Il secondo Mad Max si rivela un seguito essenzialmente diverso e forse migliore. È l’equivalente post-apocalittico de’ La casa 2, ovvero contiene tutto ciò che il regista avrebbe voluto mettere nel primo film, ma finalmente con i soldi per poterlo fare!
Al regista George Miller diedero il budget più alto mai speso in Australia fino ad allora per un film. L’Australia non è Hollywood, quindi un budget simile rimane comunque nel limite del “aggiungiamo uno zero al costo del tuo primo film… e ci stiamo dissanguando”. Il primo Mad Max, ricordiamo, era stato finanziato praticamente da Miller stesso attraverso turni extra di guardia medica (a quei tempi Miller era appena laureato in medicina). Ciononostante, anche quel solo zero in più sull’assegno permise a George Miller di fare tutto ciò che aveva in mente di fare.
Basta(!) quindi con la retribuzione degli stuntmen non professionisti a suon di casse di Peroni gelate e mai più sarebbe ricorso al furto con destrezza di cartelli (e oggettistica varia) presi “in prestito” dai portici dei negozi dell’Outback australiano prima dell’orario di apertura. Adesso Miller poteva permettersi un vero e proprio set futuristico costruito nel bel mezzo del deserto australiano (e di farlo poi saltare in aria alla fine del film), poteva permettersi anche dei veri costumi, un numero maggiore di veicoli da sfasciare, dei veri stuntmen… e con gli spiccioli avanzati, qualche scatolone su cui farli cascare.
Le ossa rotte in questo film non sono mancate, ma sullo schermo si ripagano da sole! A certi voli che si vedono su schermo c’è da prendere il cellulare al volo e controllare Wikipedia solo per assicurarsi che non sia morto nessuno durante le riprese del film. Colonna sonora e fotografia di questo film sono a livelli inaspettati di spettacolarità. Non è un caso che il secondo capitolo di Mad Max sia il più amato dei tre a livello mondiale.
Quello che nel 2015, agli occhi dei più giovani, potrebbe sembrare un film da poco, in realtà supera in azione (e in tensione) la maggior parte dei polpettoni “action” che sfornano oggi come il pane toscano: insipido e spesso già stantio.
Addio lettori toscani, è stato bello avervi conosciuti.
Un doppiaggio d’altri tempi per un film d’altri tempi
In un precedente articolo avevamo visto come il primo film di Mad Max, da noi intitolato Interceptor dal nome dell’auto “supercarburata” che guida il protagonista, contenesse alcune strambe scelte di adattamento, un paio di errori di traduzione (errare humanum est), alcuni nomi alterati accanto ad altri mantenuti in inglese – ma pronunciati in maniera curiosa. Tutto sommato però si trattava di un lavoro eccellente, recitato alla vecchia maniera (forse anche troppo alla vecchia maniera, secondo l’opinione di Carlo Marini che doppiava Mel), con frasi mai e poi mai tradotte pedissequamente… insomma un vero e proprio doppiaggio vecchio stile. Difatti nonostante le pecche ne consigliavo una visione esclusivamente in lingua italiana!
Dopo aver conversato con Carlo Marini, sono venuti alla luce dettagli fino a ora non noti riguardo l’adattamento dei primi due film della serie (aspettate però che io pubblichi l’intervista completa con Carlo Marini prima di precipitarvi ad aggiornare Wikiedia e Antonio Genna come dei forsennati. Aggiunta: ecco qui l’intervista):
in primis che la direzione del doppiaggio del primo film era in mano a Emilio Cigoli, classe 1909, noto come voce italiana di John Wayne e di molti altri eroi americani degli anni ’50-’60. Insomma, uno che non si sarebbe mai sognato di lasciare un vocabolo inglese ignoto in un film doppiato, ma che allo stesso tempo impediva a Marini di esprimersi liberamente nell’interpretazione di Mel Gibson, specialmente nelle scene del primo film in cui lo vediamo affaticato/disperato e ciononostante con una voce inflessibile, dato che, secondo Cigoli, “un eroe non si affatica mai!”
