Immaginate un film americano basato sui videogiochi, con un doppiaggio eseguito nell’Italia del 1992 e dialogato da ultrasessantenni… cosa potrebbe andare storto? La risposta la troviamo nel primo doppiaggio del film Il piccolo grande mago dei videogames (The Wizard in lingua originale), il film dove il gioco Double Dragon diventa Doppio Dragone. Tanto, chi se ne accorgerà mai?
– Che gioco è?
– Tartarughe Ninja Mutanti.
È ora di indossare il mio “guanto magico” da blogger e scrivere dell’adattamento di questo film. Anzi, dei DUE adattamenti di questo film.
I due doppiaggi del Piccolo grande mago dei videogames
Se ho parlato di “primo doppiaggio” è perché ne esiste anche un secondo, meno conosciuto. The Wizard è stato ridoppiato forse (e sottolineo forse) proprio per correggere gli errori del doppiaggio originale, quello dove si gioca a Doppio Dragone e a Tartarughe Ninja Mutanti, ma molto più probabilmente il vero motivo è sempre quello dei diritti sulla traccia audio italiana, che la Penta (primo distributore del film) non molla, così come non li molla per altri suoi titoli come Cliffhanger, Basic Instinct, Classe 1999, Pazzi a Beverly Hills e Universal Soldiers. Questa è anche l’opinione di uno degli interpreti del ridoppiaggio, Fabrizio De Flaviis a cui abbiamo chiesto lumi.
Il primo doppiaggio è datato 1992, quando il film, con tre anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti, arriva al cinema anche in Italia, distribuito dalla Penta Film. Per me diventerà noto soltanto grazie ai passaggi televisivi degli anni ’90. Rarissima invece la VHS italiana (aspettatevi di sborsare anche 60 euri su eBay per averla). Negli Stati Uniti è uscito addirittura restaurato in Blu-Ray, mentre in Italia non ha mai neanche visto il formato DVD. Ci piace analogggico!
https://www.youtube.com/watch?v=oE6aoJwJG7Q
Il doppiaggio del 1992 è il tipico doppiaggio di inizi anni ’90: voci perfette sui personaggi, dialoghi scorrevoli ed enormi scivoloni su tutto ciò che riguarda i videogiochi, oltre a qualche plurale anglosassone come andava di moda all’epoca (“canyons”, brrr!).
Dialoghi: Alberto Piferi (fonte SIAE)
Studio di doppiaggio: CVD (fonte Antoniogenna.net)
Data visto censura 30 marzo 1992 (italiataglia.it)
Arrivò nei cinema per Pasqua, come rivela questo flano d’epoca in cui Cecchi Gori lo annovera tra i propri grandi successi, qualunque cosa questo voglia dire.
Il secondo doppiaggio risale al 2007, almeno secondo le mie ricerche. Il sito antoniogenna.net lo dà come doppiato per la E.T.S. European Television Service, una ditta che troviamo su prodotti di Sky e simili. Chiaramente la destinazione di questo doppiaggio è televisiva. In questo caso siamo stati fortunati però, i doppiatori di questo ridoppiaggio sono tutti noti e capaci (Paolo Buglioni, Luca Dal Fabbro, Vittorio Guerrieri, Mino Caprio, Fabrizio De Flaviis, Massimo Corvo, per nominarne alcuni).
C’è un piccolo dilemma sul direttore di doppiaggio. Il doppiatore Fabrizio De Flaviis, che nel ridoppiaggio di questo film dà la voce a Christian Slater, ricorda non Paolo Buglioni alla direzione, bensì Elio Zamuto. Qualche anno fa chiesi direttamente a Buglioni ma senza ottenere risposta. Terrò l’articolo aggiornato se ci fossero aggiornamenti.
A proposito del grande Paolo Buglioni, in questo secondo doppiaggio interpreta più ruoli. Oltre a quelli già elencati sul Genna (il commesso viaggiatore e il croupier del casinò a Reno), lo sentiamo anche come voce del pilota dell’aeroplano all’inizio del film e anche come narratore del documentario in TV nella scena in cui Fred Savage va a trovare il fratellino in istituto.
