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Il piccolo grande mago dei videogames – Doppiaggio vs. ridoppiaggio

Locandina del film Il piccolo grande mago dei videogames

Immaginate un film americano basato sui videogiochi, con un doppiaggio eseguito nell’Italia del 1992 e dialogato da ultrasessantenni… cosa potrebbe andare storto? La risposta la troviamo nel primo doppiaggio del film Il piccolo grande mago dei videogames (The Wizard in lingua originale), il film dove il gioco Double Dragon diventa Doppio Dragone. Tanto, chi se ne accorgerà mai?

– Che gioco è?
Tartarughe Ninja Mutanti.

È ora di indossare il mio “guanto magico” da blogger e scrivere dell’adattamento di questo film. Anzi, dei DUE adattamenti di questo film.

Power Glove, tradotto come guanto magico nel doppiaggio del film Il piccolo grande mago dei videogames 1989

Mo so cazzi vostri!

I due doppiaggi del Piccolo grande mago dei videogames

Se ho parlato di “primo doppiaggio” è perché ne esiste anche un secondo, meno conosciuto. The Wizard è stato ridoppiato forse (e sottolineo forse) proprio per correggere gli errori del doppiaggio originale, quello dove si gioca a Doppio Dragone e a Tartarughe Ninja Mutanti, ma molto più probabilmente il vero motivo è sempre quello dei diritti sulla traccia audio italiana, che la Penta (primo distributore del film) non molla, così come non li molla per altri suoi titoli come Cliffhanger, Basic Instinct, Classe 1999, Pazzi a Beverly Hills e Universal Soldiers. Questa è anche l’opinione di uno degli interpreti del ridoppiaggio, Fabrizio De Flaviis a cui abbiamo chiesto lumi.

Il primo doppiaggio è datato 1992, quando il film, con tre anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti, arriva al cinema anche in Italia, distribuito dalla Penta Film. Per me diventerà noto soltanto grazie ai passaggi televisivi degli anni ’90. Rarissima invece la VHS italiana  (aspettatevi di sborsare anche 60 euri su eBay per averla). Negli Stati Uniti è uscito addirittura restaurato in Blu-Ray, mentre in Italia non ha mai neanche visto il formato DVD. Ci piace analogggico!

Il doppiaggio del 1992 è il tipico doppiaggio di inizi anni ’90: voci perfette sui personaggi, dialoghi scorrevoli ed enormi scivoloni su tutto ciò che riguarda i videogiochi, oltre a qualche plurale anglosassone come andava di moda all’epoca (“canyons”, brrr!).

Dialoghi: Alberto Piferi (fonte SIAE)
Studio di doppiaggio: CVD (fonte Antoniogenna.net)

Data visto censura 30 marzo 1992 (italiataglia.it)

cast doppiatori del primo doppiaggio di Il piccolo grande mago dei videogames, dal sito Antonio Genna antoniogenna.net

Cast di doppiaggio da Antoniogenna.net

Arrivò nei cinema per Pasqua, come rivela questo flano d’epoca in cui Cecchi Gori lo annovera tra i propri grandi successi, qualunque cosa questo voglia dire.

Flano cinematografico di Il piccolo grande mago dei videogames

Il secondo doppiaggio risale al 2007, almeno secondo le mie ricerche. Il sito antoniogenna.net lo dà come doppiato per la E.T.S. European Television Service, una ditta che troviamo su prodotti di Sky e simili. Chiaramente la destinazione di questo doppiaggio è televisiva. In questo caso siamo stati fortunati però, i doppiatori di questo ridoppiaggio sono tutti noti e capaci (Paolo Buglioni, Luca Dal Fabbro, Vittorio Guerrieri, Mino Caprio, Fabrizio De Flaviis, Massimo Corvo, per nominarne alcuni).

cast doppiatori del secondo doppiaggio di Il piccolo grande mago dei videogames, ridoppiaggio degli anni 2000. Informazioni tratte da sito Antonio Genna antoniogenna.net

Cast di doppiaggio da Antoniogenna.net

C’è un piccolo dilemma sul direttore di doppiaggio. Il doppiatore Fabrizio De Flaviis, che nel ridoppiaggio di questo film dà la voce a Christian Slater, ricorda non Paolo Buglioni alla direzione, bensì Elio Zamuto. Qualche anno fa chiesi direttamente a Buglioni ma senza ottenere risposta. Terrò l’articolo aggiornato se ci fossero aggiornamenti.

A proposito del grande Paolo Buglioni, in questo secondo doppiaggio interpreta più ruoli. Oltre a quelli già elencati sul Genna (il commesso viaggiatore e il croupier del casinò a Reno), lo sentiamo anche come voce del pilota dell’aeroplano all’inizio del film e anche come narratore del documentario in TV nella scena in cui Fred Savage va a trovare il fratellino in istituto.

