consiglio”? :-)))
      Guarda, se lavori con la traduzione incontri un problema: la non sintezzabilità in un concetto (nella lingua di arrivo) del suo bagaglio culturale. Spesso ci sono radici comuni, e sei facilitatà. (fiuuu)
      Molto spesso, invece, devi inventare di sana pianta.
      Ma per fortuna viviamo in un’epoca che non ha più bisogno di difendere bandiere e confini nazionali e può cibarsi di una sana globalizzazione che è anche scambio culturale.
      Per Brainstorming vale il discorso secondo il quale una lingua come l’italiano può soltanto soccombere di fronte alla modernissima sinstesi dell’inglese (soprattutto se made in usa). Noi siamo arcaici, abbiamo le nostre radici nella lingua scritta e non in quella parlata (come in spagnolo per esempio, per fusione di tre lingue parlate principali). E abbiamo difficoltà a calare nel pratico il nostro lessico. Per questo, ora che siamo moderni, futuribili e non conservatori, prendiamo un termine che ha in sé una cultura e risparmiamo tempo. (Brainstorming oltre a nascare nel contesto del marketing che è una cosa prettamente ammeregana, è anche una modalità perfettamente anglosassone. quando si fa brainstorming si lanciano idee liberamente, senza esprimere giudizi di valore. ognuno può dire quello che vuole, anche idee assurde, offensive, strambe, impossibili, sconce… l’importante è smuovere la creatività. E questo concetto del ‘sospendere il giudizio’ in italiano è INTRADUCIBILE più culturalmente che linguisticamente. non so se mi sono piegato).

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  • Cassidy

    16 Novembre 2016 alle 18:19

    Adesso mi stampo questo post, lo appendo in bella vista vicino alla mia scrivania e il primo che sento ancora dire “performante”, lo costringo a rileggere il post cento volte in ginocchio sui ceci alla Fantozzi 😉 Non hai idea di cosa sento al lavoro, per fortuna ti leggo e quotidianamente mi sforzo di usare termini italiani sensati. Se non la conosci ascoltati “parla come mangi” dall’ultimo disco degli Elio e le storie tese, potrebbe essere la colonna sonora di questo post 😉 Cheers

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