Quei "deliziosi" GNOCCHI DI LICHENE!

Marshmallow abbrustoliti sul fuoco del campeggio, chiamati gnocchi di lichene nel film Ghostbusters
Per decenni ci siamo chiesti “ma che diavolo sono questi cavolo di Marshmallow di cui parlano in ogni film americano?”. Appena capito che si tratta di quei tubetti (apparentemente fatti di zucchero) bianchi e rosa, morbidi, che al supermercato nessuno compra… era doveroso sollevare un sopracciglio di disappunto.

In Italia sono importati da decenni ma ben pochi italiani se li sono mai filati più di tanto. Decisamente le caramelle meno interessanti dal carretto dei dolciumi dei luna park. Negli Stati Uniti hanno invece la stessa fama che avevano in Italia gli ovetti Kinder (i Kinder Sorpresa, a proposito li fanno ancora?).

La prima volta che sentii parlare di questi Marshmallow è stato nel film degli Ghostbusters –Acchiappafantasmi (1985) dove un malaugurato pensiero di Dan Aykroyd fa si che un malefico Dio ittita si presenti nella forma ormai facente parte della cultura popolare, quella dell’uomo della pubblicità dei Marshmallow, lo Stay Puft marshmallow-man.

Stay Puft Marshmallow Man, l'uomo della pubblicità degli gnocchi di lichene. Scena dal film Ghostbusters - Acchiappafantasmi
Storicamente in Italia vengono prima conosciuti con i fumetti di Snoopy e Charlie Brown in cui si parla dei Marshmallow arrostiti sul fuoco da campeggio (uno stereotipo proprio dei Marshmallow) e alla loro prima apparizione (dal 1963) vennero tradotti con un nome di fantasia: toffolette. Nome carino, fantasioso ma anche piuttosto misterioso. I lettori italiani di Peanuts si saranno spesso chiesti che diavolo fossero queste toffolette e dove acquistarle. (Tra i traduttori di Peanuts figura anche Umberto Eco, che sia stata una sua idea?)

Snoopy che abbrustolisce i Marshmallow anche noti come Toffolette
Vent’anni dopo, la generazione successiva a quella dei primi lettori di Peanuts avrebbe ritrovato i dolci Marshmallow nel film Ghostbusters ma con un’altra traduzione. Nella versione doppiata in italiano, Dan Aykroyd descrive i Marshmallow come “gnocchi di lichene“. In realtà i licheni non c’entrano proprio niente, al massimo avrebbe dovuto dire gnocchi di malva. Difatti l’altea comune, della famiglia delle Malvaceae, era usata originariamente per produrre questi dolciumi. Il loro nome deriva proprio dal nome comune che ha questa pianta (Marshmallow appunto), un accostamento di “marsh” (=palude, l’ambiente in cui cresce questa pianta) e “mallow” (=malva).

Dovremmo forse chiamare i Marshmallow “dolcetti di malva palustre”? No, per carità! Prima di tutto perché non se li comprerebbe nessuno e poi perché “Marshmallow” ormai è praticamente un marchio registrato ed ogni volta che i doppiatori cercano di tradurre la parola si hanno sempre risultati disastrosi. Tra l’altro i Marshmallow sono secoli che non li fanno più con l’estratto di malva palustre. Come ogni alimento moderno che si rispetti adesso sono prodotti in maniera industriale, non contengono alcuna sostanza benefica e fanno felicissimi i dentisti. (sarei più curioso di provare invece quelli fatti con estratto di malva che indubbiamente avranno avuto anche degli effetti benefici sulla salute (vedasi le proprietà terapeutiche dell’altea comune).

Ritornando brevemente agli gnocchi di lichene dei Ghostbusters, bisogna specificare che, al contrario della malva, il lichene non è neanche una pianta. Mi domando sinceramente come gli sia venuto di descriverli come “gnocchi di lichene”. Che abbiano creduto davvero che si trattasse di questo? Era pur sempre il 1984 e non c’era certo Wikipedia a portata di mano, qualche scusante quindi gliela darei ai traduttori.
La frase originale era:

We used to roast StayPuft marshmallows by the fire at Camp Waconda

Tuttavia sarebbe risultata poco comprensibile al pubblico italiano (una frase densa di riferimenti alla nostalgia americana legata ai campeggi estivi, dove una delle abitudini più comuni era quella di abbrustolire i Marshmallow sul fuoco) quindi i doppiatori optarono per la seguente frase:

non c’è niente di più soffice e dolce di quei candidi gnocchi di lichene.

