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Non avete mai sentito parlare del Falcone Millenario? Shame on you!

Guerre Stellari, prima edizione 1977 Oscar Mondadori

Quando ho letto questa frase sulla versione romanzata di Guerre Stellari ho avuto la stessa reazione di Obi Wan Kenobi. Ma cominciamo dal principio…

“Novelization”… ma che è?

Sapete quei mercatini che si trovano nelle città balneari italiane del centro Italia dove accanto al banco ricolmo di attrezzature militari dall’ex-unione sovietica (in realtà robaccia prodotta in Cina) c’è sempre, ma dico sempre, almeno un banchino che vende libri usati a 1-3 euro? Quei banchini sono la cosa che più adoro dell’andare in vacanza. In uno di questi, anni fa, acquistai in un sol colpo la versione romanzata di Guerre stellari e di Alien (entrambi scritti da Alan Dean Foster) spendendo 2 euro in totale. In inglese si chiamano “novelization“, in italiano “trasposizione letteraria” e sono forse più celebri all’estero che in Italia. In pratica sono romanzi (“novel” in inglese significa proprio “romanzo”) che si basano sulla sceneggiatura dell’omonimo film e che escono in concomitanza con quest’ultimo (spesso uscivano persino prima!). Adesso non se ne producono quasi più di questi libri ma negli anni ’70-’80 andavano molto di moda.

“Novelization”… ma a che pro?

Se pensate che leggersi un libro basato su un film sia inutile (avete già visto il film, no? Perché rileggersi la stessa storia?) sappiate di essere in grave errore. Il bello di queste trasposizioni letterarie è che spesso venivano scritte mentre il film era ancora in lavorazione, quindi si basano quasi interamente sulla sceneggiatura piuttosto che sul prodotto “visivo” finale. Il vantaggio di ciò è che questi libri possono contenere “scene tagliate” o battute alternative, altrimenti come credete fosse possibile che negli anni prima di Internet i fan di Guerre stellari potessero sapere di scene tagliate che Lucas ha tirato fuori solo adesso, nel 2012? La risposta è: proprio grazie alle trasposizioni letterarie.

L’unica pecca delle “novelization” è che non tutti sono capaci di scrivere una buona trasposizione, fin ora ho letto soltanto le opere di Alan Dean Foster (che è uno scrittore almeno capace) ma ce ne sono altri a dir poco dozzinali; ad esempio mi capitò di sfogliare l’adattamento letterario de’ I predatori dell’arca perduta che ho chiuso con rabbia dopo le prime due righe, questo perché lo scrittore, invece di farne una “trasposizione letteraria”, aveva optato per una “trasposizione grafica” dove venivano descritti come prima cosa i vestiti del protagonista, il cappello in particolare. Foster è invece un genio. Cioè, uno che riesce a scrivervi di Alien senza mai descrivere l’alieno ma comunque mantenendo viva l’attenzione fino all’ultima riga non può essere definito altrimenti. Non che potesse fare altrimenti, la novelization di Alien la stava scrivendo mentre il film era ancora in lavorazione e l’alieno non era visibile a nessuno eccetto che a Ridley Scott e all’artista Giger, e la sceneggiatura non lo descriveva. Non solo questo, ma Foster ha l’ardire di infilare nel romanzo anche questioni e riflessioni non trattate nel film e che rendono il libro stesso appunto un “libro” e non una cronaca delle scene del film. Questo è il genio, scrivere la storia di un film senza cadere nell’errore di descriverlo in maniera visiva. Il libro è un mezzo che non deve essere visivo, per quello basta il film.

Perle rare: la “novelization” di Guerre stellari

Ebbene qualche tempo fa mi sono finalmente letto Guerre stellari, pubblicato nel 1977 da Oscar Mondadori. Pensavate di conoscere Guerre Stellari e invece ecco che Foster vi catapulta in una versione letteraria inaspettatamente gradevole e non priva di sorprese, anzi densa di elementi e dettagli nuovi anche per i conoscitori del film di lunga data come me.

Ah, so che state pensando “ma lì c’è scritto che l’ha scritto George Lucas! Non Alan Dean Foster“, ebbene Lucas, da megalomane che è sempre stato, ha voluto il suo nome anche sul libro perché, dice, “è una sua idea“, anche se la penna non lo è. Ditemi voi. Invece, chissà perché, nella versione romanzata di THX-1138 (anche questa ben scritta, opera di Ben Bova e ben tradotta in italiano per Urania) e degli stessi seguiti di Guerre stellari il suo nome non appare.

Comunque, ritornando all’adattamento letterario di Guerre stellari, la curiosità maggiore riguarda la sua traduzione italiana evidentemente realizzata prima del doppiaggio italiano, indipendentemente (o almeno in parte). L’adattamento ne è risultato infatti diverso seppur in maniera “curiosa”…

Tanto tempo fa, in un’Italia lontana lontana…

Il Falcone Millenario, o meglio Millennario

I nomi sono rimasti identici a quelli originali, quindi abbiamo Han Solo e non Jan Solo, Darth Vader e non Darth Fener, R2-D2 al posto di C1-P8, etc…; questo non scioccherebbe minimamente se poi non leggessimo altri nomi tradotti in italiano come ad esempio il “Falcone Millennario” (Millennium Falcon, rimasto invariato nel doppiaggio del film dato che si tratta del nome di una nave). Altre cose hanno invece trovato un adattamento parallelo: “sand people” per esempio è stato tradotto come “insabbiati” al contrario dei “sabbipodi” del doppiaggio, in entrambi i casi hanno lavorato di fantasia anche se insabbiati è più comico, è come se chiamassero gli Ewok “imboscati” perché vivono nel bosco.

