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La caccola è caduta, ripeto, la caccola è caduta (Attacco al potere – Olympus has fallen)

Locandina italiana di ATTACCO AL POTERE - Olympus has fallen

Ammettiamolo, se si fosse chiamato “TRAPPOLA ALLA CASA BIANCA”, con protagonista Steven Seagal, sarebbe stato un “direct-to-DVD”

Nel 2013 il super-blockbuster White House Down, diretto dal celeberrimo Emmerich, compete con un film concettualmente identico ma con meno referenze, Olympus has fallen. Paradossalmente, Olympus, pur essendo progettato per essere una copia economica dell’ennesimo filmone “per famiglie” di Emmerich, è finito per superarlo praticamente in tutto, a partire dalla data di uscita nelle sale. Il successo di Olympus has fallen è dovuto ad un idea tanto semplice quanto geniale: riciclare al pubblico del 2013 una trama degli anni ’90, ovvero l’intero film Trappola in Alto Mare (1992), ma sostituendogli Gerard Butler a Steven Seagal, ambientandolo alla Casa Bianca e aggiungendo qualche idea presa da Die Hard – Trappola di Cristallo (1988)… i regazzini non se ne sono accorti. A chi piace sia Trappola in alto mare che Trappola di cristallo sicuramente apprezzerà anche questo Attacco al potere che, visto che c’erano, potevano chiamarcelo Trappola alla Casa Bianca.

Il titolo italiano

In Italia i due film sono presentati con un titolo dal formato identico:

Attacco al potere – Olympus Has Fallen
Sotto assedio – White House Down

Spicca all’occhio la rottura del classico formato “titolo originalesottotitolo italiano” in favore di un molto meno comune “sottotitolo italiano titolo originale“… questo per entrambi i film, tanto per ricordare al pubblico italiota che uno vale l’altro, anzi se ve li andate a vedere tutti e due ci fate guadagnare anche di più.
Siete pronti dunque ad immergevi nell’analisi dell’adattamento di questo divertente polpettone pieno zeppo di patriottismo americano melenso e coltelli conficcati in testa?

Alberto Sordi nella famosa scena del macarone in Un americano a Roma, usata per introdurre l'articolo.

Cominciamo…

 

Get out of this monkey suit, sit by the fire, watch Breaking Bad. Fine by me.
Mi tolgo il vestito da scimmia, mi metto al camino e mi guardo un bel film. È perfetto.

Aspettate. Rinfoderate i coltelli. In teoria potrei anche lamentarmi di questa alterazione, del resto nel 2013 la serie tv Breaking Bad era già alla conclusione dopo ben cinque “stagioni” e non era affatto inaudita in Italia… ma onestamente neanche così celebre come lo è stata in America. Inoltre una battuta simile non può che rendere il film datato entro breve tempo. Vi immaginate se un film del 2002 facesse riferimento alla serie X-Files? A rivederlo oggi avrebbe subito un sapore di stantio, quindi bravi gli adattatori (suppongo si tratti del dialoghista Anton Giulio Castagna, o forse Claudia Razzi alla direzione del doppiaggio? Chissà) che hanno mollato tale riferimento per un più generico e condivisibile “mi guardo un bel film“. Bravi, così si fa. Piuttosto avrei riflettuto meglio su quel “monkey suit” che non è un “vestito da scimmia” bensì “da pinguino”.

