[Italian credits] Sole ingannatore (1994)

sole39Ringrazio Norman, un attento lettore del blog, per avermi fornito i crediti italiani dimenticati di un film a cui sono molto legato: Sole ingannatore (Утомлённые солнцем / Utomlennye solntsem, 1994) di Nikita Mikhalkov, Premio Oscar 1995 come miglior film straniero. (All’epoca l’edizione italiana degli Oscar venne presentata da un distratto Claudio Bisio che ignorava tutto del regista, malgrado da giorni ogni fonte cinematografica nostrana ne strombazzasse la bio-filmografia! Volevo togliermi questo sassolino dalla scarpa…)
Il re o lo si sfugge o si racconta che è nudo. I fratelli Mikhalkov si sono divisi i compiti: Andrej se n’è andato nel “corrotto Occidente” prendendo il cognome materno, ed ha iniziato un’ottima carriera nel cinema come Andrey Konchalovsky (A 30 secondi dalla fine, Tango & Cash, Il proiezionista); Nikita invece è rimasto, portando fieramente il cognome del padre celebre poeta – nel 1943 Sergeij Mikhalkov presentò a Stalin il testo che sarebbe diventato l’Inno dell’Unione Sovietica! – e ha raccontato il potere in tutte le sue forme.
Ancora in tempi recenti Nikita Mikhalkov ha descritto la nuova Russia e i suoi giochi di potere prendendo un classico testo teatrale americano e trasformandolo in quello che, nel mio speciale, ho battezzato 12 russi arrabbiati.

VHS Mondadori 1996 grazie a Norman

VHS Mondadori 1996
grazie a Norman


Nel 1994 il regista moscovita torna indietro all’Unione Sovietica del 1936 per raccontarci del Sole che sta scaldando il popolo: Stalin. Ma non è il dittatore ad essere protagonista: è la sua luce a bruciare i personaggi.
Il colonnello Kotov (Mikhalkov) sta passando l’estate nella sua tenuta in campagna circondato da una corte di buffi personaggi – tutti attori già presenti in altri film del regista – ed amato dalla figlioletta Nadja: interpretata dall’adorata figlia omonima del regista. (Che oggi però si fa chiamare Nadezhda.)
A rovinare la festa del potere arriva Dimitri (Oleg Menshikov), ex amante della moglie di Kotov che rappresenta il nuovo corso del potere: è uno di quegli sbandati che non appena hanno un briciolo di potere… diventano più spietati dei dittatori.
Sole ingannatore è un film spietato e crudele, con molte scene umoristiche a mascherare la profonda tragedia che gli scorre nelle vene: il finale terribile, tra i migliori del regista, è il simbolo del potere. Un sole ingannatore che brucia tutti, sia chi vi si oppone che chi vi si sottopone.
Chissà se è stato il Premio Oscar, il successo in tutti i festival europei o la sua denuncia del comunismo a convincere la Mondadori a portarlo in VHS italiana nel 1996… Comunque non si conoscono altre edizioni in home video nel nostro distratto Paese, dove la sfavillante cinematografia russa contemporanea è bella che dimenticata.
Attenzione ai titoli di coda: le scritte finali potrebbero rovinarvi i “colpi di scena”, se non avete visto il film.

Titoli di testa

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Titoli di coda

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L.
P.S.
Se simili resoconti vi interessano continuate a seguirci ogni venerdì qui su Doppiaggi Italioti e vi invito a venire a trovarmi anche sul mio blog Il Zinefilo: viaggi nel cinema di serie Z.

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Scrittore e saggista, autore del blog "Il Zinefilo" dedicato ai film di serie Z.

19 Commenti

  • Cassidy

    16 Dicembre 2016 alle 09:13

    Conosco Andrey Konchalovsky ma non sapevo nulla di suo fratello, ho sempre sentito parlare di ” Sole ingannatore” ma mi manca, mi hai messo la curiosità, dovrei colmare questa mia lacuna! Cheers

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  • Antonio L.

    16 Dicembre 2016 alle 11:30

    È interessante per me notare la presenza di Pino Insegno nel cast vocale: erano gli anni in cui iniziava la sua carriera di doppiatore in film “normali” ma ancora non era famoso come sarebbe diventato dopo la trilogia dell’anello.

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    • Antonio L.

