In questa puntata di Critica alla Critica tratto brevemente American Pie (o meglio, una sua critica).
Fatto per i teenagers, il filmetto (subito sminuito con “filmetto”. Certo, non è “Le ali della libertà” ma insomma che moralismo questi di La Repubblica! Sempre a cercare l’occhio della madre in ogni film! Poi si dice “teenager” e non “teenagers” perché le parole straniere non accettano il plurale) parla ai teenagers (teenager) di ciò di cui vogliono sentir parlare ma lo fa con leggerezza goliardica, esorcizzando contemporaneamente l’ansia da imbranataggine e quella da prestazione (i film si fanno anche con leggerezza, ma immagino i giornalisti di Repubblica preferiscano un realismo stile documentario, da film polacco con sottotitoli in tedesco). Nel repertorio tradizionale del filone, in ogni caso, gli smaliziati Weitz pescano a piene mani, da “American Graffiti” al “Laureato” (non direi a piene mani, un pochino. Ma per essere dei buoni critici italiani è sempre bene ricordare ai lettori di essere dei connoisseur del cinema a tutto tondo). E, in fondo, gli aggiornamenti sono più apparenti che reali. Gli argomenti restano sempre gli stessi: le turbe ormonali dell’adolescenza, la prima volta, la nostalgia dei bei tempi del liceo che, ahinoi, non ritorneranno più” (eh… ahinoi!).
(Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 1 novembre 1999)