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Rise of… come l’Italia traduce i titoli delle origini, da Minions 2 a L’alba del pianeta delle scimmie

Minion 2 come gru diventa cattivissimo, locandina italiana

La recente uscita al cinema di Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo ha portato l’amico ‘Cassidy’ del blog La bara volante a domandarsi quale sia il problema dei titolisti italiani nel tradurre il verbo “rise”. Senza conoscere il titolo originale ho indovinato subito che si trattava di Minions – Rise of Gru, letteralmente l’ascesa di Gru. Non che i titoli dei film debbano essere tradotti alla lettera, ci mancherebbe, e “Rise of” è una formula molto comune nei titoli americani che può essere adattata correttamente in tanti modi diversi. Nel caso di Minions 2 è comprensibile l’idea di volerci infilare la parola “cattivissimo”, essendo uno spin-off di Cattivissimo me, tuttavia, la domanda di Cassidy mi ha fatto involontariamente ripensare alle tante traduzioni italiane di quei titoli contenenti “rise of” che in un caso isolato hanno creato danni e ovviamente sto parlando del Pianeta delle scimmie (la serie di film iniziata nel 2011), dove il titolo italiano del primo capitolo va addirittura a confondere l’ordine dei film.

Iniziamo proprio da lì.

Casus belli: Rise of the Planet of the Apes

Nel 2011 arriva nei cinema di tutto il mondo Rise of the Planet of the Apes, il primo capitolo di una nuova saga che vuole ri-raccontare il Pianeta delle scimmie ma partendo da molto lontano. Questo primo capitolo infatti parla di uno scienziato alla ricerca cura per l’Alzheimer che crea involontariamente un virus in grado di uccidere gran parte della popolazione umana, ma anche di far evolvere le scimmie fino a farle parlare.

È evidente che un'”ascesa” del pianeta delle scimmie non è il vocabolo ideale per tradurre in questo caso “rise of”. Francia e Spagna hanno optato per “le origini” (La Planète des singes: Les Origines e El origen del planeta de los simios) mentre la Germania è stata più creativa puntando ad una pre-evoluzione: Planet der Affen: Prevolution. In Italia il discorso sarà andato più o meno così: “ascesa” no, non c’entra niente “ascesa”. Allora a-, a-, a-? Parola con la a-?… alba!!! Genio! Non avremo mai a pentircene!

Destino beffardo vuole che il film seguente si chiamerà proprio Dawn of the Planet of the Apes, letteralmente traducibile come L’alba del pianeta delle scimmie. Ma la frittata ormai è fatta.

 

E mo? I titoli da qui in avanti cambiano stile e si fanno più… brutti, non c’è altro modo per descriverli. Insensati è un’altra parola che viene in mente. Composti rigorosamente dall’inusuale formula di un titolo in lingua inglese seguito dall’etichetta “Il pianeta delle scimmie”. Quindi Dawn of the Planet of the Apes (2014) diventa Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie e questo fa da stampo anche per il terzo (e per il momento ultimo) capitolo, War for the Planet of the Apes (2017), che invece di arrivare sensatamente come “La guerra per il pianeta delle scimmie”, in Italia verrà distribuito come The War – Il pianeta delle scimmie. “The War”? “The War”? La guerra? Cioè la guerra con la G maiuscola? La guerra di tutte le guerre? È vero che l’inglese in Italia allevia sempre tutte le pene e molti spettatori non ci avranno neanche badato, ma per capire quanto siano scemi questi titoli basta ritradurli nella propria testa: “La guerra – Il pianeta delle scimmie”? Che razza di titolo sarebbe? Come dire: Phantom Menace – Guerre stellari.

La “colpa” sicuramente risiede in quel primo “rise of” tradotto come “alba del” che all’arrivo del secondo film, cioè all’arrivo della “vera” alba, ha costretto la Fox ad adottare una soluzione draconiana insensata, quella di dare a tutti i successivi film un titolo formato da “parole in inglese + etichetta italiana invariabile”, così da evitare confusioni con futuri capitoli. Un metodo a prova di scimmie insomma.