La frase italiana mantiene un tono nostalgico anche se sembra più una stravagante passione privata del personaggio di Dan Aykroyd verso questo prodotto immaginario piuttosto che un qualcosa con cui tutti gli spettatori dovrebbero avere familiarità. Difficile immaginare come altro avrebbero potuto tradurla negli anni ’80.

Una volta li ho comprati per curiosità e li ho messi nel latte come vidi fare nei Simpson (a ripensarci… che idea stupida!), alla fine mi sono ritrovato con una cosa che era praticamente latte e pezzi di gomma perché non sapevo che il latte andava prima riscaldato, nei Simpson non lo specificavano. Credo sia stata la peggiore colazione di sempre. Non ho provato ad abbrustolirli sul fuoco ma direi che mangiarmi caramellacce gommose bruciacchiate non è il mio sogno nel cassetto. In campeggio al massimo abbrustolirei delle salsicce, altro che dolciumi da fiera di paese.


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Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

88 Commenti

  • utente anonimo

    22 Aprile 2011 alle 08:43

    a me queste caramelle sembrano buone solo per prendere il diabete… riguardo il cognome Venkman che si legge come si scrive pensavo sempre che fosse storpiato appositamente per far ridere…. insomma, credevo fosse un tema sociale affrontato dal film: lo storpiamento dei cognomi. Un po' come in Fantozzi…. e invece scopro che per davvero si legge Venkman. Peccato.

    Rispondi
  • utente anonimo

    22 Aprile 2011 alle 21:14

    il termine "toffoletta" penso derivi da "toffee".
    (cmq la raduzione più assurda nelle strisce dei Peanuts resterà sempre "Great Pumpkin" –> "Grande Cocomero")
    in USA i marshmallow vengono usati per fare un dolce che chiamano "s'more" contrazione di "some more" ed è fatto con 2 cracker di farina integrale di grano, con dentro una tavoletta di cioccolata e un marshmallow abbrustolito che scioglie la cioccolata.
    in uno dei tanti film usa adolescenziali sui ragazzini che giocano a baseball il nome viene tradotto in "ancora" 😀
    Tommy

    Rispondi
  • utente anonimo

    25 Aprile 2011 alle 23:05

    Quelli che ho mangiato io sono di importazione spagnola, hanno nomi storpiati (evidentemente perché come hai detto "Marshmallow" è registrato), ma credo siano fatti solo di zucchero o poco più.
    Comunque, anche non sapendo di cosa dovrebbero essere fatti, la frase di Ray in Ghostbusters mi lasciò un pochino perplesso (pensai, ma da quando in qua si fanno i dolci con i licheni? se è così hanno dei gusti strani 'sti americani).
    Senza dubbio ciò che può aver confuso tanti altri italiani, oltre alla citazione in sé, è lo stesso Stay Puft. E' chiaro, nel film se non sbaglio viene accennato si tratti di una vecchia reclàme, ma chi magari non sta attento può rimanere confuso. Il sottoscritto, da pischellissimo lo confuse con Paperino per via della marinaretta (vabbè)… C'è chi probabilmente lo ha visto e ha pensato subito all' "Omino Michelin" (che ho recentemente scoperto chiamarsi Bibendum).
    Leo

    Rispondi
  • utente anonimo

    25 Aprile 2011 alle 23:07

    Mi dimenticavo la cosa più importante…. Se la memoria non mi inganna (ma ne sono quasi sicuro) in "Il dottor Dolittle" vengono chiamati "friccicorii"
    Che nome bizzarro…
    Leo

    Rispondi
  • Evit

    28 Aprile 2011 alle 23:36

    -> ad anonimo 2: grazie. Sei mitico tu ad apprezzarlo 😉
    -> a Tommy: è vero piuttosto assurda quella del Grande Cocomero per Great Pumpkin. Tra l'altro Grande Cocomero è anche il titolo di un film italiano.
    Ti copio cosa dicono su Wikipedia in inglese
    Italy and the Great Watermelon
    When Peanuts' strip was first intoduced in Italy, Halloween was almost unknown there as a festivity. The earlier translations turned the pumpkin in a watermelon ("Il Grande Cocomero") because it was felt as a more Mediterranean and understandable fruit-figure, and the mistranslation did somehow stick in the Italian pop culture.
    Per quanto riguarda il "s'more" tradotto come "ancora", resto allibito. Ma che film era??
    -> a Leo: lo devo ricontrollare "Il Dottor Dolittle", friccicorii mi sembra una cosa molto Tonino-Accollania