I “commessi viaggiatori” del primo doppiaggio, “venditori” nel ridoppiaggio

E a proposito dei salesmen, come dice in lingua originale, questi sono stati correttamente tradotti come “commessi viaggiatori” nel primo doppiaggio, e semplicemente come “venditori” nel secondo film (“Perfetto, due venditori! Aspettate qui“). Venditori di cosa? In italiano esiste la categoria “venditori” e basta? Questo ci porta alla parte più interessante di questa analisi… le differenze tra primo doppiaggio, il ridoppiaggio e il film in lingua originale. Ma togliamoci prima di torno il titolo italiano.

Il titolo italiano: Il piccolo grande mago dei videogames

Locandina italiana del film Il piccolo grande mago dei videogamesInevitabile il cambiamento del titolo italiano, solo apparentemente ridondante rispetto all’originale The Wizard ma, se ci pensate, più che giustificato. In lingua inglese infatti, un wizard (=mago), abbreviato solitamente in wiz, è più facilmente associabile a quello che in italiano chiameremmo “un mago dei computer”, qualcuno che in generale ne capisce molto di tecnologia… in un mondo dove nessuno ne capiva molto di tecnologia. Per gli americani questa figura è un ‘wizard’, semplice, senza che siano necessarie ulteriori precisazioni. Un “Il mago” non avrebbe la stessa immediatezza che The Wizard ha per gli americani e farebbe pensare a tutt’altro genere di film.

Nel film in questione è la ragazza del gruppo che dice “È un mago!” (he’s a wizard!) e Fred Savage risponde “Ok, è il mago dei videogiochi, e allora?“, questa è la risposta presente nel primo doppiaggio al posto della frase “So he can play Ninja Gaiden, so what?” (trad: sa giocare a Ninja Gaiden e allora?). Era una scusa per specificare che tipo di mago fosse, a scapito del gioco Ninja Gaiden, che non viene nominato. Questa è una delle tante omissioni o modifiche di cui è colpevole il primo adattamento italiano.

Sempre sul titolo, l’unica cosa veramente superflua è quella “s” di “videogames“. I forestierismi sono indeclinabili, quindi in italiano si usano sempre nella forma singolare (i leader, i bar, i canyon, i computer e anche i videogame). Questo sembra un errore molto comune nel decennio anni ’80 e ’90, certamente derivante da qualche uso modaiolo della lingua, che all’epoca sarà sembrato corretto a molti. Del resto anche oggi sentiamo gente che parla di “fans” senza intendere Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei.
Il narratore della pubblicità di Canale5 nomina il film senza “s” finale, non a caso.

Doppiaggio vs. ridoppiaggio

Mettiamo a confronto i due adattamenti usando alcune delle battute o delle scene più significative o degne di nota.

Una prima differenza sostanziale la troviamo quando nel primo doppiaggio ci viene detto che la madre della ragazza “è in paradiso“, mentre nel secondo doppiaggio “è scappata anni fa” (in originale: she packed it in). È corretto il secondo. Non so perché abbiano voluto aggiungere del dramma inutilmente, una madre che abbandona la figlia mi sembra già abbastanza serio senza mandarla anche al creatore. Penso che questo venga da un semplice errore di traduzione.

Primo doppiaggio: “Di punto in bianco è capace di prendere e partire. È come l’allegro vagabondo, che allo scoccare della mezzanotte scompare, magari pianta a metà la colazione.”

Secondo doppiaggio: “Ma io dico che prima o poi… insomma chiederà un passaggio e andrà a fare il turista per caso. Allo scoccare della mezzanotte gli scatta la molla.”

In lingua originale il riferimento era a “The Happy Wanderer“, una canzone diventata popolare in America nella sua versione del 1954 e che veniva insegnata ai bambini. Non so “l’allegro vagabondo” in italiano a cosa si possa riferire, tranne essere una semplice traduzione della frase originale. Anche noi abbiamo avuto una canzone chiamata “Allegro vagabondo” di Enzo Fusco (1936). Non è improbabile che Piferi (del 1929) la conoscesse, ma potrebbe essere una pura coincidenza, il titolo è identico ma non sono legate tra loro in alcun modo.
Di certo, arrivato il 2007, un “allegro vagabondo” non era un riferimento noto proprio a nessuno in Italia e capisco la ratio della nuova scelta: “il turista per caso”. L’omonimo film è uscito proprio lo stesso anno di The Wizard (1989) e il suo titolo è entrato molto presto nella lingua italiana anche grazie alla trasmissione “Turisti per caso” di pochi anni dopo (1991-1994) che ha popolarizzato ancora di più questa espressione.

