UNO STORICO ESEMPIO DI TRADUZIONE ITALIOTA
Ho appena finito di leggere “Luna? Si, ci siamo andati!” di Paolo Attivissimo, epica opera di debunking atta a sfatare tutti i miti complottistici che circondano le missioni Apollo.
Tra le varie curiosità che ignoravo c’è l’incredibile traduzione italiota della famosa diretta del 1969 in cui Tito Stagno, tra le tante, annuncia l’avvenuto allunaggio molto prima dell’effettivo avvenimento. Il collega Ruggero Orlando prima lo corregge ma poi sbaglia a sua volta.
Andandosi a rivedere tutta la diretta è intuibile, come anche precisato da Paolo Attivissimo nel suo blog, che le colpe di questa raffazzonata diretta italiana non sono da attribuire solamente a Stagno ma hanno anche contribuito (quoto dal blog di Attivissimo) “la pessima qualità dell’audio dalla Luna, la totale e dilettantesca assenza di supporto tecnico in studio (non un modello, non un grafico, ma soltanto Stagno mandato avanti allo sbaraglio) e la comprensibile emozione“.
Riporto il dialogo completo di quella sciagurata diretta italiana come l’ho trovato dal blog Complotti Lunari (sempre opera di Paolo Attivissimo) con dialoghi originali inclusi:
102:43:52 Aldrin: 1 1/2 down. Ease her down. 270.
Stagno: 70 piedi
(il 2 di “270” a quanto pare non era udibile e da qui cominciano gli errori di Stagno che crede il modulo lunare già molto vicino al fatidico momento)
102:43:58 Armstrong: Okay, how’s the fuel?
102:44:00 Aldrin: Eight percent.
102:44:07 Aldrin: 250, down at 2 1/2, 19 forward.
Stagno: Sono ormai a 25 metri dal suolo lunare.
102:44:13 Aldrin: Altitude (and) velocity lights (on).
Stagno: È questo il momento più delicato… (secondo Stagno)
102:44:16 Aldrin: 3 1/2 down, 220 feet, 15 forward.
Stagno: Continuate la discesa a vostro giudizio, 20 piedi… (frase non pronunciata da Houston ma inventata da Stagno)
102:44:23 Aldrin: 11 forward. Coming down nicely. 200 feet, 4 1/2 down.
Stagno: “Vai piano”, dicono da Houston. (altre frasi di fantasia per aumentare la tensione da casa, mi ricorda tanto il doppiaggio di L’uomo che fuggi dal futuro)
102:44:26 Aldrin: 5 1/2 down.
Stagno: Cinque piedi e mezzo… due metri… (confondendo la velocità di discesa con la distanza)
102:44:31 Aldrin: 160 feet, 6 1/2 down. 5 1/2 down, 9 forward.
Stagno: “Piano ancora”, dicono da Terra… (altri momenti da thriller nella diretta italiana, sembrano le frasi da dire per aiutare in una manovra di parcheggio, piano… piano ancora, vai piano. Come dice Paolo Attivissimo nello stesso articolo: non è plausibile che durante un momento così teso i controllori della missione disturbino la concentrazione dei due astronauti intromettendosi per dare un generico “Non correre, papà”)
Aldrin: You’re looking good.
102:44:40 Aldrin: 120 feet.
Stagno: “Go!” (Una parola che fa tanto americano! Vuoi mettere! Ma nessuno l’aveva pronunciata.)
Stagno: “Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!”. (in realtà dalla regia gli suggeriscono fandonie in quanto il modulo è ancora a 120 piedi dal suolo lunare)
APPLAUSO IN STUDIO
102:44:45 Aldrin: 100 feet, 3 1/2 down, 9 forward. Five percent. Quantity light. (questo è in realtà il vero momento di tensione, come spiegato nel blog da me “linkato”, Aldrin avvisa dell’accensione della spia di riserva carburante e si deve decidere se atterrare o annullare)
Orlando: No, non ha toccato. (nessuno lo sente inizialmente)
102:44:54 Aldrin: Okay. 75 feet. And it’s looking good. Down a half, 6 forward.
Dal controllo missione le parole “60 seconds” avvisano il tempo utile per trovare il luogo dove allunare. Aldrin risponde:
102:45:04 (Velocity) light’s on. 60 feet, down 2 1/2. 2 forward. 2 forward. That’s good. 40 feet, down 2 1/2. Picking up some dust. 30 feet, 2 1/2 down. (Faint) shadow. 4 forward.
Tutto questo viene coperto dal comunicato preparato a tavolino che fa cenno anche alla Fede dell’uomo e che non manca certamente di teatralità:
Stagno: Signori, sono le 22.17 in Italia, sono le 15.17 a Houston, sono le 14.17 a New York. Per la prima volta un veicolo pilotato dall’uomo ha toccato un altro corpo celeste. Questo è frutto dell’intelligenza, del lavoro, della preparazione scientifica; è frutto della fede dell’uomo. A voi Houston.
Orlando: Qui ci pare che manchino ancora dieci metri. (inizia un battibecco tra Orlando e Stagno…)
Stagno (scuotendo vigorosamente la testa): “No, Ruggero. No, Ruggero.”.
Orlando: “Ecco sto aspettando… Pronto?”
