Durante i primi 5 minuti del film ho scherzato con il mio amico Fibrottolo dicendo che forse ogni inquadratura di questo film è stata rubata da un altro film campione di incassi (ma principalmente Jurassic Park, il Mondo Perduto e molti altri di Spielberg). Sebbene si tratti di un esagerazione, guardandovelo con questa idea in testa potreste sorprendervi… e non è una cosa buona.
Non so quale sia il consenso generale riguardo questo film ma dopo la morte di Bryan Cranston (al minuto 40 su 123′) direi che il film, da piattamente promettente, si trasforma in una catastrofe di insensatezze ad ascesa logaritmica che fanno sembrare Prometheus e Independence Day due capolavori di sceneggiatura.
Purtroppo, al contrario di questi due film, Godzilla 2014 non incuriosisce né diverte.
Ho un interesse pari a zero per quanto riguarda i film della serie Godzilla, onestamente non ho mai capito come gli americani ne siano tanto affascinati; ricordo ancora un Godzilla del 1998 unicamente perché fu tra i primi titoli ad uscire in DVD in Italia e nessuno lo voleva comprare, gli italiani se lo sono visto esclusivamente sui Sony Trinitron esposti nei negozi quell’anno, incuriositi dalla nuova tecnologia video più che dal film stesso. Persino il video musicale di Jamiroquai era più memorabile di quella scemenza. Dopo tale video, il gruppo Jamiroquai è scomparso dalle scene… per sempre. Non aggiungo altro!
Sono stato quasi obbligato a guardare questo film dopo che un lettore affezionato mi disse una cosa tipo: hai visto Godzilla? Durante l’intero film viene continuamente detto “è un pattern!” ma a parte questo non c’era altro mi pare.
Automaticamente ho pensato che in un film dove si urla senza vergogna “è un pattern!” non può non esserci “altro”. Così mi sono sottoposto a questo film (coinvolgendo crudelmente il mio amico Fibrottolo, che poi è colui che realizza materialmente le locandine all’Amatriciana) e, senza neanche troppa sorpresa, ecco che vi trovo… “altro”.
Siamo ai livelli di Pacific Rim dove in momenti casuali del film vengono vomitate frasi francamente al limite della comprensione. Ormai è una situazione tristemente comune in molti “blockbuster” dove si sente la mano pesante dei cosiddetti “supervisor” americani, i quali frustano (e frustrano) i direttori di doppiaggio.
A questo punto non mi arrabbio neanche più. Godetevi questa lista di nefandezze, costellate da pochi commenti perché credo che si commentino da sole. Anzi, lascerò che sia Wikipedia a commentare per me.
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È UN PATTERN! È UN PATTERN!
Io faccio l’ingegnere, non mi piace un pattern di frequenza anomala.
No, i terremoti sono diversi, irregolari. Questo è ritmico e in crescita. Questo è un pattern.
Ritengo che sia d’uopo lasciare, per tutti coloro che non navighino quotidianamente in ambito scientifico, una piccola spiegazione che certamente non ci viene dal film doppiato:
Wikipedia
Pattern è un termine inglese, di uso diffuso, che può essere tradotto, a seconda del contesto, con disegno, modello, schema, schema ricorrente, struttura ripetitiva e, in generale, può essere utilizzato per indicare una regolarità che si riscontra all’interno di un insieme di oggetti osservati (per esempio, le macchie di un ghepardo o la ripetizione di una determinata sequenza all’interno di un insieme di dati grezzi) oppure la regolarità che si osserva nello spazio e/o nel tempo in determinati fenomeni dinamici (per esempio, la danza delle api o la circolazione delle masse d’aria calda e fredda nell’atmosfera)
Nella trama del film questo “pattern” significa tutto e niente, come spesso accade con il “gergo scientifico” usato nel cinema. Lasciarlo in inglese non aggiunge niente alla trama, semmai detrae qualcosa dalla comprensione di molti spettatori italiani.
Mostri diversamente udenti
Questo è il nostro ago in un pagliaio gente. MUTO: Massivo Organismo Terrestre Non Identificato.
