Dopo aver saputo che De Niro è stato ospite a Sanremo con ben due interviste ed essendo un appassionato di cinema mi sono andato a vedere questo “storico” momento sul sito Rai. Sempre che quella robaccia a cui ho assistito si possa definire “intervista”. Una delle più imbarazzanti mai sentite. Che spreco.
A parte le domande sceme, mal poste e mal preparate, l’elemento più scioccante è stata la presenza della Canalis nell’improvvisato ruolo di interprete. Sciagurato chi ha pensato di farglielo fare.
L’intervista della Canalis a Robert De Niro
Inizia la Canalis, senza infamia e senza lode, traducendo alcune cose dette da Morandi, tutto da copione, quindi preparato in precedenza. Morandi dice che i genitori di De Niro andarono in America e il loro nome fu alterato in quello che oggi conosciamo, “De Niro” appunto. L’attore risponde in italiano dicendo di credere che sia successo proprio questo (nota: i nomi stranieri venivano spesso alterati al momento della registrazione, spesso a causa dell’analfabetismo dei migranti che non sapevano scrivere il proprio nome né tanto meno pronunciarlo in un italiano chiaro e comprensibile).
La Canalis si sorprende nell’udire De Niro rispondere in italiano ma si sente comunque in dovere di tradurre per lui la domanda che Morandi gli ha appena posto e a cui De Niro ha già risposto, anche sbagliando adaptation con adaption. Lo so, sono pignolo, ma che figura con De Niro! Considerato che lei si vanta di andare e venire dagli Stati Uniti e di incontrare personaggi famosi continuamente!
Poi la Canalis continua con delle domande “sue” esprimendosi con lisca in bocca e leggendo dal copione:
Canalis: dze amazins dzing iz that you are not just Italian, you care a lot about… of your Italian origins. Even if you are even French, Irish, Dutch, German.
De Niro: Yes… true.
Canalis: Uai?
De Niro: Why do I… (?)
Morandi: Why you prefer Italian?
Subito arriva in aiuto Morandi, togliendo dai pasticci la Canalis e il suo “uai?”. Rileggendo la frase della Canalis si capisce perché De Niro non avesse compreso che si trattasse di una domanda, manca l’intera costruzione grammaticale della forma interrogativa, il più classico degli errori.
Già a questo punto dovrebbe partire l’allarme AWKWARD MOMENT! Cioè il momento IMBARAZZANTE. Ma che intervista è, mi chiedo mentre ascolto, sentendomi imbarazzato per il povero De Niro. Non tanto per lo stentato inglese ma per questa intervista completamente campata in aria, con domande tra l’imbarazzante e l’imbarazzato e dove gli intervistatori parlano sopra all’intervistato al punto da non notare quando De Niro dice che è in parte italiano ma anche in parte albanese, un particolare che io ad esempio ignoravo, così come molti altri spettatori ne sono certo. Per coloro che non capiscono l’inglese, mi dispiace ma la Canalis non lo ha tradotto per voi, persa nel ritardo delle sue interpretazioni.
Per continuare la scena pietosa Morandi insiste con altre domande al limite della banalità:
Morandi: io invece vorrei sapere qualcosa dell’America. Come è stata la sua infanzia a Little Italy… you live in… when you were…was baby…
La Canalis cerca di salvare Morandi (uno zoppo che sorregge lo storpio).
Canalis: au… au was your childhhhood in Little Italy? We’re very curious, you know.
La risposta di De Niro viene tradotta dalla Canalis, ma De Niro corregge questa traduzione sui generis con l’effetto di aumentare l’imbarazzo generale quando le va a chiedere come si traduce “gentrified” in italiano. La Canalis come una scema guarda Morandi e gli scandisce meglio la parola, Morandi ovviamente le dice “sei tu che sei americana, eh”, “hai ragione, m’ha spiazzato” risponde la Canalis seguita da un applauso di incoraggiamento del pubblico. Cara Canalis e cari direttori RAI, è per questo che di solito vengono assunti interpreti professionisti quando si fanno interviste del genere e non una soubrette fidanzata con attore americano che già parla un italiano zoppicante.
L’intervista imbarazzante prosegue con Morandi che chiede se sia vero che De Niro da piccolo era chiamato Bobby Milk. De Niro, monosillabico, conferma. But uai? Perché beveva molto latte, spiega De Niro. Morandi allora replica, anche io da piccolo bevevo molto latte, anzi, cantavo una canzone proprio sulla mamma, sul latte… che cazzo ne sa De Niro e soprattuto che gli frega di te che cantavi della mamma e del latte? Boh. De Niro annuisce non capendo e sicuramente sperando che le domande stupide finiscano presto.
Invece no.
Canalis dice che De Niro ha ricevuto la cittadinanza italiana nel 2006 e che recentemente ha dichiarato di volersi trasferire qui, gli chiede se questo è vero.
Canalis: you received the Italian tzitizenship in thuthausend six (2006) and you recently said that one day you would like to move hhhere. Is it true?