Quindi anche se Mad Max dovesse correre la distanza da Maratona ad Atene sotto il peso di un’armatura, nella colonna sonora italiana lo sentireste pronunciare “abbiamo vinto” in un bellissimo italiano, calmo e impostato. Inutile fu lo sforzo di Marini nel far notare al direttore, Cigoli, che Max non è esattamente il prototipo di eroe senza macchia, in stile vecchia Hollywood. È un uomo accecato dalla vendetta nel primo film e indifferente alle sofferenze umane nel secondo, nel quale aiuta i “buoni” solo per suo tornaconto personale.
Il ritorno, anche nel secondo film, di Carlo Marini su Mel Gibson consente alla serie di proseguire la strada e di far tesoro dell’eredità di Cigoli (deceduto nel 1980, prima dell’arrivo di questo film), con adattamento e recitazioni ancora in stile anni ’50-’60 (con tutti i pregi e i difetti che ne seguono) ma, se nel primo film questo tipo di adattamento altro non è che una piacevole aggiunta, è nel secondo che il doppiaggio in stile “vecchio western hollywoodiano” trova tutta la sua ragione d’essere!
Difatti, mentre il primo “Mad Max” può ricordare più un road movie indipendente degli anni ’70, con il secondo capitolo vediamo una trama classicheggiante ripresa dall’Iliade e una caratterizzazione dei personaggi che sembrano invece presi direttamente dai western di Sergio Leone (il protagonista taciturno e solitario) e da quelli di John Ford (i barbari motorizzati come indiani pellirossa), quale miglior connubio potevamo desiderare tra un film che richiama fortemente ad uno stile “classico” ed un doppiaggio italiano tipico proprio di quei generi che Mad Max ripresenta in chiave post-apocalittica?
Il solo prologo di questo secondo film rasenta la poesia se confrontato con il testo originale, vi cito solo un piccolo frammento invitandovi a cercarvelo per intero su YouTube (il dialoghista è lo stesso del primo film: Mario Russo):
Ordinary men were battered and smashed.
I deboli scomparivano senza lasciare neanche il segno di una croce… su delle misere pietre.
Questa sola frase ci ricorda come dovrebbe essere l’adattamento dei dialoghi di un film e di come invece non è più. Frasi che sembrano nate in lingua italiana e non la traslitterazione parola per parola, con costrutti anglosassoni, come ahimè accade sempre più spesso nei film doppiati di oggi! Questa è la chiave di un buon adattamento… e non il far dire a Captain America che c’è bisogno di un pararescue (a cui piace l’Ultimate Fighting) per bypassare il blade server di targeting e per fare il back-up dell’hard drive degli helicarrier Insight, grazie ad un software tracer.
Ah, se solo questi fossero dialoghi di mia immaginazione e non la cruda realtà dell’adattamento moderno.
Torniamo a noi.
Il prologo appena citato, che apre il film Interceptor – Il guerriero della strada, è narrato da Mario Milita il quale, un decennio più tardi, sarebbe divenuto molto celebre come voce di nonno Simpson nell’omonima serie. Difatti, riguardando oggi quella scena di apertura di Mad Max 2, per quanto poetica, viene un po’ da ridere ripensando al personaggio di nonno Simpson che parla a vanvera.
Proprio per questo vi ho preparato una chicca narrata dal nostro Leo e scritta da me:
Nonno Simpson narra l’introduzione di Interceptor – Il Guerriero della strada
Un’altra voce nota che compare all’inizio del film è quella di Massimo Dapporto (che io avevo erroneamente identificato come Claudio Sorrentino. Un grazie all’utente Raoul nei commenti) sul personaggio del pilota.
Lo stesso personaggio del pilota ritorna nel terzo film di Mad Max con la voce, forse anche più adeguata, di Mino Caprio (oggi noto come voce del personaggio animato Peter Griffin).
Parliamo della versione italiana… ci sono errori degni di nota?