    Rispondi
  • utente anonimo

    1 Maggio 2011 alle 09:59

    eeeeh il titolo… è uno di quei filmetti anonimi che passano d'estate, recuperare il titolo è un impresa.
    scrivo quello che mi ricordo, magari qualcuno lo conosce.
    Il protagonista è un ragazzino asociale che passa l'estate in camera a fare costruzioni con il meccano, ma la madre lo obbliga a uscire.
    la storia è raccontata dalla voce del protagonista ormai adulto.
    conosce altri ragazzi che giocano a baseball, tra cui Rodriguez, l'unico che sa giocare, un ragazzo grassottello e uno mingherlino con gli occhialoni e i dentoni.
    li conosce perchè gli rilancia la palla, ma non è capace e la lancia a pochi centimetri facendosi prendere in giro.
    a un'occasione successiva Rodriguez, che l'ha preso in simpatia, gli dice che gli lancerà la palla dritta in mano e gli spiega come rilanciarla; ci riesce ed entra in squadra.
    un giorno perdono la palla, che finisce oltre la recinzione, dov c'è anche un cane che rende impossibile il recupero, e lui gli porta una palla che ha in casa; è firmata da Babe Ruth, ma lui non lo conosce e non se ne preoccupa; anche questa palla finisce oltre il recinto, e quando lui parla della firma decidono di recuperarla.
    tra l'altro sente spesso gli altri parlare di "The Big Babe" (tradotto alla lettera "Il Grande Bambino"); finge di conoscerlo ma non fa il collegamento fino a quel momento 😀
    vengono sfidati da un altra squadra, e riescono a batterli.
    il ragazzino occhialuto, un giorno che nuotano in piscina, fa finta di annegare per baciare la bagnina.
    infine la scena di "s'more": lui arriva alla casa sull'albero dove si trovano gli altri, e il ragazzino grassottello  gli chiede:" Vuoi "ancora"? e lui: "non ne ho ancora mangiato, perchè mi chiedi se ne voglio ancora? e l'altro risponde:"tu mi farai morire… questo SI CHIAMA "Ancora"!
    quindi penso l'abbiano tradotto così per non perdere il senso della battuta.
    mi ricordo solo questo, vediamo se qualcuno capisce che film è 😀
    Tommy

    Rispondi
  • utente anonimo

    4 Maggio 2011 alle 18:23

    Ma pensa. Io ero sempre stato convinto che fossero dei pezzetti di lardo fatti abbrustolire sul fuoco. Mai mi sarei aspettato si trattasse di caramelle…
    Quanto agli "gnocchi di lichene": ero incerto fra "gnocchi che facevano tanto schifo da parere fatti di lichene" o "gnocchi vegetali per dimagrire".
    Rado il Figo

    Rispondi
  • Evit

    4 Maggio 2011 alle 19:32

    Non ho idea del film Tommy, dicci il titolo. La traduzione di "s'more" come "ancora" ha più senso ora che riporti il dialogo, hanno voluto tenere la battuta originale.
    "Rado" direi che il lardo avrebbe più senso come cibo da campeggio. In effetti gli "gnocchi di lichene" non danno l'idea di qualcosa di gradevole da mangiare. Immagino dunque che al pubblico americano faccia venire l'acquolina in bocca vedere lo Stay Puft Marshmallow Man disciogliersi. Io a vedere quella roba bianca definita "gnocco di lichene" mi sono sempre un po' disgustato.

    Rispondi
  • Evit

    19 Ottobre 2011 alle 12:53

    Mai visto ne sentito nominare; comunque ti ringrazio, mi era rimasto questo dubbio!
    Se parla di baseball allora si spiega perchè io non lo conosca, se è invece più in stile Stand by me potrei dargli una chance.

    Rispondi
  • utente anonimo

    19 Ottobre 2011 alle 18:51

    Io i marshmallow li ho sentiti chiamare addirittura "meringhe", fate voi.
    Fate caso che qua in Italia si ha sempre problemi con i dolci stranieri, addirittura spesso si vedono i muffin chiamati "tortine" o "dolci", anche se in Italia sono diffusissimi con il loro nome corretto. Bah.

