I cavalieri Jedi… paladini della matematica

Guerra dei quoti o guerra dei cloni, vignetta sull'adattamento italiano di Guerre Stellari 1977

Guerre stellari (1977)

originale

LUKE: You fought in the Clone Wars?
BEN: Yes, I was once a Jedi Knight the same as your father.

versione italiana

LUKE: Tu hai fatto la Guerra dei Quoti?
BEN: Sì, una volta io ero un Cavaliere Jedi, come tuo padre.

La Guerra dei Quoti

Tra tutte le più infelici scelte di doppiaggio, quella “Guerra dei Quoti” in Guerre stellari (1977) forse è la più famosa e probabilmente la più inaspettata. Guerre stellari, si sa, ha subito importanti scelte di adattamento nella versione italiana (specialmente nei nomi dei personaggi) allo scopo di rendere all’orecchio italiano lo stesso impatto che il film originale aveva e ancora ha sul pubblico americano, anche nelle sue sfumature meno evidenti; scelte, in gran parte dei casi, più che giustificate per un fantasy ambientato nello spazio… tutte eccetto quella dei Quoti. È pur vero che la genetica moderna era ancora relativamente recente nel ’77, ma la parola “clone” e il concetto di clonazione non erano certo delle novità nel vocabolario italiano di fine anni ’70.

Nessuno ovviamente se ne sarebbe accorto se decenni dopo Lucas non avesse deciso di riprendere il concetto della Guerra dei Quoti Cloni, per il suo Episodio 2. Potremmo anche discutere se sia più corretto parlare di guerre dei quoti (non lo è), ma queste sono piccolezze in confronto all’arbitraria scelta di un nuovo nome di fantasia.

Cosa abbiano pensato i traduttori di Guerre stellari quando lavoravano a questo film non ci è dato sapere e non ci sono testimonianze dirette a riguardo; un mistero della fede che non manca di stimolare, di tanto in tanto, piccoli movimenti popolari (e popolani) che ogni tanto finiscono anche per esigere (molto arbitrariamente) un nuovo doppiaggio, più “fedele” all’originale (le virgolette sulla parola “fedele” sono d’obbligo) e che quindi si adatti meglio ai nuovi episodi degli anni 2000. Inutile dire che questo sarebbe quasi un peccato contro natura, gettare nel cestino un capolavoro di doppiaggio firmato da De Leonardis e Maldesi solo per un quoto e poco altro. Sarebbe più facile accettare invece che la “Guerra dei Cloni” non sia mai esistita perché quel film è una fetecchia!

VOTO “GUERRA DEI QUOTI” 5/10
(dalla media di: 0 per l’assurdità e 10 per la fantasia.)

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

31 Commenti

  • Jame

    29 Marzo 2013 alle 02:46

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    Rispondi
  • Fra X

    29 Settembre 2013 alle 03:30

    Un utente su youtube ha ipotizzato che Quoti derivi dal latino e se non erro significhi replicare. Se è così comunque soprattutto all’ epoca non è che si avesse famigliarità con questo termine! Mah!

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    • Evit

      29 Settembre 2013 alle 11:00

      I tempi del liceo sono ormai lontani e ho dovuto rispolverare il dizionario di latino, purtroppo è come sospettavo, non c’è nessun vocabolo latino che si avvicini a quoti con significato di “replicare”. È stato bello poterci credere però! Ho VOLUTO crederci!!!

      Rispondi
    • vince12

      30 Gennaio 2015 alle 17:40

      Sapete credo che si parli del termine latino quotie(n)s che vuol dire quante volte, ad uso di ripetizione, quindi potrebbero averlo utilizzato come neologismo legato al fatto che i cloni sono un numero di copie di un essere umano… nel nostro caso di Jango Fett

