Lo dirò sempre: Piraña (1978) di Joe Dante è probabilmente il miglior clone de’ Lo squalo di Spielberg. Prodotto da Roger Corman e distribuito al cinema dalla United Artists, si becca un bel visto censura VM14 datato dicembre 1978, pronto all’uscita italiana nel 1979. Da bambino adoravo questo film tanto quanto Lo squalo, ma a causa di scarsi passaggi televisivi negli anni 2000, non l’ho più rivisto da allora. Una recente rivisitazione è stata un’ottima scusa per analizzare anche l’adattamento, che non è privo di stranezze ed incomprensioni. Ecco dunque alcune curiosità che potrete trovare nei dialoghi italiani di Piraña o, come lo scrivono gli americani (e a ruota anche tutti gli italiani su internet), Piranha.
“NO TRESPASSING”
Il film, come tutti gli emuli di Lo squalo, si apre con una nuotata notturna nelle acque dove si nascondono i mostri. In questo film la premessa diventa involontariamente comica perché pur di creare un parallelo con la ragazza che nuota di notte nel mare di Amity, in Piraña abbiamo due escursionisti che trovano un’area militare di “ricerche sperimentali” e decidono di farsi una nuotata in quelle che a prima vista sembrano delle vasche di un impianto industriale. Anche senza la presenza di pesci letali mutati geneticamente, mi sembra già un horror decidere di buttarsi in vasconi industriali ignoti, che nella migliore delle ipotesi potrebbero essere semplici impianti di depurazione fognaria. L’ingresso dei due avviene attraverso un buco nella rete. Il ragazzo vede il cartello e dice:
“C’è scritto “vietato il transito“, ma chi diavolo vuoi che ci sia?”
La battuta “c’è scritto vietato il transito” è stata aggiunta per spiegare al pubblico italiano quel NO TRESPASSING, cioè “vietato oltrepassare” o semplicemente VIETATO L’ACCESSO. Il “transito” è una cosa un po’ diversa. Difatti il divieto di transito viene dal codice stradale e vale per i veicoli “anche sprovvisti motore (es. le biciclette), ma non per i pedoni” (cit. dal codice stradale). Dunque “Divieto di transito” non è la traduzione adeguata per quel tipo di cartelli che si appendono alle recinzioni, destinati nello specifico alle persone e non ai veicoli. In Italia per le persone abbiamo tipicamente divieti di scavalcare, di oltrepassare, di accesso, di ingresso. Non di transito.
Trovo forse comico che il film inizi come Quarto potere di Orson Welles? Sì, certamente. Particolare che non è sfuggito neanche al mio collega blogger Lucius Etruscus del blog Il zinefilo nel suo articolo sul film. Ma questi dettagli rendono Piraña ancora più divertente. Siamo nelle mani di Joe Dante dopotutto, il futuro regista di Gremlins 2.
Ué, la vampira subacquea!
– Mi hai morso, pizzicato, vedi di piantarla!
– Ué, dico, non mi avrai presa per una vampira subacquea!
Sì, dice proprio “ué”, l’interiezione regionale che oggi sarebbe vietata da qualsiasi doppiaggio. E invece di una “vampira subacquea”, in originale parla di “creature from the Black Lagoon”, il mostro della Laguna Nera, della Universal, che evidentemente non era così familiare per il pubblico italiano del 1978, nonostante fosse uscito nel 1954 anche in Italia. Non tutti i film lasciano lo stesso impatto culturale in tutti i paesi evidentemente. Aggiungo che ci vedo una somiglianza tra la faccia del mostro della Laguna Nera degli anni ’50 e i buffi pesci killer che vediamo in questo film. La scelta di menzionarlo nel copione originale non dev’essere stata casuale. L’anno dopo, sempre Corman produce Monster (1980) dove il mostro del titolo è palesemente ispirato al mostro della Laguna Nera.
Premio Nobel o premio ratto?
Originale: Looks like it’s for laboratory rats. You know, where they had to make it through an obstacle course to get a reward.
Doppiato: È il classico ambiente di laboratorio dove si fanno quelle strane ricerche per cui alla fine ti danno il premio Nobel.
Qui ci dev’essere stata un’incomprensione bella e buona su quel “reward”. Nel laboratorio di esperimenti dove sono stati creati i piraña mutati geneticamente, i protagonisti incappano in un piccolo labirinto che la giornalista descrive dicendo che sembra un labirinto per ratti in cui l’animale che trova la via d’uscita viene PREMIATO con del cibo. Il “reward” (premio) non è il Nobel per la ricerca svolta, ma è il cibo che i ricercatori danno agli animali che raggiungono l’uscita del labirinto.
