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Il silenzio degli innocenti – Una traduzione iniqua

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Il Silenzio degli Innocenti del 1991 è un capolavoro innegabile, che lo si guardi in italiano o in inglese. La scelta dei doppiatori e il lessico, ancora molto vicino ai doppiaggi anni ’80, sono i veri punti di forza della versione italiana, con determinate battute che vi rimarranno impresse a vita (compresa qualsiasi frase di Anthony Hopkins). Immaginare questo film con un doppiaggio moderno è impossibile, sento l’odore della tua fica non lo ritroverete mai in nessun doppiaggio moderno.
Con un’introduzione così magniloquente vi domanderete: dove hanno toppato? Semplice, nella traduzione di molte, moltissime frasi.

Critical all’adattamento nel doppiaggio di Il silenzio degli innocenti

Il doppiaggio di questo film fu affidato alla società “Cinema Cinema” di Tonino Accolla, che dirigeva il doppiaggio circondandosi di un entourage di collaboratori che oserei dire “storici”, molti dei quali ritrovate anche nei Simpson (Mario Milita – presente anche in questo film –  e Ilaria Stagni ad esempio). La cosa più lampante della direzione di Accolla è che si accolla (perdonate il voluto gioco di parole) un numero “notevole” di ruoli minori, forse per economizzare sul costo di produzione ma più probabilmente per una ragione pratica… infatti, quando sei un interprete eclettico come lo era Accolla nel 1991, è quasi normale pensare “vabbè, queste tre battute faccio prima a farle io che mettermi a trovare qualcuno apposta, farlo venire fin qui a registrare, etc… etc…”. Così ci ritroviamo Accolla in almeno tre ruoli! Forse non ci avete fatto mai caso, ma si sa, il doppiaggio degno di nota è quello che non si nota (cit. Mario Paolinelli, dialoghista).

tutti i ruoli di Tonino Accolla nel film: il multiplo Miggs, l’entomologo ed uno dei poliziotti sul finale.

Veniamo dunque al problema di questo adattamento: gli errori di traduzione (e i presunti tali).

Errori nell’adattamento e considerazioni

Il film inizia con Clarice Starling (Jodie Foster), recluta FBI, a cui viene offerto l’incarico di interrogare criminali incarcerati che possano dare una mano in casi ancora irrisolti. La domanda che il capo pone a Starling è:

Do you spook easily, Starling?

ovvero, letteralmente, “ti impressioni facilmente, Starling?”, che nel doppiaggio italiano è invece…

Tu parli con facilità, Starling?
Non ancora, signore.

Questo errore viene citato un po’ ovunque ed è probabile che origini dalla vicinanza tra “spook” e “speak” ma anche dalla logica del discorso, infatti la frase precedente era stiamo interrogando tutti gli assassini recidivi già in prigione per compilare un loro profilo psico-comportamentale […] la maggioranza è stata felice di parlare con noi. La differenza è che, nella risposta originale, Clarice Starling dimostra di essere spavalda come qualsiasi recluta, dichiarando di non spaventarsi facilmente. In italiano invece la sua risposta non è segno di spavalderia ma di franchezza (e di celata vulnerabilità): non avendo lei alcuna esperienza sul campo, ammette di non saper ancora parlare con facilità con i detenuti.
Le implicazioni di questa alterazione onestamente non sono gravi, tutt’altro. La risposta nella versione italiana comunque rispecchia una caratteristica della psicologia del personaggio di Clarice Starling che poi ritroveremo anche successivamente nel corso del film, quindi il danno è veramente limitato. L’unica cosa che forse viene a mancare è l’ironia dello sceneggiatore che nelle prime scene del film sceglie di far dire a Clarice di non spaventarsi facilmente mentre durante l’intero film si spaventerà più volte (dal ritrovamento della testa nel barattolo fino alla sequenza finale nella casa del killer Buffalo Bill).

Trovo più strana una frase successiva, quando il capo le dà il suggerimento credimi, non crearti nessun problema per Hannibal Lecter mentre in originale la stessa frase era molto più chiara: believe me, you don’t want Hannibal Lecter inside your head (equivalente di “credimi, è meglio se eviti che Hannibal Lecter ti entri nella mente”).
Personalmente reputo più fastidiosa una frase di dubbia comprensione come quella del “non crearti nessun problema”, rispetto ad un alterazione come “tu parli con facilità?” che, per quanto errata, rimane sensata.

