È un po’ di tempo che non mi dedico ai titoli italioti, eh? Lo so, vi sono mancati. Ebbene ecco l’ennesimo appuntamento di questa rubrica e parliamo nuovamente di film dell’orrore, anzi, titoli dell’orrore!
In realtà questi non sono tanto male, ma la battuta scontata era quasi d’obbligo.
Body Bags (1993) ⇒ Body Bags – Corpi estranei
Non ho mai capito bene perché lo abbiano distribuito in Italia con questo strano nome che preserva il titolo originale (per altro incomprensibile per chi non conosce l’inglese, cosa abbastanza comune nel ’93) e aggiunge un sottotitolo che c’entra poco con la trama: “corpi estranei”.
Il film è un horror a tre episodi presentati dal regista John Carpenter nelle vesti di un “ospite” dell’obitorio, un po’ come lo scheletrino de’ I racconti della cripta. Il primo episodio di questa antologia è uno “Scream” ante litteram, il secondo parla di un miracoloso trattamento anti calvizie (che ovviamente sfocia nell’orrido) e il terzo ha Mark Hamill (ex-Luke Skywalker di Guerre stellari) che riceve un occhio nuovo dopo un incidente, l’inconveniente è che l’occhio trapiantato apparteneva a un assassino e così Mark Hamill comincia a vedere la realtà con gli occhi di un serial killer che si impossessa di lui. Insomma, se il “corpi estranei” potrebbe incastrare con il secondo e il terzo episodio, con il primo invece non c’entra una mazza. Evidentemente c’è stata la volontà di fare un doppio senso tra “corpi” inteso come oggetti (estranei) e “corpi” inteso come cadaveri… che lascia un po’ il tempo che trova.
Per la cronaca i “body bags” sono i sacchi di plastica usati per trasportare i cadaveri all’obitorio. Mi suggeriscono nei commenti che si traducono come “sacchi da cadavere” o anche “sacche per cadaveri”, ma evidentemente queste definizioni non hanno convinto il distributore italiano. Credo che “Body Bags – Sacchi da cadavere” o “Body Bags – Sacche per cadaveri” avrebbero potuto funzionare tranquillamente e sarebbe stato certamente più sensato di “corpi estranei”. [NdA: Grazie a Giuseppe Benincasa per la traduzione dei sacchi]
Plan 9 from Outer Space (1959) ⇒ Piano 9 da un altro spazio
E il titolo italiano non arriva neanche dagli anni ’50, il film in Italia è arrivato soltanto in VHS (sottotitolato) ma non è chiaro quando sia comparso questo titolo “Piano 9 da un altro spazio”, a stento possiamo considerarlo come una traduzione “ufficiale” perché, benché venga riportata in vari siti come Comingsoon e FilmTV, in realtà non sono riuscito a trovare altre tracce della sua esistenza (forse qualche trasmissione televisiva?). Il Mereghetti – Dizionario dei film 2000 lo riporta con il suo titolo originale. Quindi il dubbio resta… chi lo ha tradotto in quel modo?
Riguardo al titolo stesso, ho il forte sospetto che abbiano tradotto “outer” come “altro”, il che sarebbe un’interpretazione per somiglianza, decisamente errata. Gli americani dicono spesso “outer space” che in realtà è traducibile semplicemente come “spazio” o, come andava di moda dire nella fantascienza tradotta, l’oltrespazio (probabilmente sott’intendendo “oltre lo spazio conosciuto”). Infatti, in inglese, quell’outer dà una valenza ancora più fantascientifica che indica un origine molto distante dalla Terra, ma in realtà non vuol dire niente di più del semplice spazio extraterrestre o al più extrasolare.
Terror House (1972) ⇒ A cena con la signora omicidi
No, non è il precursore di La signora ammazzatutti (Serial Mom, 1994), né il seguito di La signora omicidi (The Ladykillers, 1955), né è parente di La signora omicidi colpisce ancora (altro sequel apocrifo italiota, titolo originale Le diable est parmi nous, 1972). A cena con la signora omicidi è un film del 1972 conosciuto in America con molti titoli (e già questo è un pessimo segno): Terror House, Terror at the Red Wolf Inn, The Folks ar the Red Wolf Inn, Terror on the Menu, Secrets Beyond the Door, Club Dead… e chi più ne ha! Da non confondere con Terror House che invece è il titolo americano per Quella villa in fondo al parco, film italiano del 1988 (uno di quelli con la casa di Psycho in copertina). Il paradosso? Al contrario dei tanti film con la casa di Psycho in copertina, questo film si svolge effettivamente in una casa gotica alla Psycho; altra curiosità, nel film La signora ammazzatutti si può scorgere la copertina VHS di questo A cena con la signora omicidi.