Goblin Valley

Scena dal film Il piccolo grande mago dei videogames dove Goblin Valley diventa Valle dei Fantasmi nel primo doppiaggio

È tra gli “errori” riportati un po’ ovunque, Goblin Valley che nel primo doppiaggio diventa la valle dei fantasmi, e qui do ragione a Piferi. È più importante l’effetto della battuta che l’accuratezza di un nome geografico. Goblin Valley esiste davvero e si trova nello Utah. Qualcuno si chiederà perché non lasciarlo Goblin Valley o tradurlo come “Valle dei Goblin” visto che stiamo a tradurre? Perché un bambino italiano nel 1992, ma anche un adulto onestamente, sentendo “goblin” avrebbe probabilmente pensato “eh, che?“. Strano da credere oggi ma goblin non è che fosse un tipo di mostro così popolare dalle nostre parti. Ma che dici, Evit, starete pensando, i goblin li conoscono tutti da sempre! Seh…

grafico che mostra l'incidenza della parola goblin in italiano

Presenza della parola ‘goblin’ nei testi in italiano

Del resto anche il giudice di Ghostbusters II nel 1989 dichiarava di non volere sentir parlare di “folletti, spiritelli e demoni” e in inglese era proprio “goblins and spooks and demons“. Ancora prima, nel 1982, nel film E.T. – L’extraterrestre il fratello maggiore sfotte il protagonista dicendogli che avrebbe potuto festeggiare Halloween vestito da folletto, invece che da goblin come dice in inglese. Nel ridoppiaggio del 2002 diventa invece gnomo.
I Goblin in Italia erano prima di tutto una band musicale o al massimo erano associati a qualche folletto burlone.

Nel 1992 avevo l’età del bambino nel film e se mi avessero detto ‘goblin’ forse avrei pensato a un mostriciattolo, ma senza potervi dire se si trattasse di qualcosa di cui avere paura o meno. Se mi lasciavate solo in una valle al calare delle tenebre dicendo che si chiama “La valle dei fantasmi” mi sarei cagato addosso. Quindi se stiamo a cambiare i dialoghi per ottenere l’effetto giusto nel 1992, Piferi ha pienamente ragione a sostituire il nome di una Goblin Valley con una Valle dei Fantasmi. Dopotutto, l’esatta posizione geografica non ha nessun peso nella trama e la Valle dei Fantasmi si lega meglio con le osservazioni che Fred Savage farà immediatamente dopo: “la potevano anche chiamare Valle Felice, o Valle delle Meraviglie. No. Valle dei Fantasmi“.
Meno sensato il dialogo del secondo doppiaggio che preserva per correttezza il nome della valle: “Secondo questa, siamo nella Goblin Valley. Bene. Insomma, potrebbe chiamarsi La Magnifica Valle o La Valle Felice. Goblin Valley!“. Anche la costruzione della frase è molto anglosassone, con quella esclamazione finale, senza un “no” che invece è quasi essenziale.

Goblin Valley dal film Il piccolo grande mago dei videogames

Coyote: AUUUUuuuuuuu!
Fred Savage: Andiamobbene!!!

Per concludere sui goblin nella lingua italiana, è una mia ipotesi che siano diventati più familiari al pubblico italiano soltanto successivamente al successo mondiale del film Il signore degli anelli (2001) che ha portato un rinnovato interesse verso tutto il mondo fantasy, con l’aggiunta poi di Harry Potter negli stessi anni. Da quel momento i goblin erano qualcosa di noto ad un più vasto pubblico di giovani. Oggi insomma non vanno spiegati a nessuno. Nel 1992, sì.

Nella mia mente da millennial (cioè di qualcuno nato tra il 1981 e il 1996) una “Valle dei Goblin” continua a non fare nessun effetto comunque, mentre “Valle dei fantasmi” fa ancora ridere quando poi la scena si conclude con l’ululato dei coyote e la battuta di chiusura “andiamo bene!”.

I nomi dei videogiochi

Double Dragon schermata di gioco dal film Il piccolo grande mago dei videogames in cui lo chiamano Doppio Dragone

Primo doppiaggio: “Hai fatto 50.000 al Doppio Drago!?”

Secondo doppiaggio: “Hai fatto 50.000 punti a Double Dragon?”

Probabilmente tra le frasi più incriminate di questo film. Anche ignorando il fatto che sia stato tradotto il nome di un videogioco, traspare comunque una scarsa familiarità con il mondo di cui questo film parla. I ragazzi italiani, anche dell’epoca, avrebbero detto “50.000 punti a Doppio Drago”, non “al“, così come non avremmo mai detto “ho fatto X punti al Super Mario”.

