La titolazione italiana dei film americani può essere molto ballerina, come abbiamo avuto modo di scoprire in questa mia storica rubrica “titoli italioti“. Spesso i distributori facevano leva su precedenti titoli di grande successo dello stesso genere per orientare o talvolta per gabbare il pubblico italiano (Balle spaziali 2 ce l’ho con te). Nel settembre 1983 arriva nelle sale italiane Flashdance in un’epoca in cui i film sul ballo andavano già alla grande. Dopo il suo grande successo, come è facile prevedere, la parola chiave per il resto del decennio sarebbe stata “DANCE” e i derivativi qualcosa-dance! Ma quanti di questi titoli… saranno famosi? [Dovevo farla questa battuta.]
Flashdance e i “qualcosa-dance”: lista dei titoli alterati per il mercato italiano
Ecco la lista dei film di ballo usciti in Italia successivamente a Flashdance, con il loro titolo italiano messo a confronto con il titolo originale. L’anno è quello di uscita nelle sale italiane e la fame di qualcosa-dance era tanta! Il primo e più lampante è CRAZY DANCE. Che in originale si chiama semplicemente… Sandy.
Crazy Dance (titolo originale: Sandy, 1983)
Visto del 16 dicembre 1983, distribuzione CINEDAF. Film francese con interprete la cantante Sandy Stevenson. VM 14 “con il divieto della visione a minori degli anni quattordici per il turpiloquio di cui ridondano i dialoghi.“. Già solo per questo vorrei sapere cosa dicevano nell’adattamento italiano. Non penso di aver mai sentito di un divieto ai minori di 14 affibbiato per il solo turpiloquio!
Immaginiamo di essere nell’anno 1983, Flashdance è già un successo conclamato e arriva questo film su una donna che canta e balla… ed è presto fatto: Crazy Dance. Ma perché “crazy”? Non c’è niente di “folle” nelle scene di questo film francese. Probabilmente voleva essere un richiamo alla parola “Maniac”, della famosa canzone della colonna sonora di Flashdance. Forse chiamarlo Maniac Dance era troppo “sgamato”.
La locandina originale di “Sandy” dà tutt’altra sensazione, ma è innegabile che gli artisti italiani fossero imbattibili in quanto a locandine cinematografiche in quei decenni. Delle vere e proprie opere d’arte pop.
Breakdance (titolo originale: Breakin’, 1984)
La Cannon Film si butta a pesce sul genere del momento, incassando anche un discreto successo. “Breaking” è il verbo associato alla breakdance (traducibile con “fare/ballare la breakdance”), il titolo arriva in Italia più semplicemente (e sensatamente) come “Breakdance”, che è anche un bel richiamo alla formula qualcosa-dance iniziato da Flashdance. Si sono dovuti allontanare poco in questo caso. Del resto è la Cannon dei cugini Golan e Globus che per prima generava titoli “furbi”. Visto censura 13 luglio 1984.
In punta di piedi – Street Dance (1984)
Il 20 luglio 1984 viene concesso il nullaosta al film italiano di Giampiero Mele “In punta di piedi“, ed è una mia teoria (basata sulla grafica della locandina) che il sottotitolo STREET DANCE sia stato aggiunto solo in un secondo momento, durante la post-produzione, dopo essersi assicurati l’uso della canzone Street Dance del gruppo Break Machine. Un’ottima occasione per inserire un qualcosa-dance da qualche parte e sfruttare la parola chiave del momento. In un programma di Paolo Pecora dell’epoca vengono mostrate clip del film, presumibilmente in anteprima. In queste il film viene chiamato semplicemente “In punta di piedi”, questo ad avvalorare la mia ipotesi che la dicitura “STREET DANCE” possa essere stata aggiunta soltanto nelle fasi finali. Compare nel poster e nei titoli di inizio del film.
E nonostante non sia un film importato dagli Stati Uniti, anche questo qualcosa-dance ce lo siamo portati a casa.
Breakin’ – Electric Boogaloo (tit. originale: Breakin’ 2: Electric Boogaloo, 1985)
8 marzo 1985, il seguito di Breakin’ arriva sul tavolo della censura italiana. Anche se il distributore è lo stesso, ignora volutamente che il primo film fosse intitolato Breakdance e sfrutta il titolo originale: Breakin’, rimuovendo quel “2”, spacciandolo a prima vista come un film totalmente slegato, almeno per lo spettatore più disattento. Quello che alla vista di un 2 potrebbe dire “ma io non ho visto il primo” e sceglierebbe di vedere altro in sala.
