Paila Pavese sembra la voce perfetta per chiunque lei doppi, che sia Kim Basinger in Batman, Karen Allen nei Predatori dell’Arca Perduta, Sigourney Weaver in Gorilla nella Nebbia o Kathleen Turner (Jessica Rabbit) in Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?.
In generale sembra essere particolarmente adatta nei ruoli della “damigella in pericolo”, riuscendo però a conferire ai suoi personaggi sia un senso di fragilità che di forza e sensualità (laddove necessaria). È un peccato che non abbia mai avuto ruoli stabili nel doppiaggio, bensì la troviamo spesso soltanto come una sorta di doppiatrice “jolly”, forse in sostituzione di altre colleghe di ruolo, ma più probabilmente per via del teatro che le impegna molto tempo (e che sembra essere la sua attività principale).
Mi piacerebbe sentirla più spesso e secondo me, a partire dagli anni ’80 avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare la doppiatrice ufficiale di almeno un paio di attrici americane strafamose.
Detto questo, veniamo ai prossimi cinque attori che in italiano sono migliorati dai nostri doppiatori. Trattasi di un seguito del precedente articolo 5 attori americani che la voce dei nostri doppiatori se la sognano…:
1) John Travolta – Claudio Sorrentino
Eddaisù Johnny, nu’ piàgne! Ti sistemiamo noi in italiano… così passi pure per bravo attore… e no’ da altro!
Sicuramente molti di voi non ricorderanno che, prima di Pulp Fiction, la carriera di Travolta era praticamente nel cesso. Il pilota scientologo John Travolta era ormai un attore largamente dimenticato. Ne era ben cosciente anche lui mentre firmava un contratto per “Senti chi parla adesso“, il terzo film di una serie che, ci tengo precisare, in Italia è solo famosa grazie ai comici nostrani che davano la voce ai bambini e proprio i bambini erano il pubblico principale di questi film. Quello accadeva nel 1993, ma anche prima di “Senti chi parla” del 1989 c’era praticamente un vuoto di 10 anni di filmacci e filmetti, incluso il seguito de’ “La febbre del sabato sera” intitolato “Staying Alive” e diretto da Sylvester Stallone il quale, una mattina del 1983, avrà chiamato l’amico Travolta dicendogli: “yo Johnny, do you want to make some quick cash?“. Uno può anche dare colpa a Scientology, ma non credo che una setta possa trasformarti in un scarpa di attore se già non lo eri prima… eppure mi era piaciuto tanto in La febbre del sabato sera… ma, a ben pensarci, mi era piaciuto in italiano.
In America molti comici famosi su YouTube che magari non conoscete (come Spoony, The Cinema Snob e The Nostalgia Critic) sono ormai molti anni che lo prendono in giro… e a buon ragione! Perché in Italia non ce ne siamo mai resi conto? Semplice. Per via di Claudio Sorrentino.
Come esempio negativo sceglierò un film sconosciuto in Italia e conosciuto in America solo per gli sfottò che gli fanno: Battaglia per la terra (Battlefield Earth, del 2000), 2,4/10 su IMDb. Il film è diventato famoso in particolare per una frase recitata in maniera ridicola da Travolta: “while you were still learning to SPELL YOUR NAME, I was being trained to CONQUER GALAXIES!!!”
Nel video troverete prima la traccia inglese e poi quella italiana.
Inutile dire che, a confronto, Sorrentino sarebbe da Oscar, riuscendo difatti a non far risultare per niente ridicola la scena, nonostante le gestualità dell’attore.
Curiosità: in La Febbre del Sabato Sera, Claudio Sorrentino non doppiava Travolta, bensì uno dei suoi amici, Bobby (quello che poi fa il salto dal ponte di Verrazzano). Il doppiatore di Travolta in quel film era invece Flavio Bucci che qualcuno potrebbe ricordare nei panni del prete-brigante nel Marchese del Grillo. La sua caratterizzazione del personaggio era abbastanza simile a quella di Sorrentino, che invece avrebbe ridoppiato Travolta per la versione DVD del film (sì, un ridoppiaggio). Entrambi sono stati più bravi di Travolta, che però indubbiamente aveva il physique du rôle.