In un’altra scena (già accennata) viene meno il riferimento a un gioco chiamato Ninja Gaiden, questo ritorna nel ridoppiaggio in una traduzione più fedele.

Originale:
– He’s a wizard.
– So he can play Ninja Gaiden, so what?

Primo doppiaggio:
– È un mago!
– Okay, è il mago dei videogiochi, e allora?

Secondo doppiaggio:
– È un mago!
– Sa giocare a Ninja Gaiden, e allora?

Un riferimento che non è arrivato al copione italiano di entrambe le versioni è quello al “Power Magazine“, una rivista dedicata ai prodotti Nintendo e in cui i giocatori potevano trovare soluzioni e guide ai giochi. Questo film è un’enorme pubblicità alla Nintendo se non lo avete ancora capito, ma in alcuni casi tenere riferimenti di cose mai arrivate in Italia non avrebbe avuto senso, né nel 1992 né nel 2007.
Nel primo doppiaggio sentiamo: “Questa è una rivista specializzata che può essere utile a Jimmy”. Se non altro era chiaro cosa fosse questo “Power Magazine” anche senza nominarlo. Anche nel secondo doppiaggio si parla solo di “rivista di videogiochi“.

Primo doppiaggio: 470.000, record assoluto di Formula 1.

Secondo doppiaggio: 470.000, è il miglior pilota della Formula 1.

In originale: 470,000 and climbing on F-1 Dream.

In questo caso nessuno dei due doppiaggi fa riferimento al nome del gioco “F-1 Dream” che compare in bella vista sul cabinato. Non una grandissima perdita, si vede benissimo che è un gioco di Formula 1, quello conta. Nella stessa scena però il secondo doppiaggio lascia un’offesa in inglese “wart-face” (pronunciato correttamente ‘wort feis’): “scusa, wart-face“/ “come ti permetti di chiamarmi wart-face?”. Era il 2007 ma mi domando quale sia la comprensibilità di questa battuta in italiano. Il doppiaggio originale usava un’offesa diversa ma almeno comprensibile “mi dispiace bambolotto“/”a chi dici bambolotto, sgorbio?”, ed è sensato che un adolescente se la prenda per essere stato chiamato bambolotto da un bambino. Ma wart-face? Detta così sembra il personaggio di qualche fumetto di supereroi, che però non conosciamo.

Power Glove… è un tale sballo!

Lucas con il suo Power Glove, una scena dal film Il piccolo grande mago dei videogames

Primo doppiaggio: Guanto magico.

Secondo doppiaggio: È Power Glove.

In originale: Power Glove.

Non era meglio dire è “il” Power Glove in questo caso visto che si tratta di un accessorio? Sembra quasi che il secondo adattamento ricalchi troppo la frase in inglese (sarà ancora più evidente nella frase che segue). Stiamo parlando di quell’accessorio Nintendo che prometteva di usare uno degli arti superiori al posto del controller grazie ad un sofisticato sistema di specchi e leve sistema a infrarossi che traccia i movimenti della mano e funzionava come vi potete aspettare che funzionasse qualsiasi tecnologia videoludica sfornata alla fine degli anni ’80… ‘na mmerda!

Una reinterpretazione del Power Glove era già comparsa agli italiani l’anno prima in un altro film, in Nightmare 6 – La fine (1991), anche questo distribuito dalla Penta, ma dubito che questi due film avessero un pubblico in comune.

Scena del film Il piccolo grande mago dei videogames quando Lukas parla del guanto magico

Primo doppiaggio: È forte col Guanto Magico, uno sballo.

Secondo doppiaggio: Adoro Power Glove. È così bello.

In originale: I love Power Glove. It’s so bad.

Qui ‘bad’ sta per ‘badass’ ovviamente, quindi qualcosa si figo. Sballo funziona meglio, ma del resto Piferi sapeva il fatto suo in quanto a dialoghi. È un peccato che non ci sia stata una consulenza da parte della Nintendo all’epoca, visto che l’intero film altro non era che una lunga pubblicità per Super Mario 3 la cui uscita in America era prevista proprio nel 1989. Ma del resto, anche se avesse voluto farlo, l’azienda Nintendo non aveva nessuna influenza diretta sul nostro paese e aveva già difficoltà a farsi capire dai propri distributori europei. Il suo marketing alla fine degli anni ’80 era intermediato dalla Mattel e – in seguito – da una manica di fiorentini. Se date un’occhiata all’articolo sulla storia della Nintendo in Italia (da una ricerca inedita di Damiano Gerli) scoprirete cose oggi impensabili.