      Rispondi
      • Evit

        30 Gennaio 2015 alle 18:04

        Quotiens o quoties è un avverbio, equivalente pressappoco a “tutte le volte che” o “qualora”.
        Non vedo come possa legarsi a sostantivo “cloni”. Sebbene sia la parola latina forse più vicina a ciò che sentiamo nel doppiaggio (quoti), e ti ringrazio per aver contribuito a questa discussione, il nesso tra “quoti” inteso come cloni e “quotiens”, avverbio, lo trovo comunque un po’ troppo astruso. Dovremmo supporre che De Leonardis o Maldesi abbiano alterato un avverbio latino per creare un neologismo adatto all’universo di Guerre Stellari (nonostante la parola “clone” comunque esista da secoli) e abbiano reputato questa scelta comprensibile per il pubblico italiano.
        Può anche essere. La trovo comunque una spiegazione troppo barocca, persino per l’immenso De Leonardis.
        Mentre sabbipodi era alla portata linguistica dell’italiano medio degli anni 70, non riesco a immaginare come un neologismo come quoti da quotiens possa essere considerato comprensibile in fare di adattamento… Difatti nessuno si è mai chiesto perché sand people diventano sabbipodi ma siamo ancora qui a chiederci cosa fossero i quoti.
        Sarebbe stato bello poterlo chiedere a Maldesi, era nella mia lista di cose da fare ma purtroppo è venuto a mancare prima che potessi contattarlo. Da qui in poi sarà soltanto speculazione linguistica. Peccato.

  • Fra X

    18 Luglio 2015 alle 16:53

    “I tempi del liceo sono ormai lontani e ho dovuto rispolverare il dizionario di latino, purtroppo è come sospettavo, non c’è nessun vocabolo latino che si avvicini a quoti con significato di “replicare”. È stato bello poterci credere però! Ho VOLUTO crederci!!!”
    Ah, O.K.!
    “Sebbene sia la parola latina forse più vicina a ciò che sentiamo nel doppiaggio (quoti), e ti ringrazio per aver contribuito a questa discussione, il nesso tra “quoti” inteso come cloni e “quotiens”, avverbio, lo trovo comunque un po’ troppo astruso. Dovremmo supporre che De Leonardis o Maldesi abbiano alterato un avverbio latino per creare un neologismo adatto all’universo di Guerre Stellari (nonostante la parola “clone” comunque esista da secoli) e abbiano reputato questa scelta comprensibile per il pubblico italiano.
    Può anche essere. La trovo comunque una spiegazione troppo barocca, persino per l’immenso De Leonardis.”
    In effetti si.

    Rispondi
  • Gainluca Cella

    18 Settembre 2020 alle 16:35

    Sinceramente io credo che la scelta di non includere la parola CLONI nel doppiaggio sia dovuto alla religione…infatti per i cattolici la clonazione è contro natura e contro Dio…negli anni ’70 si teneva molto in considerazione in Italia la religione cristiana.

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    • Evit

      20 Settembre 2020 alle 16:25

      Come teoria è sensata se vogliamo immaginare un Italia censurata anche nelle piccole cose ma non era così, la vera censura nei film distribuiti in Italia riguardava quasi esclusivamente il tema della sessualità, e alcuni film venivano ingiustamente accusati di essere pornografici con ritiro delle pellicole arrivate in sala, distruzione dei negativi e denunce ai registi, ma questo genere di censura non era operata a priori e su concetti così generici come la clonazione. Difatti L’uomo che fuggì dal futuro di Lucas arrivò nel 1971 (e poi riproposto nel 1978) e quel film già parlava di clonazione, senza nessuna censura. Negli stessi anni diversi altri film trattavano di questo tema senza problemi. In più in questo film si parla di jedi che combatterono nella guerra dei cloni e altro non ci è dato sapere, nel 1977 potevamo facilmente presumere che i jedi combattessero contro dei cloni visto che all’epoca Episodio II non esisteva ancora ed erano frasi buttate lì. Quindi anche se qualcuno fosse stato contro la clonazione umana, i nostri eroi sarebbero stati percepiti come difensori contro la clonazione e i suoi prodotti.
      Insomma considerando che non si hanno altri casi simili di censura preventiva sull’argomento clonazione, non penso sia plausibile come motivazione.
      Ovviamente se qualcuno avesse chiesto a Maldesi qualcosa a riguardo non staremmo ancora qui a fare congetture sulla scelta di una parola alternativa a “clone” 😀

      Rispondi
    • rinoceronteobeso

      22 Settembre 2020 alle 15:05

      Compiti a casa per Gainluca: quando la religione cattolica ha iniziato ad avere una opinione sulla clonazione?