    Rispondi
  • Evit

    19 Ottobre 2011 alle 19:05

    Effettivamente fino a una dozzina di anni fa la parola "muffin" non era molto comune, poi entrò nel vocabolario di tutti i giorni quando cominciarono ad essere commercializzati con tale nome (tra i primi che ricordo mi pare ci fossero i Mr. Muffin o qualcosa del genere) e sicuramente cominciavano anche a tradurli nei film con il loro nome originale.
    Ancora non abbiamo una traduzione per twinkie che nel migliori dei casi viene tradotto come plum cake (Ghostbusters ne è un esempio; nei Simpson la settimana scorsa hanno usato il termine generico di merendine).
    Il nome meringhe è proprio fuorviante, secondo me lo dovrebbero vietare. Finchè si rimane sul generico come "tortine" per i muffin è un conto, ma con "meringhe" uno si aspetta qualcosa di ben preciso e ben diverso.

    Rispondi
  • Raffy

    20 Dicembre 2011 alle 18:35

    A me fa incavolare la traduzione di pancake come “frittelle”, quando non sono né fritte né zuccherate! Forse adesso sono abbastanza noti anche qui per poterli “lasciar stare”?

    Rispondi
  • Raffy

    20 Dicembre 2011 alle 19:19

    Ascolta, io LI FACCIO. Ho anche guardato un tutorial su YT per capire i tempi esatti. Non sono fritti, non si usa olio, si imburra appena la padella e si gira la pastella quando fa le bolle. E’ una robina spugnosa e pressoché asciutta. 🙂

    Rispondi
  • Evit

    20 Dicembre 2011 alle 19:27

    “mi sa che abbiamo un diverso concetto di fritto”
    Immagino di si. Come si dice allora “cotti in padella”? Io li mangio quando sono nel Regno Unito, sono più piccoli di quelli americani ma la consistenza è la stessa.

    Rispondi
    • Raffy

      20 Dicembre 2011 alle 19:35

      Bè, loro la padella la chiamano frying pan in generale, noi no. Però il pancake dev’essere una cosa particolare, infatti l’hanno chiamato “torta da padella”. 🙂
      Ma bando alle minuzie linguistiche. Complimenti per il blog, molto interessante e meritevole!
      Ghostbusters ruleZ!

      Rispondi
      • Raffy

        21 Dicembre 2011 alle 22:58

        Bè, sei rimasto stupito, no?! 🙂
        Mi piacciono drammi, commedie, horror, fantascienza… basta che siano originali e intensi. Ho deciso di scrivere la mia tesi su Terry Gilliam dopo aver visto “L’esercito delle 12 scimmie”.
        Mi stupiva che ti stupisse che a una ragazza (vecchia :P) piaccia tanto “Ghostbusters”… proprio ieri citavo battute su battute con un’amica di Facebook. Ma in effetti, prima avevo condiviso questa mania solo con amici masculi, compreso il mio amico d’infanzia con cui lo vidi la prima volta. 🙂

      • Evit

        21 Dicembre 2011 alle 23:08

        Stupito? Nah, niente stupisce di più di una ragazza italiana a cui piacciono gli Acchiappafantasmi. Sarà difficile trovare amiche con cui citarli. In Italia non ricordo di aver conosciuto alcuna ragazza alla quale fosse mai interessato Ghostbusters… o Guerre Stellari se per questo.
        L’Esercito delle 12 Scimmie è favoloso. Sottovalutato secondo me. Io ho in DVD Brazil. Non so se lo conosci.

    • Moon

      21 Agosto 2014 alle 16:06

      Ciao, sono una ragazza italiana di 25 anni e adoro film come i Ghostbusters e Frankenstein jr, e ho molte amiche della mia età con cui cito questi film 🙂
      Ps: i marshmallow sono una cosa chimicissima e zuccherosissima, ma arrostiti sono davvero buoni.
      Se ti piacciono le schifezze. 😀
      Pps: interessantissimo blog, complimenti! Me lo sto spulciando pian piano ^^

      Rispondi
      • Evit

        21 Agosto 2014 alle 16:15

        Benvenuta e buona fortuna a spulciare tutto, ormai ho accumulato quasi 400 articoli in questi 3 anni, ci metterai un po’ ma se l’argomento ti interessa vedrai che ne varrà la pena.
        Poi queste tue amiche me le devi introdurre in questo blog ahah! È la prima volta che sento di “gruppi” di amiche che citano Ghostbusters e Frankenstein Jr… L’umanità ha ancora una speranza!
        Ancora benvenuta!

  • Phantom Dusclops

    21 Dicembre 2011 alle 20:38

    Piuttosto, “waffle” tradotto come “cialda” è corretto?
    (E qui mi viene in mente Shrek, dove il riferimento ai waffles fatto da Ciuchino nel primo film viene reso in italiano come “ciambelle”: peccato che nei film successivi-sicuramente nel quarto, non ricordo negli altri-vengano mostrati chiaramente e comunque fatti passare per ciambelle!)