Nel 1992 semplicemente non c’era né il modo né l’interesse, da parte di tutte le persone e le ditte coinvolte, di fare qualcosa di accurato e “a prova di futuro”. Per quanto ne sapevamo all’epoca, la Nintendo poteva anche scomparire due anni dopo e non saremmo stati qui a preoccuparci se con occhi moderni avesse senso o meno quell’adattamento dove vengono tradotti tutti i nomi dei giochi e del “guanto magico”, che in Italia ha lasciato ben poche tracce di sé (esiste un promo del 1989 che sembra un video dimostrativo per i negozi più che una pubblicità televisiva, già nel 1990 la Nintendo non lo nominava più). Quindi ha perfettamente senso che negli anni 2000, al momento di ridoppiarlo per motivi di diritti di distribuzione, si sia sentito il bisogno di portare un copione più accurato. Peccato solo che non abbiano tenuto gran parte del copione originale, sostituendo solo i riferimenti ai videogiochi.

La fama del Power Glove è arrivata fino in Italia soltanto dalla seconda metà degli anni 2000 quando i vari youtuber americani riscoprivano quanto facessero cacare i giochi della loro infanzia. Principalmente è grazie ad ‘AVGN’ (che nel 2006 ha recensito il Power Glove) e al ‘Nostalgia Critic’ (che nel 2008 ha recensito il film in questione) che il Power Glove e la frase di questo film “I love Power Glove. It’s so bad!” sono diventati dei meme internettiani.

Padre e figlio che giocano a Ninja Turtles sul NES nel film Il piccolo grande mago dei videogames

Primo doppiaggio: Ho conquistato l’arma totale e ho battuto la tartaruga mecha al terzo livello.

Secondo doppiaggio: Ho preso la katana e stavo per battere Shredder alla fine del terzo livello.

In originale: I got the scroll weapon and I almost beat Mechaturtle at the end of level three.

Qui c’è un curioso mix di cose fatte bene e cose buttate un po’ lì a caso. Nel primo doppiaggio ‘l’arma totale’ è buttato a caso mentre “tartaruga mecha” traduce l’originale Mechaturtle. Il secondo doppiaggio, sulla carta, è quello che cambia di più con ‘katana’ al posto di ‘scroll weapon’ e Shredder al posto di Mechaturtle (entrambi nemici delle tartarughe ninja), ma se non altro sono riferimenti stranoti per chi conosce i personaggi delle Tartarughe Ninja. Sono certo che i fanatici di questi giochi odieranno entrambe le versioni per le loro inesattezze.

Simon’s Quest e altri riferimenti

Primo doppiaggio: Ok, cominciamo con Simon’s Quest.

Secondo doppiaggio: D’accordo, direi di cominciare con Simon Crest.

Strana inversione dove il primo doppiaggio non alterava il nome mentre il secondo sì. È possibile che si tratti di un errore in sala di doppiaggio, capita che chi doppia dica una cosa per un’altra e questo sfugga alla supervisione, perché mi sembra strano che un nuovo adattamento attento ai titoli dei giochi poi caschi su Simon’s Quest. Oppure è la mia copia in scarsa qualità che mi fa sentire fischi per fiaschi. Di certo non si sente la “s” del genitivo sassone nel secondo doppiaggio.

Scena da Il piccolo grande mago dei videogames, il consulente aiuta i ragazzi a superare i livelli

Il consulente Nintendo cerca (nel primo doppiaggio) le soluzioni per un tale Master Comedian. In lingua originale è una frase affogata da musica anni ’80 a palla in cui effettivamente ci potremmo sentire un nome simile, quindi come biasimarli? Non è chiaro cosa dica in inglese e non l’ho trovato in nessun trascritto del film. Ovviamente non esiste nessun Master Comedian tra i giochi pubblicati per la Nintendo. Nel secondo doppiaggio si parla di Elastic Maniacs. Anche questo inesistente e probabilmente derivante da un altro tentativo di interpretare una frase incomprensibile in lingua originale.

Durante lo stesso “training montage” i bambini giocano a vari cabinati dove Fred Savage dà suggerimenti al fratello più piccolo su come superare vari ostacoli. In inglese e nel primo doppiaggio si tratta di indicazioni generiche del tipo salta qui, salta lì. Nel secondo doppiaggio vengono inventati dei corretti riferimenti come “Okay, sei al quarto livello, stai attento a Bowser“. Solo che mentre lo dicono stanno giocando a un cabinato che si chiama ChinaGate. Il secondo doppiaggio, volendo inserire a tutti i costi dei riferimenti al gioco di Super Mario, paradossalmente risulta più errato.