La trama? La giovane e ingenua Regina riceve una lettera in cui le viene annunciata la vittoria di un concorso di bellezza alla quale non ha mai partecipato, in premio ci sono due settimane di vacanza in un luogo non specificato. Siccome è scema ci va senza pensarci. Si tratta della casa di una coppia di anziani (e il nipote “Baby John”) che preparano, a lei e alle altre ospiti, cene luculliane e sempre a base di carne. Il sospetto che può venire già dalla locandina è che in questa casa siano dediti al cannibalismo e i dialoghi italiani rendono bene le varie battute a doppio senso come “A me piace veder mangiare i giovani”, “è una ragazza deliziosa”, “Regina piace anche a me, è molto tenera”. Non aprite quella porta ne fa omaggio in più scene.
Visto che il film tratta di cannibalismo, i titoli di coda sono nella forma di un simpatico menù: “Ecco il menù quando si va A CENA CON LA SIGNORA OMICIDI“.
Il doppiaggio è della S.A.S. – Società Attori Sincronizzati che traduce in italiano anche le canzoni che sentiamo cantare nel film (e sui titoli).
Uscito in Italia nel 1974, il film nel mondo è pressoché sconosciuto, e non a caso. Il titolo italiano funziona molto meglio di tutti gli svariati titoli “originali”, indicando chiaramente una commedia nera. Un buon titolo sprecato su un film non particolarmente memorabile. Dal regista di Alice nel paese delle pornomeraviglie.
Waxwork 2 – Lost in time (1992) ⇒ Waxwork 2 – Bentornati al museo delle cere
Il bello di questo film, seguito di Waxwork – Benvenuti al museo delle cere [dove il museo delle cere ESPLODEVA sul finale], è che non c’è nessun museo delle cere, quindi non si capisce bene perché in italiano ci sia un “bentornati”. Il film anzi è ben diverso dal primo e in qualche modo può ricordare alla lontana più L’armata delle tenebre che un generico horror ambientato in un museo delle cere (o forse è solo la presenza di Bruce Campbell che fa scattare questo collegamento). Non è neanche propriamente un horror, ma forse è meglio classificabile come appartenente al genere fantastico e persino alla commedia. Per anni è stato impossibile da reperire in italiano e ne ricordavo soltanto una visione in videocassetta registrata dalla TV negli anni ’90. Lo ricordo con più affetto del primo film.
Maximum Overdrive (1986) ⇒ Brivido
La storia di questo film è tratta da un racconto breve di Stephen King chiamato in italiano “Camion” (“Trucks” in originale) e parla di una misteriosa forza aliena che muove qualsiasi macchina sulla terra (dal tostapane ai camion per l’appunto) con lo scopo di uccidere tutti gli esseri umani, così da consentire agli alieni di appropriarsi del pianeta. Nel film, i protagonisti si rifugiano in un autogrill e vengono assediati da tir assetati di sangue che non li lasciano andar via.
Se non sbaglio, e potrei sbagliarmi poiché non sono una cima nell’argomento motori, il titolo in inglese fa riferimento appunto ai motori (l’overdrive dovrebbe essere un dispositivo legato al cambio delle marce). Se per me rimane un po’ di dubbio sul significato del titolo originale e sul perché abbiano deciso di intitolarlo così, è il titolo italiano che rimane quanto di mai più random potevano inventarsi… “Brivido“! Un titolo che volendo si adatta praticamente a qualsiasi film di genere horror e thriller! Non è neanche un film che dà poi tanti brividi a dir la verità, piuttosto è a metà tra l’avventura e l’horror ma di horror ha davvero poco (eccetto alcune scene truculente ma girate in maniera così esagerata da essere comiche per gli standard moderni); personalmente lo considero un film di avventura/thriller con un tocco di fantascienza. In italiano… Brivido, brr!
Una piccola curiosità, in questo film recita Yeardley Smith, l’attrice che da la voce americana a Lisa Simpson.
Termino l’articolo con qualcosa di più moderno che ho visto di recente in TV…
P2 (2007) ⇒ -2 Livello del terrore
È ovvio che lasciare in italiano il titolo “P2” poteva far pensare ad un film sulla massoneria italiana e in ogni caso sarebbe stato poco indicativo, del resto anche in inglese è un titolo poco memorabile (come il film stesso). Oltre al cambio di “P2” in “-2”, anche l’aggiunta di un sottotitolo si rende necessaria e giustificata; difatti con la parola “livello” del sottotitolo si può capire oltre ogni ragionevole dubbio che quel “-2” non faccia parte di un’operazione matematica ma del piano “-2” (così come in Italia è indicato sulla pulsantiera degli ascensori). Quindi si tratta di un semplice ed efficace adattamento culturale, non c’è da urlare “bastaaaaaaaaaaaa!” in questo caso. Un buon titolo.