Ebbene si, mi sono andato a vedere questo stramaledetto Fright Night – Il vampiro della porta accanto (titolo originale: Fright Night) ed è una stronzata con un adattamento italiano terribile, ma andiamo per ordine.
Due giorni fa ho beccato in TV, qui nel Regno Unito, Fright Night del 1985, conosciuto da noi con il titolo di Ammazzavampiri. Subito scatta lo scandalo per il titolo italiota direte voi; certo potevano chiamarlo Ore d’Orrore ma a me è sempre piaciuto il titolo italiano, si lega alla trama del film e non delude. Lo scandalo scatta invece con il remake che invece di chiamarlo nuovamente Ammazzavampiri ce lo propongono come Fright Night – Il vampiro della porta accanto. Non solo dunque ci godiamo il titolo inglese con nessun riferimento (in italiano) al film del 1985, ma c’è anche la beffa di un sottotitolo a tutti gli effetti… scemo. Doppia libidine.
Ammazzavampiri (Fright Night, 1985)
Ritorniamo però al classico del 1985. Un film di cui avevo soltanto memorie di gioventù e che a rivederlo ho trovato migliore di quanto ricordassi, molto migliore. La trama la conoscete già? Una finestra sul cortile… CON VAMPIRI! Non sto a raccontarvi, per la trama rimando a questa recensione che è una recensione coi controcazzi.
Dopo la visione televisiva di Fright Night in lingua originale sono corso (per modo di dire) a ricercarlo in italiano scoprendo un adattamento sorprendentemente accurato, come li sapevano fare all’epoca. L’unico dettaglio degno di nota riguardo al doppiaggio del 1985 è il soprannome dell’amico del protagonista, “Evil“, che in italiano diventa “Fiele” (scelta che trovo curiosa ma in senso positivo, sarebbe stato stupido soprannominarlo “cattivo“). Nella nuova versione (2011) torna invece ad essere “Evil” pronunciato addirittura all’inglese (i-vl). Avevano forse paura che i giovani moderni non conoscessero la parola fiele?
Il doppiaggio di Ammazzavampiri è fedele e ben fatto con un Mino Caprio perfetto nel doppiare il personaggio di “Fiele“. Molti forse ricorderanno Caprio per ben altri personaggi come Peter Griffin o la rana Kermit o anche Marv, il ladro alto e stupido di Mamma ho perso l’aereo). Ottimo anche il resto del cast: Mario Cordova, Francesco Prando, Alessandra Korompay, Luciano Melani e gli altri.
Fright Night – Il vampiro della porta accanto (Fright Night, 2011)
“Benvenuti a “Ore d’orrore”… dal vivo!“, questa era la frase con cui il vampiro accoglieva i due protagonisti del film Ammazzavampiri nel 1985. La stessa frase potrebbe introdurre il remake, ma non perché questo film faccia particolarmente paura (non ne fa per niente), l’orrore sta nel vedere quale mediocre remake abbiano potuto produrre per i “giovani moderni” e, per quanto mi riguarda, l’orrore sta anche nel sentire quale mediocre adattamento dobbiamo sorbirci nel doppiaggio di questi tempi… vere e proprie ore d’orrore. Anzi per la precisione oltre un’ora e quaranta d’orrore.
Se non vi bastasse sapere che la sceneggiatura di questo film è stata stesa dalla stessa persona che si è fatta le ossa sceneggiando (per cosi dire, perché in realtà ha scritto veramente poco) alcuni episodi di serie TV quali Buffy The Vampire Slayer e Angel, allora non so proprio come altro convincervi ad evitare questo ennesimo rifacimento, inutile e dimenticabile. Comunque non starò qui a fare la critica al film, io mi occupo soltanto di traduzioni e adattamenti nel doppiaggio, difatti l’inizio del film mi aveva già dato qualche grattacapo con un linguaggio “giovanile” fuori da ogni tempo:
“quelli dell’ultimo anno non vanno al ballo, non è cool“
Neanche usare parole inglesi è cool. Sembra un diversivo da quattro soldi per far capire allo spettatore che colui o colei che parla è un “giovane moderno“, ovviamente scritto da chi ha almeno 60 anni oggi. Il problema è che i curatori di questo genere di adattamenti probabilmente hanno in mente la loro esperienza giovanile da paninari (vista in TV)… solo che questo non è un remake di Italian Fast Food e certe parole anglosassoni messe in bocca ai giovani cosi gratuitamente suonano veramente forzate.