E a proposito dei salesmen, come dice in lingua originale, questi sono stati correttamente tradotti come “commessi viaggiatori” nel primo doppiaggio, e semplicemente come “venditori” nel secondo film (“Perfetto, due venditori! Aspettate qui“). Venditori di cosa? In italiano esiste la categoria “venditori” e basta? Questo ci porta alla parte più interessante di questa analisi… le differenze tra primo doppiaggio, il ridoppiaggio e il film in lingua originale. Ma togliamoci prima di torno il titolo italiano.
Il titolo italiano: Il piccolo grande mago dei videogames
Nel film in questione è la ragazza del gruppo che dice “È un mago!” (he’s a wizard!) e Fred Savage risponde “Ok, è il mago dei videogiochi, e allora?“, questa è la risposta presente nel primo doppiaggio al posto della frase “So he can play Ninja Gaiden, so what?” (trad: sa giocare a Ninja Gaiden e allora?). Era una scusa per specificare che tipo di mago fosse, a scapito del gioco Ninja Gaiden, che non viene nominato. Questa è una delle tante omissioni o modifiche di cui è colpevole il primo adattamento italiano.
Sempre sul titolo, l’unica cosa veramente superflua è quella “s” di “videogames“. I forestierismi sono indeclinabili, quindi in italiano si usano sempre nella forma singolare (i leader, i bar, i canyon, i computer e anche i videogame). Questo sembra un errore molto comune nel decennio anni ’80 e ’90, certamente derivante da qualche uso modaiolo della lingua, che all’epoca sarà sembrato corretto a molti. Del resto anche oggi sentiamo gente che parla di “fans” senza intendere Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei.
Il narratore della pubblicità di Canale5 nomina il film senza “s” finale, non a caso.
Doppiaggio vs. ridoppiaggio
Mettiamo a confronto i due adattamenti usando alcune delle battute o delle scene più significative o degne di nota.
Una prima differenza sostanziale la troviamo quando nel primo doppiaggio ci viene detto che la madre della ragazza “è in paradiso“, mentre nel secondo doppiaggio “è scappata anni fa” (in originale: she packed it in). È corretto il secondo. Non so perché abbiano voluto aggiungere del dramma inutilmente, una madre che abbandona la figlia mi sembra già abbastanza serio senza mandarla anche al creatore. Penso che questo venga da un semplice errore di traduzione.
Primo doppiaggio: “Di punto in bianco è capace di prendere e partire. È come l’allegro vagabondo, che allo scoccare della mezzanotte scompare, magari pianta a metà la colazione.”
Secondo doppiaggio: “Ma io dico che prima o poi… insomma chiederà un passaggio e andrà a fare il turista per caso. Allo scoccare della mezzanotte gli scatta la molla.”
In lingua originale il riferimento era a “The Happy Wanderer“, una canzone diventata popolare in America nella sua versione del 1954 e che veniva insegnata ai bambini. Non so “l’allegro vagabondo” in italiano a cosa si possa riferire, tranne essere una semplice traduzione della frase originale. Anche noi abbiamo avuto una canzone chiamata “Allegro vagabondo” di Enzo Fusco (1936). Non è improbabile che Piferi (del 1929) la conoscesse, ma potrebbe essere una pura coincidenza, il titolo è identico ma non sono legate tra loro in alcun modo.
Di certo, arrivato il 2007, un “allegro vagabondo” non era un riferimento noto proprio a nessuno in Italia e capisco la ratio della nuova scelta: “il turista per caso”. L’omonimo film è uscito proprio lo stesso anno di The Wizard (1989) e il suo titolo è entrato molto presto nella lingua italiana anche grazie alla trasmissione “Turisti per caso” di pochi anni dopo (1991-1994) che ha popolarizzato ancora di più questa espressione.