Una nota molto minore (prima di passare alle note gravi) riguarda i nomi in codice tipo Mustang e Big Top… se questi sono effettivamente dei nomi in codice usati dai servizi segreti allora va bene, altrimenti non vedo nessun problema ad adattarli in italiano così da non farci uscire momentaneamente dall’esperienza del film doppiato. Se poi li lasciate perché fa più “amaragano”, in questo caso, considerato il tema del film, posso anche perdonarlo. Sono ancora più evidenti tuttavia quando ne sentiamo altri che invece sono stati tradotti, come ad esempio il figlio del presidente, denominato “il candelotto” (spark plug). Decidetevi, o tutti tradotti o nessuno!
Passiamo alle note dolenti:

Il politichese

Scena dal film Attacco al potere con vignetta dove Angela Bassett punta il dito su Morgan Freeman e gli dice: portavoce, lei adesso è presidente, Morgan Freeman risponde: non può farlo qualche altro passacarte?
Riporto, come riferimento, questa prima battuta correttamente tradotta:

The guy that told the Speaker of the House to go fuck himself.
Quello che ha detto al Presidente della Camera di andare affanculo

Peccato che sia la prima e ultima volta che sentiamo questa giusta traduzione. Soltanto poche scene dopo leggiamo infatti nelle scritte in basso a sinistra (vedi immagine seguente)…

Speaker of the House Allan Trumbull

tradotto come…

Portavoce della Casa Bianca Allan Trumbull

Vignetta con Morgan Freeman che dice: che cavolo dici, Willis?
Il problema è che il vero “portavoce” della Casa Bianca si chiama “White House Press Secretary“. Lo Speaker of the House, come invece tradotto bene nei dialoghi di qualche minuto prima, è il Presidente della Camera. Venti secondi dopo, una che passa accanto allo “Speaker” dice “buongiorno Signor Portavoce” (Hello Mr. Speaker). Allora tiriamo fuori Wikipedia…

Da Wikipedia:
Il Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America chiamato anche Speaker è la persona incaricata di condurre le sedute della Camera dei rappresentanti.
Il presidente si trova al secondo posto nella linea di successione presidenziale, dietro al vicepresidente degli Stati Uniti e prima del presidente pro tempore del Senato. Normalmente delega il compito di presiedere le sedute ad altri esponenti del proprio partito.

Infatti nel film non si capisce come al “portavoce” possa venire affidato l’incarico di Presidente degli Stati Uniti pro tempore. Per tutto il resto del film “Mr. Speaker” sarà purtroppo “il Signor Portavoce”, sostituto Presidente degli Stati Uniti.
Chapeau!

Il militarese

Scena dal film Attacco al potere, schermi di puntamento missili anti-aereo

“Uomo nero sotto tiro”

Purtroppo è il linguaggio militare, dopo quello politico, a dare più grattacapi quando ad esempio sentiamo un pilota militare dire “have bogey in sight“. Il riferimento è al veicolo nemico non identificato che nel linguaggio breve dell’aeronautica americana si indica appunto con la parola “bogey” (un termine molto frequente nel film Top Gun). Nel doppiaggio italiano sentiamo “ho l’uomo nero sotto tiro” e suppongo che abbiano confuso bogey con bogeyman, che significa appunto “uomo nero”. La traduzione corretta di bogey sarebbe dovuta essere qualcosa tipo “bersaglio sconosciuto sotto tiro“, o “bersaglio nemico” se vogliamo semplificare le cose, anche se quest’ultimo sarebbe indicato come “bandit” in inglese. Avete visto? Ho fatto i compitini a casa. Ci sono voluti una cosa tipo 2 minuti netti, più di quanto ci abbia dedicato chi ha tradotto i dialoghi del film in italiano.
[Per curiosità, nel film Top Gun i “bogey” erano tradotti semplicemente come “nemici”… gli anni ’80 erano tempi più semplici, e non c’era neanche Wikipedia.]
Battuta successiva:

Mr. President, we have confirmation that the bogey is down, sir.
Signore, ci hanno confermato che l’uomo nero è stato abbattuto.

Bogey non è l’uomo nero!!! Non avendolo mai visto in inglese, dai dialoghi italiani questo fantomatico “uomo nero” potrebbe essere interpretato semplicemente come l’ennesimo nome in codice usato dalla CIA, così come lo era “il candelotto” sopra citato. Sarebbe stato allora più appropriato usare il nome in codice “caccola” (bogey nel Regno Unito significa proprio caccola) piuttosto che “uomo nero”.
Scherzo, ovviamente.
Scena dal film Attacco al potere, casse con arma segreta Hydra 6
Il prossimo dubbio di natura militare deriva dal nome dell’arma segreta “Hydra 6” che ci viene presentata con molta enfasi dal protagonista:

Devi interrompere la missione. Hanno preso l’AIDRA SIX!