Non sono mancati poi discorsi di questo genere:
STUDENTE “Oh, dai, belle, che scarpe!”
PROTAGONISTA “Pulce.”
STUDENTE “Cazzo, sì!” (con voce completamente amatoriale, su YouTube ho sentito imbranati con voci migliori.)
Il dialogo originale era:
STUDENTE “oh nice man, nice kicks!”
PROTAGONISTA “Puce.”
STUDENTE “Fuck yeah!“
Mi domandavo se pulce fosse la marca di scarpe. Poi ascoltando il dialogo originale ho capito che si riferiva al colore; difatti (lo ignoravo) esiste effettivamente il “color pulce”. Il fatto è che la parola “pulce” da sola fa pensare immediatamente a tutt’altro se non viene preceduta da “colòr“. La cosa che da più fastidio di quell’intero scambio di frasi è proprio lo studente che dice “cazzo, sì“: vorrei sapere chi è che alle scuole superiori dice “cazzo, sì!” dopo che un amico gli ha rivelato il colore specifico delle proprie scarpe alla moda, e non importa quanto le scarpe siano cool. “Fuck yeah!” non era da tradurre alla lettera, il contesto va anche preso in considerazione.
Come al solito molti di questi doppiaggi moderni finiscono per essere a dir poco “scolastici” e per niente veritieri.
Sempre sul “pulce” (il colore), la frase originale pronunciata da Colin Farrell “well, it takes a real man to wear, uh… puce.” passa dal lievemente divertente in inglese al lievemente ridicolo nella sua traduzione che recita: “ci vuole un vero uomo per delle scarpe… pulce” (sembrava quasi che chiamasse il ragazzo “pulce“, come il “pidocchio” di Biff Tannen in Ritorno al Futuro).
Il linguaggio finto-giovanile purtroppo non finisce qui. Difatti ci dobbiamo ancora sorbire studenti che rispondono “yo!” all’appello in classe. Anche in inglese era “yo“, ovviamente. Se “cool” può avere qualche giustificante, da quand’è che “yo” è entrato nel vocabolario italiano? Vorrei chiedere a insegnanti italiani se hanno mai sentito un alunno rispondere “yo!“. Tale espressione sarebbe al massimo scambiata per un “no“.
– Rossi, c’è Rossi?
– Yo!
– No? Allora segno assente.
Altra frase fittizia dal film: “oh, l’attrezzo ci sta per parlare” (riferendosi al compagno sfigato). La frase in inglese era “dude, I think it’s gonna talk to us“. Volevano evitare di usare “coso”, ho capito, ma attrezzo? Come gli è venuto in mente? Spero di aver udito male.
Nelle frasi finali del film poi c’è un’ultima perla:
you little shit, next time […] give me a heads-up first
che nel doppiaggio italiano recita…
sei una merdina. La prossima volta […] magari prima avverti, eh?
Una… merdina? Ma chi parla cosi? Un fratello che tormenta il fratellino più piccolo? Ma soprattutto chi traduce cosi? A quanto pare Carlo Cosolo, secondo il sito Antonio Genna.
“Stronzetto” è solitamente la traduzione più utilizzata per “little shit“. Non credo che un trentenne userebbe la parola “merdina“; dipende tutto dal contesto, certo, e questo non era il contesto giusto.
Un adattamento assurdo, tra il finto giovanile e la traduzione parola-per-parola, che non dovremmo mai sentire in un film doppiato in italiano.
Come nota finale aggiungo che la voce di Farrell (Simone D’Andrea) funziona, a differenza del suo personaggio. Purtroppo non tutte le altre ciambelle sono riuscite col buco. Quella di David Tennant (sia per recitazione e impostazione della voce) è piuttosto ridicola se messa al confronto con quella originale… anzi direi che sia proprio inaccettabile il modo in cui lo hanno doppiato, ma visto la qualità del film direi che un gran bel CHISSENE ci sta benissimo!
18 Commenti
Alicesue
5 Settembre 2011 alle 08:56"oh, l'attrezzo ci sta per parlare"
Mamma mia….
