Questa è una lista di alcuni forzati inglesismi che traduttori improvvisati rischiano disgraziatamente di far diventare parte dell’italiano di tutti i giorni; alcuni di questi sono molto comuni soprattutto nelle serie TV ma spesso l’origine è giornalistica.
“Maschio alfa” (alpha male) invece di “maschio dominante”
La parola italiana “dominante” offre già di per sé la spiegazione del suo significato. Nel campo dell’etologia si definisce “alfa” quell’animale che occupa il ruolo di “capo” in un gruppo di simili (comportamento molto comune tra i mammiferi); in generale è quello che per primo ha diritto di mangiare e di accoppiarsi in quanto più forte e affermato individuo del gruppo.
Questo cosiddetto “maschio alfa” lo abbiamo sentito nominare spesso da numerosi giornalisti ignoranti che, nell’assai poco scandaloso caso di Wikileaks, si improvvisarono anche traduttori con risultati tragici; difatti nel sentire Putin esser definito come “maschio alfa” la maggior parte degli italiani rimase un po’ perplessa; il termine in italiano è piuttosto settoriale e non certo d’uso comune (come se adesso chiamassi le mandorle “amigdale” o se sostituissi la parola “luce” con “radiazione”… “mi metto gli occhiali da sole perché questa radiazione mi abbaglia!”, “accendi la radiazione, non si vede niente in questa stanza buia”). Avremmo avuto una qualche reazione nel sentir dire invece che Putin era considerato “maschio dominante”, sicuramente un’espressione comprensibile a tutti e che ci avrebbe dato un’idea di quanto fossero sceme alcune di quelle relazioni inviate dagli ambasciatori statunitensi (roba da rotocalco da parrucchiera; indubbiamente meritati quegli stipendi da 6-10.000 euro al mese dati agli ambasciatori per fare del gossip da quattro soldi!).
Questa del maschio alfa è una delle tanti concetti legati unicamente alla cultura americana (gli unici al mondo che ancora parlano di razze) dove piace fare paralleli tra animali selvatici che inseguono gazzelle nella savana e mammiferi che cacano nella tazza del cesso, equiparandoli. In alcuni casi questi concetti sono spinti verso una deprecabile quanto inutile “etologia sociale” in cui il maschio alfa è inteso come l’individuo di maggior successo nella società (in un mondo capitalista e arrivista); lo stesso individuo che magari allo stato selvatico si dovrebbe accontentare degli avanzi della gazzella, quelli lasciatigli dal branco.
Quindi se in America definire un individuo come “alpha male” ha un suo senso (per quanto linguisticamente e culturalmente deprecabile), in Italia, anche traducendo correttamente il termine “alpha male” come “maschio dominante”, rimane una definizione che applicata ad un essere umano lascia proprio il tempo che trova. Mi auguro di non sentire più sciocchezze come “maschio alfa” e spero che il termine “maschio dominante” rimanga giustamente relegato ai documentari di SuperQuark sui leoni del Serengeti e non usato per descrivere capitani d’industria o personaggi molto autoritari.
“Caucasico” (caucasian male)
In italiano non ha senso dire caucasico a meno che non si parli di una persona che viene dalla regione del Caucaso. La vogliamo finire col tradurre “caucasian” con “caucasico”? Davvero non si sopporta più. In italiano semplicemente non ha senso ed è stupido che ci venga propinata questa baggianata ad ogni scienti-poliziesco che vediamo in TV. Purtroppo di recente l’ho sentito anche nei telegiornali RAI e la cosa è gravissima. Nello stesso articolo che ho ritrovato online sul sito del TG1 si legge “si stanno setacciando gli archivi dei Cold Case per vagliare analogie con casi analoghi“. Evidentemente il giornalista era patito/a di serie TV americane. Ci vorrebbe una punizione medievale per questi professionisti che diffondono ignoranza così gratuitamente.
Già l’argomento è delicato perché sono tutte definizioni provenienti da quei razzisti degli americani, quelli che credono che “italiano” sia un’etnia e parlano di “razze” come se esistessero razze al di là di quella umana. Che si trovino nelle serie TV e nei film americani ha senso, così parlano loro. Ma che questo trovi spazio nella TV italiana è grave.
Di traduzioni errate dalle serie TV si parla anche in questo divertente articolo.
“Computers”
Nei doppiaggi talvolta si sente parlare di computers. È una regola grammaticale che le parole straniere non abbiano il plurale. Difatti in Italia non guidiamo camions, non guardiamo films, le star del cinema (non stars) non hanno molti fans ma molti “fan”. Non beviamo nei bars né ci ubriachiamo nei pubs, non prenotiamo dei tickets né ci piacciono i leaders. Guerre stellari ha tre prequel ma non tre prequels.
Per lo stesso motivo “The Simpsons” in Italia sono stati intitolati “I Simpson” (e non “I Simpsons“) e “Family Guy”, per fare un parallelo con i Simpson, si chiama qui da noi “I Griffin” (e non “I Griffins“).
Inoltre TUTTI sanno oramai che spesso termini medico-scientifici (ma non solo) vengono maltradotti: i soliti esempi stranoti sono nitrogen che diventa nitrogeno invece di azoto (vedi Alien, 1979 e moltissimi, innumerevoli altri film), scalpel diventa scalpello invece che bisturi, il Castor Oil dei cartoni animati dovrebbe essere olio di ricino e non olio di castoro (questa mi ha sempre fatto ridere), silicon non è silicone ma silicio etc, etc… questa lista ormai la sapete tutti no?
Fanno ridere poi i finti saccenti, i furbèga masticabrodo, che vanno a farsi delle sciocche ricerche sul vocabolario (rispolverato soltanto per l’occasione e magari unico “libro” in casa) per sostenere pubblicamente (sentendosi anche molto scaltri) che la parola nitrogeno esiste come locuzione arcaica e che di conseguenza la traduzione “nitrogen = nitrogeno” non è del tutto errata, anzi, addirittura benvenuta! Beh, cari miei nitrogenisti, nel film o cartone che sia, parole inglesi come silicon o nitrogen non sono oscure e arcaiche ma, bensì sono parole molto comuni che qualunque spettatore può comprendere anche non conoscendo gli arcaismi della propria lingua, quindi tradurre nitrogen come nitrogeno sarebbe comunque un errore anche supponendo per assurdo che il traduttore abbia volutamente scelto di usare una parola arcaica della lingua italiana. Se in originale non era una parola arcaica non si capisce perché lo possa essere nella traduzione italiana.
Altrimenti, seguendo un simile ragionamento potremo aspettarci di sentir tradotta la storia di Dickens “A Christmas Carol” come “Una caròla di Natale“. Il film “A letto col nemico”, perché non chiamarlo “Nel talamo col nemico“? Perché non tradurre “desktop” come “deschetto”? Il film di animazione “Cattivissimo me” sarebbe indubbiamente traducibile come “Reprobo me“!
La colpa di questi errori molte volte sta nelle traduzioni fatte a tamburo battente, in fretta e furia, perché oggi giorno il tempo è denaro, tutto deve essere fatto in grosse quantità e con poca cura, senza contare che i fan italiani delle serie televisive americane esigono prodotti doppiati il più presto possibile, così da potersi godere una visione quasi in contemporanea con l’uscita in America… salvo poi lamentarsi che la serie in lingua originale era molto meglio sotto tutti i punti di vista.