L’ordine in cui guardare la nuova saga del Pianeta delle scimmie

Per praticità, questo è l’ordine di visione della nuova trilogia delle scimmie:

  1. L’alba del pianeta delle scimmie (2011) [Rise of the Planet of the Apes]
  2. Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie (2014) [Dawn of the Planet of the Apes]
  3. The War – Il pianeta delle scimmie (2017) [War for the Planet of the Apes]

E quanto sarebbe stato più sensato avere una nascita o un’origine, seguita da un’alba del pianeta delle scimmie e poi da una guerra per il pianeta delle scimmie.  Purtroppo con questa serie ci è andata male e in questi tempi di film pensati come brand e facenti parte di progetti molto più grandi, il caso del pianeta delle scimmie è certamente bizzarro. Davanti a prodotti pensati in serie, il dubbio “e se poi ci fanno un Dawn?” deve venire agli addetti ai lavori. Perché magari non succede, ma se succede che uno dei sequel te lo chiamano proprio “dawn of” poi dove vai a nasconderti? Con Planet of the Apes è successo l’improbabile (ma era poi così improbabile???) e la toppa è peggio del buco. E se in futuro arrivasse anche una “rivoluzione” delle scimmie!?! Allora sì che si ride.

Da qui la domanda provocatoria: che problemi hanno i distributori italiani con il verbo “rise” dei titoli americani? In realtà non molti, ma investigare sulla traduzione dei titoli di questo tipo mi ha fatto scoprire una piccola curiosità inedita: la loro origine “recente”.

L’origine recente di “rise of” nei titoli americani

In uso nei fumetti fin dagli anni ’50 e nei videogiochi dagli anni ’90, i titoli con “rise of” o “rising” sono cosa relativamente recente nel cinema, avendo avuto una vera e propria esplosione solo dagli anni 2000. È la formula adottata da chiunque voglia raccontare una storia delle origini e voglia farlo capire al pubblico già a partire dal titolo. Il primo caso più popolare è certamente Terminator 3: Rise of the Machines del 2003, il tanto atteso seguito di T2 nonché cocente delusione cinematografica ma che all’epoca fece parlare di sé.

L’idea di voler raccontare l’origine dell’insurrezione delle macchine di Terminator avrà sicuramente guidato la scelta di adottare la formula “rise of” che adesso, dopo vent’anni, ci fa ancora compagnia. Nella versione italiana di Terminator 3 questa insurrezione è stata resa con l’aggettivo “ribelli” del titolo: Terminator 3 – Le macchine ribelli.

Vediamo dunque come sono stati tradotti i tanti “rise of” e “rising” nel cinema importato in Italia. Ci interessano ovviamente i “rise of” o i “rising” nell’accezione di “origine di” o di “ascesa” (non letterale) di qualcuno o di qualcosa. Quindi niente accezioni astronomiche o astrologiche delle tante ascese di un qualche astro, come nel gioco di parole del titolo “Mercury Rising” (Codice Mercury in italiano) o in quello di “Black Moon Rising” (Il giorno della Luna Nera in italiano) e neanche nelle sue accezioni più letterali di “risalita” (es. Deep Rising – Presenze dal profondo, dove un mostro risaliva dalle profondità marine). Ci interessano solo i “rise of” delle origini.

Oltre 20 anni di ascese, origini, nascite, destini… e omissioni nella titolazione italiana

Dopo Terminator 3: Rise of the Machines (2003) i titoli contenenti un’ascesa intesa come storia delle origini non sono certo mancati, ne ho contati una media di almeno uno l’anno, che detto così sembra poco, ma considerando che prima del 2003 non esistevano proprio, possiamo dire che quel film scemo dove il terminator indossa occhiali buffi almeno in qualcosa ha lasciato il segno, iniziando un vero e proprio trend. Anche se nessuno ci ha mai fatto caso.

Che c’è?

Dello stesso anno di T-3 è Hitler: The Rise of Evil (2003) intitolato in Italia Il giovane Hitler (nel 2004), ma è tra il 2006 e il 2009 che arrivano i titoli che nel cinema americano consolideranno “rise of” e “rising” come titoli ideali per i racconti delle origini, anche se in italiano la formula non sarà mai univoca e il fenomeno è meno evidente.

Behind the Mask – Vita di un Serial Killer (Behind the Mask: The Rise of Leslie Vernon, 2006)
Arrivato in Italia solo nel 2009 in home video e purtroppo quasi ignoto da queste parti, Behind the Mask è un film girato in stile documentaristico dove un troupe di studenti segue la routine quotidiana di un serial killer che vuole diventare il prossimo Jason Voorhees (il nome Leslie Vernon ne fa il verso). Questo spiega la scelta italiana di “vita di un serial killer” al posto di una traduzione più diretta come potrebbe essere “l’ascesa di Leslie Vernon”, che avrebbe anche fatto sorgere la lecita domanda: e chi ca**o è Leslie Vernon?