Goblin Valley
È tra gli “errori” riportati un po’ ovunque, Goblin Valley che nel primo doppiaggio diventa la valle dei fantasmi, e qui do ragione a Piferi. È più importante l’effetto della battuta che l’accuratezza di un nome geografico. Goblin Valley esiste davvero e si trova nello Utah. Qualcuno si chiederà perché non lasciarlo Goblin Valley o tradurlo come “Valle dei Goblin” visto che stiamo a tradurre? Perché un bambino italiano nel 1992, ma anche un adulto onestamente, sentendo “goblin” avrebbe probabilmente pensato “eh, che?“. Strano da credere oggi ma goblin non è che fosse un tipo di mostro così popolare dalle nostre parti. Ma che dici, Evit, starete pensando, i goblin li conoscono tutti da sempre! Seh…
Del resto anche il giudice di Ghostbusters II nel 1989 dichiarava di non volere sentir parlare di “folletti, spiritelli e demoni” e in inglese era proprio “goblins and spooks and demons“. Ancora prima, nel 1982, nel film E.T. – L’extraterrestre il fratello maggiore sfotte il protagonista dicendogli che avrebbe potuto festeggiare Halloween vestito da folletto, invece che da goblin come dice in inglese. Nel ridoppiaggio del 2002 diventa invece gnomo.
I Goblin in Italia erano prima di tutto una band musicale o al massimo erano associati a qualche folletto burlone.
Nel 1992 avevo l’età del bambino nel film e se mi avessero detto ‘goblin’ forse avrei pensato a un mostriciattolo, ma senza potervi dire se si trattasse di qualcosa di cui avere paura o meno. Se mi lasciavate solo in una valle al calare delle tenebre dicendo che si chiama “La valle dei fantasmi” mi sarei cagato addosso. Quindi se stiamo a cambiare i dialoghi per ottenere l’effetto giusto nel 1992, Piferi ha pienamente ragione a sostituire il nome di una Goblin Valley con una Valle dei Fantasmi. Dopotutto, l’esatta posizione geografica non ha nessun peso nella trama e la Valle dei Fantasmi si lega meglio con le osservazioni che Fred Savage farà immediatamente dopo: “la potevano anche chiamare Valle Felice, o Valle delle Meraviglie. No. Valle dei Fantasmi“.
Meno sensato il dialogo del secondo doppiaggio che preserva per correttezza il nome della valle: “Secondo questa, siamo nella Goblin Valley. Bene. Insomma, potrebbe chiamarsi La Magnifica Valle o La Valle Felice. Goblin Valley!“. Anche la costruzione della frase è molto anglosassone, con quella esclamazione finale, senza un “no” che invece è quasi essenziale.
Per concludere sui goblin nella lingua italiana, è una mia ipotesi che siano diventati più familiari al pubblico italiano soltanto successivamente al successo mondiale del film Il signore degli anelli (2001) che ha portato un rinnovato interesse verso tutto il mondo fantasy, con l’aggiunta poi di Harry Potter negli stessi anni. Da quel momento i goblin erano qualcosa di noto ad un più vasto pubblico di giovani. Oggi insomma non vanno spiegati a nessuno. Nel 1992, sì.
Nella mia mente da millennial (cioè di qualcuno nato tra il 1981 e il 1996) una “Valle dei Goblin” continua a non fare nessun effetto comunque, mentre “Valle dei fantasmi” fa ancora ridere quando poi la scena si conclude con l’ululato dei coyote e la battuta di chiusura “andiamo bene!”.
I nomi dei videogiochi
Primo doppiaggio: “Hai fatto 50.000 al Doppio Drago!?”
Secondo doppiaggio: “Hai fatto 50.000 punti a Double Dragon?”
Probabilmente tra le frasi più incriminate di questo film. Anche ignorando il fatto che sia stato tradotto il nome di un videogioco, traspare comunque una scarsa familiarità con il mondo di cui questo film parla. I ragazzi italiani, anche dell’epoca, avrebbero detto “50.000 punti a Doppio Drago”, non “al“, così come non avremmo mai detto “ho fatto X punti al Super Mario”.