    Rispondi
    • Evit

      21 Dicembre 2011 alle 22:47

      Si, il waffle è una cialda. Avendo visto i vari Shrek solo una volta e prevalentemente in italiano non avevo mai notato questa scelta di tradurre waffle con ciambelle. Effettivamente cialda è un termine anche relativamente generico in italiano e non di immediata visualizzazione mentale. Ciambelle in italiano è tanto immediato quanto waffle in inglese. Questa credo sia la giustificazione di chi ha adattato la serie. E’ ovvio che poi sono cazzi quando queste cialde spuntano fuori per davvero e si finisce come nella serie La Tata in cui un matrimonio ebraico veniva disperatamente spacciato per cerimonia cattolica.

      Rispondi
      • Raffy

        21 Dicembre 2011 alle 22:51

        Argh, l’edizione italiana di The Nanny è una delle cose più cringe-inducing di sempre! Per fortuna si trova in originale su YouTube (e le prime 3 serie in dvd), perché è una fonte di memorabili perle. 🙂

      • Evit

        21 Dicembre 2011 alle 22:54

        Io in realtà non l’ho mai vista ma un mio amico me l’ha descritta così bene che è quasi come se l’avessi vista io stesso. Credo che un giorno dovrò dedicargli un intero articolo.

      • Phantom Dusclops

        22 Dicembre 2011 alle 20:38

        A me viene pure in mente un assurdo caso di questo tipo in un episodio vecchio dei Simpson, dove si cerca di far passare le Dixie Chicks per le Spice Girls(e direi che è un paragone improponibile, dato che le Dixie Chicks sono tutte bionde e soprattutto in tre, mentre le Spice Girls erano prima in cinque e poi in quattro).

    • Evit

      21 Dicembre 2011 alle 23:20

      Non si può mai dire. Conosco gente che critica e analizza film senza neanche averli mai visti quindi chiedo sempre! Senza offesa! Conoscevo uno che faceva e ancora fa critica cinematografica praticamente basandosi sulle opinioni di altri critici e pubblicando articoli senza ancor visto il film, giuro! Da lì capii un po’ di più il mondo dei critici e in seguito naque il mio “critica alla critica”.
      Prima dell’edizione DVD Brazil era piuttosto difficile da recuperare. Alla RAI passava raramente di notte e ne avevano una copia d’epoca veramente rovinata, completamente scurita (quasi un altro film!). La mia copia DVD la conservo con estrema gioia. La tua tesi è leggibile? (Per leggibile intendo… è possibile leggerla? Sarei curioso)
      Presumo che parteciperai al casting dei doppiatori di Monty Python!

      Rispondi
      • Raffy

        22 Dicembre 2011 alle 07:22

        Ahimè, prima di cambiare computer scrissi la mia tesi salvandola su floppy… Ma ho intenzione di farmi scansionare il cartaceo prima o poi e farne un bel pdf!
        Come si fa a non vedere i film (o leggere fino in fondo) i libri prima di parlarne? So che l’onestà intellettuale non è di moda, ma… O__0
        Ora sono curiosa di sapere chi è il simpaticone a cui ti riferisci!

      • Evit

        22 Dicembre 2011 alle 10:02

        Non temere, non fa danni agli italiani. Scrive per un settimanale di lingua inglese che viene distribuito nella mia città e che prevalentemente viene letto da turisti in visita o da “expatriates” del posto.

  • Evit

    22 Dicembre 2011 alle 10:46

    No no, vivo in Italia ma in una città che ha molti turisti americani e una comunità inglese discretamente numerosa per la quale in passato ho anche lavoricchiato. Vivo “abroad” (in Scozia) solo per alcuni mesi all’anno.

    Rispondi
  • Phantom Dusclops

    12 Gennaio 2012 alle 18:46

    E stanotte, facendo zapping, fra una roba e l’altra ho trovato quella che forse è la traduzione più improbabile di Marshmallows: MORBIDONI!
    (se vi chiedete da dove esce fuori, ve lo dico subito: da “L’orso nella grande casa blu”. Sì, io guardo quello alle 2 di notte.)

