• Tutti i sequel apocrifi di La Casa di Sam Raimi

    Quello dei sequel apocrifi è un fenomeno che ha raggiunto in Italia i picchi creativi più elevati. La distribuzione italiana negli anni ’80 e primi ’90 si è sbizzarrita ad affibbiare titoli fasulli per spacciare nuovi film sconosciuti come seguiti di ben più noti successi americani. La casa di Sam Raimi è sicuramente tra quelli che più ne hanno generati. In questo articolo elencherò tutti i sequel apocrifi de’ La casa, ma prima due parole proprio su La casa, quello vero, che però in lingua originale si chiama Evil Dead. E in particolare sulla casa di La casa.

    La casa di “La casa”

    Locandina italiana di La casa di Sam Raimi

    Più che il titolo, questo film ha una locandina veramente italiota! The Evil Dead (1981) di Sam Raimi arriva in Italia nel 1984, con il titolo La casa, distribuito dalla Film 2 come uno dei tanti “filmetti” che all’epoca venivano elevati da una locandina fenomenale che tipicamente non c’entrava un fico secco con la trama.
    Nel caso di Sam Raimi il film si è poi rivelato essere un cult apripista con un numero spropositato di sequel apocrifi, ma la locandina italiana (‘italiota’ dovrei dire) si conferma non aver niente a che vedere con il film in questione.

    Questo è il luogo dove si svolge il film, essenzialmente una baracca nei boschi, sebbene dalle riprese degli interni sia effettivamente (comicamente?) più ampia.

    La baracca nei boschi del film la casa di Sam Raimi

    Questa invece la casa raffigurata nella locandina italiana:

    Locandina italiana di La casa di Sam Raimi raffigurante una villa vittoriana

    Notate qualcosa di familiare nella casa ritratta nella (bellissima) locandina italiana? Se non ve ne foste mai accorti, questa è palesemente la casa di Psycho di Alfred Hitchcock, assolutamente identica dal primo all’ultimo dettaglio, dal lucernario rotondo sul tetto, al numero di colonne del portico. C’è persino un’attenzione particolare sulla finestra dalla quale si affacciava la madre di Norman Bates.

    La casa di Psycho dal film di Hitchcock

    Ignoro totalmente il perché di questo poster, ma sembra proprio che, ancora una volta, i distributori italiani abbiano giocato sporco cercando di attirare più pubblico possibile grazie a una locandina che suggerisce un film totalmente differente. Locandine e titoli fuorvianti sono state la base del marketing nella distribuzione cinematografica italiana almeno fino agli anni ’90.

    Non si può neanche dire che la locandina italiana sia semplicemente “ispirata” alla casa di Psyco visto che ne è l’esatta replica e mi domando se all’epoca non abbia suscitato qualche perplessità tra i cinefili. È la madre di Norman quella che vedo alla finestra?

    Certo, molto più bella di una baracca sgangherata.

    Anche nella locandina del suo seguito ufficiale, La casa 2 (The Evil Dead 2), continua ad essere presente una casa neo-gotica, nonostante gli spettatori a questo punto sapessero esattamente cosa aspettarsi, cioè una baracca sgangherata nei boschi.

    locandina italiana del film La casa 2

    Con La casa (arrivato in Italia nel 1984) e La casa 2 (1987) ci è andata bene: a prescindere dalla fregatura in locandina, questi film hanno ottenuto un enorme successo e un loro posto nella storia del cinema. Non si può dire lo stesso dei loro sequel illeciti, arrivati successivamente a La casa 2 del 1987, quando i produttori italiani non ebbero alcun ritegno nello sfruttare la fama dei film di Raimi per fare profitto nell’immediato. E così la serie è “continuata” con i seguenti titoli che niente hanno a che vedere con gli Evil Dead.

    Sequel fasulli: LA CASA e i suoi non-seguiti

    La casa di Psycho e quella “C” stilizzata in quel modo per assomigliare a una falce torneranno spesso!

    La casa 3 / Ghosthouse (1988)

    Film italiano fatto per gli italiani, il primo a godere di fama riflessa dei due precedenti film di Raimi. All’estero è conosciuto come “Ghosthouse”. La vera “Casa 3” sarebbe arrivata solo nel 1992 con il titolo “L’Armata delle tenebre” (sempre di Raimi), titolo originale: Army of Darkness.