De Niro: Well, I might, you never know… you never know.
Canalis: You didn’t zay dat?
De Niro: uh?
Canalis: You didn’t zay dat? Dat one day you woul like to move…
La risposta di De Niro è diplomatica: forse, chissà, non si può mai sapere, ma Canalis si confonde e non capisce se De Niro stia in qualche modo negando l’esistenza di un’affermazione simile (You didn’t zay dat?). Il dialogo più semplice del mondo si sta ingarbugliando in maniera esponenziale.
Comunque, a quanto pare no, De Niro non ricorda di aver mai dichiarato una cosa simile, l’imbarazzo aumenta sia tra gli intervistatori che l’intervistato.
Morandi non comprendendo bene la risposta data da De Niro chiede chiarimenti.
Morandi: ma ha detto che vorrebbe anche VOTARE in Italia?
Non lo aveva detto, ovviamente. Ma insomma Morandi, che vai a capire? Non complichiamo una situazione già inutilmente incasinata!
Seguono altri piccoli scambi di frasi insignificanti e imbarazzanti, poi…
Canalis: adesso mi piacerebbe fare una domanda sui suoi film e sulla sua carriera. (Sentiamo le grandi domande!)
Morandi preoccupato aggiunge: falla tu la domanda (già temeva di doverla fare lui, povero Gianni)
Canalis: if you could shoot just only one off your movie and putit in a time capsul and to be able to see it in a hhhundred years, which one would you choose?
Cioè Canalis gli sta ponendo questa importante domanda: “se dovessi scegliere uno solo dei tuoi film per metterlo in una capsula del tempo e rivederlo tra 100 anni, quale sceglieresti?”. Chi non si fa domande simili dopotutto.
La risposta di De Niro era Raging Bull (in Italia intitolato Toro scatenato). Morandi, non riconoscendo il titolo americano del film, giustamente chiede alla Canalis: “qual’era il titolo in italiano di questo?”. Canalis con la mano fa il gesto di “aspetta che non me lo ricordo” e dopo aver cercato di evitare la domanda dice: “Eraaaa… Toro Scatenato. Toro Scatenato”. Sembrava una studentessa a cui non sovviene una data durante l’interrogazione di storia.
Morandi: a me piace moltissimo “Taxi Driver”, come si dice?
Canalis: “Taxi Driver”
Ma non come traduce il titolo del film, cretina! Morandi voleva che gli traducessi “a me piace moltissimo”.
Morandi: e “C’era una volta in America”, il nostro grande Sergio Leone. (applauso)
De Niro: “Taxi Driver” and what was the other?
Morandi alla Canalis: Diglielo, “Taxi Driver” e “C’era una volta in America”.
Canalis: “C’era una volta in America”. Sergio Leone movie.
De Niro: “Once Upon a Time”… Sergio Leone. (OK, l’ha capito da solo, meno male altrimenti facevamo notte)
Parlando invece del nuovo film “Manuale d’amore 3”, che De Niro è venuto a reclamizzare (e unico vero motivo che lo tiene ancora seduto lì), ci si chiede quanto sia stato difficile per De Niro parlare italiano:
Canalis: so you had to speak Italian. Hhhau hhhard it was?
pronuncia a parte, la forma interrogativa richiede l’inversione di verbo e soggetto (non “How hard it was” ma “How hard was it?”), è l’abc della grammatica inglese ed è uno dei motivi principali per cui all’estero gli italiani non si fanno capire molto.
All’ultimo poi si rovina con un dialogo al limite del comprensibile:
Canalis: Allora, saying goodbye [risate comprensibilmente isteriche] and leaving the stages saying to repeat this after you, to repeat that scene of the movie where you say “ti amo” to Monica Bellucci… I don’t wanna die…
Morandi: facci vede’, it’s easy!
Credo che volessero dire che prima di salutarsi, vorrebbero invitare De Niro a re-inscenare il momento del film Manuale d’amore 3 dove lui dice “ti amo” a Monica Bellucci. Intanto noi abbiamo capito che è Clooney che sta imparando l’italiano ma non il contrario.
Parafrasando una celebre citazione da I Soliti Ignoti: “Fare l’interprete è un mestiere impegnativo, ci vuole gente seria, mica come lei! Lei, al massimo…può andare a lavorare!“
L’inglese di Morandi era sicuramente più raffazzonato ma sincero e assolutamente perdonabile, però, caro Morandi, saprai pur cantare e presentare ma le interviste non le sai fare; che razza di domande si erano preparati in Rai? Morandi e Canalis insieme sono riusciti a rovinare l’occasione di un’intervista con De Niro, al quale, si sa, non piace molto essere intervistato (e dopo questa scena pietosa si capisce anche il perché!).
Da vedersi è piuttosto l’intervista di Fabio Fazio a De Niro nel programma Che tempo che fa del 21/02/2011, cioè pochi giorni dopo questo indegno spettacolo.