Apro da ora una nuova rubrica chiamata “TITOLI ITALIOTI, QUANDO NON SGRAMMATICATI”, sottotitolo: “e altre insensate ricercatezze”. A questo punto già vi potete immaginare di che cosa andrò a parlare (della titolazione dei film stranieri), tuttavia sappiate che non mi prefisso lo scopo di stilare una pedante lista di titoli alterati, di tali liste ne potete già trovare svariate online, alcune di queste sono davvero tra il pedante e la pedata, con fazioni e scuole di pensiero in lotta tra loro; ci sono quelli che lascerebbero tutti i titoli originali non tradotti (voglio vederli poi alle prese con i titoli orientali o scandinavi) e altri che invece vorrebbero traduzioni sempre alla lettera (anche a scapito dell’impatto culturale o della comprensione). Con i metodi di titolazione non si può generalizzare, ogni titolo deve essere un caso a sé. Ci sono ovviamente quei casi in cui i distributori italiani giocano sporco cambiando il nome del film solo per questioni di mercato… questo argomento ritornerà spesso.
Invece della noiosa lista quindi, io, come al solito, mi dedicherò ad alcuni limitati casi che più mi hanno colpito oppure a gruppetti di titoli.
Prima di pubblicare l’episodio n°1 di questa rubrica mi sento in dovere di aggiungere alcuni preliminari riguardo la titolazione che, vorrei ricordare, è in mano all’azienda che distribuisce il film e non ai traduttori che si occupano dell’adattamento né al direttore di doppiaggio (anche se questi possono proporre dei titoli).
Titoli italioti: quattro modi possibili per sfregiare il titolo di un film
I titoli di film stranieri possono dunque essere sfregiati in questi quattro modi:
1) Traducendo il titolo in italiano in modo da alterare completamente l’originale
Scelta a volte giustificabile (Death Wish -> Il giustiziere della notte) altre volte più discutibile (Citizen Kane -> Quarto potere; Evil Dead -> La casa). Non entro nemmeno nel merito delle commedie romantiche che hanno sempre titoli immensamente assurdi ma probabilmente ideali per vendere il film sul momento. Comunque ritornerò a parlare in dettaglio di tutti questi titoli citati.
2) Lasciando il titolo in inglese e aggiungendo un sottotitolo esplicativo
Un sottotitolo che di solito dia una vaga indicazione sul genere di film, sia esso commedia, horror, romantico etc… (Sister Act – Una svitata in abito da suora; The Fog – Nebbia assassina; Lost in Translation – L’amore tradotto). Il sottotitolo serve lo scopo di rendere più immediato il genere di film anche per il pubblico che ha meno familiarità con l’inglese. Talvolta questo sistema regala anche piccoli sgraditi “spoiler” sulla trama stessa (Unbreakable – Il predestinato)
Ultimo caso e probabilmente il peggiore…
3) Lasciando il titolo originale con nessuna indicazione in italiano.
Perché peggiore? Perché succede, non di rado nell’ultimo decennio, che lascino in lingua originale proprio quei titoli impronunciabili e incomprensibili per la maggior parte degli spettatori italiani dai quali nessun distributore di film o serie TV si dovrebbe aspettare una vasta conoscenza dell’inglese (così come di nessun’altra lingua).
Perché “Desperate Housewives – I segreti di Wisteria Lane” ad esempio viene lasciato con il suo titolo originale? “Le casalinghe disperate” mi sembrava una degna traduzione e molti spettatori infatti lo chiamano proprio così. Adesso il titolo originale lo conoscono tutti ma quando la serie approdò in Italia ben poche casalinghe italiane conoscevano la parola “housewives” né tanto meno sapevano come pronunciarla. La disperazione delle nostre casalinghe italiane era nel pronunciare questo benedetto titolo.
Nonna che cosa hai visto ieri sera in TV?
Ho visto… come si chiama “aus…”, no aspetta, “desperat…” mah, insomma quelle quattro disperate su Rai 2!
Chiaramente l’ostacolo linguistico non è solo delle casalinghe, ma anche per tanti tanti altri.
4) Cambiare il titolo in inglese… con un altro titolo in inglese
L’ultimo caso è quello in cui titoli in lingua inglese vengono sostituiti con titoli sempre in inglese: “Layer Cake” diventa “The Pusher”, “How to Train Your Dragon” diventa “Dragon Trainer”, “Slumdog Millionaire” diventa semplicemente “The Millionaire”. Questa usanza a mio parere deprecabile presumo si basi sull’idea che un titolo in inglese faccia più tendenza e attiri il pubblico giovanile… ma sì, affanculo i vecchi! Che stiano a casa, che al cinema vogliono pure la riduzione!
Attaccarsi ad una formula in inglese dovendola in qualche modo semplificare per facilitarne la comprensione al pubblico italiano è quanto di più rappresentativo dell’Italia stessa: un paese che si è appassionato alla lingua inglese ma questa il più delle volte è conosciuta solo superficialmente e ha bisogno di un “aiutino”, di una versione… semplificata, alla portata di chi solitamente sovrastima le proprie conoscenze linguistiche.