    La casa 3 di Umberto Lenzi, locandina italiana del film
    La casa 4 / Witchcraft (1988)

    Sempre del 1988 (ma arrivato praticamente nel 1989), in questo film italiota recitano David Hasselhoff (che molti ricorderanno per Baywatch o Supercar) e Linda Blair (la bambina indemoniata di L’esorcista). All’estero ha svariati nomi (Witchcraft, Démoniaque présence, etc…) , tra questi spicca il titolo ‘Ghosthouse 2‘ del mercato britannico. Cioè hanno cercato di spacciarlo per un seguito di La casa 3. Siamo ai sequel fasulli dei sequel fasulli!

    La casa 4, locandina italiana del film

    La casa di Helen / House II (1987)

    La casa di Helen (visto censura 31 luglio 1987) arriva in Italia prima di La casa 5, ciononostante è conosciuto informalmente anche con il titolo alternativo La casa 6, mai veramente comparso da nessuna parte. L’equivoco — suggerisce l’utente ‘Massimo Effort’ su Facebook — deriva probabilmente dall’uscita di un La casa 7 successiva a La casa 5, da qui può essere nato l’equivoco di pensare che La casa di Helen potesse essere la mancante sesta casa. La casa di Helen in realtà è il titolo che venne affibbiato al film House II: The Second Story, seguito di House. Vi domanderete a questo punto come si chiama il primo “House” in Italia? House si chiama “Chi è sepolto in quella casa?“. Confusi? Vi capisco. La serie “House” è finita inevitabilmente per ibridarsi con quella dei sequel apocrifi della Casa di Raimi.

    La locandina italiana del resto non faceva mistero delle sue origini: “dopo Chi è sepolto in quella casa?” riporta lo slogan, eppure la C a forma di falce continuava ad essere riciclata senza vergogna.

    La Casa 6 o La casa di Helen, locandina italiana del film

    A proposito di C a forma di falce, mi piace pensare che tra i fondatori della banca La cassa di Ravenna ci sia un appassionato di Sam Raimi che ha spinto per un logo vagamente familiare, così da giocare sul nome della propria azienda.

    Logo di La cassa di ravenna con la C simile a quella della serie la casa

    Assemblea La cassa di Ravenna con logo in vista

    In questo vecchio articolo una breve lista di tutte le “House” e i corrispettivi titoli italiani (che comunque ritrovate più in dettaglio anche qui).

    La casa 5 / Beyond Darkness (1990)

    L’ultima delle produzioni italiote e, credo, la peggiore. Le successive (e ultime?) due Case (6 e 7) sono invece film horror americani il cui titolo è stato cambiato dai distributori italiani per includere le parole “La casa” così da spremere la serie ancora un po’, riciclando così prodotti esteri quando ormai gli italiani erano già passati a sfruttare altri filoni.
    Nel Regno Unito e negli Stati Uniti La casa 5 è stata commercializzata come Beyond Darkness. In Germania invece è il seguito di La casa 4 (rispettivamente con i titoli di Ghost House e Ghost House II) – Anche in questo caso dunque siamo ai seguiti fasulli di seguiti fasulli – ma all’arrivo in DVD è diventato Ghosthouse 6. Da perderci la testa.

    La casa 5 di Clyde Anderson, locandina italiana del film

    La Casa 7 / La casa III / House III (1989)

    Titolo originale: The Horror Show. Nel 1990 arriva in Italia l’ennesimo film horror americano fatto passare come un seguito della serie “La casa”. La cosa curiosa è che fuori dagli Stati Uniti questo film è conosciuto come “House III”, ovvero è stato distribuito come un sequel (anche qui “apocrifo”) della serie “House” quindi non siamo i soli ad abbinare filmacci da poco a serie più note pur di far soldi!
    Per riassumere la faccenda, in America questo film fu prodotto e distribuito come “The Horror Show”. Per venderlo meglio all’estero fu ri-titolato “House III” e poi in Italia, per venderlo ancora meglio, venne spacciato come appartenente alla serie “La casa”, facendone così il suo 7° (e ultimo?) capitolo.

    Ma per creare ancora più confusione, in DVD arriva poi come La casa III, da una traduzione diretta e mal pensata di House III. Per questo motivo il titolo esiste in Italia sia come La casa 7 sia come La casa III.