2) Jean-Claude Van Damme – Francesco Pannofino
Tra i suggerimenti emersi nei commenti al precedente articolo c’era lui, Jean-Claude Van Damme, di cui avevo visto soltanto un paio di film in italiano ma non avevo mai sentito in inglese, eccetto che per una recente serie di ridicole pubblicità britanniche per la birra Coors Light dove l’atleta, ormai invecchiato, spara battute e potrebbe ricordare un Rocco Siffredi che in Italia sponsorizza le patatine (ve li immaginate questi due ad una festa? Uno porta la birra, l’altro le patatine).
Ebbene sono andato alla ricerca di alcuni tra i film più rappresentativi di Van Damme (una ricerca che mi ha rammentato tutti i motivi per cui non sopporto questo atleta-attore, atlettore) e ho notato soltanto una recitazione che ha un po’ della piattezza di Steven Seagal e un po’ della pacchianeria di Sylvester Stallone, riassume cioè il peggio di altri due attori.
Van Damme stesso ha ammesso “ero un pessimo attore“:
“I was a bad actor, man, but the heart was there.”
(parafrasando: “boia! Come attore ero pessimo… ma ci mettevo il cuore”)
C’è veramente poco da dire, tutti i suoi doppiatori lo hanno migliorato, con Pannofino in cima alla lista dato che lo ha doppiato più spesso e in molti dei film più noti (nel bene o nel male).
3) Kevin Costner – Michele Gammino
Avevo già detto che Gammino migliora qualsiasi attore e non è un caso che figuri per la seconda volta in queste mie liste. Alcuni degli attori doppiati da Gammino sono già molto bravi e memorabili in lingua originale (es. Harrison Ford, Bob Hoskins), altri attori invece, come ad esempio Steven Seagal di cui ho parlato in precedenza, ma anche molti altri, possono e devono essere migliorati perché altrimenti non risulterebbero “vendibili” sul mercato italiano. Tra questi figura Kevin Costner che, nonostante sia riconosciuto e pluripremiato come regista, come attore invece ha vinto tanti di quei “razzies” che non capisco neanche come possa essere rimasto nell’olimpo degli strapagati per tutti gli anni ’90.
Costner mi è stato portato all’attenzione dai vostri commenti nel precedente articolo e onestamente non lo avevo mai visto molto in inglese ma, per Diana, sono bastate un paio di scene su YouTube per capire il perché di tutti quei “trofei pernacchia” come attore. Molte delle sue interpretazioni sono spesso piatte e immemorabili. Non è un caso che nella cultura popolare americana Costner abbia una pessima reputazione da attore.
Se siete in grado apprezzare la recitazione in lingua inglese potrete avere un assaggio di Costner in Waterworld da questo link di Youtube, specialmente nelle battute “so can I” seguito da “I got better ones below” che riassumono al meglio la caratteristica piattezza della sua recitazione.
Da italiani potremmo dire: e chi lo avrebbe mai detto! Dopo così tanti film memorabili e lo status da sex-symbol durante tutta la prima metà degli anni ’90, scoprire che Costner sia una mezza scarpa di attore è certamente uno shock culturale! Tale fama in America è indubbiamente un po’ esagerata, ma in gran parte fondata. Il motivo per cui ignoriamo tale caratteristica recitativa di Costner è principalmente Michele Gammino, sua voce ufficiale. Ma con lui anche altri ottimi doppiatori lo hanno reso memorabilmente “bravo”: Luca Ward in Robin Hood, Sergio Di Stefano negli Intoccabili, sono due eccellenti esempi. Ma quando ci immaginiamo Costner che parla ce lo immaginiamo con la voce di Gammino.
Non è solo una questione di recitazione ma anche di accenti verosimili; infatti non bisogna dimenticarci che il doppiaggio, in alcuni casi, trasforma disastrose interpretazioni come quella di Costner in Robin Hood: Prince of Thieves, dove Robin Hood parla con un inspiegabile accento americano, in materiale da primo premio nel nostro paese, dove invece il problema degli accenti non si pone. Grazie al doppiaggio italiano persino attori americani scarsi possono impersonare famosi personaggi britannici. Stessa cosa vale per Braveheart dove il protagonista, Mel Gibson, non è che avesse dato la più credibile delle imitazioni dell’accento scozzese (in Scozia ancora ridono dal 1995). Costner ha vinto un “razzie award” come “peggior attore” proprio per Robin Hood… eppure non lo avreste mai detto giudicandolo soltanto dal doppiaggio italiano. Stessa storia per L’uomo del giorno dopo (The Postman, un film che piace solo a me a quanto pare) e molti altri.
