Dopo l’articolo su Bastardi senza gloria e l’insoddisfacente doppiaggio della sua celebre scena degli italiani rivolgo brevemente la mia attenzione ad un altro film doppiato dalla stessa compagnia (la PUMAISDUE, ex Gruppo Trenta a quanto leggo su Wikipedia).
Il film in questione è Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (che abbrevierò chiamando Indy 4 o Indiana Jones 4 perché la vita è breve e gli impegni sono tanti).
Se il film già di per se è molto criticabile e palesemente molto distante dai canoni della trilogia di Indiana Jones (non vi nascondo che come fan di Indiana Jones io lo abbia in tutta onestà detestato dopo i primi 10 promettenti minuti), alcune piccole scelte di doppiaggio hanno se possibile contribuito ad allontanare maggiormente questa pellicola dalla vecchia trilogia.
Voglio partire con una nota positiva però. Posso dirvi che siamo stati fortunati che Harrison Ford abbia ottenuto nuovamente la voce di Michele Gammino. Fortunati perché nel recente ridoppiaggio della trilogia con cui Sky ha “omaggiato” i fan, la nuova voce di Indy era di Pino Insegno. Questa cosa ha scatenato un vero e proprio finimondo (giustamente). Mi pare che ci sia ancora il dubbio su quale doppiaggio ritroveremo nella versione Bluray; io intanto mi tengo strettissimo il primo cofanetto DVD (che è anche esente da piccole alterazioni digitali introdotte successivamente). Scusate la digressione.
Gammino aveva già doppiato Ford in I Predatori dell’arca perduta e L’Ultima crociata (i due capisaldi dell’intera serie) ma le nostre fortune purtroppo si sono fermate lì.
La recitazione di Gammino in questo film secondo me lascia un po’ il tempo che trova. Non ce l’ho con lui per carità, già è un miracolo che Harrison Ford non lo abbia doppiato qualcun altro ma insomma, si poteva fare di meglio.
Karen Allen, che ritorna nel ruolo di Marion Ravenwood (la Indy girl del primo film), non ha ricevuto lo stesso magnanimo trattamento di Ford e gli è stata affibbiata una nuova doppiatrice. Paila Pavese, perfetta come voce della Allen nei Predatori, è stata infatti sostituita per Indiana Jones 4 da Chiara Salerno, una voce più “soft” ma non riconoscibile e caratteristica come quella della Pavese.
(Se, come mi è sembrato di leggere da qualche parte, la Paramount ha messo bocca nella scelta dei doppiatori direi che si dovrebbero fare una vagonata di ca**i loro e lasciarci la Pavese a doppiare Karen Allen.)
L’accento russo di Emanuela Rossi mi ha convinto poco ma devo dire che anche quello di Cate Blanchett non era un gran che (anzi, a tratti anche un po’ imbarazzante), quindi niente peggioramenti qui ma certo c’era spazio per delle migliorìe, invece si è optato per un doppiaggio-fotocopia come si suol fare di questi tempi.
Infine… ciò che mi ha più tormentato: l’unica battuta divertente del film viene annichilita nell’adattamento italiano.
[dopo che Indy fa fuori un assalitore, il personaggio di Shia LaBeouf scopre che Indiana non è il tipico professore e gli chiede stupefatto…]
LaBeouf: You’re a teacher?
Ford: Part-time.
LaBeouf: E tu saresti un professore?
Ford: Qualche volta.
La risposta italiana di Indy non ha senso e non fa ridere. “Qualche volta”? Come fa uno ad essere un professore solo “qualche volta”? Di tutte le possibili alternative a “part-time” il “qualche volta” penso sia tra le peggiori. “Non a tempo pieno” o “non sempre” sarebbero state già delle valide alternative che avrebbero anche permesso di mantenere un velo d’ironia soprattutto se recitate nel modo giusto.
Da notare che nel videogioco Lego Indiana Jones c’è un livello chiamato [“Sei un insegnante?” “Part-time”]. Evidentemente chi ha tradotto il videogioco ha fortunatamente ignorato l’adattamento italiano del film. Anche qui però si tratta di una traduzione soltanto mezza riuscita. Difatti la domanda “E tu saresti un professore?” è più corretta come traduzione di “You’re a teacher?” rispetto a “Sei un insegnante?” (visto il contesto e il modo in cui veniva detto, s’intende).
Anche quel “porca miseria, ho calcolato male!” (damn! I thought it was closer!) poteva essere adattato meglio.
Nota finale. Ho avuto l’impressione che i dialoghi di questo film siano stati mantenuti volutamente “puliti” per favorire un pubblico anche molto giovane. Che fine hanno fatto i “brutto figlio di puttana” dei Predatori? Adesso diventa “figlio di buona donna” e persino i “damn!” diventano “porca miseria“, ovvero la denaturazione completa del personaggio di Indy; porca miseria lo dico io! C’era modo e modo per rendere questo mediocre film almeno memorabile nei dialoghi italiani, invece ho sentito solo bubbole e scempiaggini. Nessuna frase che colpisce o che rimane, niente di niente. Un lavoro di adattamento non certo all’altezza delle aspettative.
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6 Commenti
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25 Aprile 2012 alle 10:10Pingback:
26 Novembre 2012 alle 08:05cassidy
3 Agosto 2016 alle 07:44Per fortuna nell’edizione del raggio blu che possiedo per “Raiders” é possibile selezionare il.doppiaggio originale, della versione con Pino Insegno non voglio sentir nemmeno parlare. Ottima analisi come sempre l’accento di Cate in originale é davvero poca cosa in italiano risulta tragicomico. Cheers!
maxilos
25 Luglio 2017 alle 15:10Ciao, non so se sbaglio e dunque chiedo a voi esperti. Il dubbio mi è venuto vedendo la scena della moto in biblioteca, quando uno studente chiede a Indiana in merito all’etica ambientale di Hargrove. Perché chiedere una cosa del genere ad un archeologo? È un argomento proprio della filosofia e dell’ecologia. Infatti nell’originale la battuta è «I’ve got a question about Hargrove’s normative culture models»; si fa riferimento credo a Thomas Hargrove archeologo (alle cui teorie, Jones dice di preferire il diffusionismo di Vere Gordon Childe, altro archeologo) e non a Eugene C. Hargrove, che è quello dell’etica ambientale.
Che ne dite?
Evit
25 Luglio 2017 alle 15:14Niente male, niente male! Non essendo per nient esperto delle due materie non mi era neanche venuto il dubbio di controllare quella battuta. Verificherò ed aggiungerò all’articolo. Grazie della segnalazione!
maxilos
25 Luglio 2017 alle 16:22Grazie a voi! Resto in attesa della verifica, sono curioso.