    La Casa III di David Blythe con Lance Henriksen, locandina italiana

     

    Case bonus

    Chi ha ucciso Roger? / House IV – Presenze impalpabili / House IV (1991)

    Come non menzionare House IV, che in Italia arriva prima con un visto censura VM 14 datato 19 settembre 1991 e poi qualche mese dopo in una versione sforbiciata che elimina le sequenze più scabrose per farlo diventare un film “per tutti” il 30 gennaio 1992, quando ottiene il nullaosta alla visione senza limiti di età. Queste due versioni a pochi mesi di distanza forse spiegano il perché esistano due locandine con titoli diversi per lo stesso film.

    Uno dei due viene spacciato per un generico horror/thriller dal titolo truffaldino che ricorda Chi ha incastrato Roger Rabbit? (di pochi anni prima) e usa addirittura lo stesso font.

    Chi ha ucciso roger, locandina italiana di House IV presenze impalpabili

    L’altro titolo mantiene invece “House IV” del titolo originale (come se i precedenti fossero mai arrivati con la dicitura “House”!?) e aggiunge un sottotitolo che a me è sempre sembrato un po’ comico: presenze impalpabili.

    House IV presenze impalpabili, locandina italiana

    Se sei un fantasma giustamente non puoi dare più nessuna palpatina.

    Con lo stesso titolo “House IV – Presenze impalpabili” il film arriverà anche in VHS ed è oggi considerato il suo titolo ufficiale.

    Se volete sapere cosa hanno tagliato per farlo diventare un film per famiglie ecco l’estratto del secondo nullaosta:

    La commissione, visionato il film ed i tagli effettuati (3^ parte, 1° taglio: alleggerimento della scena in cui la protagonista prendendo la scatola della pizza ed aprendola per servirla si accorge che la stessa parla, impaurita la getta nel lavandino e comincia a prenderla a coltellate (mt 18,80). 2° taglio: alleggerimento della scena in cui la protagonista si fa la doccia ed improvvisamente al posto dell’acqua comincia a scorrere un liquido rosso (sangue) sul corpo di lei (m. 3,40); poiché a seguito degli indicati tagli il film è stato privato del suo contenuto negativo ai fini della chiesta ammissione, esprime parere favorevole per la concessione del n.o. alla visione senza limiti di età.

    Non è stato mai girato un House V, quindi questa serie di case-house finisce qui. Ma non è la fine la serie di “case” in generale, quelle con la villetta di Psycho in copertina per intenderci.

    La casa in Hell Street / Scream for Help (1985)

    Locandina italiana di La casa in Hell Street di Michael Winner

    Distribuito in Italia dalla FILM 2 (gli stessi di La casa), Scream for Help di Michael Winner (regista di Il giustiziere della notte 1, 2 e 3) arriva al cinema con l’etichetta di “film-incubo” e lo slogan: “Sta per accadere qualcosa di orrendo in questa casa, e Christie lo sa. Ma nessuno le crede”. Ciò che nessuno crede è che il patrigno di Christie voglia uccidere lei e la madre. Un thriller uxoricida spacciato per horror soprannaturale grazie al titolo furbastro e alla locandina con una casa simile alle altre, quelle sovrannaturali. A differenza di molte altre locandine, questa casa è effettivamente rappresentativa di quella vista nel film. Anche un orologio rotto segna l’ora esatta due volte al giorno.

    Flano di La casa in hell street 1985

    Il flano con frasi pubblicitarie sempre esagerate viene dalla raccolta di Italian Pulp Movie Posters di Lucius Etruscus. Chissà cosa intendevano per primo “vero” film. E attenti a non morire di paura in sala, mi raccomando.
    Arrivato in VHS per la “FUTURUM” (rarissima) e passato una volta anche su Raitre nel 1987, la versione doppiata di questo film sopravvive solo grazie alla persona che lo registrò in TV all’epoca. Ma attenzione, perché sta per arrivare in Blu Ray addirittura in due versioni diverse, una da evitare e una consigliata: quella da evitare è a cura di Sinister Film (che probabilmente usa l’audio terribile della registrazione su Raitre), quella da consigliare invece è l’edizione più succosa della Oblivion, che ne ha scansionato una copia 35mm con tanto di autentici titoli di inizio e di coda in italiano così com’erano al cinema! Questa è decisamente la versione più interessante ed è acquistabile dal catalogo online della Oblivion.