Robinson Crusoe al posto di Huckleberry Finn
Il protagonista racconta che la zattera l’aveva costruita per la figlia che aveva letto Robinson Crusoe e voleva andare a cercarsi un’isola deserta tutta sua. In originale invece la figlia aveva letto Huckleberry Finn e voleva andare ad esplorare nuovi territori, il che ovviamente ha più senso con la zattera lungo un fiume.
Originale: I read my daughter Huckleberry Finn last summer. Wanted to light out for the territories so we settled on this as a compromise.
Doppiato: Mia figlia dopo aver letto Robinson Crusoe pretendeva di procurarsi un’isola deserta. Alla fine si è accontentata di questo.
Omissione di “gay”: censura o parola ancora troppo sconosciuta?
Quando il protagonista chiede alla sua compagna d’avventure di distrarre la guardia che piantona la loro tenda suggerendo “fagli le moine” (come on to him, ovvero “provaci con lui”), lei risponde “e se non ci riesco?“. In originale: “what if he’s gay?“. Per una volta, il copione italiano è invecchiato decisamente meglio, ma il mancato “e se poi è gay?” ammazza un po’ la gag della contro-risposta: “allora lo distrarrò io!”.
Dopo lei chiederà “Senti, tu sei un — ?” abbassando la voce sulla parola finale volutamente omessa. In originale invece la domanda è un chiarissimo “Listen, are you gay?” (Senti, tu sei gay?). L’omissione della parola “gay” sembra dunque del tutto intenzionale e si potrebbe pensare ad una forma di censura ma è ipotizzabile che nel 1978 fosse ancora ritenuta poco diffusa e quindi non necessariamente comprensibile a tutti. L’adattatore potrebbe averla omessa per questo motivo.
La risposta del soldato, “che???” (What???) ovviamente assume una una valenza diversa in italiano e in inglese, ma il resto della scena funziona allo stesso modo.
Una chiesa che diventa castello
Un’altra apparente censura religiosa è presente nella storia di streghe che viene raccontata ai ragazzi del campo estivo di notte davanti ad un falò. Invece di una chiesa, il racconto di terrore è ambientato in un castello. Ho parlato di “apparente censura” perché sono più propenso a credere in una scelta di adattamento: in una storia di paura con streghe e demoni, l’ambientazione più sensata è quella del castello.
Pappone!
L’offesa del sindaco al colonnello dopo aver attaccato il telefono è comica e forse fin troppo romanesca: “Pappone!“.
Originale: Schmuck!
Doppiato: Pappone!
Un semplice “imbecille!” avrebbe soddisfatto i criteri dell’adattamento audiovisivo, ma come non amare questa improvvisa offesa forse un po’ troppo regionale ma decisamente italiana. Schmuck è una di quelle offese americane derivanti dalla lingua yiddish. Traducibile semplicemente come stupido, idiota, o sinonimi. Come sia venuto in mente “pappone!” non lo so, forse leggendo l’espressione facciale di Dick Miller e pensando a cosa avrebbero detto in Italia i contemporanei? Non lo so, ma fa ridere.
I doppiatori di Piraña
Un’altra cosa buffa ma decisamente meno insolita è che Piraña è stato doppiato dalla stessa CD – Cooperativa Doppiatori che aveva doppiato Lo squalo nel 1975, quindi il film “originale” e il suo clone hanno essenzialmente lo stesso cast vocale. Alla lista di doppiatori di Piraña presa dal sito antoniogenna.net aggiungo anche una nota sui doppiatori in comune con Lo squalo.
Pino Colizzi: Paul Grogan (Bradford Dillman) — Matt Hooper (Richard Dreyfuss) ne’ Lo squalo
Flaminia Jandolo: Maggie McKeown (Heather Menzies) — Ellen Brody (Lorraine Gary) ne’ Lo squalo
Renato Mori: Dott. Robert Hoak (Kevin McCarthy) — Quint (Robert Shaw) ne’ Lo squalo
Aldo Barberito: Jack (Keenan Wynn)
Manlio De Angelis: Buck Gardner (Dick Miller) — Martin Brody (Roy Scheider) ne’ Lo squalo
Anna Miserocchi: Dott.ssa Mengers (Barbara Steele)
Micaela Esdra: Betsy (Belinda Balaski)
Anna Rita Pasanisi: Laura Dickinson (Melody Thomas) — presente nel doppiaggio de’ Lo squalo
Arturo Dominici: Col. Waxman Bruce gordon — presente nel doppiaggio de’ Lo squalo
Sergio Fiorentini: Sig. Dumont Paul bartel — presente nel doppiaggio de’ Lo squalo
[????]: Suzie Grogan (Shannon Collins)
Massimo Giuliani: Whitney (Shawn Nelson)
Alessandro Sperlì: Earl Lyon (Richard Deacon)
Maria Grazia Dominici: Barbara Randolph (Janie Squire)
Sandro Acerbo: David (Roger Richman)
Alessandro Sperlì: Guardia carceraria (Bill Smillie)
Franco Aloisi: Agente (Barry Brown)
Massimo Giuliani: Giornalista TV (Guich Koock)
Direttore di doppiaggio: [ignoto]
Adattamento dialoghi: Giacomo Magagnini
Studio di doppiaggio: C.D.