    Rispondi
  • pier maria

    28 Settembre 2014 alle 21:00

    ciao i marshmellows sono praticamente l’equvalente di quello che qui in veneto chiamavamo “tiramolla” e tradizione vuole che venisse intrecciata con lo sputo del produttore,poi veniva venduta in trecce lunghe piuttosto che in bocconcini. I waffle in belgio sono molto popolari e vengono chiamati “goffre”,al femminile.Ce ne sono di più spugnosi e di più “solidi”.Se non sbaglio,ma non garantisco,sono tipici del nord europa in generale e presenti anche nella cucina piemontese in forma più sottile col nome di “gofri”.

    Rispondi
  • Alessandro Stamera

    5 Settembre 2016 alle 11:12

    Evit: il doppiaggio de “La Tata” è un caso quantomai strano: alcune battute e gag sono riuscitissime, ed è azzeccata anche la scelta dei doppiatori (Mino Caprio su Miles l’ho sempre adorato), ma onestamente non si capisce il motivo per cui alcuni aspetti della trama (e le sotto trame di alcuni episodi) sono state stravolte. In particolare, ricordo, oltre al matrimonio ebreo spacciato per cattolico (talmente strano da essere più memorabile delle gag più divertenti), anche un flashback, in un altro episodio, di Francesca (o, meglio, Fran) che vive in un kibbutz. Nella serie originale, ciò ha senso, in quanto i kibbutz erano frequentati da ebrei, ma nella versione italiana non si capisce, in quanto la protagonista viene spacciata per cattolica. A mio avviso, se avessero tradotto la serie in modo non dico letterale ma almeno comprensibile e fedele all’originale, ci saremmo divertiti comunque. Aspetto con ansia un tuo articolo sulla serie.

    Rispondi
    • Evit

      5 Settembre 2016 alle 12:46

      Ciao Alessandro, per un articolo simile ci vorrebbe il mio amico Petar che è il vero esperto televisivo, io non l’ho seguita molto e mi affido più che altro a ciò che mi è stato narrato (noterai che in questo blog parlo principalmente di film, che poi è l’argomento di cui sono più esperto. Di TV accenno soltanto). Indubbiamente l’adattamento della Tata è parto di quell’epoca dove simili scelte (quelle di stravolgere l’originale per assicurarsi un successo anche in Italia) erano quasi la norma per le serie televisive del genere commedia (in Pappa & Ciccia per esempio, la protagonista “Roseanne” era napoletana nella versione doppiata). È probabile che La Tata avrebbe avuto un successo simile anche senza stravolgimenti ma non è cosa certissima, il pubblico italiano era ben diverso negli anni ’90, direi anche molto più esigente per alcuni versi. Ripensando all’intera serie adesso magari è facile ricordare tantissimi momenti comici che avrebbero funzionato a prescindere dalla parte religiosa (ebreo/cattolico), ma considera anche che è la prima stagione (a volte anche solo i primi due episodi) che decretano il successo commerciale di un prodotto televisivo. Chi ha curato la versione italiana avrà reputato che sarebbe stato più difficile per il pubblico italiano immedesimarsi in un contesto familiare per noi quasi completamente sconosciuto (sì, ci sono ebrei anche in Italia, ma quanti ne conosce l’italiano medio? Solitamente nessuno).
      Ovviamente non ne giustifico la scelta, sto solo provando ad indovinarne le ragioni. Personalmente non avrei avuto il coraggio di proporre una simile alterazione, ma nel mondo dell’adattamento non c’è una sola scuola di pensiero e a seconda del periodo storico si può vedere una maggior presenza di una piuttosto che un’altra. Al momento va di moda lasciare tanti termini in inglese nonostante esistano pratici corrispettivi italiani, a detrimento della fruibilità complessiva del prodotto, questa ad esempio è per me tanto grave quanto cambiare la Tata da ebrea a cattolica.

      Rispondi
  • Alessandro Stamera

    5 Settembre 2016 alle 14:50

    Probabilmente, hanno usato lo stesso ragionamento che hai fatto tu. Questo, però, secondo me non è fare un doppiaggio. A questo punto, se ritenevano la serie poco adatta al pubblico italiano, avrebbero anche potuto evitare di comprarla. Capisco modificare alcune battute perché incomprensibili in italiano (come hanno fatto Elio e le storie tese con il film di Austin Powers, oppure con Ghostbusters in cui è citato Hitler al posto del capo dell’FBI), ma addirittura stravolgere la trama e compiere certi errori mi sembra sbagliato. E lo dice uno che moriva dal ridere guardando “La Tata” in italiano.
    Sul fatto di lasciare troppi termini anglofoni, hai ragione e concordo in pieno.
    PS 1: in effetti gli sketch più divertenti non sono quelli che riguardano le origini di Fran, ma quelli che riguardano le dinamiche tra Maxwell, C. C. Babcock, la protagonista stessa e il maggiordomo (il quale secondo me vale tutta la serie ed è di gran lunga il personaggio più divertente).