In un’altra scena (già accennata) viene meno il riferimento a un gioco chiamato Ninja Gaiden, questo ritorna nel ridoppiaggio in una traduzione più fedele.
Originale:
– He’s a wizard.
– So he can play Ninja Gaiden, so what?Primo doppiaggio:
– È un mago!
– Okay, è il mago dei videogiochi, e allora?Secondo doppiaggio:
– È un mago!
– Sa giocare a Ninja Gaiden, e allora?
Un riferimento che non è arrivato al copione italiano di entrambe le versioni è quello al “Power Magazine“, una rivista dedicata ai prodotti Nintendo e in cui i giocatori potevano trovare soluzioni e guide ai giochi. Questo film è un’enorme pubblicità alla Nintendo se non lo avete ancora capito, ma in alcuni casi tenere riferimenti di cose mai arrivate in Italia non avrebbe avuto senso, né nel 1992 né nel 2007.
Nel primo doppiaggio sentiamo: “Questa è una rivista specializzata che può essere utile a Jimmy”. Se non altro era chiaro cosa fosse questo “Power Magazine” anche senza nominarlo. Anche nel secondo doppiaggio si parla solo di “rivista di videogiochi“.
Primo doppiaggio: 470.000, record assoluto di Formula 1.
Secondo doppiaggio: 470.000, è il miglior pilota della Formula 1.
In originale: 470,000 and climbing on F-1 Dream.
In questo caso nessuno dei due doppiaggi fa riferimento al nome del gioco “F-1 Dream” che compare in bella vista sul cabinato. Non una grandissima perdita, si vede benissimo che è un gioco di Formula 1, quello conta. Nella stessa scena però il secondo doppiaggio lascia un’offesa in inglese “wart-face” (pronunciato correttamente ‘wort feis’): “scusa, wart-face“/ “come ti permetti di chiamarmi wart-face?”. Era il 2007 ma mi domando quale sia la comprensibilità di questa battuta in italiano. Il doppiaggio originale usava un’offesa diversa ma almeno comprensibile “mi dispiace bambolotto“/”a chi dici bambolotto, sgorbio?”, ed è sensato che un adolescente se la prenda per essere stato chiamato bambolotto da un bambino. Ma wart-face? Detta così sembra il personaggio di qualche fumetto di supereroi, che però non conosciamo.
Power Glove… è un tale sballo!
Primo doppiaggio: Guanto magico.
Secondo doppiaggio: È Power Glove.
In originale: Power Glove.
Non era meglio dire è “il” Power Glove in questo caso visto che si tratta di un accessorio? Sembra quasi che il secondo adattamento ricalchi troppo la frase in inglese (sarà ancora più evidente nella frase che segue). Stiamo parlando di quell’accessorio Nintendo che prometteva di usare uno degli arti superiori al posto del controller grazie ad un sofisticato sistema di specchi e leve sistema a infrarossi che traccia i movimenti della mano e funzionava come vi potete aspettare che funzionasse qualsiasi tecnologia videoludica sfornata alla fine degli anni ’80… ‘na mmerda!
Una reinterpretazione del Power Glove era già comparsa agli italiani l’anno prima in un altro film, in Nightmare 6 – La fine (1991), anche questo distribuito dalla Penta, ma dubito che questi due film avessero un pubblico in comune.
Primo doppiaggio: È forte col Guanto Magico, uno sballo.
Secondo doppiaggio: Adoro Power Glove. È così bello.
In originale: I love Power Glove. It’s so bad.
Qui ‘bad’ sta per ‘badass’ ovviamente, quindi qualcosa si figo. Sballo funziona meglio, ma del resto Piferi sapeva il fatto suo in quanto a dialoghi. È un peccato che non ci sia stata una consulenza da parte della Nintendo all’epoca, visto che l’intero film altro non era che una lunga pubblicità per Super Mario 3 la cui uscita in America era prevista proprio nel 1989. Ma del resto, anche se avesse voluto farlo, l’azienda Nintendo non aveva nessuna influenza diretta sul nostro paese e aveva già difficoltà a farsi capire dai propri distributori europei. Il suo marketing alla fine degli anni ’80 era intermediato dalla Mattel e – in seguito – da una manica di fiorentini. Se date un’occhiata all’articolo sulla storia della Nintendo in Italia (da una ricerca inedita di Damiano Gerli) scoprirete cose oggi impensabili.