Non ho alcun problema nel sentire “Hydra” pronunciato all’inglese (haidra) perché è il nome di un’arma americana e, come accade con tutte le armi (anche quelle di pura finzione), i loro nomi non vengono tradotti. Ciò che viene tradotto invece è il numero che identifica il modello. Difatti per la pistola Glock 17 non è che in italiano diciamo Glock “seventiiin”, così come gli americani non dicono Beretta “novantadue” nella loro lingua, diranno Beretta ninety-two. Quindi dire Hydra Six è una stronzata colossale, scusate.
Vignetta su una scena del film Attacco al potere dove il pilota dice: dalla base dicono non correte troppo e ci chiedono se ci siamo portati il maglioncino
Poco dopo l’avvertimento che i terroristi avevano il controllo di quest’arma segreta, sentiamo una trasmissione radio di un pilota della squadra di incursione SEAL che in inglese recita:

All birds, be on the lookout for possible advanced weaponry.

traducibile più o meno come “a tutte le aquile, state in guardia per possibili armamenti avanzati”. La battuta italiana invece recita:

A tutte le aquile, fate attenzione, avanziamo verso l’obiettivo.

Praticamente in italiano gli incursori non sono avvertiti del possibile pericolo, cosa che non ha senso. Invece si lasciano andare con un generico “fate attenzione”. E non ha neanche senso che durante l’azione reìterino quel vago “avanziamo verso l’obiettivo”, era già chiaro che stessero avanzando. Nelle operazioni militari (specialmente nell’aviazione) non si perde tempo nel dare ai piloti dei generici “non correre papà” e queste aggiunte mi hanno sempre infastidito nel doppiaggio italiano. Potrebbe sembrare forse una curiosità da poco ma quando vidi il film in italiano pensai proprio “ma perché non li avvertono del fatto che i terroristi abbiano in mano quest’arma tecnologicamente avanzata?”. Invece glielo dicono… in inglese.
Quando poi gli elicotteri dei SEAL cominciano ad essere abbattuti uno per uno sentiamo:

Tiger 6 is down!

tradotto come

Tiger 6 a terra!

Forse potrò essere un po’ pignolo ma “is down” significa “abbattuto/precipitato“. Quando si dice che un velivolo è “a terra” in italiano vuol dire semplicemente che ancora non è in volo. Poi se c’è qualche esperto di linguaggio militare che vuole smentire sentitevi liberi di dirlo nei commenti. Personalmente “è a terra” mi è sempre sembrata una traduzione frettolosa e imprecisa di “is down“. È sicuramente corretto quando invece traducono “officer down!” come “agente a terra!” perché il suo significato non è equivoco dal momento che normalmente una persona non vive “per terra”. È ovvio che nella scena in questione la comprensibilità del film non viene turbata da quel “a terra”… ma visto che sono qui ad elencare tutto, fatemi elencare tutto.
Vignetta di una scena del film Attacco al potere dove un militare ordina la ritirata e gli viene risposto: ricevuto, andiamo avanti
I dialoghi procedono con:

Tiger 5 is going down.
Tiger 5 precipitato.

OK, meglio.
Dopo l’abbattimento dei due elicotteri segue il comunicato radio…

– Reset formation. Tiger 1 taking lead.
– Roger that.

Traducibile come “cambio di formazione. Tiger 1 prende il comando” ma nel film doppiato  tradotto invece come

– A tutte le aquile, tornate indietro.
– Ricevuto.