Parlando del titolo, non posso non menzionare che in America, dopo l’immenso flop che fu questo film, la dicitura in rima “…two, electric boogaloo” divenne quasi da subito uno sfottò per i sequel pessimi. Allo stesso modo in Italia bastava aggiungere “la vendetta” ad un qualsiasi titolo per denigrare il seguito o anche la sola idea di un seguito. Nel nostro paese questo è accaduto grazie a due casi esemplari: Rambo 2 – La vendetta (1985) e Lo squalo 4 – La vendetta (1987). Dopo questi due film (e per tutti gli anni ’90 a seguire) è bastato aggiungere “la vendetta” ad un qualsiasi titolo per fare lo stesso sfottò di “electric boogaloo”. Era un meme dell’epoca, prima ancora che esistesse la parola “meme”.
Scratch Dance (titolo originale: Heavenly Bodies, 1985)
Il film canadese Heavenly Bodies (=corpi celestiali) dopo aver ottenuto il nullaosta il 30 marzo 1985 arriva nelle sale italiane distribuito da Medusa per poi scomparire PER SEMPRE! Nessuna uscita in VHS, nessun passaggio televisivo a me noto. Scomparso insieme al suo doppiaggio. “Spazzato via dalla furia di Dio” (cit.). Ne conservo una locandina originale (del grande illustratore Enzo Sciotti) e la voglia di ritrovarlo in pellicola 35mm perché casca tra i film bizzarri/divertenti con un doppiaggio perduto. Di nessun valore collezionistico, solo valore “trashistico”.
Trama: tre donne lasciano il loro impiego per aprire una palestra di aerobica. Ma dopo aver sistemato il locale per la loro attività arriva un avviso di sfratto, è il capitalismo che vuole trasformare tutto in un centro commerciale (o qualcosa del genere) e in qualche modo c’entra una palestra avversaria. Una particolare sfida di aerobica con la palestra avversaria sarà l’unico modo per annullare lo sfratto (???) e chi sviene per ultimo in questa maratona di ballo si tiene l’edificio!
Non penso serva altro per farvi desiderare la visione di questo film che purtroppo è difficile da recuperare persino in lingua originale! La scelta di intitolarlo “scratch dance” in italiano rimane a me oscura, ma capisco che per i distributori italiani fosse da inserire a tutti i costi nel filone del “qualcosa-dance” in quel momento molto in voga. Lo “scratch” è la tecnica di “graffiare” i dischi di vinile adottata dai DJ per generare suoni ritmici tipici del genere hip hop. Quindi il titolo farebbe ripensare ad una danza hip hop e alla breakdance. Ignoro però se sia mai esistito davvero il termine “scratch dance” del parlare comune del 1985. Anche perché nella (splendida) colonna sonora del film, non c’è una singola canzone hip hop.
Il titolo tedesco forse rende più chiara questa bizzarra sfida di “ballo”: Himmlische Körper – Aerobic nonstop.
Dance – Voglia di successo (titolo originale: Fast Forward, 1985)
Con il nullaosta del 1 agosto 1985 il film Fast Forward di Sidney Poitier viene distribuito nelle sale italiane dalla Columbia Pictures con il titolo Dance – Voglia di successo. Difficile non pensare al più celebre “Saranno famosi”(Fame) di soli cinque anni prima, il sottotitolo “voglia di successo” è concettualmente identico. Non a caso Mario Guidorizzi nella sua guida al cinema americano lo definisce “un Saranno famosi in tono più dimesso”. Paolo Mereghetti nel suo dizionario si esprime così: non si sa se saranno famosi. Di sicuro sono già visti e stravisti. La Stinkers Bad Movie Awards quell’anno lo candida come “film peggiore”, il primo premio tuttavia andò al produttore Irwin Winkler per il suo Revolution (1985) con Al Pacino.
Questo film segna l’insorgere di un nuovo titolo, quello in cui basta anche solo la parola “dance” e così nella seconda metà degli anni ’80 ai titoli “qualcosa-dance” si aggiungono anche i “dance qualcosa”.
Dance Academy (1987?)
A proposito di film oscuri! Questa insospettabile produzione RAI del 1987 co-sceneggiata dai fratelli De Angelis (anche noti in campo musicale come Oliver Onions) ottiene il visto censura il 9 ottobre 1987 con il titolo “Dance Academy” e titolo alternativo: “Dance Academy (Scuola di ballo)“. Dunque nel 1987 è pronto per la distribuzione, ma la dicitura “anno edizione 1988” unita all’irreperibilità di una qualsiasi locandina cinematografica e a una documentata VHS RCA Columbia praticamente introvabile mi fanno sospettare che questo film sia andato poco lontano in Italia. Al momento è visionabile su YouTube in lingua inglese, in qualità VHS. Un suo titolo alternativo per l’estero è Body Beat.
