Se il “cagnaccio” del titolo vi fa ridere, sarà la prima e ultima risata che questo film vi strapperà, perché Il cagnaccio dei Baskervilles di Paul Morrissey è una delle peggiori commedie/parodie mai concepite, soprattutto considerato il suo cast di comici stranoti nel panorama inglese di fine anni ’70. E neppure il doppiaggio italiano, nonostante gli interpreti eccellenti di quegli anni, riesce a salvare il film. Perché ne parlo dunque? Perché nessun altro lo farebbe mai. Non ha neanche una lista di doppiatori su Wikipedia, né una pagina su Antoniogenna.net. Sarà un articoletto brevissimo per al serie “commedie troppo brutte per far ridere”, degno compagno di 2001: Un’astronave spuntata nello spazio.
Il cagnaccio dei Baskervilles è un titolo migliore dell’originale
Il titolo originale è identico al titolo del romanzo di Arthur Conan Doyle di cui il film vorrebbe essere una parodia, “The Hound of the Baskervilles“. Questo rende la parodia di Paul Morrissey indistinguibile dalla miriade di altri adattamenti cinematografici (seri) della stessa storia. Quindi la versione originale del film toppa già dal titolo, non riuscendo a spiccare in un’oceano affollato di “veri” mastini dei Baskerville. In Italia invece si è voluto far capire il genere già dal titolo con quel divertente “Il cagnaccio dei Barskervilles“, una scelta sensata. Questa però sarà l’unica cosa buffa del film, che invece non riesce a strappare un sorriso neanche per sbaglio. Gli italiani che nel ’78 sono entrati al cinema ispirati dal titolo avranno sicuramente perso ogni fiducia nel genere umano, o almeno nei distributori cinematografici italiani.
All’arrivo in Italia in realtà il film è stato presentato alla censura come “Il cagnaccio dei Baskerville” [ottenendo il visto “senza limiti di età” in data 11 ottobre 1978 distribuito dalla “Stefano Film”, già distributore di vari film erotici], senza quella esse finale – che è errata in italiano perché dei cognomi non facciamo il plurale (ricordate: “I Simpson” e non “I Simpsons”) – ma all’arrivo nelle sale il titolo in locandina acquista una “esse” facendo diventare Il cagnaccio dei Baskervilles (con esse finale) il titolo ufficiale del film. Attualmente su Internet lo potete trovare con e senza esse.
Ed è l’unico titolo italiano ispirato al romanzo di Doyle che usa la “esse” in coda a “Baskerville”. Nessuno alla distribuzione cinematografica italiana era mai stato così ignorante prima del cagnaccio, tanto da mettere una esse alla fine del cognome, né lo sarà mai dopo Ecco tutte le traduzioni del titolo The Hound of the Baskervilles al cinema: Il cane di Baskerville (1914, 1915, 1921, 1929), Il mastino dei Baskerville (1939), La furia di Baskerville (1959) a volte riportato come “dei Baskerville”, Il mastino di Baskerville (1983), Il mastino dei Baskerville (1988), Sherlock Holmes – Il mastino di Baskerville (2000), Il mastino dei Baskerville (2002), I mastini di Baskerville (episodio della serie TV Sherlock, 2012).
Insomma, 100 anni di film senza esse alla fine di Baskerville, tranne per il cagnaccio.
E non si può neanche dire che venga dall’editoria: le uniche due edizioni con la “esse” nel titolo non erano assolutamente contemporanee al “cagnaccio”: La maledizione dei Baskervilles (1902-3, traduttore anonimo), Il mastino dei Baskervilles (ed. ridotta 1991, trad. di Raymond Sibley). Vorrei tanto sapere che scuse hanno Raymond Sibley e i distributori del “cagnaccio” per aver aggiunto quella esse.
Degni di nota sono i titoli italiani di altri due film di Paul Morrissey, storico collaboratore di Andy Warhol: Flesh for Frankenstein arrivato in Italia come Il mostro è in tavola… Barone Frankenstein e Blood for Dracula distribuito da noi come Dracula cerca sangue di vergine e… morì di sete.
L’adattamento italiano: niente da dichiarare
Il film inizia con un errore chiaramente intenzionale, lo spelling errato di Baker Street italianizzato in Bacher Street.
Mi direte: ma lo spelling errato/italianizzato di Baker Street non fa ridere! Concordo pienamente. Ma deridere chi sbaglia a scrivere una parola o commette un errore di grammatica (un qualcosa che viene automaticamente percepito come riflesso dell’ignoranza di chi si esprime) non è qualcosa di inedito nella commedia in Italia, anzi! Con “Bacher Street” il film, diciamo, si prende in giro da solo, sapendo che il pubblico avrebbe notato l’errore e lo avrebbe trovato divertente, perché chi mai scriverebbe la famosa Baker street in quel modo? Così è spiegato il meccanismo di questa gag da poco.