4) Michelle Pfeiffer – Emanuela Rossi
“I actually still have this feeling I may get found out. That I really am a bad actor and I’ve just been fooling people all this time.“
“A dire la verità ho ancora il presentimento che qualcuno possa accorgersene, che sono davvero una cattiva attrice e che ho ingannato la gente per tutto questo tempo.“
Non lo sapevate che Michelle Pfeiffer era una cattiva attrice? Okay, niente di catastrofico quando la sentite in lingua originale ma, come molte attrici entrate dalla porta del settore moda, è sempre stata un po’ una gatta morta adatta a ben pochi ruoli; tanto per rimanere in tema Batman, nel suo ruolo di Catwoman in Batman Returns, per esempio, la Pfeiffer aveva delle ridicole battute che erano recitate, se possibile, in maniera ancora più ridicola. Questo ruolo è stato “salvato”, almeno nella recitazione, da Rossella Izzo che se non altro riusciva a dire “MIAO!” senza farci accapponare la pelle per la vergogna, come invece avviene in inglese. [scena in italiano – scena in inglese]
Ma Michelle Pfeiffer, in Italia, è più nota con la voce di Emanuela Rossi che potremmo definire la sua doppiatrice “ufficiale”, anzi abituale; Emanuela Rossi l’ha sempre caratterizzata alla perfezione, mai facendomi rimpiangere la voce originale che, vi ricordo, non ha mai vinto un oscar (solo nomination) e se non li ha vinti quando era al top della carriera (tra gli anni ’80 e i ’90) non li vincerà mai! MAI!
Tuttavia, c’è da dire che con l’avanzare degli anni Michelle è migliorata molto ma riesce ancora a farmi cascare le palle per la noia e la mancanza di vitalità quando la vedo in una qualsiasi intervista. Non sorprendentemente, è praticamente scomparsa dopo i suoi pochi anni di picco.
Passiamo all’ultimo ma non meno importante…
5) Keanu Reeves – Chiunque lo doppi
Se non conoscevate Keanu Reeves prima di Matrix del 1999 allora forse non sapete che dalla fine degli anni ’80 alla prima metà dei ’90 il signor Reeves veniva assunto quasi esclusivamente perché avrebbe attirato nelle sale cinematografiche frotte di pubblico adolescenziale femminile. Si fa notare in Le relazioni pericolose, ma il suo vero successo comincia l’anno dopo con Bill & Ted’s Excellent Adventure (film mai doppiato in Italia per quanto ne sappia) dove interpreta un tipo di personaggio che per lungo tempo gli sarà difficile scrollarsi di dosso, ovvero lo stereotipo del surfista californiano che dice sempre “whoa!“, cioè un ragazzo non troppo sveglio ma buono e simpatico, qualche canna di tanto in tanto e torso nudo quando è possibile. ciò che in inglese si chiama un “dude” (letto: duuuuuuud’h!), in pratica un giovane Lebowski (per chi ha visto Il grande Lebowski).
I suoi personaggi, per molti anni a seguire, sono stati praticamente la copia del suo dude di “Bill & Ted” che ritroviamo poi in Parenti, amici e tanti guai (Parenthood), in Un mitico viaggio (“Bill & Ted’s Bogus Journey“, seguito del primo “Bill & Ted” ma che, al contrario del primo, venne doppiato) e in Point Break dove interpreta un poliziotto che si infiltra in una banda di surfisti rapinatori di banche (perché chi meglio di lui può interpretare un surfista?); in seguito lo assume quel pervertito di Gus Van Sant che non vedeva l’ora di dargli un ruolo omoerotico insieme ad un altro sex symbol dell’epoca, River Phoenix, coronando così una perversione tutta personale che nei cinema uscirà con il titolo di Belli e dannati (My Own Private Idaho, 1991).