    E se non sono case, sono ville. Tanto sempre della villetta di Psycho stiamo parlando…

    Locandina del film Quella villa in fondo al parco, nella quale compare la casa di PsychoQuella villa in fondo al parco (1988)

    È vero, non c’entra propriamente con la falsa serie de’ La casa, “inventata” dai distributori italioti, ma ci tengo a far notare come il riciclo della casa di Psyco andava molto di moda negli anni ’80, diventando la casa dell’orrore per antonomasia. Tanto che l’idea della casa sulla collinetta veniva riproposta senza pudore anche in horror e horroretti italiani come Quella villa in fondo al parco (1988) che utilizza la stessa identica casa vittoriana. Lo stile della casa è più precisamente “gotico californiano”.

    Fil rouge di tutti questi film è che non hanno mai una casa che si avvicini a quella di Psycho, neanche lontanamente;

    E quando non copiavano direttamente la casa gotica di Psycho, ne prendevano almeno l’idea, quella di una grande casa sulla collina, o anche solo la lettera iniziale “C” a forma di falce, come accadeva per La casa al n°13 in Horror Street dello stesso anno.

    Un titolo suggeritomi da Christian nei commenti e che mi era completamente sfuggito…

    La casa al n°13 in Horror Street / Dream Demon (1988)

    Locandina italiana di La casa al numero 13 di horror street

    Anno caldo per le case di Psycho, quel 1988! Ancora una volta, un’enorme villa vittoriana immaginata più che altro dal disegnatore italiano e un titolo in cui ci hanno messo di tutto! Da “la casa” fino al “numero 13”.

    Da notare la confusione tra 17 e 13 come numeri sfortunati. In Italia a quanto pare il 17 sarebbe quello sfortunato mentre nel mondo anglosassone lo è il 13 (numero invece fortunato in Italia). Riguardo alle ragioni storiche e culturali dei due numeri nella numerologia ammetto la mia vasta ignoranza. Forse perché il 13 del totocalcio è tutt’altro che sfortunato, mentre in America un gran numero di persone soffrono di triscaidecafobia? In Italia invece soffriamo di eptacaidecafobia, questo però non ha portato alla rititolazione di Friday the 13th in Venerdi 17 che è rimasta invece come Venerdì 13. Lontani ormai i tempi di Era di venerdì 17 (Sous le ciel de la Provence, 1956).

    È curioso invece come in questa locandina di La casa al numero 13 in Horror Street abbiano tenuto entrambi i numeri:

    VENERDÌ 17: APPUNTAMENTO IN HORROR STREET AL NUMERO 13… L’ORRORE CONTINUA.

    Quel “l’orrore continua” sta sicuramente a confermare l’intenzione di volerlo far passare come l’ennesimo sequel di La casa.

    Il ritorno ufficiale della “casa”: La casa – Il risveglio del Male (Evil Dead Rise, 2023)

    Nel gennaio 2023 viene annunciato il film Evil Dead Rise con un trailer. Si tratta del quinto capitolo ufficiale della saga “Evil Dead” nota in Italia come LA CASA, che tanti sequel apocrifi ha generato in passati decenni (oltre a un remake del 2013 che, fedele all’originale, è stato intitolato anch’esso “La casa”). Quasi in contemporanea viene pubblicato anche il trailer italiano di Evil Dead Rise e così scopriamo il titolo previsto per l’uscita nostrana: LA CASA – IL RISVEGLIO DEL MALE.

    Locandina italiana di Evil Dead Rise, La casa il risveglio del male, del 2023

    Con un po’ di sorpresa dunque ritorna “la casa” come corrispettivo italiano di “Evil Dead”. Dico sorpresa perché dopo un’intera serie televisiva Ash vs. Evil Dead il cui titolo era rimasto invariato all’arrivo in Italia, non penso che nessuno nell’anno domini 2023 si sarebbe stupito di ritrovarsi un “Evil Dead” anche nel titolo italiano. Evidentemente la trama si presta all’ennesima presenza di una “casa” e, almeno per questo nuovo capitolo, “la casa” continua a funzionare. Buon per loro.