In realtà… no! Una cosa che forse non è ben chiara in italiano, così come lo è in inglese, è l’omosessualità di molti dei barbari, pressoché impercettibile nella nostra versione.
Difatti, mentre in italiano la voce del cattivo “Humungus” declama a ripetizione “io sono il grande Humungus. Per la gloria del grande Humungus, datemi la benzina“, nella traccia audio inglese sentiamo anche altro, ad esempio:
Smegma crazies to the left!
Gayboy berserkers to the gate!
Una cosa che potrebbe tradursi molto liberamente con qualcosa come “ragazzi smegma, attaccate da sinistra! Checche isteriche ai cancelli!“.
In realtà un qualche riferimento a quelle battute si trova anche nei dialoghi italiani ma le parole sono indistinguibili perché coperte dagli effetti sonori di quella scena. Quindi qualcosa c’è, ma non perviene.
Le eventuali differenze nella versione italiana non sono da imputare a errori, bensì a scelte di adattamento:
Nothing can escape! The Humungus rules the Wasteland!
A noi non sfugge nessuno! I padroni delle terre perdute sono gli Humungus.
There has been too much violence, too much pain.
La vita degli Humungus è troppo preziosa.
l’ll talk to this Humungus!
Vado io a parlare con quel capo Humungus!
Dai dialoghi italiani capiamo che la banda di barbari motorizzati si chiama “Humungus” e il tizio con la maschera da hockey è il loro Signore, Lord Humungus. In realtà tali barbari non hanno un nome in inglese, è solo il loro capo che si chiama Humungus (in inglese la parola “humungous” è un superlativo alla maniera fantozziana, che suona come “mostruosamente enorme”), un nome usato a mo’ di un titolo regale o militare (tipo Shogun o Cesare), quindi la traduzione corretta di quella prima frase sarebbe dovuta essere “Lord Humungus è il padrone delle terre perdute“, e non “i padroni delle terre perdute sono gli Humungus“.
Nel resto del film sentiamo parlare degli “Humungus” con riferimento a questo gruppo di vandali del dopobomba. Vista la coerenza con cui viene usata questa parola durante tutto il film doppiato, non lo considero un vero e proprio errore, quanto piuttosto una scelta di adattamento che conferisce un nome alla banda nemica (altrimenti senza nome).
Altre alterazioni che non sono errori…
Non menzionato in italiano (e a buon ragione), il capitano Valiant, leader del villaggio, che si chiama “Pappagallo”. Quindi se leggete una recensione del film dove si parla di un tale “Pappagallo” vuol dire che l’hanno copiata da una recensione scritta in inglese; il bambino selvaggio (“feral kid” nei titoli di coda) viene semplicemente chiamato “kid” nel doppiaggio italiano (“boy” in originale), ma considerando che Superman degli anni ’50-’60 in Italia si chiamava Nembo Kid, la cosa non sorprende. È uno di quei vocaboli inglesi adottati nella lingua italiana dei giovani del boom economico e poi caduti praticamente in disuso. Un po’ come “bounty killer” in Guerre stellari. Anche in questo, l’adattamento italiano si rifà al western.
Una scena accorciata malamente
Ci sarebbe da notare che nella scena del discorso di “Pappagallo”, una delle battute sembra essere tagliata e poi l’intera traccia audio va fuori sincrono in modo strano e assai poco professionale. Difficile credere che avessero mandato una cosa simile al cinema. E infatti è un lavoro postumo. Al cinema in Italia il discorso del capo villaggio Pappagallo era molto più lungo. Arrivato in home video però, il film è stato tagliuzzato (ne esistono almeno tre versioni diverse) e sia in DVD che in Blu-Ray, il discorso di Pappagallo ne risulta notevolmente accorciato. Il sito tedesco movie-censorship.com dichiara che una versione “originale” con il discorso per esteso esiste nella VHS tedesca, quindi presumibilmente potrebbe trovarsi anche nella VHS italiana (chi ce l’ha, controlli per favore). Le versioni DVD e Blu-Ray di tutto il mondo, per quanto non censurate nella violenza, continuano a tenere una versione abbreviata del discorso di Pappagallo, il che ha portato Warner a dover fare un brutale taglia e cuci della traccia audio per il nostro paese.