      16 Dicembre 2016 alle 23:59

      Personalmente no, però il buon Pino non ha mai fatto segreto del suo passato di doppiatore nei film pornografici. In un’intervista raccontò anche un aneddoto simpatico: dopo un’intera mattinata con la collega a recitare frasi sconce al microfono ci si salutava stringendosi la mano e dandosi del lei: allucinante! 😀

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  • Evit

    17 Dicembre 2016 alle 11:15

    Davvero un ottimo articolo Lucius, non mi pento affatto di averti fatto entrare nella squadra di autori di Doppiaggi Italioti. Quando sei arrivato a “30 minuti dalla fine” e “Tango & Cash” ho strabuzzato gli occhi

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    • Lucius Etruscus

      17 Dicembre 2016 alle 14:28

      Ti ringrazio, ma mi piace vincere facile: sono film talmente titanici che basta citarli per acquistare punti! Voglio vedere se cambierai idea quando discetterò dell’occhio della madre ne “La corazzata Potëmkin” 😀
      Scherzi a parte (comunque la Corazzata è uno splendido film, malgrado l’opinione comune!) ti ringrazio anche per essere tanto coraggioso da pubblicare l’articolo che uscirà lunedì: ben pochi l’avrebbero fatto 😛

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      • Lucius Etruscus

        17 Dicembre 2016 alle 14:33

        Non so perché i dileggi fantozziani ne abbiano allungato a dismisura la durata, ma è comprensibile che per fare la battuta tutto era giustificato. Anche perché Villaggio quel cinema lo conosceva molto bene, quindi è una forzatura voluta e consapevole.

      • Evit

        17 Dicembre 2016 alle 14:38

        Per questo ne cambiarono il titolo, così da non fare un vero sgarbo alla pellicola.
        Diciamo che la Potemkin era un film-simbolo che ne rappresentava molti altri, nell’ottica dello spettatore più orientato al calcio. Poi ovviamente c’è la vera origine della battuta che deriva da innumerevoli ore di film, anche pesanti, a cui i giovani iscritti al partito comunista erano soggetti quasi obbligatoriamente, un obbligo intellettuale.
        Nel suo libro parlava delle “barbe”, gente con lunghe barbe che appendeva dei sacchi enormi a dei ganci sul soffitto e ci dormiva dentro durante la visione del film e ogni tanto un gancio cedeva e si sentiva un tonfo nel buio della sala.

      • Lucius Etruscus

        17 Dicembre 2016 alle 14:45

        Ahahah immagine perfetta! 😀
        Essendo figlio di genitori molto simili alla tua descrizione, non ancora decenne frequentavo (controvoglia) un cineforum dell’Associazione Italia-URSS a Roma: prima di compiere 10 anni avevo già visto Ivan il Terribile, La Madre, la Corazzata e non so più che altro. Ovviamente in russo sottotitolato! La noia era potente in me ma non posso negare che quel capolavoro di Ivan abbia toccato profondamente le mie corde cinefile ancora non sviluppate: i giochi di inquadrature erano troppo belli per non destarmi dal torpore di spettatore distratto!
        Ah, e alla fine della visione erano tutti troppo distrutti per commentare, e di solito c’era il fuggi fuggi 😀 Più che attivisti erano simpatizzanti a tentoni…

      • Evit

        17 Dicembre 2016 alle 14:53

        Muahahahah! A me la Corazzata lo prestò in VHS un professore di liceo, così si sfatò il mito del film infinito e noioso.
        Poi nei “classici dei classici” Villaggio citava altri autori che in età più matura ho scoperto senza ricordare più che venivano citati in Fantozzi 2 finché poi non l’ho rivisto dopo le mie “visioni maledette”

      • Lucius Etruscus

        17 Dicembre 2016 alle 16:08

        Villaggio fa anche una cripto-citazione così cripto, ma così cripto, che sembra quasi una scopiazzata! L’ho scoperta per il mio saggio sulle ginoidi, quando ho visto “La bambola di carne” (1919) di Ernest Lubitsch… e ho ritrovato identico lo sketch del “Tu mancia!” La divertente Ossi si finge automa meccanico e in quanto tale non può mangiare, così appena il suo “creatore” si volta… mangia velocemente a scatti esattamente come farà Fantozzi a dieta 😀

      • Lucius Etruscus

        17 Dicembre 2016 alle 21:30

        Seguendo le “donne artificiali” ho scoperto cose incredibili! Quel film è altamente consigliato, è una delle poche tracce lasciate da un testo teatrale che divertì l’Europa di inizio Novecento per poi scomparire nel nulla. Un testo che prendeva la tragica storia della Olimpia di Hoffmann – la prima donna artificiale ad infiammare la cultura occidentale – e la trasformava in commedia degli equivoci. 😉

  • Norman

    17 Dicembre 2016 alle 21:29

    Figurati Lucius, grazie a te per i tuoi articoli, sto imparando moltissimo leggendoli!
    Ma in generale questo blog mi appassiona molto, continuate così ragazzi. 😉

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