    Qualcuno sicuramente si lamenterà di questo “ritorno alle origini”, ma non trovo insensato che la distribuzione italiana rimanga fedele a un titolo italiano così memorabile a questo punto. “La casa” al posto di “Evil Dead” era scemo nel 1984 e continua ad esserlo oggi, ma non gli nego la sua immediata riconoscibilità dopo così tanti anni.

    Evil Dead un titolo scemo quanto La casa, parola di Sam Raimi

    E a detta di Sam Raimi, anche Evil Dead era un titolo scemo, non quello che aveva pensato lui per il suo film. Lo ha rivelato Raimi stesso in un’intervista esclusiva a marzo 2023 per la rivista Empire in cui racconta che il titolo del primo film sarebbe dovuto essere “The Book of the Dead” (il libro dei morti) ma il produttore Irvin Shapiro impose una scelta tra due titoli più brevi per risparmiare sugli spazi pubblicitari: “101% Dead” (NdT: Morte/o al 101%) o “Evil Dead”. “Due dei peggiori titoli mai sentiti.” dice Raimi nell’intervista. ‘Evil Dead’ fa schifo! Come fa qualcosa ad essere morta e malvagia allo stesso tempo? Era un titolo molto stupido. Ma prima di chiamarlo ‘101% Dead’ piuttosto mi sarei fatto ammazzare, quindi scelsi il meno peggio di quei due titoli orrendi. Alla fine è cominciato a piacere anche a me. Non è male come titolo.

    Quando pensate che La casa sia un titolo scemo, sappiate che lo era anche Evil Dead per il suo creatore.


    Fin ?

  • TITOLI ITALIOTI (11^ puntata): “Se mi lasci ti cancello” e altri titoli alterati

    locandina del film Se mi lasci ti cancello, esempio di traduzione di titoli

    …e se mi cambi il titolo non lo guardo

    Rieccoci con l’ennesima puntata di TITOLI ITALIOTI. Rimanete in attesa dei prossimi episodi perché ce ne saranno delle belle, ma intanto godetevi questi:

    Cry Wolf Nickname: Enigmista

    Ad un anno dal successo di “Saw – L’Enigmista” perché non attirare l’attenzione su un titolo che non c’entra niente pur di trascinare gente al cinema? È ovvio che non ha niente a che vedere con l’infinita saga dell’Enigmista di SAW (che ha smesso di essere interessante dopo Saw II).
    A proposito, vediamo un attimo i titoli italiani di questa serie…

    Saw ⇒ Saw – L’Enigmista (ok non c’è male)
    Saw II Saw II – La soluzione dell’enigma (ah, ma allora è l’ultimo!)
    Saw III Saw III – L’enigma senza fine (qui percepisco dell’ironia)
    Saw IV Saw IV

    dal 4° in poi non si sono più compromessi con i sottotitoli che già stavano diventando auto-ironici.

    Bruce Almighty Una settimana da Dio

    “Bruce Onnipotente” era forse troppo blasfemo (alterazione di “God Almighty!“, espressione da noi conosciuta come “Dio onnipotente!“. Il suo seguito è “Evan Almighty” (con Steve Carell), conosciuto come “Un’impresa da Dio“. Devo ammettere però che i titoli italiani non stonano troppo e almeno sono compatibili con la trama, con quel “da Dio” hanno trovato una formula ripetibile in un gran numero di possibili titoli, quindi molto versatile così come l’almighty originale.

    Evvabbè citiamo pure questo

    Eternal Sunshine of the Spotless Mind Se mi lasci ti cancello

    Contenti? Finalmente ne parlo! Mi è stato più volte segnalato ma ho sempre evitato di citarlo perché ormai è diventato l’emblema dei titoli alterati in italiano, suppongo di non poterlo evitare per sempre.
    “Eternal Sunshine” è un film del genere drammatico-romantico (con un pizzico di fantascienza) ma il titolo italiano (e forse la presenza di Jim Carrey) suggeriscono all’ignaro pubblico un film totalmente diverso, quello della commedia romantica all’americana un po’ scema, difatti alla sua uscita non me lo sono cagato di striscio considerandolo alla stregua di “Se scappi ti sposo“, sono certo che altri avranno pensato la stessa cosa.