Non si capisce infatti perché la frase successiva dei piloti sia “ci servono rinforzi” (need backup) visto che in teoria hanno deciso di “ritirarsi”. Seguendo i dialoghi italiani risulta ancora meno chiaro quando, in una scena successiva, il “portavoce” ordina la ritirata.
Vignetta su una scena del film Attacco al potere dove una donna viene strozzata dal cattivo che le dice: il prossimo film me lo traduci meglio, ok?
Concludo con una frase che suona male nelle mie orecchie italiote:

Your country will be a cold, dark nuclear wasteland.
Questo paese sarà una fredda, oscura, desolata, terra nucleare.

Un po’ alla lettera e un po’ troppo frettolosa per farci entrare quella parola in più… non so, dico solo che negli anni ’80 non l’avrebbero traslitterata pedissequamente, Bob insegna.

Conclusione

Seppure io apprezzi come siano stati gestiti molti dei dialoghi (non ho citato difatti tante piccole migliorie, troppo insignificanti per essere nominate ma che nel complesso migliorano il dialogo prima che questo venga presentato alle orecchie italiane) purtroppo le carenze in un linguaggio settoriale come quello militare si sentono e sono piuttosto seccanti quando andate a verificarle. Nessuno degli errori da me elencati è imputabile ad esigenze di labiale, inoltre avrebbero giovato alla traduzione un paio di ore in più da dedicare a semplici ricerche su Wikipedia (per quanto riguarda le cariche politiche) e su un paio di forum settoriali per il lessico militare.
Sappiate infine che NON recensirò “Sotto Assedio – White House Down” perché francamente è da trattamento Ludovico, come lo sono tutti i film più recenti di Emmerich.

Foto di una macchina fotografica caduta in acqua con vignetta che recita: cazzo, mi è caduta la Olympus!
Un ringraziamento speciale va ad “andreasperelli2k”, lettore di lunga data di questo mio blog, il quale è stato fonte di ispirazione per l’articolo. Al suddetto era sembrato giustamente strano che un “portavoce” della Casa Bianca potesse essere la terza carica negli USA!

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

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  • andreasperelli2k

    29 Maggio 2014 alle 14:39

    Ottimo articolo Evit e grazie della citazione! Avendolo visto in italiano io avevo notato sopratutto l’errore del “portavoce” la cui rapida carriera mi aveva lasciato perplesso 🙂 Ma vedo che era solo la punta dell’iceberg!
    Sarei veramente curioso di sapere come è gestito un processo di traduzione che porta ad errori così madornali, possibile che i traduttori si sentano liberi di cambiare il senso delle frasi? possibile che delle decine di persone che lavorano sulla traduzione nessuno noti che gli elicotteri sono caduti e non “a terra”?
    “What were they thinking?” (cit. AVGN)

    Rispondi
    • Evit

      29 Maggio 2014 alle 14:54

      Ahah effettivamente una carriera rapidissima per un portavoce!
      Secondo me quella di “a terra” è davvero la meno grave; essendo tra gli errori più comuni, la mia mente non la nota con facilità (se non mi fossi messo a seguire i dialoghi attentamente, e se non me lo avessi accennato anche tu…).
      Gravissimo invece è quello del portavoce e “gravino” quella dei dialoghi via radio alterati un po’ a caso.
      Tutto il resto tuttavia era adattato sorprendentemente bene (chi ha tradotto evidentemente era ferrato nei dialoghi generici ma non quelli settoriali). Peccato per quegli esempi che ho citato.
      Ti ringrazio ancora 😉

      Rispondi
  • Antonio L.

    31 Maggio 2014 alle 12:51

    Per fortuna che hanno tradotto bogey con “uomo nero” e non “baubau” oppure altre varianti regionali altrimenti sai che risate. Credo che questi errori siano ormai il sintomo principale della fretta con cui viene fatto il lavoro oggi, la persona che adatta deve consegnare il copione entro pochi giorni e non ha tempo di documentarsi accuratamente; la mia non è una giustificazione però è evidente che in tempi ristretti le possibilità di sviste aumentano e il prodotto finale ne risente.
    Complimenti per la vignetta con Morgan Freeman, ancora rido dopo tre giorni che ho letto l’articolo.

