Locandine all’Amatriciana (4) – Chernobyl Diaries


Quando si avvicina l’estate riemergono i film-stronzata del genere horror buoni solo a far sobbalzare adolescenti imberbi. Quest’anno ci tocca, tra i tanti, Chernobyl Diaries. Si sa, quando c’è da sfornare un centinaio di film horror spazzatura all’anno le idee presto o tardi vengono meno e così si vanno a cercare nuove storie e nuovi mostri, poco male se questi poi risultano identici a quelli visti in precedenza, se offendono persone ancora in vita o la memoria dei morti.

Non ho visto il film ma il trailer è già piuttosto chiaro. Dal trailer difatti si evince che dovrebbe trattarsi di una specie di Wrong Turn (misto a The Blair Witch Project, Le colline hanno gli occhi e Hostel) dove al posto dei bifolchi di Wrong Turn che si nutrono di turisti americani abbiamo invece le reali vittime del disastro nucleare di Chernobyl che vivono tra le macerie della città, nei pressi dell’ex-centrale e che adesso uccidono (e presumibilmente torturano/mangiano) turisti (meglio se americani) in visita. Insomma l’ennesimo film che sfrutta lo stereotipo dei popoli dell’est (dai Balcani alla Russia indistintamente) visti come malvagi, violenti, ladri senza scrupoli, approfittatori, stupratori, stragisti… e in questo caso probabilmente anche carnivori mutanti. Come già espressi in un commento sul sito dell’amico Gabriele Farina (lui è più ottimista di me riguardo al film), la sola idea di partenza di questo film mi disgusta. Qual è il limite della decenza? Molti dicono “è solo un horror, chissenefrega”, ma qui non si tratta di entità soprannaturali o di fantomatiche sette, congreghe o serial killer… i “mostri” qui sono le reali vittime del disastro nucleare di Chernobyl, non semplicemente una storia ispirata, no, si tratta proprio della reale centrale di Chernobyl e relativo paesino limitrofo, e delle reali vittime civili del disastro.

Avete sentito bene: gli americani patiti del turismo estremo diventano le vittime, i sopravvissuti all’esplosione della centrale nucleare (di cui non vi sto neanche a ricordare la gravità che tutt’oggi coinvolge migliaia di famiglie) sono invece i “mostri”. Questa è l’industria cinematografica a secco di idee che raschia il fondo.

Se giustifichiamo questo film dicendo “è solo un film horror” allora non sconvolgiamoci per un eventuale serie di altri “XY Diaries”. Chissà se avremo “Auschwitz Diaries” dove i bambini sopravvissuti alle camere a gas sono divenuti zombi che si cibano di scolaresche in visita, oppure “Foibas Diaries” dove sopravvissuti alle stragi delle Foibe di tutti i tempi sono divenuti cannibali vendicativi e assetati di sangue. C’è un limite al buon gusto e alla decenza? No, ma almeno si può esigere un po’ di rispetto verso i morti e nei confronti di chi ancora soffre?

Per deliziarci ancor di più è probabile che il film venga distribuito in Italia col titolo in inglese ed è per questo che finisce nella mia rubrica Locandine all’Amatriciana e viene alterato in EFFEMERIDI DI CHERNOBYL.


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Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

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