    Rispondi
    • Evit

      5 Settembre 2016 alle 14:54

      Se non sono troppe stagioni magari un giorno me la guardo per bene questa Tata, mi hai fatto incuriosire. Non tanto per la questione dell’adattamento da ebrei a cattolici, quanto per gli sketch divertenti a cui facevi riferimento.

      Rispondi
      • vittorinof

        5 Settembre 2016 alle 16:01

        Una precisazione: la protagonista di quella sit-com non venne trasformata da ebrea a cattolica, venne trasformata da ebrea a ITALIANA, e fu una mossa saggia secondo me. Le batutte che venivano fatte a riguardo non riguardavano tanto la religione quanto il senso della famiglia e della tradizione degli ebrei, che non è molto diverso da quello degli italiani, ma di cui soprattutto molti spettatori nostrani nemmeno conoscono l’esistenza. Certo la cosa andava gestita un po’ meglio per evitare strafalcioni (del tipo: perché zia Yetta continua a ricordarsi dell’epoca in cui viveva in Polonia se è italiana?).

      • Evit

        5 Settembre 2016 alle 16:07

        Era un mio assunto, quello da ebrea a cattolica, andavo a memoria su quello che ricordavo. In ogni caso, se si trasforma una famiglia ebrea in una famiglia italiana, penso sia implicito anche il cambio di religione e di riferimenti culturali e religiosi.
        Credo che con cambiamenti simili è difficile evitare poi di fare strafalcioni perché di solito si intraprendono simili scelte quando ancora la serie è agli inizi ed è impossibile prevedere situazioni e battute che verranno scritte in seguito. Comunque, riservo il mio giudizio a quando avrò visto almeno la prima stagione.

  • Martin

    11 Ottobre 2016 alle 22:05

    Sto guardando Ghostbusters per la millesima volta e m’è venuto finalmente voglia di cercare cosa intendessero per gnocchi di lichene, credevo che in Italia magari all’epoca fossero conosciuti così (all’epoca avevo solo 3 anni) ma a quanto leggo dall’articolo fu una mera scelta di doppiaggio. Comunque anche negli anni ottanta/novanta all’esselunga se ne trovavano di marshmallow, oggi sono molto più diffusi ma effettivamente non se li filava nessuno. Cmq li chiama anche in un altro modo Ray, tipo “bolidi di Chevlar”?! O qualcosa così…. Saluti 🙂

    Rispondi
    • Evit

      11 Ottobre 2016 alle 22:10

      Ciao Martin, anche io li ricordo solo all’Esselunga per molti anni, adesso sono più comuni.
      Ray li chiama “boli di licheno”, per i motivi spiegati nell’articolo. Mi fa sempre piacere che la gente mi trovi per questo approfondimento sui marshmallow, quando ero piccolo ho sempre avuto le tue stesse domande 😛

      Rispondi
    • Evit

      11 Dicembre 2016 alle 13:12

      Ahah! Ricordavo vagamente questa scena. Grazie per il link al video, effettivamente la situazione si prestava abbastanza bene alle “salsicce di maiale” sebbene ci si possa domandare perché siano così bianche e perché siano contenute in una busta di plastica conservata in un cassetto della scrivania, ma la bassa risoluzione delle televisioni anni ’90 a volte aiuta 😛
      Ottime le voci, molto adatte ai personaggi. L’ho visto molto tempo fa, ormai non lo ricordo quasi più.

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  • Valentino Greco

    24 Febbraio 2019 alle 19:18

    Beh amico, mi chiedevo appunto perché in Ghostbusters II chiamassero gnocchi di lichene ed ho incontrato la tua spiegazione molto utile! Quindi ti ringrazio. Ma perché criticare tanto quei dolci e teneri gnocchi? Sarà che sono goloso, nel latte non li ho mai provati, e non me li porterei mai nench’io in campeggio, le salsicce sono sicuramente meglio! ma ti consiglio comunque di passarli sul fuoco per pochi istanti, anche del fornello di casa, tutta un’altra cosa! Diventano cremosi è superzuccherosi?.

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    • Evit

      28 Febbraio 2019 alle 21:15

      Felice di aver dissipato dubbi, di entrambi i film (i marshmallow erano nel primo) ho scritto articoli approfonditi sull’adattamento italiano, potresti scoprire cose insospettabili! Sull’abbrustolire marshmallow sul fuoco però ti credo sulla fiducia, penso che passerò ?