      Ne aveva una anche quando era faccenda da giardinieri?

      Nel 1950 c’e’ stata una levata di scudi contro le banane Cavendish?

      E quando, invece, la posizione della religione cattolica sulla clonazione ha iniziato a uscire dai dibattiti di teologia e penetrare nella sensibilità del pubblico cattolico?

      Se la risposta (che non conosco, sono compiti a casa per quello) alla domanda precedente è “dopo il 1977”, che ne facciamo del tuo commento?

      Rispondi
      • Gainluca Cella

        19 Novembre 2020 alle 12:25

        La mia era una semplice opinione, visto che spesso la religione si è messa di mezzo…e ricordate che più andiamo avanti e più essa inizia a operare in modi quasi ridicoli. Le banane sono oggetti inanimati. Ma quando fu clonata la pecora, ci furono vari movimenti cattolici contro tale evento.

      • Gainluca Cella

        19 Novembre 2020 alle 12:29

        Comunque….era una teoria. Come ce ne sono state tante. Ma alla fine è probabile che fu solo dovuta a scarse conoscenze in merito alla questione o un errato ascolto da parte di chi trascrisse la traduzione.

  • Sfigus l'albero poco figus

    26 Dicembre 2021 alle 02:48

    O sempre chiesto cos’erano e siccome nessuno mi sapeva rispondere nel lontano 1990, immaginari si trattasse di una razza aliena o di un gruppo di insurrezionali sto della repubblica. Ciò che amato del doppiaggio italiano sta nella capacita di farci immaginare ancora e di più non solo guardando il film. Grazie (fan amante dell’originale e unico di dart fener)

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    • Evit

      9 Agosto 2022 alle 18:35

      Un post interessante, grazie. Mi sembra che sia già stato appurato infatti che eventuali censure Mediaset le faceva solo perché temeva le mamme zelanti alla Ned Flanders, non perché ci fosse un moralismo religioso di fondo (moralismo alla Mediaset poi… pff!).

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      • Apostolo

        9 Agosto 2022 alle 19:23

        C’è da dire che seguivano i regolamenti Agcom, però esistono anime Mediaset con adattamenti normali.

        Tuttavia certa gente esagera: arrivando addirittura a dire che Dragon Ball e Sailor Moon siano per adulti (senza consultare le brochure Toei), a pensare che il doppiaggio milanese = censura (il caso Dragon Ball Z – La battaglia degli dei).

        Per non parlare degli insulti ai doppiatori milanesi (in particolare Ivo de Palma e Elisabetta Spinelli) riguardo alla loro età, guarda caso provenienti da forum legati a Cannarsi e/o Mazzotta.

        Poi ci sono quelli indignati per i nomi cambiati come Holly e Benji, saranno contenti che è ritornato il nome originale Captain Tsubasa.

        (Le serie come I Simpson non sono mai state gestite dalla struttura ragazzi, infatti hanno sigla originale e doppiaggio romano)

      • Andrea87

        10 Agosto 2022 alle 09:26

        chiaro, il MOIGE non ha mai obbligato nessuno a censurare ed ogni TV era formalmente libera di trasmettere ciò che più le aggradava…

        MA (ed è un “ma” che fa tutta la differenza del mondo) non appena le “mammine pancine” dell’associazione vedevano una scena che non rispondeva in pieno alla loro visione del mondo zuccherata, saltava loro la mosca al naso e avevano il potere di comminare multoni salatissimi (oltre a far scoppiare enormi bubboni mediatici, che per una TV commerciale può significare la perdita di grossi contratti pubblicitari, vedi la querelle su “Sailor Moon fa diventare ricchioni”)… be’, capirai, che indirettamente il MOIGE era effettivamente coinvolto nelle censure e non erano figlie solamente del piano malvagio della Valeri Manera…

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