A Tennant danno sempre la voce del pirla (ecco perché non lo vedrò mai doppiato). Però del film per ora ho letto parecchio bene. E' sempre un remake (e sai che penso dei remake), però pare non sia così scandaloso… Certo, non so come abbiano fatto ad intuirlo con il doppiaggio di mezzo, ma sembrano tutti più o meno d'accordo.
Sono molto curiosa…
Evit
5 Settembre 2011 alle 11:29Il film non fa vomitare ma non è neanche un capolavoro… proprio inutile se devo dirla. Forse le recensioni sono positive perchè la gente si aspettava di molto peggio. Tre anni e nessuno si ricordera' di questo remake.
Se possibile guardatelo in inglese, se hai dalle tue parti qualche cinema dove proiettano film in lingua originale.
Alicesue
5 Settembre 2011 alle 11:47aspetto il bluray…
Sì, beh, probabilmente non ce lo ricorderemo pure più tra un paio di mesi…
mario
17 Gennaio 2012 alle 17:25fate male a paragonare questo film con fright night 1985,sono due prodotti diversi,non si tratta di un remake ma di un reboot,difatti come è avvenuto con nightmare on elm street,stesso soggetto ma storia differente….un remake è friday 13th…quindi tutta sta discussione non sussiste ed è inutile.Il fim è andato benissimo,sta andando bene anche come vendite in home video tanto che la dreamworks sta provvedendo ad un seguito,che anche in questo caso vedrà la storia distaccarsi completamente dall’originale,in cui in fright night part 2 la sorella di dandrige torna per vendicare il fratello vampiro;nel seguito 2011 charlie,non ci sarà,il protagonista sarà peter vincent!
se non lo si era capito sono un fan del film 1985,frigth night per me è la massima espressione sul film di vampiri e se vi dico che fright night 2011 è fatto bene potete crederci!finalmente sono state ridate dignità e tradizioni al vampiro che in quanto mostro negli ultimi 10 anni ha perso credibilità grazie agli emo twilighters!In fine non lamentatevi perchè dovete farlo o perchè per partito preso il vecchio batte il nuovo 10 a 0….fright night 2011 è uno dei migliori film horror degli ultimi 5 anni!
Fibrottolo
17 Gennaio 2012 alle 18:08Sharlock Holmes è andato benissimo ad incassi, costando 90ml$ e ricavandone 210ml$.
Fright Night è costato circa 30ml$ e ne ha ricavati appena 18ml$, salvandosi per il rotto della cuffia con un introito totale di 37ml$ dalla distribuzione internazionale. Perfino Cappuccetto Rosso Sangue ha fatto di meglio, per cui diciamo che non è andato malissimo…ma nemmeno bene.
Evit
17 Gennaio 2012 alle 17:40“e se vi dico che fright night 2011 è fatto bene potete crederci!”
Ah beh, se lo dici tu allora ci crediamo 😉
Comunque mi puoi dare tranquillamente del “tu” dato che il blog è solo mio ed è espressione di opinioni personali. Non ci tengo al “voi” ma ti ringrazio.
Riguardo all’inutilità di questa… discussione, come dici tu, avrai notato o forse no che questo blog tratta di doppiaggi e di adattamenti. La discussione secondo te inutile verte specialmente su questo più che sulle mie opinioni sui due film (avrai letto questa frase nell’articolo: Comunque non starò qui a fare la critica al film, io mi occupo soltanto di traduzioni e doppiaggi).
Remake o reboot che sia è del tutto ininfluente. Tra l’altro la distinzione tra remake e reboot è molto discutibile, in quanto il remake è già un “rifacimento” e per tanto non necessariamente attinente alla prima opera. Reboot è una parola che si sono inventati a Hollywood di recente per non dire continuamente “stiamo facendo un remake di…” dato che il termine “remake” stava cominciando ad assumere connotati negativi.
Ad ogni modo il Fright Night del 2011 è a tutti gli effetti un remake dell’omonimo film dell’ ’85, come per altro puoi trovare scritto ovunque, da imdb.com a molti altri autorevoli siti web.