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  • David Pellegrini

    9 Maggio 2019 alle 19:46

    Eccomi anche qui! Comincio dicendoti che sta cosa degli gnocchi di lichene mi ha sempre stravolto ma non disturbato alla fine ?? Ma a parte questo volevo chiederti un parere sull’adattamento che mi è sempre suonato strano: proprio in questa scena dove credono di aver seccato Gozer, Winston se ne esce con “ANCHE STAVOLTA venimmo vedemmo…” e gli altri continuano la battuta…e ok…ma perché ritira fuori questa battuta proprio lui che all’epoca della cattura di Slimer nemmeno era presente? Devo dedurre che la loro personale versione del “veni, vidi, vici” la applicavano a tutte le catture di fantasmi e che quindi anche Winston l’aveva imparata via via?? Scusa la pedanteria ma penso che solo con te posso intavolare questi discorsi ???

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    • Evit

      9 Maggio 2019 alle 19:51

      Lascia intendere che la usassero spesso, e che era diventata una sorta di motto. Per altro inventato perché in inglese fanno riferimento allo slogan di una pubblicità (it’s miller time) che poi ritorna nel 2 (mi pare “it’s slime time”) ma adattato come “momenti di melma”. Sono certo che sai benissimo di quale momento del film io stia parlando ?.

      L’idea di ripescare il “loro” veni, vidi, vici” è stata ottima, il rimpiazzo funziona alla perfezione, meglio di un potenziale “è il momento di farsi una Miller”.

      È vero, con me puoi davvero intavolare questi discorsi. ?

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      • David Pellegrini

        9 Maggio 2019 alle 19:55

        Allora è così che avevo pensato anche io! era la supposizione che infatti “mi dava pace”!! ?? ed è meglio di It’s Miller time! ?

      • Evit

        9 Maggio 2019 alle 19:57

        Per noi almeno, in America invece la battuta della Miller è storica perché è una di quelle pubblicità radicate nella cultura popolare.

  • David Pellegrini

    9 Maggio 2019 alle 19:53

    Ah e poco dopo quando decidono per l’incrocio dei flussi ad un certo punto l’inquadratura va su Ray che dice “non c’è che incrociare i flussi” con una voce strana, tipo pronunciato a bocca semi chiusa e con un timbro “alla Egon”…ma perché??

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    • Evit

      9 Maggio 2019 alle 19:56

      Eheh, questa lasciava esterrefatto anche me poi ho capito che è effettivamente Egon che parla mentre Ray lo mima, ben sapendo dove andava a parare la frase. In italiano fa questo effetto straniante, se quella scena la vedi in inglese è tutto un po’ più chiaro.

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      • David Pellegrini

        9 Maggio 2019 alle 20:01

        Ma dai che figata!! Avevo pensato anch’io che Ray avesse solo fatto il labiale di Egon ma mi sembrava troppo “criptico”! E invece guarda un po’….so ssoddifazioni eh!! Dopo tanti anni di interrogativi ?

      • David Pellegrini

        9 Maggio 2019 alle 20:12

        Un’altra cosa: Louis dopo “perirai nella fiamma” (penso che hai capito la scena) aggiunge un qualche cosa mentre scappa via travolgendo la signora coi barattoli ma non ho mai compreso cosa….sai darmi una risposta?

      • Evit

        9 Maggio 2019 alle 20:23

        Finisce la frase dicendo “perirai nella fiamma, tu e la tua schia…”. L’inciampo gli impedisce di finire la frase. In inglese dice “you and all your kind” quindi dev’essere sicuramente “tu e la tua schiatta” (parola antica per “stirpe”). Ringrazio il mio amico Leo per la segnalazione. Ora mi stai davvero stimolando a scrivere un articolo. Forse è giunta l’ora.

  • Giulia Q

    24 Giugno 2019 alle 14:22

    La traduzione di “Peanuts” era curata da Ferruccio Alessandri, che se non ricordo male su un articolo per Comix si attribuì esplicitamente la paternità di “toffolette”, spiegando che la parola l’aveva inventata per dare l’idea di qualcosa di dolce e soffice. L’articolo, sempre se non ricordo male, parlava in generale del lavoro di traduttore di fumetti ed era nato da una controversia sul suo adattamento di “Ernie” di Bud Grace: in una striscia, aveva “tradotto” Ross Perot in Silvio Berlusconi…

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