Capisco che abbiano voluto tenere l’acronimo (anche se spiegandolo in italiano non torna) ma io me ne sarei inventato un altro pur di evitare di sentire questi discorsi semi-comici:
Secondo le immagini il muto procede verso est.
Al momento Godzilla sta ancora seguendo il muto.
Lei pensa che stia cacciando il muto?
Ma se il muto è la sua preda, allora…
Il muto stava chiamando qualcun’altro… il pattern!
Povero muto!
Ci risiamo con i maschi alfa caucasici
Un antico predatore alfa.
Ne avevo già parlato di questi dannatissimi esemplari “alfa”! Vi rimando semplicemente a Wikipedia:
Wikipedia
Un superpredatore (talvolta chiamato predatore alpha o alfa o predatore dominante) in zoologia è quel predatore che, una volta giunto all’età adulta, si trova in cima alla catena alimentare nel suo ambiente naturale.
Si sentiva proprio il bisogno di chiamarlo “predatore alfa”? Ah già, perché in Italia mezzo secolo di Super Quark non ci ha affatto abituato culturalmente a parole come “superpredatore” o “predatore dominante”, proprio no!
Riferimenti di cui potevamo fare a meno
Non si può signore, è una missione ad alto rischio e quel treno è una proprietà nazionale, non è dell’Amtrak.
Per chi non conoscesse la Amtrak (e vi perdonerei se non la conosceste)…
Wikipedia
Amtrak è il nome commerciale della National Railroad Passenger Corporation, creata il 1º maggio 1971 come sistema di trasporto extraurbano su ferrovia negli Stati Uniti.
C’era davvero bisogno di lasciare il nome “Amtrak”? Dire “ferrovie” o “non è un treno pubblico” avrebbe fatto perdere i soldi della pubblicità occulta? Che cosa ci rappresentano questi riferimenti culturali esteri?
Fosse solo per Amtrak poco male, è l’abbinamento a tutto il resto che rende pesante anche queste piccole cose.
S.I.P.I. – Sigle in Inglese Pronunciate in Inglese
Ad eccezione di FBI, quale altre sigle americane pronunciamo in lingua inglese? CIA? VIP? WWW? UFO? Non molte in verità. Una che ci rifilano molto frequentemente nei doppiaggi moderni è quella dell’EMP (electro-magnetic pulse), l’impulso elettro-magnetico. L’avevamo già vista nella recensione Captain America 2 – Rompiamoci i coglioni insieme!.
Vi ricordo ancora una volta che in Matrix lo presentavano come “impulso elettromagnetico, IEM”. Ma se sentite la necessità di usare a tutti i costi l’acronimo americano, almeno pronunciate le lettere all’italiana così come facciamo con il DNA… non è che diciamo Di-EN-EI!
Invece…
– Ci ha colpito con un I-EM-PI, perdiamo energia!
– L’impulso ha fritto tutti i circuiti.
Prima che lo perdessimo di vista era diretto a est nel pacifico e aveva emesso abbastanza disturbi I-EM-PI da creare il caos sui nostri radar e i nostri satelliti.
Scorra ancora, verso la fine, prima degli I-EM-PI.
Siamo a portata del suo I-EM-PI.
Per approfondire…
Wikipedia
Vedi impulso elettromagnetico.
Proseguiamo.
A giudicare dall’involucro di quei minut-men-AI-SI-BI-EM direi che il modulo digitale sia stato bypassato e state preparando una modifica analogica.
Per questa sequenza ho dovuto recuperare il trascritto del film perché onestamente non ci avevo capito niente dall’ascolto della traccia italiana. Eccovi dunque qualche spiegazione, da Wikipedia ovviamente, perché questo è un film da guardare con Wikipedia alla mano:
Wikipedia
Il Minuteman III è un ICBM, cioè un missile balistico intercontinentale in grado di trasportare testate nucleari fino alla distanza di quasi 10.000 chilometri.
Il nome Minuteman viene dal nome dato ai membri della milizia delle Colonie Americane, che dovevano essere pronti per la battaglia con un preavviso di un solo minuto.