Così ci siamo ritrovati una versione DVD in cui sentiamo:
– Ma ricordatevi, ricordatevi che per noi è molto più importante non perdere l’unico mezzo che ci permetterà di raggiungere il mare, lontano da quei maledetti selvaggi e ricominciare una nuova vita.
– Il mare è lontano 2000 miglia! Ma la benzina ci serve per salvarci la pelle.
– Ma dandola a loro non salveremo niente. E noi perderemo.
– Illuso. E tu moriresti per difendere che cosa?
E una più recente versione, andata in TV su Iris nel 2021 [questo è un aggiornamento dell’articolo] in cui sentiamo altri pezzi dello stesso discorso
– Ma ricordatevi, ricordatevi che per noi è molto più importante non perdere l’unico mezzo che ci permetterà di raggiungere il mare, lontano da quei maledetti selvaggi.
– Il mare è lontano 2000 miglia! Ma la benzina ci serve per salvarci la pelle.
– Ma dandola a loro non salveremo niente. E noi perderemo ogni speranza.
– Illuso. E tu moriresti per difendere che cosa?
In neretto ho inserito le parti che differiscono tra l’una e l’altra versione, entrambe purtroppo sono frammenti di un discorso più lungo. Questo è il risultato di edizioni Warner dove la parte video deriva da un’unica versione americana tagliuzzata (non cinematografica), del resto la Warner ha sempre e solo “appiccicato” la traccia italiana sul video americano che avevano a disposizione e questo ogni tanto ha portato a strani tagli laddove magari la versione americana differiva nel montaggio. Trovandosi per le mani dunque una versione americana più breve dell’audio cinematografico italiano, avranno dovuto tagliare e appiccicare in malo modo frasi non nate per essere tagliuzzate, introducendo anche un fuori sincrono fastidioso che ancora oggi persiste nelle versioni DVD e Blu-Ray.
Qui le versioni DVD e televisiva
E i tanti nomi storpiati del primo film dove sono finiti? Scomparsi nelle terre perdute.
Mentre il primo film era pieno di piccoli errori abbastanza curiosi, questo secondo capitolo è qualitativamente migliore dal punto di vista dell’adattamento. Difatti, data l’ambientazione post-apocalittica dove la vita non è data per scontata e i nomi importano poco (il cane di Mel in inglese era chiamato semplicemente “dog”, così come il bambino era chiamato “boy”), il film Mad Max 2 presenta pochi nomi stranieri e in generale pochi dialoghi (Mel Gibson apre bocca appena 16 volte), quindi anche meno occasioni di errori.
Voglio fare una piccola parentesi storica sull’adattamento e che deriva dalla mia conversazione con Carlo Marini:
È imperativo sottolineare che, come mi raccontava Marini, ai tempi di Mad Max, il ruolo del direttore del doppiaggio era quello di ricordare a memoria le intonazioni e le intenzioni delle battute originali, in modo da dirigere al meglio la recitazione dei doppiatori, i quali leggevano le loro battute italiane su un copione tradotto ma non avevano alcun ausilio audio.
Piccole variazioni sui concetti, sulla pronuncia dei nomi, etc… sono quindi da imputare, nel caso di film di quel periodo, non solo ad umani errori di chi traduce il copione originale, ma anche al fatto che non era disponibile l’audio originale da riascoltare prima di registrare la propria battuta. Gli anelli su cui registrare le battute doppiate difatti erano muti, stava al direttore “dirigere” gli attori su quella che si potrebbe definire una “tela bianca”, il tutto basato sulla memoria di ciò che era stato visto dal direttore in fase preliminare.