Un’altra insensatezza l’abbiamo durante le investigazioni di Starling basate sulla comprensione degli indovinelli di Lecter:

ho pensato che il riferimento “dentro te” nascondesse qualcosa di molto vicino a Lecter, così ho immaginato che poteva riferirsi a Baltimora, ho guardato nell’elenco telefonico e c’è un locale chiamato “Dentro il tuo magazzino”, appena fuori dal centro della sua città.

Magari non avete visto il film o non ricordate il contesto ma, anche seguendo il film, questa frase sembra non avere un senso logico.
Vi riassumo l’essenza di ciò che accade SECONDO I DIALOGHI ITALIANI:

Hannibal usa l’espressione “dentro te” quando dice a Clarisse “guarda dentro te e il resto di te stessa” –> Clarice pensa che “dentro te” possa riferirsi a qualcosa di vicino a Lecter (perché mai?) e quindi alla città di Baltimora (??) –> Clarice usa questa intuizione per cercare sull’elenco telefonico e trova un “locale” (forse era meglio tradurre “una ditta”) chiamato Dentro il tuo magazzino, il quale si trova fuori (???) dal centro di Baltimora (quindi non era neanche “dentro” Baltimora!).
Cioè “Dentro te” = “a Baltimora”? Ma che cazzo di sequenza logica è? Diciamo che ci è arrivata per puro caso.

La sequenza logica in inglese è molto più semplice e comprensibile: Hannibal usa l’espressione “look deep within yourself” (letteralmente “guarda a fondo dentro te stessa”) –> Clarice intuisce che si tratta di un indovinello perché la frase suona troppo forzata e innaturale per un raffinato come Hannibal –> così cerca sull’elenco telefonico la parola “yourself” trovando una ditta chiamata Your Self Storage (carino gioco di parole basato sulla fusione di “yourself” con “self storage”), et voilà, la frase “guarda a fondo dentro te stessa” assume immediatamente un nuovo significato, ovvero: guarda a fondo dentro un luogo letteralmente chiamato “te stessa”, Your Self.

Non so come fosse tradotto questo indovinello nel romanzo, ma nel film in italiano fa schifo!

Altro errore di traduzione arriva quando Barney, il secondino, dice a Clarice:

Metto fuori una sedia per lei.

mentre in realtà l’originale I put out a chair for you equivale ad un le ho (già) messo lì una sedia. La confusione deriva dal verbo mettere che al presente fa put e nelle forme passate rimane sempre e comunque put. Sebbene si tratti di un umano errore di traduzione “sulla carta”, questa frase era da capire nel contesto, guardando la scena. Difatti Clarice trova già la sedia quando arriva davanti alla cella di Lecter, perché Barney l’aveva già sistemata lì.

Ovviamente rimane intraducibile il fatto che Starling (il cognome della protagonista) sia anche il nome di un tipo di uccello (lo storno). Quindi la battuta vola di nuovo a scuola ora, piccola Starling. Vola, vola, vola in italiano non può altro che essere interpretata come facente parte dell’eccentricità del personaggio di Lecter e niente più. Non abbiamo mai detto che il doppiaggio non abbia i suoi limiti invalicabili. Nel seguito di Ridley Scott questo riferimento ai volatili ritorna in un aneddoto di Lecter.

Quando la piccola Clarice chiede al padre sceriffo se ha “preso degli uomini cattivi”, il padre le risponde che sono tutti scappati via, Clarice allora replica: e tu spara!. Non so se fosse una battuta intenzionale o l’ennesimo errore di comprensione della lingua inglese. In originale difatti la bambina diceva oh, shoot! che non vuol dire “spara”, bensì è l’equivalente del nostro “e che cacchio!”.