Tradurre la Guerra dei cloni

Poi arriviamo alla nota dolente, arriviamo fino alle radici stesse del mio blog…
Quando ho iniziato a leggere il libro e ho visto che i nomi erano riportati all’inglese mi sono detto: “ah, una traduzione indipendente… beh, almeno per la versione letteraria AVRANNO azzeccato correttamente questa benedettissima guerra dei cloni! Devono averlo fatto!”…

“nelle guerre di Clone”

Per citare Gene Wilder con la voce di Oreste Lionello in Wagons-Lit con omicidi: “PORCA PUTTANA!”


Sorpresa sorpresa, non ci azzeccarono! Anche qui c’è un grave errore, “Clone Wars” è stato infatti tradotto come: le guerre di Clone.

Cioè possiamo presumere che ci sia un pianeta o un sistema nella galassia che si chiama Clone e sul quale si sono combattute tante guerre intergalattiche, un po’ come secoli fa quando paesi in guerra si davano appuntamento su determinati campi di battaglia per decidere il possesso di altre regioni (diverse e lontane da quelle in cui si combatteva). Oppure potremmo pensare che ci fosse un tizio di nome Clone, signore della guerra, che ha dato battaglia a mezza galassia?

Lasciatemi esclamare un iperbolico ma liberatorio: MA CHE CAZZO!

“Clone Wars” tradotto come “guerre di Clone”? Ma se fosse stato veramente “guerre di Clone” in inglese avrebbe letto “the Wars of Clone”. La Guerra delle due Rose si chiama difatti The Wars of the Roses, non “the Rose Wars”. Clone Wars non è così difficile da comprendere: la guerra… dei cloni. È così davvero così difficile per un traduttore professionista? Nei libri difficilmente si altera qualcosa, era l’occasione per dargli una traduzione corretta almeno nel libro.
Similmente noterete in un immagine successiva come anche “Jedi Knight” sia stato tradotto come “cavaliere di Jedi”, anche qui si potrebbe obiettare che “Templar Knights” si traduca come “cavalieri templari” e non “cavalieri di Templar”, e i “Teutonic knights” non sono “i cavalieri di Teutone”. Per il resto, il libro è tradotto molto bene.

Nel romanzo di Guerre Stellari Obi Wan non mente

Cambiando argomento, tra le altre curiosità che emergono dal romanzo, eccovi l’ennesima conferma che l’idea di Darth Vader come padre di Luke Skywalker arrivò soltanto nella scrittura del secondo film (L’impero colpisce ancora) e non faceva già parte di una pianificatissima trama dove tutto era già stato deciso, quasi scena per scena, dai tempi del college, come ci vorrebbe farci credere Lucas a posteriori nelle sue architettatissime interviste degli anni 2000:


Obi Wan non vuole mentire a Luke e gli dice che il padre di Luke fu tradito e assassinato da Darth Vader. Vienicelo a ridire dopo aver visto L’impero colpisce ancora. Per fortuna di Foster, non ha dovuto scrivere la versione romanzata dei seguiti.

Nuove traduzioni, nuovi orrori

In occasione dell’imminente minaccia fantasma, nel 1999 vengono ripubblicate in un unico volume le tre trasposizioni della vecchia trilogia con notevoli alterazioni della trama e dei dialoghi in modo da far combaciare meglio le battute con il copione del film, eliminando cose scomode come Obi Wan che sostiene di dire la verità riguardo al padre di Luke e cose del genere. I nomi vengono riportati alla loro versione italiana. Addio ai dialoghi ben scritti di Alan Dean Foster e benvenuti nuovi dialoghi sciattamente ricopiati pari-pari dal film e dove Obi Wan fa persino riferimento ad un mynock, quelle creature che rosicchiano il Millennium Falcon nel L’impero colpisce ancora. Non ci credete? Lo capisco, non mi crederei neanche io ma parlo sempre “fonti alla mano”. Ecco qui:

Tante guerre dei cloni e mai una giusta

La versione italiana ha un diverso traduttore rispetto ai precedenti e, ovviamente, una nuova traduzione dove Clone Wars diventa (finalmente) Guerre dei cloni… peccato che “Episodio II: L’attacco dei cloni” parlerà invece di una “guerra dei cloni” al singolare (come è giusto che sia). Quindi a tutti gli effetti non c’è NESSUNA traduzione italiana in cui “guerra dei cloni” venga tradotta correttamente fino al 2002: nel film si parla di guerre dei Quoti, nella trasposizione letteraria del 1977 di guerre di Clone, nella riedizione del 1999 di guerre dei cloni.


Se vi siete interessati alla versione romanzata di Guerre stellari recuperatevi la versione Mondadori del 1977 (non costano molto su eBay), è una buona lettura estiva. Evitate ovviamente la riedizione moderna che, proprio come il film, ha subito numerosi ritocchi che l’hanno rovinata. Obi Wan che parla di mynock a caso… è pura spazzatura e non gliela perdono! Viva gli insabbiati, abbasso le Guerre di Clone.

Vi lascio con la copertina del mio primissimo articolo su questo blog:

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