Nei primi anni ’90 è ormai evidente che Keanu viene assunto solo perché è “il bello che va di moda”, questo spiega come sia possibile che Francis Ford Coppola labbia ingaggiato lui e un’altra eroina dell’epoca, Winona Ryder, per interpretare due personaggi londinesi: i loro accenti nel film “Dracula” sono ancora oggi fonte di derisione non solo nel Regno Unito ma in tutto il mondo anglosassone al completo.
WHOA gov’nor!
Via via gli vengono assegnati film di un grado di serietà sempre crescente: Speed, Johnny Mnemonic, Reazione a catena, Il profumo del mosto selvatico, L‘avvocato del diavolo, ma negli occhi degli americani Keanu Reeves è sempre quel “dude” che ogni tanto fa un paio di film più seri, perché non importa se Keanu sta disinnescando una bomba sotto ad un autobus oppure se sta trasportando gigabyte di dati nel suo cervello inseguito dalla Yakuza… rimane sempre un dude (!) e nel 1998 ne fanno anche una parodia nello sketch “The Keanu Reeves School of Acting“.
Con Matrix (1999), Keanu Reeves diventa effettivamente un attore “mainstream” (scusate la parolaccia) che anche vostra madre comincia a riconoscere e si rivende cambiando anche modo di recitare, dalla recitazione in stile “surfista cannato” subentra un nuovo tipo di recitazione oggi giorno molto comune a Hollywood: il sospirato. Keanu Reeves dal 1999 non recita più, sospira e basta. In un certo senso è proprio l’opposto di ciò che aveva fatto fino a quel momento.
La varietà recitativa di Keanu Reeves dunque è riducibile a due fasi della sua vita: la fase da “surfista” e la fase “sospirata” (quest’ultima un po’ lo stile di Steven Seagal). Alla luce di questa grande scala interpretativa (comunque Keanu è bravo in quello che fa, solo che non lo vedrete mai in un’opera teatrale) non c’è da sorprendersi se vi dico che, praticamente, quasi tutti i doppiatori che lo hanno fatto parlare italiano hanno sempre superato l’originale, in un modo o in un altro.
Difatti dobbiamo un sentito grazie a Sandro Acerbo che ci ha risparmiato la sofferenza di udire l’atroce inglese ottocentesco esibito da Keanu Reeves in Dracula di Francis Ford Coppola (in quanto a recitazione poteva forse essere all’altezza soltanto di un Dracula di Dario Argento); inoltre è grazie a Luca Ward (forse tra i suoi doppiatori più memorabili) che la recitazione post-1999 di Keanu in italiano non si limita soltanto a un sospirato, grazie Luca! Un grazie anche al fratello, Andrea Ward, che lo ha doppiato in un paio di film (nei suoi anni da “surfista”) e, ultimo ma non meno importante, Francesco Prando! Grazie a lui, in Italia, ignoriamo del tutto il motivo per cui Johnny Mnemonic sia deriso in tutto il mondo anglosassone per una ridicola scena denominata “I WANT ROOM SERVICE!” (se lo cercate in italiano è “voglio il servizio in camera“) dove Keanu Reeves sbrocca e comincia una futile filippica elencando tutte le cose che gli piacerebbe avere in quel momento, inclusi ‘club sandwich’, “birre messicane alla spina, puttane da $10.000 a notte e camicie fresche di lavanderia come sanno farle all’Imperial Hotel” (solo a trascrivere queste battute mi viene da ridere). In italiano è addirittura recitata bene! Grazie signor Prando per la sua estrema professionalità anche in film di dubbia riuscita, grazie!
[curiosità: i “club” sandwich non sono altro che sandwich a più strati]
Per me le voci di tutti questi doppiatori si confondono quando penso a Keanu Reeves in italiano. Sono tutti bravi e di sicuro più bravi di lui. Se solo Keanu Reeves avesse avuto la bravura di alcuni dei nostri doppiatori sarebbe nell’olimpo dei grandi insieme a Meryl Streep, invece è ridotto a mettersi in dubbio con cose tipo 47 ronin, L’uomo del Tai Chi, o a interpretare film del calibro di Generazione Um….
Mi è stato detto di assomigliare a Keanu Reeves, la mia risposta tipica è puntualmente “peccato che non abbia anche la voce di Luca Ward!“.