“Silicon” (silicio) per silicone e “nitrogen” (azoto) per nitrogeno sono due tra gli esempi più classici di “falsi amici” e di errori di traduzione ed entrambi sono presenti nel film Alien del 1979!
Adesso che ho attirato l’attenzione dei più lagnosi di voi, vediamo nel complesso com’è l’adattamento italiano di Alien, quali magagne e quali pregi contiene. Considerate questo come un “prequel” del precedente articolo sull’adattamento di Aliens – Scontro finale.
La pronuncia del nome “Ripley” nel doppiaggio italiano di Alien
L’errore di adattamento più grave di questo film è probabilmente la pronuncia errata del cognome della protagonista, Ripley; infatti questa, durante l’intero film, viene chiamata RÀIPLI invece di RÌPLI. Chissà quale fosse la ragione di questa modifica italiota, forse “ripli” non suonava abbastanza americano? Questa malefatta è stata corretta in tutti i film successivi lasciando quindi il capostipite della serie come unico caso strano a sé stante. Ma cosa gli era venuto in mente?
Il caro vecchio nitrogeno e il tanto amato silicone
Ebbene sì, in questo film abbiamo uno di quei famosi esempi di errori di traduzione:
• NITROGEN che diventa NITROGENO
L’errore sta nel fatto che “nitrogen” si traduce con azoto, come già dissi in questo precedente articolo, anche se ormai “lo sanno anche i gatti per la strada” (qui cito una mia vecchia professoressa e i suoi balzani modi di dire). La cosa curiosa è che in questo film chi parla di nitrogeno è proprio l’ufficiale scientifico il quale, alla domanda “hai l’analisi dell’atmosfera?“, risponde:
-“It’s almost primordial. There is inert nitrogen, high concentration of carbon dioxide crystals, methane…”
-“È quasi primordiale. È nitrogeno inerte, con un’alta concentrazione di cristalli di ossido di carbonio, metano…”
Il bello è che in una scena successiva lo stesso ufficiale scientifico ci propone l’ennesimo errore classico già sentito dai tempi di Star Trek la serie classica e molto lamentato da chi spesso si lagna del doppiaggio italiano in generale:
• SILICON che diventa SILICONE
“Ha la strana abitudine di disfarsi delle sue cellule e rimpiazzarle con silicone polarizzato“.
In questa scena in particolare non c’era neanche l’esigenza del rispettare un labiale in quanto non si tratta di un primo piano e in più la bocca a stento si muove. Insomma non ci sono scuse e lo dichiaro quindi un errore bello e buono. Lo stesso vale per “nitrogeno” che nel labiale comunque non combacia con “nitrogen” quindi non vi era alcuna esigenza di forzare l’italiano con arcaicismi da alchemia medievale.
Mother, il computer parlante… in italiano.
Una delle tante cose memorabili di Alien è la voce del computer di bordo chiamato “Mother” che si rifiutava meschinamente di rivelare a Ripley il disgraziato piano che la Compagnia aveva in mente per recuperare l’alieno (faccio toppo spoileraggio? Andiamo ragazzi, questo film ha quasi quarant’anni!). Il suo secco “non computa” era qualcosa di più di una semplice risposta computerizzata, c’è vera e propria malizia nella voce di Mother la quale, non volendo rispondere alle domande di Ripley, si nasconde dietro un gergo informatico, “non computa“!
In inglese Mother non parla e quelle scene in lingua originale sono semplicemente… ARIDE! Ecco, l’ho detto.
Un dettaglio spesso ignorato è che il nome del computer di bordo Mother è stato in realtà adattato in italiano, perlomeno da quanto si evince dai dialoghi. Il suo nome nella versione italiana infatti è Mater. Ha senso, no?
Del resto lo trovate scritto anche nei titoli di coda localizzati in italiano, ma assenti nelle versioni home video. (aggiunta del 28/07/14)
Un’ulteriore curiosità è che “Mother” è in realtà il nomignolo che l’equipaggio della Nostromo ha dato al computer di bordo “MU-TH-UR 6000”, il nome originale si può notare in questa scena del film (un po’ scura lo so):
L’equivalente in italiano potrebbe essere qualcosa tipo “MA-TH-ER 6000”, tanto per intenderci. Inoltre, nel quarto film della saga (Alien la clonazione, 1997) sentiremo che il nome del computer di bordo è “FATHER”, adattato in italiano come “PATER“; per quanto questo sia concettualmente stupido e improbabile, come stupido e improbabile è il quarto film in generale, se non altro chi ha lavorato alla versione italiana del film ha avuto la decenza (non affatto scontata) di mantenere il nesso con l’adattamento del primo film. Quindi un applauso a chi ha adattato il quarto film [i dialoghi di “Alien 4” sono di Tonino Accolla].
Ritornando in tema, quella di dare una voce ai computer è stato per anni un trucchetto utilizzato nell’adattamento italiano per evitare di dover sostituire le scritte che apparivano su schermo poiché spesso di difficile riproduzione, specialmente negli anni ’70 quando anche delle semplici parole su schermo di computer erano considerate “effetti speciali”. L’effetto apportato dall’aggiunta di una voce (robotica e immancabilmente femminile) è solitamente migliorativo, il computer ha molta più personalità se “parla“. Siamo nel 2014 e i computer comunemente ancora non parlano. La cosa che più si avvicina a Mater è Siri e Siri al momento è ancora anni luce da Mater.
Errori… spaziali?
“I’ve found it, just short of Zeta II Reticuli.”