Questa è la scena in cui vengono nominati più giochi uno dopo l’altro e, giuro è quello che sento nel primo doppiaggio, arriva un Super Maya Brothers, la cui partenza è “dal quadrante numero due” (sembrano istruzioni dei giochi pirata del Commodore64). Nel secondo doppiaggio torna ad essere “Super Mario Bros. 2“.

Stranamente Dr. Chaos diventa “Doctor Cheps” nel secondo doppiaggio, mentre nel primo rimaneva “Dottor Caos”. Anche qui, non so se è colpa della mia copia o cosa, ma non sembra proprio che nel secondo doppiaggio dica “Cheps”.

Copertina italiana di Shadow Warriors gioco per NES Nintendo, in America noto come Ninja GaidenNinja Gaiden torna ad essere nominato al momento dell’iscrizione al campionato ma in italiano diventa Ninja all’assalto nel primo doppiaggio e, curiosamente, diventa Tartarughe Ninja nel secondo doppiaggio. Ma questo secondo doppiaggio non doveva essere quello accurato? Ironicamente sarebbe stato poco accurato anche se lo avessero davvero chiamato Ninja Gaiden in italiano, visto che all’epoca il gioco arrivò in tutta Europa come Shadow Warriors.

Passando ad altri tipi di riferimenti, durante la visita agli Universal Studios la guida parla del set di un film attualmente in produzione “Mayhem in Monte Carlo” con Zsa Zsa Gabor e Pee-wee Herman, chiaramente un film inventato. Nel primo doppiaggio del 1992 si parla di “Primavera a Monte Carlo” con Gabor e Pee-wee Herman. Già questo cambiamento fa pensare che nell’ascolto del film in lingua originale qualcuno abbia capito May (maggio) e non mayhem (caos); in ogni caso la frase è una traduzione del testo originale, rimangono al loro posto Zsa Zsa Gabor e Pee-wee Herman.

Il ridoppiaggio del 2007 invece inventa e introduce un anacronismo parlando di una visita ai padiglioni di Jurassic Park, di La mummia e di Un biglietto in due. Tutti film della Universal, certo, ma Jurassic Park non era ancora uscito né nel 1989 (anno dell’uscita americana di questo film), né nel 1992, quando Il piccolo grande mago dei videogames uscì al cinema in Italia. Ma i doppiaggi moderni non erano fissati con la fedeltà assoluta? Boh. Alla Universal Studios nel 1989 poteva esserci solo il padiglione dove Michael Crichton stava finendo di scrivere il suo romanzo.
Poco dopo comparirà un gigantesco King Kong quindi se proprio doveva essere cambiato qualcosa per superare riferimenti obsoleti come Pee-wee Herman, tanto valeva puntare su qualcosa che almeno vediamo anche nel film.

Ve l’ho detto che questo film ha anche una serie di canzoni molto anni ’80?

 

In conclusione… quale versione guardare?

Per quanto riguarda l’adattamento, in certe frasi sembra più fedele il secondo doppiaggio, in certe altre il primo. In generale il primo adattamento di Piferi è molto più rifinito nei dialoghi, se ignoriamo le traduzioni dei nomi dei videogiochi ovviamente. I doppiatori invece sono competenti e noti professionisti in entrambi i casi e siamo anni luce dai ridoppiaggi peggiorativi degli anni 2000. Anzi, la qualità del doppiaggio è pressoché equivalente nonostante il salto di quindici anni.

Quale consigliare? Se siete appassionati di videogiochi, decisamente il secondo doppiaggio! Che però rimane difficile da reperire. Se invece dei videogiochi non vi frega nulla continuate pure a guardarvi la versione “classica”, quella che ancora oggi passa in TV, quella del primo doppiaggio in cui si gioca a “Doppio Dragone” e “Tartarughe Ninja Mutanti”. Ignorate i nomi dei giochi in cambio di dialoghi più rifiniti e naturali.


 

Scena dal film Il piccolo grande mago dei videogames con vignetta che dice Evit mi ha toccato l'adattamento

 


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Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

21 Commenti

  • Andrea87

    15 Giugno 2021 alle 20:40

    strano che siano partiti “bene” e poi svaccato nell’adattamento…

    -“Tartarughe Ninja Mutanti”… come potevano tradurlo? In Italia è solo “Tartarughe Ninja”, ma è anche vero che il labiale andava riempito (strano semmai che non l’abbiano adattato per esteso con “le giovani tartarughe ninja mutanti” xD)
    -“Wart-face”… oddio, secondo me è un riferimento al boss finale di SMB2, tale Wart, appunto! Ma non ha senso mantenere “Wart-face” in italiano…