    Rispondi
    • Evit

      31 Maggio 2014 alle 12:54

      Ahah, mi fa piacere che qualche risata ancora riesco a strapparla dopo oltre 3 anni di attività.
      Anche io credo fermamente che questi siano errori dettati dalla fretta. Per questo sottolineavo come un paio di ore in più “regalate” alla traduttrice avrebbero giovato ad un prodotto che, per il resto, è adattato molto bene.

      Rispondi
  • Woody Alien

    4 Giugno 2014 alle 00:16

    Complimenti per il post.
    Penso che quella di eliminare i riferimenti diretti sia diventata un’abitudine del doppiaggio italiano: ieri ho visto il film UK di fantascienza “Attack The Block” del 2011 dove un personaggio dice “(…) do your homework and watch Naruto”, mentre in italiano è stato tradotto come “(…) fate i compiti e guardate i cartoni”. Come giustamente dici tu, serve anche a non datare troppo le storie.
    Questo comunque in un film dove i riferimenti alla cultura popolare che i ragazzi usano per descrivere gli alieni sono stato mantenuti in italiano: Dobby di “Harry Potter”, Gears of War e così via. Che ne pensi?

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    • Evit

      4 Giugno 2014 alle 00:24

      Ho visto quel film in inglese un paio di volte e lo adoro. Lo feci vedere a mia madre in italiano sapendo che le sarebbe piaciuto e non ricordo troppi strafalcioni anche se non me lo sono visto per intero, quindi non mi espongo oltre.
      Nel caso di “Attack the block” direi che tutti i riferimenti sono leciti, del resto il film ne era pieno zeppo già in inglese. Inoltre servono a rendere tutti i dialoghi tra i ragazzini più credibili, sarebbe impossibile farlo se si appiattissero proprio tutti i riferimenti culturali del 2012.
      Olympus Has Fallen ne aveva pochissimi di riferimenti alla cultura popolare del momento e non servivano a rendere “reale” o credibile la trama né i personaggi, quindi sono contento che siano stati AZZERATI!
      Come al solito ogni film, e quindi ogni adattamento, va sempre analizzato volta per volta, facendo le giuste valutazioni.
      “Naruto” in quel film potevano anche lasciarlo invariato ma ok, nessun problema lì.

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    • Evit

      4 Giugno 2014 alle 00:32

      Per espandere ulteriormente su ciò che hai detto. In realtà l’eliminazione dei riferimenti che gli italiani non possono capire a me sembra essere cosa piuttosto rara, altro che abitudine in crescita. Se vai a rileggerti il mio articolo su Benvenuti a Zombieland noterai, purtroppo, che vengono mantenute cose stupide come “snow ball” e “twinkie” ma non Evil Kneviel (tradotto in “Valentino”). Idem per cose recenti come Captain America. Questo sempre grazie ai famosi “supervisor” di cui di recente abbiamo parlato spesso nel blog.

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  • Woody Alien

    4 Giugno 2014 alle 00:42

    Mi sono espresso male, non volevo dire che avrebbero dovuto togliere tutti i riferiment in “Attack the Block” che anzi ci stanno più che bene visto che i protagonisti sono quasi tutti adolescenti. Solo volevo sapere cosa pensavi del fatto che avessero tolto proprio quello in particolare. In effetti bisogna proprio giudicare caso per caso.
    Grazie per la risposta molto celere!

    Rispondi
    • Evit

      4 Giugno 2014 alle 00:47

      Chissà perché hanno tolto proprio quello. Forse era una ditta che non traeva profitto dal fare pubblicità gratuita alla Mediaset! Scherzo. I dialoghi sono di Luigi Calabrò che di esperienza nei cartoni animati ne ha parecchia. Sarebbe forse da chiedere a lui, per curiosità.

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