Che ci sia un piano ben strutturato per far passare i supereroi nei cinema italiani con il loro nome inglese (Captain America, The Avengers, etc…) sembra essere cosa ormai consolidata. L’effetto di questi titoli lasciati in inglese (e lasciati in inglese sono spesso anche i nomi che sentiamo nel doppiaggio, disgraziatamente) è straniante per lo spettatore italiano che l’inglese non lo sa.
I neo-snob italioti in parte apprezzano il sentirsi vomitati addosso una valanga di vocaboli, lasciati in inglese forse per questioni di marketing (o forse soltanto perché in inglese è più cool), in parte però disprezzano il doppiaggio in sé, vivendo così in un mondo tutto loro dove gli piacerebbe che i film fossero sempre in lingua originale ma sottotitolati, altrimenti non capirebbero niente. [Nota: non sapere l’inglese è più che lecito, dire di saperlo quando le conoscenze sono scarse (ma sopravvalutate) è da capre ignoranti.]
I pochi che l’inglese lo sanno anche troppo bene invece soffrono per gli improvvisi cambi di registro dove all’interno di una frase compare, in modo del tutto arbitrario, una parola in inglese laddove non se l’aspettavano minimamente; questo provoca un tilt di pochi millisecondi, quanto basta per far fallire l’illusione del doppiaggio ed estraendoli completamente dall’esperienza cinematografica.
Il resto degli italiani subisce e basta, senza sapere bene perché. Perché al cinema esce un film che parla di Noè e si chiama Noah? La risposta, tanto semplice quanto insensata, è questa: perché in inglese il film si chiama “Noah”, testoni!
La stupidità di lasciare i titoli dei film sempre e comunque in inglese è palese quando poi una giornalista del TG1 ci presenta questo film chiamandolo “Noà”, a dimostrazione che è inutile lasciare i titoli in inglese se poi la gente comune non sa neanche come pronunciarli. Per vostra curiosità personale Noah si legge “nòa” e non “noà”.
Resta da vedere se anche nel film doppiato avranno l’ardire di chiamare il personaggio con il nome di NOAH! In tal caso ne sentirete riparlare in questo blog. Forse.
Piccola curiosità sul doppiatore di Russell Crowe
Luca Ward non doppia Russell Crowe nel film (nonostante lo abbia doppiato nel trailer); a detta sua non c’entra né la Universal, né lui, né Russell Crowe, ma qualche intrigo di palazzo qui in Italia. C’è anche da dire che come voce del drago nel film Lo Hobbit: La desolazione di Smaug Luca Ward era riuscito solo a metà, l’altra metà a mia modesta opinione era mal recitata, amatoriale quasi… quindi boh, godetevi Russell Crowe con la voce di Fabrizio Pucci per ora. Luca Ward sembra quasi che si sta adagiando troppo sugli allori, del resto Il gladiatore è pur sempre di 14 anni fa e L.A. Confidential ben 17 anni fa!