Stagno: “Se abbiamo ascoltato bene le comunicazioni fino a adesso…”
PARTONO DELLE RISA IN STUDIO, MA INTANTO…
102:45:40 Aldrin: Contact light. (si è accesa la spia che indica che le aste collocate sotto le zampe del modulo lunare hanno toccato il suolo)
Orlando: Sto aspettando… no no…
Voce fuori campo: Vai tu (chissà che stava accadendo dietro le quinte)
102:45:44 Aldrin: Okay. Engine stop.
Stagno: Da due metri e mezzo non si passa a dieci. “Fermate i motori”, hanno detto da Terra. (in realtà è ancora una volta Aldrin che comunica)
Orlando: Eccolo, eccolo, ha toccato in questo momento. In questo momento ha toccato… (subito gli risponde Stagno correggendolo e continuando il battibecco)
Stagno: “Hanno fermato i motori in questo momento.”
Le parole originali non vengono tradotte e sono coperte dai battibecchi e dai fasulli annunci di allunaggio che impediscono di udire i comunicati del momento più importante:
102:45:58 Armstrong: Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed. (frase storica non tradotta per gli italiani)
102:46:06 Controllo Missione: Roger, Twan… Tranquility. We copy you on the ground. You got a bunch of guys about to turn blue. We’re breathing again. Thanks a lot.
Stagno (sopra le parole di Armstrong e del Controllo Missione): C’è, praticamente, ecco, l’errore è comprensibile, perché era effettivamente atterrato quando io l’ho detto, alle 22.17 precise, ma il motore, così come si fa con un elicottero, è stato spento un pochino più tardi.
(Ahahah, questa spiegazione è favolosa!)
Orlando: Eh, guarda… anche…
Stagno (interrompendo): Ripetiamo, l’uomo è atterrato sulla Luna! A te, Orlando, per i commenti da Houston e la reazione da Houston.
Orlando: Sai, quella piccola differenza, quei pochi secondi di differenza nell’allunaggio, probabilmente era per dare il tempo agli astronauti, che avevano toccato il suolo lunare con dei fili che prolungano le gambe, per sentire che tutto era a posto…
(Quanto sarebbe stato meglio per entrambi ammettere di aver fatto un clamoroso errore invece di arrampicarsi sugli specchi. Poi questi fantomatici fili che prolungano le gambe del modulo lunare erano in realtà le aste dei sensori)
I veri motivi di questi clamorosi errori sono ancora da chiarire (speriamo in una “seconda parte” dell’articolo di Paolo Attivissimo) ma è evidente come mancassero di contorno professionisti all’altezza dell’evento e meglio organizzati, difatti la qualità è molto simile alla traduzione simultanea della Canalis a Sanremo con frasi non tradotte, parole in inglese coperte da inutili parlottii e che finiscono per non essere tradotte e comunicate agli italiani in trepida attesa.
Per finire, il libro a cui mi riferivo all’inizio è scaricabile gratuitamente a questo indirizzo http://complottilunari.blogspot.com/2010/03/luna-si-ci-siamo-andati-faq.html
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9 Commenti
utente anonimo
30 Giugno 2011 alle 22:18hahaha anche senza aver prima visto la diretta dello sbarco lunare, ho immaginato che avessero fatto qualche pastrocchio, perché mi è capitato tra le mani (beh appartiene a mio padre) "Diario Minimo" di Umberto Eco, che contiene un simpatico pezzo intitolato "La scoperta dell' America"
L'intero "Diario" è visionabile (non so come ma ringrazio il responsabile) qui:
http://www.scribd.com/doc/10489193/Umberto-Eco-Diario-Minimo
il pezzo a cui mi riferisco si trova a pagina 55.
Leo
Evit
30 Giugno 2011 alle 22:57Ne riesco a leggere soltanto le prime tre pagine. Sicuro che sia usufruibile per intero? Sono molto curioso, già il titolo "la scoperta dell'America" promette bene
utente anonimo
1 Luglio 2011 alle 09:10Io riesco a scorrerlo per intero, forse sul tuo browser non si era caricato perfettamente, riprova ancora, in basso poi dovrebbe apparire una fascia scura che indica (1/68) cioè la pagina corrente e quelle totali, inserisci 55 lì e voilà.
Leo
Evit
1 Luglio 2011 alle 16:46Ah si lo vedo adesso, non avevo avuto la pazienza di attendere l'interminabile caricamento del documento.
Un pezzo geniale, palese presa in giro della diretta di Stagno-Orlando. Incredibile, non sapevo esistesse. Grazie per il link Leo. Geniali gli interventi scientifici di Da Vinci con "definizioni tecniche" anglosassoni come "kill and drown" o "mutiny show-down" hahah
utente anonimo
1 Luglio 2011 alle 19:42You're quite welcome, Erri 🙂
Il resto del "Diario", poi, è altrettanto godibile a mio parere. Interessanti e divertenti esercizi di scrittura, li definirei io.
Questo, finora, è l'unico scritto di Eco che abbia letto, va da sè che appena finisco la (seppur piccola) pila di libri sul comodino, che non se ne va mai via viste le mie pessime abitudini riguardo la lettura, mi procuro subito "Il Nome Della Rosa"…
Evit
2 Luglio 2011 alle 14:49Effettivamente sono interessanti esercizi di scrittura. Anche io li definirei così.
"Il Nome della Rosa" è per me un capolavoro (l'unico invece di Eco che abbia letto io, per ora)
Ettore1
21 Dicembre 2011 alle 19:05Molto interessanti questi commenti !!
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9 Novembre 2012 alle 22:45Pingback:
29 Maggio 2014 alle 13:54