Il re o lo si sfugge o si racconta che è nudo. I fratelli Mikhalkov si sono divisi i compiti: Andrej se n’è andato nel “corrotto Occidente” prendendo il cognome materno, ed ha iniziato un’ottima carriera nel cinema come Andrey Konchalovsky (A 30 secondi dalla fine, Tango & Cash, Il proiezionista); Nikita invece è rimasto, portando fieramente il cognome del padre celebre poeta – nel 1943 Sergeij Mikhalkov presentò a Stalin il testo che sarebbe diventato l’Inno dell’Unione Sovietica! – e ha raccontato il potere in tutte le sue forme.
Ancora in tempi recenti Nikita Mikhalkov ha descritto la nuova Russia e i suoi giochi di potere prendendo un classico testo teatrale americano e trasformandolo in quello che, nel mio speciale, ho battezzato 12 russi arrabbiati.
Nel 1994 il regista moscovita torna indietro all’Unione Sovietica del 1936 per raccontarci del Sole che sta scaldando il popolo: Stalin. Ma non è il dittatore ad essere protagonista: è la sua luce a bruciare i personaggi.
Il colonnello Kotov (Mikhalkov) sta passando l’estate nella sua tenuta in campagna circondato da una corte di buffi personaggi – tutti attori già presenti in altri film del regista – ed amato dalla figlioletta Nadja: interpretata dall’adorata figlia omonima del regista. (Che oggi però si fa chiamare Nadezhda.)
A rovinare la festa del potere arriva Dimitri (Oleg Menshikov), ex amante della moglie di Kotov che rappresenta il nuovo corso del potere: è uno di quegli sbandati che non appena hanno un briciolo di potere… diventano più spietati dei dittatori.
Sole ingannatore è un film spietato e crudele, con molte scene umoristiche a mascherare la profonda tragedia che gli scorre nelle vene: il finale terribile, tra i migliori del regista, è il simbolo del potere. Un sole ingannatore che brucia tutti, sia chi vi si oppone che chi vi si sottopone.
Chissà se è stato il Premio Oscar, il successo in tutti i festival europei o la sua denuncia del comunismo a convincere la Mondadori a portarlo in VHS italiana nel 1996… Comunque non si conoscono altre edizioni in home video nel nostro distratto Paese, dove la sfavillante cinematografia russa contemporanea è bella che dimenticata.
Attenzione ai titoli di coda: le scritte finali potrebbero rovinarvi i “colpi di scena”, se non avete visto il film.
Titoli di testa
Titoli di coda
L.
P.S.
Se simili resoconti vi interessano continuate a seguirci ogni venerdì qui su Doppiaggi Italioti e vi invito a venire a trovarmi anche sul mio blog Il Zinefilo: viaggi nel cinema di serie Z.
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