Continuiamo con i piccoli errori: la promessa I won’t disturb anything, I promise fatta al proprietario del magazzino (che si preoccupava della riservatezza dei suoi clienti), in italiano diventa non darò alcun disturbo, prometto mentre avrebbe dovuto dire “non toccherò niente, prometto”. Il disturb in questo caso si riferisce allo spostare oggetti dalla loro posizione, non all’arrecare disturbo ad una persona. Del resto Clarice aveva già disturbato il proprietario facendolo venire ad aprire il magazzino nel bel mezzo della notte. La frase italiana dunque è insensata.

Mi serve un collegamento con la sei. Chicago, Detroit…

I sottotitoli italiani sul DVD, che per una volta sono tradotti “abbastanza” decentemente, suggeriscono una versione più accurata: Voglio un collegamento a sei stazioni. Chicago, Detroit… . Non so a cosa pensavano quando hanno tradotto “con la sei” per il doppiaggio, evidentemente l’hanno buttata un po’ lì.

Scusatemi? Scusatemi signori. Signori e ufficiali, ascoltate!

L’errore di traduzione che odio forse di più al mondo: tradurre “officers” come “ufficiali”. Qui però si perde anche qualcosa di più. Difatti Clarice, con quella frase, (secondo me) si prende una sua piccola vendetta sui poliziotti che prima l’avevano fissata insistentemente cercando di metterla a disagio solo perché donna. La presa in giro sta nel chiamarli “officers and gentlemen”, come il titolo del film Ufficiale e gentiluomo  di una decina di anni prima.
Spero di non averci sentito più di quanto dovuto in quella frase. Chi ha tradotto i sottotitoli del DVD l’ha riportata come “Scusate? Scusate, signori. E voi, agenti” ma lei si rivolgeva soltanto agli agenti di polizia nella stanza e a nessun altro, per questo reputo che “officers and gentlemen” fosse una piccola presa in giro, non un richiamo ad agenti e non agenti.
In mano mia avrei optato per farle dire “Scusatemi? Scusatemi signori. Signori agenti, ascoltate!”, così da mantenere la forma e il significato della frase originale, ma anche quel pizzico di presa per il culo, reso nella mia versione dal chiamare un agente di polizia “signor agente”.
Sì, se qualcuno mi pagasse lo farei anche come lavoro.

In ogni caso, qualsiasi cosa va bene purché non si senta “officers” tradotto come “ufficiale” invece di “agente”.

Una morte iniqua.

Durante l’autopsia di una delle vittime, viene pronunciata una delle frasi più esilaranti in italiano: una morte iniqua. Tanto che viene da chiedersi se simili espressioni, a dir poco poetiche, siano la norma nei rapporti stilati dall’FBI.
Inutile dire che si tratta dell’ennesima traduzione insensata di questo film! Con “wrongful death“, Starling e il dottor Akin facevano uso di un termine legale che potremmo tradurre molto semplicemente come “omicidio“. Erano molto semplicemente arrivati a confermare il fatto che il cadavere che avevano di fronte fosse di una vittima di omicidio, non stavano certo a filosofeggiare arricchendo il loro rapporto ufficiale con frasi ad effetto. Vi ho già detto che anche i dialoghi sono di Accolla?

Una notte sorprese due ladri che uscivano dal retro di un drugstore.

Mi domando cosa li abbia spinti a lasciare questa parola in inglese, drugstore. In realtà lo so, nei primi anni ’90 era una parola che andava di moda nei film doppiati, quindi era chiaro al pubblico del 1991 che si trattasse di un qualche tipo di negozio. Curiosamente, oggi “drugstore” sembra essere meno frequente negli adattamenti italiani rispetto ai primi anni ’90.

Non tutte le alterazioni vengono per nuocere (questa frase in realtà dovrebbe essere il motto del blog), difatti trovo più apprezzabile la frase “Perché, Clarice? Il proprietario ha preteso delle attenzioni?” di quella originale che vedete nell’immagine qui sopra. Devo tradurvela? La parola fellatio mi pare eloquente.
Lo smorzamento dei toni non influisce sul personaggio in alcun modo dato che, nella successiva domanda, Hannibal (sia in italiano sia in originale) chiede se il proprietario l’avesse sodomizzata.

