Critica alla critica – 37° episodio – Men in Black

Nuova puntata del “CaC”. Oggi difendo Men In Black. Cliccate sull’immagine per leggervi la mia critica ai critici.


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Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

6 Commenti

  • Fibrottolo

    22 Febbraio 2012 alle 12:51

    In questo caso ho come l’impressione che fosse irresistibile uno sfoggio di cultura personale, dovendo citare il primo film che viene in mente.

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    • Evit

      22 Febbraio 2012 alle 12:54

      Credo anch’io. Indubbiamente lui ci avrà visto proprio “I Blues Brothers”, è questo il bello della critica, ognuno ci vede ciò che vuole. Un approccio un po’ riduttivo di vedere i film a parer mio.
      @Leo haha

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  • Leo

    22 Febbraio 2012 alle 13:02

    Ma allora se questo critico va a vedere “Aspettando Godot” penserà a Stanlio e Ollio solo perché i protagonisti portano la bombetta! Il costume dei fratelli Blues e quello dei Men in Black si assomigliano lontanissimamente, e i due film in quanto a trama non hanno niente a che spartire.

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    • Evit

      22 Febbraio 2012 alle 13:07

      Il concetto è quello. Poi l’origine dei costumi di MIB è completamente diversa da quella di Blues Brothers, se sono vestiti così è perché leggende metropolitane dicono che i cosiddetti uomini in nero sono vestiti in questo modo, non perché la costumista ha voluto fare un rimando ai Blues Brothers coppia comica. Allo stesso modo i Blues Brothers avevano altri motivi per vestirsi in quel modo, e avevano anche dei cappelli (tipici dei suonatori di Blues) che ovviamente mancano ai MIB.
      Riguardo alla bevanda alcolica del Bertarelli, sospetto fosse una Prunella Ballor 😉

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