Hannibal Lecter – Le origini del male (Hannibal Rising, 2007)
Come immaginabile dal titolo (sia in italiano che in inglese), il film parla dell’adolescenza di Hannibal Lecter. Là dove gli è saltato il grillo di cominciare a mangiarsi le persone.

I Fantastici 4 e Silver Surfer (Fantastic 4: Rise of the Silver Surfer, 2007)
Sicuramente il film che ha più diritto di qualunque altro di usare “rise of” vista l’abbondanza di questa formula nei titoli dei fumetti americani. In Italia si opterà per un titolo più semplice e diretto che però potrebbe far pensare a Silver Surfer come un alleato e non un antagonista (del resto la formula con la congiunzione “e” è più comune per descrivere un’alleanza, come in Batman e Robin). Il film invece inizia proprio facendoci credere che Silver Surfer abbia intenzioni ostili verso il pianeta Terra, quindi possiamo forse dire che il titolo italiano è un po’… spoiler? [ROMBO DI TUONI]

Maial College 2 (Van Wilder 2: The Rise of Taj, 2006)
Sequel incentrato su un personaggio secondario comparso nel primo film, di nome Taj per l’appunto. Maial College 2 arriva in Italia nel 2008 e, sebbene non sia una storia delle origini, è curioso come il titolo italiano (con effetto volutamente demenziale dato dal finto inglese di “maial”) si sia rivelato più flessibile del titolo originale Van Wilder, dal nome del protagonista interpretato da Ryan Reynolds. Ebbene, in Van Wilder 2 Van Wilder neanche compare! Esiste anche un terzo film, un prequel, intitolato Van Wilder: Freshman Year (2009) che in Italia esiste con il solo titolo Niente regole, siamo al college, perdendo totalmente il “maial college” che, nel bene o nel male, identificava chiaramente i primi due film. Ma quanti strati di scelte italiote ci sono in questi titoli?

Il re scorpione 2 – Il destino di un guerriero (The Scorpion King 2: Rise of a Warrior, 2008)
Forse un po’ più chiaro in lingua originale che si tratta di un racconto delle origini. Destino è tuttavia un’altra delle tante alternative in cui può aver senso tradurre “rise of”.

Nessun adattamento invece per il “rising” di Valhalla Rising di Refn, del 2009. Refn è uno di quei registi a cui i titoli non glieli cambiano praticamente mai, rimangono in inglese e al massimo ci appiccicano un sottotitolo in italiano, come in questo caso: Valhalla Rising – Regno di sangue.

Underworld: la ribellione dei Lycans (Underworld: Rise of the Lycans, 2009)
Anche in questo caso il titolo originale fa subito capire che si tratta di un racconto delle origini, narrando dell’origine medievale della faida tra vampiri e i loro schiavi di un tempo, i lycan. Gli altri Underworld si svolgono invece in epoca moderna. In questo caso dunque c’è anche una rivolta, quindi si tratta di un “rise of” che include anche il suo altro significato, quello di insurrezione. E il titolo italiano, pur mancando del doppio significato, ha senso che abbia puntato su “ribellione”. Piuttosto non ha senso che i “Lycans” del titolo tengano la “s” plurale anche in italiano, visto che si tratta di una parola estera importata. La grammatica italiana impone che si parli di “Lycan” anche al plurale e infatti nei dialoghi del film la “s” è assente.

Sempre del 2009 è anche G.I. Joe – La nascita dei Cobra (G.I. Joe: The Rise of Cobra, 2009).

Negli anni successivi si sono susseguiti “rise of” e “rising” come se non ci fosse un domani. In ordine di uscita italiana abbiamo avuto Il cavaliere oscuro – Il ritorno (The Dark Knight Rises, 2012), titolo forse più sensato in italiano visto che il Batman di Nolan ha già avuto i suoi inizi con Batman Begins nel 2005 e una continuazione con Il cavaliere oscuro (The Dark Knight) nel 2008, quindi al terzo film cos’abbia ancora da risollevarsi non si sa, piuttosto Bruce Wayne torna dal suo esilio quindi a maggior ragione ha senso “il ritorno”. Poi il film d’animazione Le 5 leggende (Rise of the Guardians, 2012), con nessun riferimento ad un’ascesa (non che ce ne fosse bisogno), Rise of the Zombies – Il ritorno degli zombie (Rise of the Zombies, 2012) arrivato in Italia direttamente in home video nel 2013 e non sono certo che qui “ritorno” abbia completamente senso, ma è evidente che in qualche modo hanno voluto “spiegare” il titolo originale con un sottotitolo.