Nel 1992 semplicemente non c’era né il modo né l’interesse, da parte di tutte le persone e le ditte coinvolte, di fare qualcosa di accurato e “a prova di futuro”. Per quanto ne sapevamo all’epoca, la Nintendo poteva anche scomparire due anni dopo e non saremmo stati qui a preoccuparci se con occhi moderni avesse senso o meno quell’adattamento dove vengono tradotti tutti i nomi dei giochi e del “guanto magico”, che in Italia ha lasciato ben poche tracce di sé (esiste un promo del 1989 che sembra un video dimostrativo per i negozi più che una pubblicità televisiva, già nel 1990 la Nintendo non lo nominava più). Quindi ha perfettamente senso che negli anni 2000, al momento di ridoppiarlo per motivi di diritti di distribuzione, si sia sentito il bisogno di portare un copione più accurato. Peccato solo che non abbiano tenuto gran parte del copione originale, sostituendo solo i riferimenti ai videogiochi.
La fama del Power Glove è arrivata fino in Italia soltanto dalla seconda metà degli anni 2000 quando i vari youtuber americani riscoprivano quanto facessero cacare i giochi della loro infanzia. Principalmente è grazie ad ‘AVGN’ (che nel 2006 ha recensito il Power Glove) e al ‘Nostalgia Critic’ (che nel 2008 ha recensito il film in questione) che il Power Glove e la frase di questo film “I love Power Glove. It’s so bad!” sono diventati dei meme internettiani.
Primo doppiaggio: Ho conquistato l’arma totale e ho battuto la tartaruga mecha al terzo livello.
Secondo doppiaggio: Ho preso la katana e stavo per battere Shredder alla fine del terzo livello.
In originale: I got the scroll weapon and I almost beat Mechaturtle at the end of level three.
Qui c’è un curioso mix di cose fatte bene e cose buttate un po’ lì a caso. Nel primo doppiaggio ‘l’arma totale’ è buttato a caso mentre “tartaruga mecha” traduce l’originale Mechaturtle. Il secondo doppiaggio, sulla carta, è quello che cambia di più con ‘katana’ al posto di ‘scroll weapon’ e Shredder al posto di Mechaturtle (entrambi nemici delle tartarughe ninja), ma se non altro sono riferimenti stranoti per chi conosce i personaggi delle Tartarughe Ninja. Sono certo che i fanatici di questi giochi odieranno entrambe le versioni per le loro inesattezze.
Simon’s Quest e altri riferimenti
Primo doppiaggio: Ok, cominciamo con Simon’s Quest.
Secondo doppiaggio: D’accordo, direi di cominciare con Simon Crest.
Strana inversione dove il primo doppiaggio non alterava il nome mentre il secondo sì. È possibile che si tratti di un errore in sala di doppiaggio, capita che chi doppia dica una cosa per un’altra e questo sfugga alla supervisione, perché mi sembra strano che un nuovo adattamento attento ai titoli dei giochi poi caschi su Simon’s Quest. Oppure è la mia copia in scarsa qualità che mi fa sentire fischi per fiaschi. Di certo non si sente la “s” del genitivo sassone nel secondo doppiaggio.
Il consulente Nintendo cerca (nel primo doppiaggio) le soluzioni per un tale Master Comedian. In lingua originale è una frase affogata da musica anni ’80 a palla in cui effettivamente ci potremmo sentire un nome simile, quindi come biasimarli? Non è chiaro cosa dica in inglese e non l’ho trovato in nessun trascritto del film. Ovviamente non esiste nessun Master Comedian tra i giochi pubblicati per la Nintendo. Nel secondo doppiaggio si parla di Elastic Maniacs. Anche questo inesistente e probabilmente derivante da un altro tentativo di interpretare una frase incomprensibile in lingua originale.
