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Giornalismo informaticcio – L’inglese farlocco e le brutte traduzioni dei giornalisti italiani

classified stamp

CLASSIFICATO

Tante delle recenti piaghe della lingua italiana sono sbocciate dal giornalismo sul web, un’area dove spesso vengono pubblicate informazioni scopiazzate da articoli esteri tradotti alla meno peggio. Giornalisti professionali e amatoriali già da oltre 5 anni ci ammorbano con parolacce tipo “più PERFORMANTE“, un abominio nato in ambiente milanese che vorrebbe significare “che dà una migliore/maggiore performance” ed usato al posto di “prestante”, “dalle/con migliori prestazioni” o “prestazionale”.

Ci sono anche buone notizie: per fortuna è andata a scomparire la parola RUMORI come traduzione di “RUMORS” ma, ahinoi, adesso molti giornalisti utilizzano direttamente la parola “rumors” come se appartenesse al vocabolario italiano (esempio a caso qui). I giornalisti sportivi in particolare sembrano amare “rumors” all’inglese.

Rimane in voga la detestabile ACCAVENTIQUATTRO (H24) al posto del vecchio caro “24 ore su 24” (o “giorno e notte”), perché H-24 fa più figo, vuoi mettere? Inutile dire che se la sono inventata i politici italiani pochi anni fa e non deriva dall’inglese nonostante quella ridicola acca voglia farvelo credere. In gran voga soprattutto tra le forze dell’ordine.

Un applausone questa settimana va invece a colui che in data 12 settembre 2014 ha avuto l’ardire di usare la parola “CLASSIFICATO” come traduzione di “CLASSIFIED” (=segreto/riservato/confidenziale):

Le udienze del FISC non sono pubbliche e i documenti sono di norma classificati. La documentazione delle vicende legate a Yahoo per il 2007-2008 è rimasta classificata fino al 2013, motivo per il quale Yahoo ha deciso di condividerla con il pubblico.

Mi domando quale documento in particolare sia arrivato primo in classifica. C’è stata una premiazione in un ufficio governativo? Hanno stappato lo spumante per l’occasione? Esiste una medaglia di bronzo per le scartoffie che si classificano terze?
Questa per me vince il “Premio Catarella per la peggior conoscenza dell’italiano nel giornalismo sul web” o in alternativa il “Premio Festini Selvaggi per il peggiore abuso di Google Translate in un articolo sul web“, scegliete voi. In ogni caso date una medaglia a quell’articolo!

Pulitzer

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

17 Commenti

  • vittorinof

    16 Settembre 2014 alle 01:22

    Una volta il mio maestro di canto, addetto alla sicurezza in un supermercato, mi disse che quella sera avrebbero fatto l’H24. Ricordo che gli chiesi “E di chi è?” perché, non avendo mai sentito quell’espressione, pensai che “H24” fosse un modo per indicare una composizione di non so quale compositore (come “sinfonia K550”, “concerto RV90”, “suite HWV437”) da eseguirsi quella sera in un concerto.

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  • Ace Sventura

    16 Settembre 2014 alle 09:31

    Purtroppo è così.
    Io, lavorando in un ufficio tecnico, sto disimparando l’italiano.
    Vuoi perchè la maggior parte dei termini nei documenti sono in inglese ( issued, checked, approved etc.) vuoi perchè molte cose specifiche tecniche (scatole di derivazione/giunzione=Junction Box= JB, manicotto=nipple, barilotto=pot) le impari direttamente in inglese.
    E qui ulteriore difficoltà poiche in inglese molte di queste parole hanno almeno 3 significati diversi nella sola parte tecnica.
    Altra pecca dell’ufficio tecnico oggigiorno è la totale rapidità e facilità di comunicazione verso l’esterno.
    Ignorando totalmente la parte relativa alle comunicazioni con ditte estere – ringraziando wordreference.com con gloria e canti gregoriani -, ho scoperto che le comunicazioni con ditte italiane devono essere le più semplici possibili -per cui niente sintassi bella e/o articolata e niente termini inusuali nella comunicazione vocale- per eliminare qualsiasi appiglio al fraintendimento delle parti.
    Come risultato finale ho la totale dimenticanza di ritorno delle forme lessicali e di sintassi nell’ambito della comunicazione; tutto ciò non mi permette, per esempio, di sorprendere i miei lupetti mentre gli parlo, non stimolando in loro la voglia di scoprire nuove parole per capire cosa gli comunico. E mi piange il cuore.