Nel 1989 lo stesso regista (Ted Mather) realizza un seguito inedito in Italia, Dance to Win, prodotto dai De Angelis. Prima di sparire dalla faccia della Terra, Ted Mather dirigerà anche un altro film di ballo, sempre prodotto dai De Angelis, Faith (1990), anche questo inedito in Italia.
Dance Party (The In Crowd, 1988)
Trama: Nel 1965 per i giovani di Philadelphia la massima aspirazione è entrare a far parte del gruppo di danzatori che Perry Parker addestra, guida e presenta in televisione.
Il titolo italiano Dance Party (titolo originale: The In Crowd) è un’invenzione per alcuni mercati esteri (Italia, Brasile, Grecia, Spagna, Germania). La parola “in” del titolo originale è stata certamente scelta pescando dai colloquialismi nati dai giovani degli anni ’60 e lo stesso si può dire della parola “party” del titolo italiano (ricordate Hollywood Party del 1968?), a patto però di sapere a priori che il film è ambientato in quegli anni, altrimenti è facile che il titolo Dance Party possa “scomparire” tra i tanti titoli dance-qualcosa o qualcosa-dance che hanno riempito le sale italiane per un decennio.
Esiste in VHS e in qualche sito illegale è addirittura acquistabile anche in DVD (non ufficiale), ma se lo acquistate fate piangere mamma SIAE.
L’originale Erotic Dance (Lambada, 1990)
Dopo il “divorzio” dei due cugini fondatori della Cannon Film, Golan e Globus, in una mossa poco lungimirante e per niente infantile, decidono di competere l’uno contro l’altro nella produzione di due film di ballo che sfruttassero il successo della canzone “Lambada” dei Keoma del 1989. Yoran Globus produrrà il film intitolato Lambada, che però non aveva i diritti di usare la canzone Lambada, mentre il cugino Menahem Golan produrrà e farà uscire in contemporanea The Forbidden Dance che invece aveva la ambita canzone ‘Lambada’ nella colonna sonora ma non il diritto di usare la parola ‘Lambada’ nel titolo del film. Problema ovviato da un comico adesivo riportante un avviso di questo tipo: “con la veramente vera canzone dei Kaoma”.
Entrambi i film andarono malissimo al botteghino.
L’arrivo di Lambada in Italia si fa inutilmente complicato.
Il film Lambada prodotto da Globus arriva in Italia (visto censura 30 marzo 1990) con un titolo che forse un giorno qualcuno ci spiegherà: L’originale Erotic Dance. Di questo esistono solo le locandine cinematografiche perché successivamente la versione italiana sembra sparire dalla faccia della Terra. A complicare le cose, in anni più recenti ci si mettono anche i siti web che lo riportano un po’ ovunque con un titolo alternativo: Il ballo proibito. Questo non può che generare confusione nell’utente che cerca informazioni sui due film, visto che The Forbidden Dance prodotto da Golan è arrivato nelle sale italiane e in VHS come… Il ballo proibito.
Vi fa male la testa? Lo capisco. Che io sappia, Lambada prodotto da Globus non si è MAI chiamato Il ballo proibito. È solo un errore propagatosi ai tempi di internet che sarà partito da un singolo utente comprensibilmente confuso dai due film usciti in contemporanea sullo stesso tema.
Voglio aggiungere ulteriore confusione avvisando che questi film non sono da confondere poi né con Salsa (1988), prodotto quando ancora i cugini lavoravano insieme sotto il marchio Cannon Films, né con Lambada (1990) di Giandomenico Curi, con visto censura datato 22 marzo 1990, quindi precedente a quelli di Golan e di Globus. Il sospetto è che “L’originale Erotic Dance” abbia questo titolo italiano proprio perché Giandomenico Curi gli aveva “soffiato” il titolo “Lambada” neanche 8 giorni prima. Il che sarebbe una specie di giustizia poetica visto il modo di lavorare dei cugini Golan-Globus.