Durante lo stesso “training montage” i bambini giocano a vari cabinati dove Fred Savage dà suggerimenti al fratello più piccolo su come superare vari ostacoli. In inglese e nel primo doppiaggio si tratta di indicazioni generiche del tipo salta qui, salta lì. Nel secondo doppiaggio vengono inventati dei corretti riferimenti come “Okay, sei al quarto livello, stai attento a Bowser“. Solo che mentre lo dicono stanno giocando a un cabinato che si chiama ChinaGate. Il secondo doppiaggio, volendo inserire a tutti i costi dei riferimenti al gioco di Super Mario, paradossalmente risulta più errato.
Questa è la scena in cui vengono nominati più giochi uno dopo l’altro e, giuro è quello che sento nel primo doppiaggio, arriva un Super Maya Brothers, la cui partenza è “dal quadrante numero due” (sembrano istruzioni dei giochi pirata del Commodore64). Nel secondo doppiaggio torna ad essere “Super Mario Bros. 2“.
Stranamente Dr. Chaos diventa “Doctor Cheps” nel secondo doppiaggio, mentre nel primo rimaneva “Dottor Caos”. Anche qui, non so se è colpa della mia copia o cosa, ma non sembra proprio che nel secondo doppiaggio dica “Cheps”.
Passando ad altri tipi di riferimenti, durante la visita agli Universal Studios la guida parla del set di un film attualmente in produzione “Mayhem in Monte Carlo” con Zsa Zsa Gabor e Pee-wee Herman, chiaramente un film inventato. Nel primo doppiaggio del 1992 si parla di “Primavera a Monte Carlo” con Gabor e Pee-wee Herman. Già questo cambiamento fa pensare che nell’ascolto del film in lingua originale qualcuno abbia capito May (maggio) e non mayhem (caos); in ogni caso la frase è una traduzione del testo originale, rimangono al loro posto Zsa Zsa Gabor e Pee-wee Herman.
Il ridoppiaggio del 2007 invece inventa e introduce un anacronismo parlando di una visita ai padiglioni di Jurassic Park, di La mummia e di Un biglietto in due. Tutti film della Universal, certo, ma Jurassic Park non era ancora uscito né nel 1989 (anno dell’uscita americana di questo film), né nel 1992, quando Il piccolo grande mago dei videogames uscì al cinema in Italia. Ma i doppiaggi moderni non erano fissati con la fedeltà assoluta? Boh. Alla Universal Studios nel 1989 poteva esserci solo il padiglione dove Michael Crichton stava finendo di scrivere il suo romanzo.
Poco dopo comparirà un gigantesco King Kong quindi se proprio doveva essere cambiato qualcosa per superare riferimenti obsoleti come Pee-wee Herman, tanto valeva puntare su qualcosa che almeno vediamo anche nel film.
Ve l’ho detto che questo film ha anche una serie di canzoni molto anni ’80?
In conclusione… quale versione guardare?
Per quanto riguarda l’adattamento, in certe frasi sembra più fedele il secondo doppiaggio, in certe altre il primo. In generale il primo adattamento di Piferi è molto più rifinito nei dialoghi, se ignoriamo le traduzioni dei nomi dei videogiochi ovviamente. I doppiatori invece sono competenti e noti professionisti in entrambi i casi e siamo anni luce dai ridoppiaggi peggiorativi degli anni 2000. Anzi, la qualità del doppiaggio è pressoché equivalente nonostante il salto di quindici anni.
Quale consigliare? Se siete appassionati di videogiochi, decisamente il secondo doppiaggio! Che però rimane difficile da reperire. Se invece dei videogiochi non vi frega nulla continuate pure a guardarvi la versione “classica”, quella che ancora oggi passa in TV, quella del primo doppiaggio in cui si gioca a “Doppio Dragone” e “Tartarughe Ninja Mutanti”. Ignorate i nomi dei giochi in cambio di dialoghi più rifiniti e naturali.