L’adattamento italiano di Piraña e il film stesso è uno di quelli che invito a scoprire o a riscoprire come ho fatto io. Come in qualsiasi paese che doppia, abbiamo avuto negli anni ’80 il vantaggio non indifferente di trovare recitazioni di alto livello sia nei film di Spielberg sia nei rip-off di Roger Corman, all’orecchio indistinguibili. Questo Giacomo Magagnini ai dialoghi forse non sarà stato all’altezza di Alberto Piferi, ma rimane un bel copione con poche sviste, alcune buffe, ma comunque poche. La trama del “mostro” in acqua rubata a Spielberg (anche qui c’è qualcuno che non vuole chiudere “le spiagge” e mille altre similitudini) si condisce di fantascienza con l’idea dello scienziato che ha creato per l’Esercito una specie di piraña geneticamente modificati da inviare in scenari di guerra come gli acquitrini del Vietnam. E nel laboratorio vediamo anche un mostriciattolo in stop-motion. Come non adorarlo? Chiaramente il film ha lasciato qualche segno nella cultura pop italiana dell’epoca visto che neanche un anno dopo ci ha regalato questa battuta di Un sacco bello di Carlo Verdone con cui chiudo l’articolo.
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12 Commenti
Django Leonhardt
2 Settembre 2024 alle 17:10Anch’io avevo già notato il cast di doppiatori simile a quello de Lo squalo.
Te la butto lì: Renato Izzo come direttore del doppiaggio. Magari avrà pensato di riciclare Colizzi e compagnia bella come nel film di Spielberg per fare prima
Evit
2 Settembre 2024 alle 17:39Ci sono stati casi in cui il dialoghista di questo film è stato anche direttore, ma vista l’annata è possibile che sia come dici tu.
Django Leonhardt
2 Settembre 2024 alle 18:07Sì, certo. Comunque, anche questo Magagnini è accreditato come direttore in varie opere
Django Leonhardt
2 Settembre 2024 alle 18:12Ops, avevo letto male. Allora niente, come non dettole
Lucius Etruscus
2 Settembre 2024 alle 17:23Grazie per il link e contento di sapere che questo gioiellino dantesco è stato alla fin fine trattato bene, in Italia 😉
Evit
2 Settembre 2024 alle 17:36Dovere, dotto’. Non avevo dubbi che il film fosse piaciuto anche a te, anche un Dante d’esordio è sempre un buon Dante.
Saffo Sedan
15 Settembre 2024 alle 13:27Ottimo articolo Evit.
p.s. Ho una domanda per te.
Come avresti tradotto tu questa battuta della quinta puntata della quarta stagione di The Boys, al minuto 22:
Some say, “Go woke, go broke.” Well, we say, “Go woke, get yoked.”
Se l’adattatore avesse mantenuto anche in italiano le allitterazioni come in lingua originale:
Some say, “Go wOKE, go brOKE.” Well, we say, “Go wOKE, get yOKEd.”
Nella quinta puntata della quarta stagione di The Boys, al minuto 22, l’adattamento che sentiamo è:
C’è chi dice «Fai inclusione e vai in rovina», noi diciamo «Fai inclusione e scala la cima»!
Evit
15 Settembre 2024 alle 16:11Non allitterazione ma forse intendi assonanza. Non ho tutto il contesto perché non vedo la serie, la loro soluzione mi sembra già abbastanza funzionale. C’è una consonante labiale di mezzo (“b” di broke) che probabilmente limita la scelta, oltre alla brevità della frase. I limiti nell’adattamento dopotutto sono sempre quelli. Se non ci fossero quei limiti le soluzioni per assonanza con “inclusione” sarebbero facilissime, basti pensare a tutto ciò che finisce con “-ione”. Hai l’imbarazzo della scelta.
Ma avevi già scritto in passato con un altro nome? Non riconosco il nickname.
Fabio
17 Settembre 2024 alle 22:53Il film è stato distribuito in Italia dalla United Artists Europa Inc.
La Cecchi Gori Group è responsabile del secondo visto censura del ’97: una versione tagliata e senza divieto, probabilmente realizzata per i passaggi televisivi.
Evit
17 Settembre 2024 alle 23:46Domani lo correggo, grazie
Snàp
22 Ottobre 2024 alle 11:39Segnalo anche un “Muoviti lumaca!” completamente gratuito nella scena iniziale (il ragazzo si rivolge alla ragazza che resta indietro): in originale non c’è dialogo.
Evit
25 Ottobre 2024 alle 13:07Ricordo! Ci sono alcuni dialoghi decisamente arricchiti in questo film.