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9 Novembre 2012 alle 22:43Pingback:
24 Luglio 2014 alle 20:46Pingback:
24 Gennaio 2016 alle 21:34Fra X
4 Giugno 2017 alle 22:46Uno di quei film scoperti sul Mereghetti se non erro. Me lo ritrovai a distanza di 10 anni XD registrato dopo la prima puntata di “Beverly hills” e incuriosito lo guardai. Mi prese di brutto! Tensione! Paura! Mistero! La scena della mamma… lol XD purtroppo non c’ era entrato tutto in cassetta e quindi appena potei mi presi il DVD così potevo vedere come si passava dalla tensione all’ azione! XD Che roba la scena in discoteca. Diventato immediatamente un cult per me! XD
Il 2 non mi ha mai incuriosito devo dire la verità.
“Due giorni fa ho beccato in TV, qui nel Regno Unito”
Per fortuna ancora lo trasmettono lì! Quì ormai da anni… XD
Evit
4 Giugno 2017 alle 22:49Io il 2 l’ho evitato per anni, anche per me il primo è stato subito cult quindi non volevo rimanere deluso dal sequel, però un giorno dai una possibilità al secondo, non ha lo stesso appeal ma è almeno carino. Ritornano Brewster ed il cacciatore di vampiri fanfarone.
rinoceronteobeso
10 Settembre 2020 alle 15:50Non ha lo stesso appeal, ma ha Regine Dandridge.
Mica pizza e fichi.
Evit
10 Settembre 2020 alle 22:13L’ho rivisto ancora più di recente e mi piace sempre di più
anonymous
12 Settembre 2020 alle 05:06Peccato che tra i due film il cast di doppiatori cambi totalmente, a causa del passaggio dalla CVD alla CDC. Almeno oggi sono più attenti a queste cose.
rinoceronteobeso
10 Settembre 2020 alle 15:46Il problema non è che Marti Noxon si è fatta le ossa con Buffy.
Più o meno tutto il mondo occidentale in possesso dell’apparecchio televisivo concorda che Buffy sia una piccola perla con sceneggiature splendide (e doppiato in modo terribile, ma forse era una sfida persa in partenza).
Il problema è che l’ascesa di Marti Noxon a produttrice a metà della vita della serie è coincisa con un calo di qualità che raramente si era visto prima fuori da casa Lucas.
Coincidenza!?!?!?!?1111111
Evit
10 Settembre 2020 alle 22:56Hai ragione, sono stato ingiusto verso una serie che all’epoca mi lasciò indifferente (nonostante l’abbia vista tutta) e che non ho mai avuto tempo di rivistare e rivalutare. Ciò che in realtà volevo dire è che la Marti Noxon ha lavoricchiato qua e là in alcune serie TV firmando pochi episodi di ciascuna, quindi non ha un vero e proprio curriculum da sceneggiatrice e non so come si sia ritrovata a scrivere un film per il cinema invece di tornare a fare il gelataro a New York
rinoceronteobeso
11 Settembre 2020 alle 13:24No, ma il mio punto è precisamente che la Noxon ha fatto gran danni su Buffy, in conseguenza dei quali dovrebbe essere stata retrocessa in gelateria anzichè promossa al cinema.
Ad essere maligni si potrebbe pensare che la Noxon ha ad un tempo snaturato la `chemistry` di Buffy, ma ha reso la serie “un fenomeno” in America.
L’ha fatto anche infilando didascalie di valenza politica spicciola e semplicistica, cuciti su misura per la sensibilità dei `liberal arts major` da Starbucks.
E questo forse a Hollywood fa più giuoco che saper scrivere bene.
SAM
12 Settembre 2020 alle 12:46Io Caprio lo ricordo più su Ataru Moroboshi in Lamù e , per stare in tema, su Van Helsing in Don Dracula ( altro anime ).
Un VH che soffriva di emorroidi e che se si agitava troppo , gli venivano attachi di diarrea.
Nel primo episodio, caga dentro la bara di Dracula ( lui per fortuna non c’era, ma quando arriva subito dopo il fattaccio, è lì a disperarsi, sopratutto perché sta per sorgere il sole !)
Tornando al film , il primo è è stato subito un cult anche da noi, il secondo, non lo vidi mai perché pensavo che fosse il classico finto sequel che ai tempi i distributori amavano spacciare ( presente Balle Spaziali 2 ?).
Lo vidi solo decenni dopo, sul tubo.