    Sono andato in maniera bovina (ovvero sciattamente) su Wikipedia per trovare altre informazioni (non avendo mai visto il film e non sapendo assolutamente niente a riguardo) e copio spudoratamente la spiegazione del titolo la cui origine è da ricercare in un opera di Alexander Pope in cui sono presenti questi versi (citati anche nel film):

    How happy is the blameless vestal’s lot!
    The world forgetting, by the world forgot.
    Eternal sunshine of the spotless mind!
    Each pray’r accepted, and each wish resign’d.

    Nel film in italiano gli stessi versi recitano:

    Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale!
    Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
    Infinita letizia della mente candida!
    Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.

    Quindi dovevamo forse aspettarci che il film si chiamasse “INFINITA LETIZIA DELLA MENTE CANDIDA“? Mah, lasciate che ne dubiti. Sono sicuro però che si poteva trovare un compromesso evitando il ridicolo! Fatto sta che nei trailer italiani viene chiamato ETERNAL SUNSHINE (of the spotless mind), con enfasi sulle prime due parole, quindi posso supporre che il “se mi lasci ti cancello” sia stata una furberia dell’ultimo momento prima della distribuzione cinematografica, magari a fronte di una campagna pubblicitaria che non aveva riscontrato molta attenzione con il titolo in inglese (è solo una supposizione ovviamente). Il DVD mostra i due titoli con quello originale in risalto e il “se mi lasci ti cancello” in stile sottotitolo, una tardiva mossa dei distributori per cercare di ovviare al misfatto. Meglio tardi che mai.

    Above The Law Nico

    Un altro film in cui il nome del personaggio principale (Steven Seagal) prende il posto del titolo (come avvenne per Danko). Guarda caso i due film, Nico e Danko sono entrambi del 1988, sarà stato l’anno in cui andava di moda intitolare il film con il nome del protagonista.

    Altri titoli memorabili della serie di Steven Seagal sono i due Under Siege (= sotto assedio) in italiano conosciuti come “Trappola in alto mare” e “Trappola sulle Montagne Rocciose“, On Deadly Ground invece diventò “Sfida tra i ghiacci” e “The Glimmer Man” è conosciuto dalle nostre parti come “Delitti Inquietanti“. Dopo gli anni ’90 i film di Seagal sono andati peggiorando gravemente, al punto di diventare inguardabili porcherie girate in Romania dove non si esibisce neanche più in alcuna mossa di aikido (per la quale l’attore era famoso negli anni ’90) e dove i traduttori hanno gettato completamente la spugna lasciandogli quei banali titoli originali senza neanche l’ombra di un sottotitolo in italiano, consci del totale disinteresse del grande pubblico (Belly of the Beast, Out of Reach, Into the Sun, Submerged, Today You Die, Urban Justice, Mercenary for Justice… etc, etc).
    Unica nota positiva, il suo ruolo come cattivo finale (armato di katana) nel recente film “Machete” (2010).

    La serie Children of the Corn

    ispirata ad un racconto di Stephen King. Leggendo i titoli italioti di questi film si comprende anche perché in Italia ignoriamo del tutto che questa sia una vera e propria serie:

    * Disciples of the Crow (1983) Corto di 30 minuti, a quanto ne so inedito in Italia.
    * Children of the Corn (1984) Grano rosso sangue
    * Children of the Corn II: The Final Sacrifice (1993) Grano rosso sangue II: sacrificio finale
    * Children of the Corn III: Urban Harvest (1995) (inedito?)
    * Children of the Corn IV: The Gathering (1996) Inferno a Grand Island
    * Children of the Corn V: Fields of Terror (1998) Gli adoratori del male (che ebbi la sfortuna di vedere al cinema nel 2000! Un horror che strappa più sbadigli che spaventi e che anzi fa ridere per quanto sia sciocco con un nemico soprannaturale dal nome quasi austinpowersiano: “Colui-Che-Cammina-Dietro-Ai-Filari”, dieci minuti solo per invocarlo! E giù, sbadigli a raffica).
    * Children of the Corn 666: Isaac’s Return (1999) Children of the Corn 666 – Il ritorno di Isaac
    * Children of the Corn VII: Resurrection (2001) Children of the Corn: Revelation
    * Children of the Corn (2009) Campi insanguinati

    House ⇒ Chi è sepolto in quella casa?