Ma la scelta del titolo “ballo proibito” c’entra qualcosa con Dirty Dancing – Balli proibiti del 1987? Di sicuro ha aiutato il fatto che già in originale ci fosse la parola “forbidden” (proibito) nel titolo, questa coincidenza deve aver dato ai distributori italiani una sorta di lasciapassare morale. “È come se fosse una licenza di rubare, è la licenza di fare qualsiasi cosa”. Se avete capito la mia sottile citazione da Quei bravi ragazzi siete miei amici.
Tra i film pornografici di quello stesso anno, menziono Lambada bestiale (visto censura giugno 1990). Decisamente un anno caldo per la lambada.
Combat Dance – A colpi di musica (Rooftops, 1990)
Dopo 10 anni dal primo film di Star Trek (1979), il regista di West Side Story, Robert Wise, torna alla regia con Rooftops (1989), film presumibilmente danzereccio su gang di New York che si sfidano a colpi di ballo (dai tetti? Per questo si chiama rooftops? Boh). Rooftops arriva in Italia un anno dopo (visto censura del 3 giugno 1990, uscito al cinema l’11 agosto), ottenendo lo stesso successo che aveva avuto in patria. Nessuno.
La Cecchigori lo distribuisce con il titolo “qualcosa-dancesco” di Combat Dance – A colpi di musica. Il ballo da combattimento a cui si riferisce il titolo italiano è il capoeira brasiliano, quindi più che ballare in questo film se menano. Il blog amico Il Zinefilo di Lucius Etruscus, nell’articolo Combat Dance (1989) Amore e capoeira, lo definisce “la prima ed unica vera storia che parla davvero di amore e capoeira.” ma anche “una noia mortale”. E se lo dice l’esperto di film di serie Z, vi dovete spaventare. Come documentato da Lucius, la storia home video di Combat dance inizia al cinema e termina in VHS, che comunque è molto più di quanto abbiano avuto altri film di questa lista.
Lucius, ti rubo la schermata del titolo italiano, per cultura!
Andatevi a leggere l’articolo di Lucius sull’unico film di amore e capoeira.
Sesso supersexy in Fleshdance (Fleshdance, 1990)
Devo chiudere con un film per adulti quindi mandate a letto i bambini. Sto parlando di Fleshdance, un film porno del 1985 arrivato in Italia nel 1990. A chi ha familiarità con la lingua inglese non sfuggirà l’ironia di essere stato distribuito dalla D.I.C. (si pronuncia esattamente come dick, “cazzo” in inglese). Non posso esimermi dallo spiegare che la parola “flesh”, cioè “carne”, è sempre stata associata ai titoli pornografici di lingua inglese. Quelle piccole storpiature comiche che esistono sicuramente in tutte le lingue (“casalinga – casalinGUE!” cit.). Il titolo più famoso tra questi flash trasformati in flesh è sicuramente Flesh Gordon – Andata e ritorno… dal pianeta porno, ma qui divaghiamo. In Italia arriva con il comico scioglilingua Sesso Supersexy in Fleshdance di cui mi sfugge un po’ il senso ma forse non doveva averne. Di sicuro la sua forza sta nelle allitterazioni.
La locandina di Sesso Supersexy in Fleshdance (tre secondi di orologio per dirlo per intero) l’ho trovata in un servizio giornalistico su uno dei pochi cinema pornografici ancora esistenti. Reliquie non facili da trovare evidentemente.
Con gli anni 90 finisce la mania dei titoli qualcosa-dance. Sarebbero ritornati copiosi negli anni 2000, ma solo perché il genere è tornato di moda (almeno per i più giovani) in un’epoca in cui non si traducono più i titoli, quindi una qualsiasi “qualcosa dance” originale rimarrebbe tale e quale in italiano.
I qualcosa-dance omessi
I titoli volutamente ignorati quando ho stilato questa lista sono: Dance Music (1984) di Vittorio De Sisti, i documentaristici Dance Craze (1981) e Dance Factory (1982); poi ho ignorato Slamdance – Il delitto di mezzanotte (1987) che, come suggerisce il sottotitolo, è un thriller e non un film “di ballo” (titolo originale: Slam Dance); Boogie Dance (1988) perché il titolo originale è identico, sebbene in italiano si aggiunga un secondo titolo “Nome di una figura”. Square Dance – Ritorno a casa (1988) è un altro qualcosa-dance che però non casca nel filone di ballo, si tratta invece di un drammatico-sentimentale con Winona Ryder, parla di una ragazza di campagna e dei suoi problemi ad adattarsi alla vita in città. Lo “Square dance” del titolo originale (e di quello italiano) non è altro che la quadriglia, ballo adorato dai campagnoli americani di origine europea.
Abbiamo finito.