Ma potrebbe anche essere una scritta aggiunta a posteriori per la versione home video o per la televisione, in questo caso ci troveremmo davanti ad un caso di plateale ignoranza. Difficile saperlo senza il copione alla mano o la pellicola 35mm.
Andando oltre, la prima battuta del film colloca subito i dialoghi negli anni ’70 quando Watson rivela alle suddette tre suore francesi che Sherlock Holmes “è prima di tutto un intellettuale, e non si sa mai bene cosa stia facendo un intellettuale.“. In originale ovviamente manca la parola “intellettuale” che andava tanto di moda nell’Italia degli anni ’70, Sherlock Holmes era semplicemente “a very busy man” (un uomo molto occupato), detto con il più ridicolo accento gallese che io abbia mai sentito. Tanto che inizialmente lo avevo scambiato per scozzese.
Quando Sherlock Holmes cerca di ricordare a quale caso si riferiscano le tre suore francesi, cita “the engineer’s thumb” (in riferimento ad una storia di Conan Doyle “L’avventura del pollice dell’ingegnere”) che nel doppiaggio italiano diventa “Il caso della mano morta scomparsa alla fermata”, seguito poi da un ironico “caso del piede dell’atleta” (identico in originale). Disperati tentativi di rendere divertente un film non divertente. Giuro che le differenze degne di nota si fermano qui, nei primi tre minuti di film. Altro non ho trovato o forse la mia mente si è completamente spenta davanti a questo disastro di film.
Curioso l’uso di parole inglesi (stranote) come ad esempio “please” al posto di “la prego” o “per favore”, è quasi un costante promemoria ma lo sappiamo benissimo che la storia si svolge in Gran Bretagna! Non c’era davvero bisogno di ribadirlo con queste intrusioni linguistiche.
La scheda di doppiaggio di Il cagnaccio dei Baskervilles
Dato che nessuno ha mai visto questo film, non mi sorprende la totale assenza di informazioni sul suo doppiaggio, quindi ecco una parziale scheda con i doppiatori stilata con l’aiuto del mio collaboratore Leo e Francesco Finarolli. E se volete contribuire al riconoscimento dei doppiatori, ho inserito nel primo commento in fondo a questo articolo una lista con il minutaggio di alcuni interpreti da verificare.
Doppiatori
Pino Locchi: Watson / Madre di Sherlock Holmes (Dudley Moore)
Luciano De Ambrosis: Sherlock Holmes (Peter Cook)
Maria Pia Di Meo: suora (Josephine Tewson)
Sergio Fiorentini: Dottor Mortimer (Terry-Thomas)
Glauco Onorato: Stapleton (Denholm Elliott)
Gianni Marzocchi: Henry Baskerville (Kenneth Williams)
Rosetta Calavetta: anziana signora alla seduta spiritica (???)
Paila Pavese: receptionist sala massaggi (Penelope Keith)
Arturo Dominici: Arthur Barrymore (Max Wall)
Franca Dominici: Signora Barrymore (Irene Handl)
Anna Miserocchi: Beryl Stapleton (Joan Greenwood)
Alessandro Sperlì [???]: Signor Frankland (Hugh Griffith)
Deddi Savagnone: Iris (Lucy Griffiths)
Rita Savagnone [?]: Glynis (Prunella Scales)
Vinicio Sofia: Perkins (Geoffrey Moon)
Pietro Tiberi: Signor Spiggot (Dudley Moore) [stranamente non è la voce di Pino Locchi, forse non hanno notato che era sempre Dudley More ad interpretarlo?]
Direttore di doppiaggio: [ignoto]
Adattamento dialoghi: Giorgio Stegani Casorati
Studio di doppiaggio: C.D.
Un cast vocale anni ’70, tanto perfetto quanto sprecato. L’intero film è uno spreco di talenti, sia in lingua originale sia doppiato.
Nel film Pino Locchi sfoggia la stessa voce buffa che dava anche al meccanico di Un maggiolino tutto matto, solo che qui la fa sul protagonista (Watson) per l’intera durata del film… e 85 minuti in compagnia di quella voce nasale in un film che non ha neanche una battuta divertente vi assicuro che possono dare sui nervi a chiunque. Tuttavia non affrettiamoci a puntare il dito! Pino Locchi fa solo il suo mestiere, difatti è l’attore stesso che in lingua originale parla con una voce scema, e Locchi ne fa semplicemente una perfetta imitazione. Insomma, il film nasce fastidioso e il doppiaggio italiano ne fa una “copia” fedele, per nostra sfortuna.