    Immagino l’imbarazzo di coloro che si occupano d’inventarsi titoli italioti quando nel 1986 uscì questo film chiamato “House“. In qualunque altra occasione lo avrebbero immediatamente chiamato “La casa” ma, aspettate un momento, quel titolo è già stato usato per un altro film chiamato invece “The Evil Dead“, che fregatura! Come chiamarlo allora? Si è optato per qualcosa di completamente diverso, meno semplice ma altrettanto carino: “Chi è sepolto in quella casa?“. Chissà che casino se poi ne fanno un seguito…

    House 2 ⇒ La casa di Helen

    Chiedere continuità nella titolazione italiana evidentemente è chiedere troppo. Anche conosciuto come “La Casa 6“. In questo caso se la sono cavata poiché la trama di “House II” non ha niente a che vedere con “House“. Ma di House ce ne sono ben quattro e inevitabilmente si sono andati a mischiare con i seguiti apocrifi di La casa. Qui trovate uno speciale sulla serie “La casa” che merita un articolo tutto a sé. ⇒ La casa di Sam Raimi e tutti i suoi sequel apocrifi.

  • Inglesismi! quelle parole insopportabili…

    mappa del Caucaso, ironica sui maschi bianchi tradotti come maschi caucasici

    Questa è una lista di alcuni forzati inglesismi che traduttori improvvisati rischiano disgraziatamente di far diventare parte dell’italiano di tutti i giorni; alcuni di questi sono molto comuni soprattutto nelle serie TV ma spesso l’origine è giornalistica.

    “Maschio alfa” (alpha male) invece di “maschio dominante”

    La parola italiana “dominante” offre già di per sé la spiegazione del suo significato. Nel campo dell’etologia si definisce “alfa” quell’animale che occupa il ruolo di “capo” in un gruppo di simili (comportamento molto comune tra i mammiferi); in generale è quello che per primo ha diritto di mangiare e di accoppiarsi in quanto più forte e affermato individuo del gruppo.

    Questo cosiddetto “maschio alfa” lo abbiamo sentito nominare spesso da numerosi giornalisti ignoranti che, nell’assai poco scandaloso caso di Wikileaks, si improvvisarono anche traduttori con risultati tragici; difatti nel sentire Putin esser definito come “maschio alfa” la maggior parte degli italiani rimase un po’ perplessa; il termine in italiano è piuttosto settoriale e non certo d’uso comune (come se adesso chiamassi le mandorle “amigdale” o se sostituissi la parola “luce” con “radiazione”… “mi metto gli occhiali da sole perché questa radiazione mi abbaglia!”, “accendi la radiazione, non si vede niente in questa stanza buia”). Avremmo avuto una qualche reazione nel sentir dire invece che Putin era considerato “maschio dominante”, sicuramente un’espressione comprensibile a tutti e che ci avrebbe dato un’idea di quanto fossero sceme alcune di quelle relazioni inviate dagli ambasciatori statunitensi (roba da rotocalco da parrucchiera; indubbiamente meritati quegli stipendi da 6-10.000 euro al mese dati agli ambasciatori per fare del gossip da quattro soldi!).

    Questa del maschio alfa è una delle tanti concetti legati unicamente alla cultura americana (gli unici al mondo che ancora parlano di razze) dove piace fare paralleli tra animali selvatici che inseguono gazzelle nella savana e mammiferi che cacano nella tazza del cesso, equiparandoli. In alcuni casi questi concetti sono spinti verso una deprecabile quanto inutile “etologia sociale” in cui il maschio alfa è inteso come l’individuo di maggior successo nella società (in un mondo capitalista e arrivista); lo stesso individuo che magari allo stato selvatico si dovrebbe accontentare degli avanzi della gazzella, quelli lasciatigli dal branco.
    Quindi se in America definire un individuo come “alpha male” ha un suo senso (per quanto linguisticamente e culturalmente deprecabile), in Italia, anche traducendo correttamente il termine “alpha male” come “maschio dominante”, rimane una definizione che applicata ad un essere umano lascia proprio il tempo che trova. Mi auguro di non sentire più sciocchezze come “maschio alfa” e spero che il termine “maschio dominante” rimanga giustamente relegato ai documentari di SuperQuark sui leoni del Serengeti e non usato per descrivere capitani d’industria o personaggi molto autoritari.