    Rispondi
  • Federico

    15 Giugno 2021 alle 20:45

    Come sai bene sono un ignorante di doppiaggi e di inglese (non parliamo di videogiochi, poi!), ma questi tuoi articoli me li leggo sempre tutti di un fiato (segno che sai incuriosire e intrattenere anche chi è digiuno della materia. E non è poco!). Visto che son ignorante e non perdo nulla a dimostrarlo butto li due mie personalissime ipotesi che saranno sicureamente sbagliate ma che mi son venute alla mente mentre leggevo. L’allegro vagabondo a me, “vecchio” cinquantenne, ha fatto venire subito in mente Stanlio e Ollio e un loro film del 1937: “Gli Allegri Vagabondi”, rieditato nel 1968 con il titolo “I fanciulli del West”: quindi un’immagine simpatica di vagabondo spensierato e scanzonato come lo erano quei due. I Goblin, invece, mi hanno subito riportato alla mente un film che amo tantissimo: “Labyrinth”. Quello è del 1986 e nell’adattamento italiano la parola restò tale. Forse era più immediata, visto che David Bowie, re appunto dei Goblin, è attorniato per tutto il film da mostriciattoli. Ma è proprio con quel film, visto allora, che imparai quella espressione, ovviamente mai sentita prima. Detto questo… complimenti come sempre!

    Rispondi
    • Evit

      27 Giugno 2021 alle 13:39

      Ciao Federico e grazie per il commento. Non è improbabile che possa essere stato un rimando a Stanlio e Ollio, è una buona ipotesi. In ogni caso l’unione di “allegro” e “vagabondo” fa subito simpatia e funziona a prescindere, magari sono io che cerco di trovarci qualche senso immediato.
      La tua testimonianza sull’arrivo della parola goblin è importante. In molti si sono affrettati a ricordarmi (come se non lo sapessi) che era già comparsa in vari “media”, dai manuali dei giochi di ruolo ai videogiochi ma, come confermi anche tu, nella sostanza non è una creatura con la quale il pubblico generalista italiano aveva familiarità. Anni ’80 le prime “comparsate” di “goblin”, ma ci sarebbe voluto un altro po’ di tempo prima che diventasse familiare a tutti. E per molti anni i goblin sono rimasti associati ad un’idea di mostriciattoli per lo più divertenti o spiritosi. Questo per rispondere ad alcune “critiche” ricevute per lo più su Facebook.

      Rispondi
      • Luke Atreides

        19 Dicembre 2021 alle 12:31

        Cara Evit,
        La parola Goblin arrivata in Italia nell’ottocento, però nella forma adattata o italianizzata.
        In italiano esiste un adattamento italizzante poco noto di Goblin, Gobelino, registrato nel Vocabolario di Battaglia nella forma plurale, con questa definizione: «Folletti della casa, che secondo l’immaginazione popolare abitavano nei granai e nelle dispense e provvedevano ad accrescere le provviste, derubando i depositi dei vicini».
        C’è un altro esempio fornito da Battaglia è ricavato dalla voce «Gobelini» del Vocabolario Universale Italiano della Società tipografica Tramater (1829-1840): «‘Gobelini’, specie di diavoli domestici, che si ritirano né più segreti luoghi della casa, sotto massi di legne ecc., e vengono nutriti coi più delicati cibi, perché portano ai loro padroni frumento rubato negli altrui granai».

        Ecco il collegamento delle definizioni fornite:

        http://www.gdli.it/JPG/GDLI06/00000953.jpg

      • Evit

        19 Dicembre 2021 alle 12:43

        Tante parole arrivano in Italia e sono documentate da secoli, che siano poi d’uso comune o immediatamente riconoscibili però è tutt’altra storia. L’incidenza evidenziata su ngram viewer mi sembra racconti molto sull’effettiva presenza nell’italiano dagli anni ’70 alla metà degli anni ’90. A volte le parole vengono usate e poi vanno in disuso per poi essere riscoperte più avanti (infatti ce ne sono tracce dal 1826 al 1834, sempre su ngram viewer, e poi niente fino a tempi più recenti della schermata che ho pubblicato). Interessante l’italianizzazione del termine, ti ringrazio per la scansione della pagina.

  • Phantom Dusclops'92

    15 Giugno 2021 alle 21:38

    Comunque su Italia 2 il film lo passano col ridoppiaggio. Ricordo di averlo beccato un paio di volte tra il 2012 e il 2015 e in entrambe le volte ricordo di aver sentito le battute sulla Katana, Shredder e il Power Glove che è bello e le voci di De Flaviis, Corvo, Dal Fabbro e Caprio.

    Rispondi
    • Evit

      15 Giugno 2021 alle 21:41

      Ti ringrazio per la segnalazione, verrà certamente da uno di questi la copia pirata che circola sulla rete. Immagino allora che sia cambiata la distribuzione e ormai il vecchio doppiaggio sia stato sostituito “ufficialmente”.