La mia pazienza era giunta a zero dopo questo sconosciuto “minutman ai-si-bi-em” ma, a denti stretti, mi sono detto: va be’, andiamo avanti!
Nella stessa scena poi sento:
Ho capito, è un artificiere I-Oh-Di.
Il tenente Brody è l’unico operatore I-Oh-Di sopravvissuto.
…
…
…
Questo è il momento in un film di Bud Spencer in cui cominciano a volare gli sganassoni.
BASTA sigle, tutte concentrate in una singola scena, pronunciate in inglese e mai spiegate!
Prendiamo nuovamente Wikipedia…
Wikipedia
Artificiere militare: Explosive Ordnance Disposal (Artificiere con Qualifica EOD), interviene su ordigni regolamentari in servizio presso la Forza Armata nazionale e la NATO, su ordigni esteri e sui residuati bellici. Alcune particolari abilitazioni vengono conseguite per operare su ordigni esplosivi che possono avere caricamenti chimici e biologici.
Adesso so cosa sia un “I-O-Dì”, nozione inutile numero 249 che dimenticherò domani azzerando il contatore mentale delle menate che sento quotidianamente in TV.
Abbiamo un treno con un carico VIP diretto alla costa.
Ah, però VIP me lo dite “vip” e non “Vi-Ai-Pi”!
Ecco perché effettueremo un incursione “helo“.
Continua questo lessico da videogiochi perché se non vi specificavano “incursione HALO” non sarebbe stata la stessa cosa, vuoi mettere?
Torniamo per l’ennesima volta su Wikipedia:
Wikipedia:
HALO è un acronimo che sta per High Altitude Low Open (Alta Altitudine Bassa Apertura). È una tecnica di lancio paracadutistico militare da incursione usato dai corpi speciali per infiltrarsi in zone nemiche senza essere avvistati
Nel linguaggio militare italiano spesso ci si riferisce a questa tecnica con l’acronimo T.C.L. (Tecnica Caduta Libera).
La cosa che fa riflettere è che se mi dicono incursione “helo” o incursione “pimpa”, per me è la stessa cosa. Ovviamente il problema non sta tanto nell’adattamento (o meglio nel “non adattamento”, che comunque è problematico per le orecchie italiane) ma sta proprio all’origine, dove gli autori del film sanno di rivolgersi ad un pubblico prevalentemente di videogiocatori, abituati a certe definizioni. Non è certo il modo di fare cinema. Merda nella vostra barba (!), sceneggiatori di Hollywood che scrivete stronzate per un pubblico adolescenziale!
Nomi in codice
Snake Eyes, this is Bravo to November.
Snake Eyes, qui è Bravo due November.
Ammetto che non è chiaro se dica “Bravo 2” o “Bravo to”. Se fosse la seconda perdonerei comunque chi ha tradotto come “due” in quanto è facile confondersi.
Vanno sicuramente bene “Bravo” e “November” in quanto facenti parti di un codice NATO che insegnano anche in Italia dagli anni ’60 (se intraprendete una scuola militare). Il nome in codice “Snake Eyes” poteva godere invece di una sua italianizzazione non necessariamente fedele all’originale, cose tipo “occhio di lince” avrebbero alleggerito la pillola.
[In inglese “Snake Eyes” vuol dire “doppio uno” ai dadi.]
Conclusione
Alla fine, quella di “pattern”, è la parola lasciata in inglese che disturba meno e che, se non altro, è detta da un ingegnere; è ovvio che in tempi moderni si parli così in ambito scientifico. Non tolgo che, in ogni caso, un minimo sforzo di traduzione anche in questo caso avrebbe facilitato molto la comprensione da parte di un pubblico che vada oltre il tipico fan club di un qualsiasi youtuber italiano famoso.
Siamo ancora una volta di fronte ad un film che va visto con Wikipedia a portata di mano e possibilmente sottotitolato (sì, anche se lo state guardando in italiano) perché è facile perdersi con cose tipo “minut-men AI-SI-BI-EM bypassati”.
Godzilla 2014 si aggiunge alla lista di film tradotti ma non adattati. Se li dovete presentare così, non ha neanche senso che li doppiate.