Nel 2014 arriva al cinema 300 – L’alba di un impero (300 – Rise of an Empire), il primo caso di rise of tradotto come “alba di”, in questo caso sensatamente (a meno che in futuro non ci facciano anche un “300 – Dawn of the Empire” e allora si ride). Vari documentari storici hanno titoli simili e quando si parla di nascita di imperi “l’alba” è sempre dietro l’angolo. Sempre nel 2014 arriva The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro, che in America si chiama semplicemente The Amazing Spider-Man 2 ma ha anche il titolo alternativo di The Amazing Spider-Man 2: Rise of Electro.

Arriviamo così in anni più recenti, con titoli che fanno prima tappa in America dove acquistano il “rise of” che poi ci ritroviamo anche nel titolo italiano: Rise of the Legend – La nascita della leggenda (2014), dal titolo USA di Huang feihong zhi yingxiong you meng, arrivato in Italia nel 2017. E vorrei capire il senso di avere titoli mezzi in inglese in un film che non è nemmeno americano!? Questo genere di film dimostra quanto lasciare l’inglese in molti titoli sia semplicemente una scelta di “marketing” senza senso, solo perché tutto in inglese è più “cool”. L’anno successivo (nel 2018) inizia la serie animata Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles – Il destino delle Tartarughe Ninja (Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles) che nel 2022 ha anche il suo film dedicato e che in Italia si chiamerà Il destino delle Tartarughe Ninja: il film (Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles), mentre Night at the Museum: Kahmunrah Rises Again ripesca dalle vendette e diventa Una notte al museo – La vendetta di Kahmunrah.

Impossibile non nominare Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker (Star Wars: Episode IX – The Rise of Skywalker, 2019) che tanta agitazione aveva generato nel mondo quando fu annunciato il titolo italiano, visto che in inglese non si capisce di quanti Skywalker parliamo quando diciamo “of Skywalker” mentre in italiano bisognava necessariamente chiarire se si trattava dell’ascesa di (uno) Skywalker o di più Skywalker. Ad oggi non so quale Skywalker sia asceso e a cosa si riferisca quel titolo.

Nei nuovi anni ’20 abbiamo avuto Trollhunters – L’ascesa dei Titani (Trollhunters: Rise of the Titans, 2021) e il recente Minions: The Rise of Gru (2022) con la sua formula italiana, la più inusuale vista finora, e molti altri “rise of” simili arriveranno. Nel 2023 sono previsti previsti Transformers: Rise of the Beasts ad esempio, che diventerà Transformers – Il Risveglio, Evil Dead Rises che a gennaio 2023 è stato annunciato in Italia col titolo La casa – Il risveglio del male e si va ad aggiungere alle tante Case – per una volta non apocrife – per non dimenticare Grease: Rise of the Pink Ladies, serie TV della piattaforma Paramount+ che in Italia arriverà come Grease: Rydell High (dal nome della scuola).

Chiaramente questa ascesa di titoli contenenti “rise of” non accenna a fermarsi e ormai ce la teniamo. Ha anche senso che si sia resa necessaria proprio a partire dagli anni 2000, dopo che George Lucas ha sdoganato l’idea di blockbuster che sono dei seguiti ma allo stesso tempo dei prequel.

Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo

Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo (Minions: The Rise of Gru, 2022) è sicuramente il titolo più creativo delle tante varianti internazionali. Nel mantenere il riferimento diretto a Cattivissimo me (da cui i film dei Minions originano) ricalca le versioni sudamericane che sono state intitolate Minions 2: Nace un villano. Infatti Cattivissimo me in quella parte del mondo è stato intitolato Mi villano favorito.

Insomma non è privo di logica e rimane un titolo simpatico. Una creatività oggi abbastanza rara e forse poco apprezzata, ma che non mi sento assolutamente di criticare. Come tutti i film degli ultimi 20 anni, la prima parte del titolo rimane in inglese, con “Minions” con la “s” del plurale. Ma questa è una brutta abitudine ormai consolidata: il titolo di un franchise resta in inglese, anche se non c’è alcun motivo perché non debba essere tutto in italiano: Minion 2: Come Gru diventa cattivissimo. Che fastidio darebbe?

Per concludere, è un bene che in Italia si continui a tradurre questi titoli “delle origini” caso per caso, seguendo il senso che ciascuno di questi titoli ha rispetto al film e senza una formula standard rigidamente imposta che porterebbe solo a forzature assurde. Ma bisogna anche imparare dalla lezione del pianeta delle scimmie, tenendo presente che dopo un’alba… può sempre capitare che te la pigli nel culo.

Italiani che aspettano di sapere il titolo del prossimo Pianeta delle scimmie

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