      Rispondi
    • Evit

      16 Giugno 2021 alle 08:42

      E Gobliiins dimostra ciò che ho già scritto nell’articolo, gli unici goblin che arrivavano qui in Italia erano mostriciattoli per lo più divertenti e non qualcosa di cui avere paura. Quindi usare goblin nei dialoghi italiani del 1992, in quella scena lì, sarebbe stato comunque fuorviante.

      Rispondi
      • mortovivente

        16 Giugno 2021 alle 09:00

        Credo che fossero già arrivati anche i goblin di Ghosts ‘n Goblins… confermando che sostituire goblin con fantasmi non è peccato capitale.

  • coach

    18 Giugno 2021 alle 14:12

    C’entra poco, ma nel Batman di Tim Burton ad un certo punto Harvey Dent parla di spiritelli e folletti, ho ascoltato in lingua originale e dice “ghosts and goblins”, non so se sia una citazione voluta o meno al videogioco dell’86 però mi ha sempre divertito!

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  • SAM

    15 Luglio 2021 alle 20:58

    Io sono un appassionato di videogiochi della prima ora e conosco quell’ epoca narrata nel film in prima persona.
    Faccio notare che il Power Glove era conosciuto e venduto in italia, c’erano pure le pubblicità su Topolino .
    E forse è per questo che nel primo doppiaggio gli cambiavano il nome .
    Ma avete fatto caso che tutto quello che riguarda la Nintendo , nel primo doppiaggio è stato cambiato ( tranne Super Mario, già allora famosissimo e che compare nel film )?
    Non è che è stato tutto cambiato perché non si voleva fare pubblicità aggratis del prodotti Nintendo ?
    Ricordo che il film era distribuito dalla Penta, cioè da Berlusconi, uno che sulle sue reti si guardava bene dallo trasmettere cartoni animati legati a linee di giocattoli famosi, se non era lui a possedere i diritti di merchandising.
    A confutare la mia teoria, c’è quel Tartarughe Ninja miracolosamente lasciato nel doppiaggio ita :; indovinate chi trasmetteva con successo il cartone sulle sue reti ?
    Alcuni errori del ridoppiaggio forse sono dovuti a qualche forma di censura : anche qui, sarà un caso che hanno eliminato il riferimento a Pee Wee Herman, attore comico per bambini che da lì a poco finirà in vari scandali sessuali, tra cui la pedofilia ?
    Magari sono malizioso io, e hanno cambiato iil riferimento a Pee Wee perché non lo conosce nessuno in Italia, però il dubbio mi rimane ( specie quando penso che da i SImpson hanno eliminato l’episodio di Micheal Jackson per gli stessi motivi).
    Per il resto, il film è una mezza schifezza: non solo è una vergognoso spot di un ora e mezza della Nintendo , ma in più i videogiochi vengono descritti come qualcosa in cui può essere bravo un ritardato .
    Serve aggiungere altro , a parte il fatto che la Nintendo non si rendeva conto di pagare della gente che facesse sembrare i suoi prodotti roba per rimbambiti ?
    P.S. la parola Goblin, negli anni 80 era conosciuta ,e lo dimostra che ci fosse appunto anche una band dallo stesso nome .
    inoltre essendo Goblin Valley un luogo davvero esistente, non andrebbe cambiato a prescindere ( come se io traducessi Spingfield “campo primaverile “)

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  • Gabriele Segapeli

    26 Febbraio 2022 alle 13:19

    Ciao Enrico, scusa per l’Off Topic ma in un gruppo Telegram a tema cinema ho saputo di una cosa curiosa relativo al film indipendente “Hidden Life” di Terence Malick: a quanto pare nella distribuzione nelle sale ha avuto un doppiaggio fatto a Roma, ma dopo è stato trasmesso su Sky con un nuovo doppiaggio fatto a Milano. Oltretutto pare che sto film non sia uscito in home video e quindi non si sa quale sia il doppiaggio “ufficiale”.

    Sai niente di questa faccenda e sul perché possano esserci stati due doppiaggi?

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    • Evit

      26 Febbraio 2022 alle 13:37

      È la prima volta che ne sento parlare (e lo aggiungo alla mia lista di ridoppiaggi). Quanto al perché è facile da immaginare. Sky si è accaparrata i diritti per trasmettere il film, ma non quelli sul doppiaggio cinematografico (in mano a Fox) e quindi pur di trasmetterlo lo ha fatto ridoppiare al minor costo possibile.
      Tra l’altro l’adattamento del primo doppiaggio è di Valerio Piccolo.

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