Una lista di altre piccole curiosità

Un poliziotto ordina ad un collega di prendere il comando invece del giubbotto antiproiettile come in originale (get the vest), suppongo per stare nei tempi della battuta.
La doppiatrice che dà la voce al personaggio di Ardelia Mapp, la collega di Clarice interpretata da Kasi Lemmons [nella foto a sinistra], fa un lavoro a mio parere pessimo. Non so chi sia ma le poche battute che ha sono mal recitate e la voce non si addice al volto giovanile dell’attrice. Per come recita sembra quasi che voglia interpretare una “straniera”, dandole un leggero accento. Mancava solo che le facessero dire “bongo bongo bongo, stare bene solo al Congo”. – Qui il video.
AGGIORNAMENTO 11/02/2018: abbiamo una conferma autorevole sull’identità della doppiatrice di Kasi Lemmons, è l’attrice francese Leila Lasmi, all’epoca fidanzata di Tonino o forse addirittura moglie, come specifica Repubblica in questo articolo del 1989. La stessa era anche assistente al doppiaggio di Accolla nella prima stagione dei Simpson e in altri film diretti da Torino in quel periodo. Non ci ero andato lontano quando ho pensato che Tonino avesse fatto doppiare quelle poche battute “alla prima che capita”, purtroppo la differenza con il resto del cast di doppiatori è evidente, abissale. E con questa esclusiva di Doppiaggi Italioti si chiude un altro mistero su doppiatori mai identificati prima!


Accolla non è il solo ad interpretare più di un ruolo: Mario Milita, noto come voce di nonno Simpson, in questo film interpreta due personaggi: prima il signor Lang, proprietario del deposito, e poi il Dr. Akin, nella scena dell’autopsia.

Gli anagrammi del dottor Lecter sono resi in italiano grazie all’alterazione dei nomi che, suppongo, origini dalla versione italiana del romanzo. Non sono sempre perfetti ma sufficientemente funzionali.

L’amica di Fredrica che Clarisse incontra in un bar-gelateria le dice “Freddie was so happy for me when I got this job at the bank” che è stato tradotto un po’ troppo alla lettera come “Freddie era così contenta per me quando ho avuto questo posto in banca” ma in italiano nessuno direbbe così, dovrebbe dire semplicemente “quando ho avuto il posto in banca“. La traduzione alla lettera fa pensare che l’amica di Fredrica sia sul posto di lavoro (in banca) mentre le parla, quando è evidente che si trovi in una generica gelateria/bar/drogheria [grazie all’utente “Baby Luigi”].

Citazioni impresse a vita

Sai cosa mi sembri con la tua borsetta pulita e le scarpette a buon prezzo? Mi sembri una campagnola… un’energica campagnola ripulita con poco gusto.

Ma si potrebbero citare TUTTE.

Considerazioni finali

Nonostante la moltitudine di errori e alterazioni poco giustificabili nel doppiaggio di questo film, rimango lontano dallo sconsigliarne una visione in italiano perché in ogni caso la bravura degli interpreti oscura quasi completamente gli errori di cui è costellato; Dario Penne su Hopkins è talmente azzeccato che poi ne diventò la voce “ufficiale”.
A chi è in grado di goderselo in inglese, tuttavia, ne consiglio la visione in lingua originale almeno una volta nella vita, anche per cogliere un elemento essenziale che fino ad ora non avevo citato, ovvero il modo di parlare di Buffalo Bill (interpretato da Ted Levine)! Tra i personaggi forse più imitati nel mondo anglosassone, con parodie, omaggi e citazioni. Ogni sua frase (ed il modo di recitarle) è rimasta impressa nel pubblico di lingua inglese diventando un piccolo fenomeno culturale, dal would you fuck me? (mi scoperesti?), detto a sé stesso allo specchio, al put the fucking lotion in the basket (“metti quella fottuta lozione nel cesto!”) urlato alla ragazza nel pozzo.

L’influenza culturale del personaggio di Buffalo Bill è intuibile da questa ridottissima lista di esempi che vi propongo qui:

In Italia la voce di Buffalo Bill (di Paolo Scalondro), per quanto “abbastanza” simile all’originale, non rimane molto impressa, né ha avuto alcun tipo di impatto culturale. Questo è l’unico vero motivo per cui ne consiglio, almeno una volta nella vita, la visione in lingua originale.

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