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  • Rado il Figo

    16 Settembre 2014 alle 10:07

    Sul bisticcio classified/classificato, il bello è che in un paese calciofilo come il nostro dovrebbe ormai essere “di dominio pubblico” che classifica in inglese è ranking (vedi quelli UEFA e FIFA)

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  • Evit

    16 Settembre 2014 alle 12:07

    Sono allibito nel notare che assolutamente nessuno nei commenti di quell’articolo abbia parlato dell’uso della parola “classificato”… che di per se è una cosa ancora più sconvolgente del venire a sapere che il governo degli Stati Uniti richieda l’accesso ai dati personali degli utenti Yahoo.

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  • Francesco

    21 Gennaio 2015 alle 15:08

    Giusto oggi guardando la tv ho pizzicato un giornalista parlare di “rumors su Balotelli”.
    Se io posso essere giusto infastidito dall’utilizzo di questo termine in un telegiornale nazionale, mi chiedo cosa abbia capito/pensato un uomo di 70 anni come mio padre, che per quanto colto possa essere sicuramente quella parola non può che averlo colto alla sprovvista…

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    • Evit

      21 Gennaio 2015 alle 16:18

      Esattamente il motivo per cui mi lamento di queste cose. Oltre ad essere culturalmente stupide, creano anche un divario davvero inutile estraniando i più anziani e rendendo ignoranti i più giovani che nascono con questi termini e magari gli sembrano persino normali.

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  • giauz

    18 Maggio 2020 alle 11:29

    Rispolvero questo articolo per denunciare un inglesismo nato tra i videogiocatori e che sta uscendo dal “gruppo”: il verbo MUTARE col significato di “silenziare”! Basta violentare la lingua italiana!!!! Mutare in italiano vuol dire cambiare, cambiare forma! Se devi spegnere il microfono durante una videochiamata, dire silenziare è così difficile?

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  • Carmelo

    31 Dicembre 2020 alle 10:43

    Rispolvero anche io questo articolo per esternare la mia indignazione quando, leggendo articoli riguardanti elezioni politiche e in generale di politica trovo la parola “endorsement”.
    Tizio proclama il suo endorsement per Caio, ma è così brutto dire “sostegno politico”?

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    • Evit

      31 Dicembre 2020 alle 17:19

      Ormai è un attacco quotidiano e questo post sembra quasi di tempi andati, quando piccole brutture potevano essere raccolte in un breve articolo. Per fortuna c’è la linguista Licia Corbolante che fa una sorta di osservatorio sulla lingua dei giornalisti sul suo blog Terminologia etc.

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      • rinoceronteobeso

        2 Gennaio 2021 alle 14:30

        Ma i “fattorini” che sono diventati “rider”?

        Le pubblicità del “miglior negozio per il tuo pet” (!!!)?

        “Smart working” per “telelavoro”?
        (Gli inglesi veri dicono semplicemente “working from home”, e non ditemi che “smart working” vuol dire lavorare per obbiettivi senza cartellino perché non ci crede più nessun parlante italiano)

        La cosa può esporre financo a pericolo di eversione quando si parla di “moral suasion” per non dire “ingerenza [morale]”, che fa suonare istintivamente molti più campanelli di allarme.

        È tutto iniziato col “premier”, e a forza di ripeterlo siamo finiti nei fatti con l’approssimare la figura del Presidente del Consiglio a quella del PM inglese (ruolo assai diverso: il PM inglese è a buon titolo un “capo del governo”, quello italiano nemmeno per scherzo).

        Per non parlare di “lockdown”, decisamente la parola dell’anno, importantissima.
        Ma cosa vuol dire, perché è in inglese, e perché ha un suono esplosivo e tonante da film apocalittico girato con pochi dollari e Nicolas Cage nel tempo libero?

        Mia zia non ne ha idea.

        I francesi almeno hanno il buon gusto di chiamarlo “confinement”.

        “Confinement” è una parola francese che ha un significato ben preciso, chiaro a tutti, e che può essere CERCATA e probabilmente trovata nelle esistenti fonti del diritto (dalla Costituzione alle sentenze della “Cassation”), senza ambiguità di sorta sulla legittimità di provvedimenti di confino.

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