[VIDEO] Non comprate quel biglietto #20: Blade Runner 2049

In questa nuova puntata di Non comprate quel biglietto discutiamo del nuovo flop al botteghino intitolato Blade Runner 2049, il seguito non richiesto che sembra aver diviso il pubblico su due posizioni incrollabili: tedioso e bellissimo, tedioso e basta.
Hashtag: #BladeDumber


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Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

6 Commenti

  • Antonio L.

    1 Novembre 2017 alle 14:08

    Personalmente ho imparato ad ignorare questi prodotti esangui, che tentano ormai di aggrapparsi all’effetto nostalgia, mostrando tutta la loro inutilità. Non ho visto il film ma ho compreso dal vostro video che si tratta del solito prodotto tecnicamente impeccabile, fotograficamente magnifico e tuttavia privo di qualunque presa sullo spettatore esigente in fatto di sceneggiatura (spesso ormai tagliata completamente dai costi di produzione). il prossimo sarà probabilmente Star Wars (sigh) Episodio 8 :'(

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    • Evit

      2 Novembre 2017 alle 22:35

      Non me lo ricordare! Onestamente se non fosse per le risate che posso farmi con Petar e le discussioni che ne scaturiscono, Star Wars 8 lo ignorerei volentieri.
      Hai capito proprio bene, purtroppo Blade Runner 2049 non è altro che il solito prodotto impeccabile tecnicamente con la trama più banale del mondo, tanto che abbiamo indovinato per puro caso le tre più grandi stronzate su cui si basa. E non perché siamo indovini, abbiamo solo pensato alle cose più sceme che ci potevano mettere dentro e così è stato.
      Altro film da rimuovere. Niente a che vedere con Blade Runner.

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  • Gabriele Segapeli

    13 Febbraio 2021 alle 07:28

    Boh, personalmente è una bomba come film.

    Comunque c’è un piccolo momento che ha perso un po’ nell’adattamento, ed è la scena in cui il protagonista sta camminando per strada e vede la pubblicità della sua ragazza olografica. Ad un certo punto la pubblicità dice al possibile acquirente “you are a good Joe” in modo ammiccante e il protagonista ci rimane male perché “Joe”è il modo in cui lo aveva chiamato la ragazza per dargli una nuova identità e farlo sentire speciale: in questo modo il protagonista si accorge che lei non lo amava davvero, era semplicemente programmata per farlo, tanto che il “nome speciale” che lei gli aveva dato è un nome ammiccante usato persino nella pubblicità del prodotto.
    Purtroppo in Italiano hanno tradotto con un più generico “sei un bravo ragazzo”: probabilmente è la miglior scelta possibile (chiamarlo “un bravo Joe” non avrebbe avuto il minimo senso), ma si è persa una piccola finezza.

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