L’autore dei dialoghi, il regista e sceneggiatore Giorgio Stegani Casorati, nello stesso decennio in cui si buttò sul genere erotico è stato anche dialoghista del film australiano Picnic a Hanging Rock (1975), di La montagna sacra (1973) di Jodorowsky e di un film praticamente introvabile in italiano, Pop Lemon (1978) di Boaz Davidson, che poi sarebbe stato rifatto dalla Cannon Films in America negli anni ’80 con il titolo L’ultima vergine americana (1982), e chi segue la mia serie su YouTube I videocommentatori lo conosce già.
Dove vedere Il cagnaccio dei Baskerville?
Premesso che nessuno dovrebbe mai vederlo, per anni è stato disponibile solo in VHS (edita dalla AvoFilm), dal 2018 Il cagnaccio arriva per la prima volta in DVD grazie alla sinistra Sinister Film ed è attualmente disponibile anche su Prime Video. Non che vi stia invitando a guardarlo, anzi. È un film insalvabile che se fosse rimasto disponibile soltanto in VHS nessuno lo avrebbe comunque reclamato in formati più moderni.
Qui i primi 15 minuti, per i più coraggiosi.
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10 Commenti
Evit
27 Agosto 2024 alle 14:36Voci da verificare
–
Signora Barrymore (Irene Handl) [A CIRCA 18 MINUTI]– Signor Frankland (Hugh Griffith) [A CIRCA 43 MINUTI]
–
Beryl Stapleton (Joan Greenwood)– Poliziotto (Spike Milligan) [a circa 16 minuti]
stefanoramarro
28 Agosto 2024 alle 20:47Io non me la sento di vedere il film recensito questa volta. Ogni passione per il brutto deve avere un limite. Già
Evit
29 Agosto 2024 alle 08:41Brutto sulla fiducia. Bravo.
stefanoramarro
29 Agosto 2024 alle 17:03Non per niente leggo il blog, per sapere prima di sapere, come insegna il maestro Sepoffà (cit. L’ultimo Drago). ;P
stefanoramarro
29 Agosto 2024 alle 17:04La locandina però è carina. È così solo quella italiana (fatta ad hoc) o è identica a quella inglese?
Evit
29 Agosto 2024 alle 18:59Mi pare di capire che sia nostra esclusiva. Infatti è la più simpatica
Vasquez
30 Agosto 2024 alle 23:31Ammetto spudoratamente la mia vigliaccheria: non ho il coraggio di vedere questo film! Però al TotoVoci non resisto 😛 Sono andata direttamente al minutaggio segnalato per ascoltare le voci “mancanti” e quel poco che ho visto e sentito mi è sembrato atroce, quel tipo di brutto involontario che non fa ridere manco per sbaglio. Chissà cosa avevano in mente quando l’hanno girato…
Bando alle ciance, veniamo al sodo:
– Irene Landl più che Sonia Scotti a me sembra o Rita Savagnone o Melina Martello;
– Hugh Griffith: Bruno Persa;
– Joan Greenwood, oh, a me sembra che parli con la voce di Anna Mazzamauro, che ha doppiato pochissimo, lo so, però mi sembra proprio lei;
– Spike Gilligan, mi sembra di nuovo Bruno Persa, ma potrebbe essere anche Giorgio Capecchi…
Spero di essere stata d’aiuto, ma se anche no mi sono divertita, con un pizzico d’invidia per chi ha avuto lo stomaco di vedere il film per intero!
Evit
31 Agosto 2024 alle 01:17Allora, ho chiesto a Finarolli che da questa parti ha l’ultima parola per comprovata esperienza uditiva. Anche Leo mi aveva suggerito Mazzamauro ma Finarolli mi dice che è Anna Miserocchi e che un po’ assomiglia alla Mazzamauro.
Bruno Persa molto probabile, attendo ultima conferma.
Su Giorgio Capecchi, Melina Martello e Sonia Scotti ti dico no perché non lavoravano per la CD.
Abbiamo una conferma per la signora Barrymore: è Franca Dominici. Ho aggiornato la lista.
radofigo
3 Settembre 2024 alle 18:56Mamma mia: ricordo di averlo visto in un’emittente locale (TelePadova mi sembra) e di essere rimasto molto deluso dalla porcheria, che guardai fino alla fine con un’espressione “ma sul serio hanno girato una roba del genere?” 🙂
Evit
4 Settembre 2024 alle 12:47Sono esperienze traumatiche, lo so.