    “Caucasico” (caucasian male)

    In italiano non ha senso dire caucasico a meno che non si parli di una persona che viene dalla regione del Caucaso. La vogliamo finire col tradurre “caucasian” con “caucasico”? Davvero non si sopporta più. In italiano semplicemente non ha senso ed è stupido che ci venga propinata questa baggianata ad ogni scienti-poliziesco che vediamo in TV. Purtroppo di recente l’ho sentito anche nei telegiornali RAI e la cosa è gravissima. Nello stesso articolo che ho ritrovato online sul sito del TG1 si legge “si stanno setacciando gli archivi dei Cold Case per vagliare analogie con casi analoghi“. Evidentemente il giornalista era patito/a di serie TV americane. Ci vorrebbe una punizione medievale per questi professionisti che diffondono ignoranza così gratuitamente.
    Già l’argomento è delicato perché sono tutte definizioni provenienti da quei razzisti degli americani, quelli che credono che “italiano” sia un’etnia e parlano di “razze” come se esistessero razze al di là di quella umana. Che si trovino nelle serie TV e nei film americani ha senso, così parlano loro. Ma che questo trovi spazio nella TV italiana è grave.
    Di traduzioni errate dalle serie TV si parla anche in questo divertente articolo.

    “Computers”

    Nei doppiaggi talvolta si sente parlare di computers. È una regola grammaticale che le parole straniere non abbiano il plurale. Difatti in Italia non guidiamo camions, non guardiamo films, le star del cinema (non stars) non hanno molti fans ma molti “fan”. Non beviamo nei bars né ci ubriachiamo nei pubs, non prenotiamo dei tickets né ci piacciono i leaders. Guerre stellari ha tre prequel ma non tre prequels.
    Per lo stesso motivo “The Simpsons” in Italia sono stati intitolati “I Simpson” (e non “I Simpsons“) e “Family Guy”, per fare un parallelo con i Simpson, si chiama qui da noi “I Griffin” (e non “I Griffins“).

    Inoltre TUTTI sanno oramai che spesso termini medico-scientifici (ma non solo) vengono maltradotti: i soliti esempi stranoti sono nitrogen che diventa nitrogeno invece di azoto (vedi Alien, 1979 e moltissimi, innumerevoli altri film), scalpel diventa scalpello invece che bisturi, il Castor Oil dei cartoni animati dovrebbe essere olio di ricino e non olio di castoro (questa mi ha sempre fatto ridere), silicon non è silicone ma silicio etc, etc… questa lista ormai la sapete tutti no?

    Fanno ridere poi i finti saccenti, i furbèga masticabrodo, che vanno a farsi delle sciocche ricerche sul vocabolario (rispolverato soltanto per l’occasione e magari unico “libro” in casa) per sostenere pubblicamente (sentendosi anche molto scaltri) che la parola nitrogeno esiste come locuzione arcaica e che di conseguenza la traduzione “nitrogen = nitrogeno” non è del tutto errata, anzi, addirittura benvenuta! Beh, cari miei nitrogenisti, nel film o cartone che sia, parole inglesi come silicon o nitrogen non sono oscure e arcaiche ma, bensì sono parole molto comuni che qualunque spettatore può comprendere anche non conoscendo gli arcaismi della propria lingua, quindi tradurre nitrogen come nitrogeno sarebbe comunque un errore anche supponendo per assurdo che il traduttore abbia volutamente scelto di usare una parola arcaica della lingua italiana. Se in originale non era una parola arcaica non si capisce perché lo possa essere nella traduzione italiana.
    Altrimenti, seguendo un simile ragionamento potremo aspettarci di sentir tradotta la storia di Dickens “A Christmas Carol” come “Una caròla di Natale“. Il film “A letto col nemico”, perché non chiamarlo “Nel talamo col nemico“? Perché non tradurre “desktop” come “deschetto”? Il film di animazione “Cattivissimo me” sarebbe indubbiamente traducibile come “Reprobo me“!

    La colpa di questi errori molte volte sta nelle traduzioni fatte a tamburo battente, in fretta e furia, perché oggi giorno il tempo è denaro, tutto deve essere fatto in grosse quantità e con poca cura, senza contare che i fan italiani delle serie televisive americane esigono prodotti doppiati il più presto possibile, così da potersi godere una visione quasi in contemporanea con l’uscita in America… salvo poi lamentarsi che la serie in lingua originale era molto meglio sotto tutti i punti di vista.