“Trovato. Vicino a Zeta due sul Reticolo“
Zeta II Reticuli si riferisce al nome di un sistema stellare binario (dove Zeta² è una delle due stelle) nella costellazione australe del “Reticolo”, in latino “reticulum”. Secondo la declinazione latina “reticuli” è genitivo e quindi significherebbe “del reticolo”. Il pianeta su cui si svolge la prima parte del film si trova dunque vicino alla stella Z² della costellazione del Reticolo. Quindi la traduzione corretta sarebbe dovuta essere “Trovato. Vicino a Zeta 2 del Reticolo” (invece che “Zeta due sul Reticolo“).
Nonostante questo errore venga spesso nominato dagli appassionati, direi che potrebbe anche essere perdonato. Infatti dobbiamo considerare che:
- Nel 1979 non c’erano strumenti come Wikipedia a portata di mano quindi se qualcuno al momento della traduzione non fosse stato prontissimo in astronomia lo potrei anche capire.
- Anche l’espressione “sul reticolo” può essere intesa come “sul(lla costellazione del) Reticolo” e quindi non è tanto un errore di traduzione quanto un’eccessiva abbreviazione a scapito della comprensione della frase (cosa che è accaduta in maniera moooolto più grave in Aliens – Scontro finale).
In base a ciò che dicono in italiano si potrebbe fraintendere e pensare che si tratti di una posizione precisa sul reticolo che appare sullo schermo della navigatrice (si vede difatti un “reticolo” sullo schermo proprio mentre la navigatrice ne parla).
Insomma non c’è da accanirsi più di tanto su questa benedetta stella Z II sulla costellazione del Reticolo (o, in breve, “Z due sul Reticolo”), se avessero detto “KV456 su Orione” si sarebbe capito di cosa parlava, oppure no?
Parlando di “stelle”… sul finale del film, quando Ripley si lega alla sedia per aprire il portello e risucchiare l’alieno nello spazio, nella versione originale la sentiamo cantare “You are my lucky star” imitando Gene Kelly e Debbie Raynolds dal film Cantando sotto la pioggia (Singin’ in the rain, 1952). Non tutti sanno che la canzone origina da un musicarello americano ancora più vecchio chiamato Follie di Broadway 1936 (1935). In italiano tale canzone era stata tradotta all’epoca come “Stella mia” (versi originali di A. Freed, versi italiani di A. Bracchi, musica di N. H. Brown) che purtroppo non sono riuscito a trovare per voi.
In italiano, probabilmente per un problema di limiti del missaggio audio (difatti quelle parole sono coperte spesso da getti di vapore ed altri effetti forse non interamente rimpiazzabili in fase di doppiaggio) i versi della canzone sono rimasti in lingua originale e, per giunta, a stento si riescono a sentire, perlomeno nella versione DVD in mio possesso. Sarebbe stato carino se li avessero tradotti perché, così come sono, ovvero scarsamente intelligibili, possono essere scambiati solo per espressioni di affanno della protagonista e poco altro.
Visto il riferimento ai musical di Broadway questa gag di Mel Brooks nel film Balle spaziali ha improvvisamente più senso che mai!
Localizzazione italiana di Alien
Che fine hanno fatto i titoli localizzati in lingua italiana? Dall’uscita del DVD si pensava che la versione localizzata in italiano fosse persa per sempre. Nella versione che venne proiettata nei cinema italiani le descrizioni della Nostromo e del suo equipaggio all’inizio del film erano interamente tradotte nella nostra lingua, così come i titoli di coda e quelli di inizio. Tale versione del film esiste solo in pellicola 35mm e non è mai arrivata in home video sebbene, MIRACOLO DEI MIRACOLI, ogni tanto la si vede passare sul canale TV “Cielo”, come dimostrato da questa immagine:
Invece in tutte le versioni VHS/DVD/Bluray viene mantenuta la scritta originale in inglese con buona pace di chi l’inglese non lo sa:
… e chi lo sa poco ma dice di saperlo poi magari potrebbe pensare che “mineral ore” sia “oro minerale” e si domanderà forse cosa possa mai essere un “towing vehicle”, forse un veicolo “a torre”? Non nascondo che progetto in futuro di restaurare questi titoli italiani, in HD, perché sono appassioanto di preservazione storica!
Il verdetto sulla versione italiana di Alien
L’adattamento italiano di Alien è in generale egregio se siete disposti ad ignorare alcuni dei piccoli dettagli che vi ho elencato. Cosa potreste perdervi a guardarvelo in italiano invece che in inglese dunque? Beh, gli appassionati delle voci originali sappiano che la ciurma della Nostromo è composta da americani e da inglesi, questo significa che in italiano ovviamente vengono meno i variegati accenti; la recitazione di John Hurt in particolare è abbastanza memorabile nonostante egli sopravviva nel film solo per la prima mezz’ora (scusate per questo ennesimo spoiler in ritardo di quarant’anni).
Inoltre le orecchie più attente avranno forse notato che in italiano il capitano Dallas parla proprio come Harrison Ford nella trilogia di Guerre Stellari, si tratta difatti di Stefano Satta Flores che a quei tempi dava la voce ad alcuni personaggi cinematografici riflettendo perfettamente il carisma delle interpretazioni originali, è un peccato che Satta Flores non abbia doppiato molto di più prima della sua prematura scomparsa nel 1985.
Insomma se riuscite a superare il trauma di una protagonista chiamata RAIPLI invece di RIPLI, qualche silicone al posto del silicio e qualche elemento di Nicolas Flamel al posto dell’azoto… direi che è tutto OK! Anzi, in italiano c’è addirittura il vantaggio di sentire la voce di Mater, il computer, che in inglese compare solo alla fine del film durante il conto alla rovescia per l’autodistruzione. In italiano dunque, Mater è un personaggio vero e proprio, con una sua personalità che in inglese semplicemente manca. Insomma il doppiaggio di questo film computa e lo consiglio ai più!
Finisco con la solita copertina che non c’entra niente con niente…