Ovviamente rimando all’intervista con Carlo Marini di prossima pubblicazione. Abbiate pazienza, a Doppiaggi Italioti abbiamo la mente più veloce delle mani. [aggiornamento: l’intervista è disponibile qui]
Molto comici però rimangono due piccoli momenti segnalati da un mio lettore: 1) la voce del ragazzo che nella notte dei preparativi per la partenza risponde “Bene, non ti preoccupare”, non può essere un vero attore! A detta di chi me l’ha segnalata “pare un commercialista genovese”; 2) l’assistente di Pappagallo che scivola clamorosamente sul romanesco dicendo “abbiamo perso altri otto uomini STAMMATINA”.
Conclusione
Per concludere, Mad Max 2 è un altro film adattato bene, pieno di voci dal familiare allo stranoto anche su ruoli minori, praticamente senza errori di traduzione (qualsiasi incongruenza è attribuibile a scelte di adattamento) e in questo caso ne consiglio la visione in entrambe le lingue perché, al contrario del primo film, i dialoghi qui sono comprensibili anche in inglese. Tuttavia, quando lo vedrete in italiano, fatelo come se steste guardando un vecchio western hollywoodiano doppiato in italiano, il film ne guadagna.
TITOLO ITALIOTA BONUS
Parlando di sequel apocrifi, nel 1983 qualche “indipendente regionale” ebbe la faccia tosta di prendere un film del 1977 chiamato “Speed Trap” e distribuirlo in Italia come SPEED INTERCEPTOR III (o “Speed Interceptor III°), cercando dunque di spacciarlo come il terzo capitolo della serie.
Confrontatelo con la locandina originale…
Fate un po’ voi.
Il vero terzo capitolo della serie con Mel Gibson sarebbe arrivato soltanto nel 1985 con il titolo di Mad Max – Oltre la sfera del tuono. Ma questa è un’altra storia.
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61 Commenti
Andrea87
13 Aprile 2015 alle 13:30Ahahhahahahah a proposito di uomo-parrocchetto, mi hai fatto venire in mente lo scambio di battute tra Schwarzy e Jim Belushi proprio sui pappagallini/parrocchetti in Danko (“Nato stanco!” cult cit. questa di sicura genesi italiana!)
Danko: Cosa male in parrocchetti?
Ridzik: Niente, ma io li chiamo pappagallini; mia sorella aveva un pappagallino. Per te sono parrocchetti? Mi sta benissimo, io non me li inculo!
Danko: Tu metti parrocchetti in tuo culo!
Ridzik: Ma che ti sei offeso? Non volevo offendere, se vuoi li chiamo parrocchetti anche io, va bene? Questa è distensione!
Evit
13 Aprile 2015 alle 13:33Non crederai davvero che io abbia parlato di parrocchetto senza pensare a Danko! 😉
Danko-Nato stanco è uno degli adattamenti più riusciti della storia del doppiaggio italiano. Che poi sia in un film che piace a pochi questo è un altro discorso.
Andrea87
13 Aprile 2015 alle 13:44mah guarda, come film in sè non è granchè, ma lo amo per il doppiaggio italiano (sebbene sulla scelta delle voci avrei qualcosa da obiettare visto che usano praticamente lo stesso cast vocale di Ghostbusters)… momento cult il discorso di Oreste Rizzini quando dice “Io ho in programma di vendere droga a ogni uomo bianco in questo mondo… e a sua sorella, ehehehe!”
ogni volta ho un orgasmo per quella risatina 😀
Evit
13 Aprile 2015 alle 13:47Ahahahah! Tra i film polizieschi di Schwarzy in realtà Danko è l’unico che mi piace. Solo il finale è un po’ noioso rispetto al resto ma la dinamica poliziotto sovietico/poliziotto americano è azzeccatissima. In inglese ha di memorabile solo la frase: “cocainum”. E basta!
Denis
13 Aprile 2015 alle 16:12Nel terzo Mad Max Mad Max ,Mel Gibson non e doppiato da quello che doppia Howard il papero?
A George Miller l’incontro con Spielberg sul set di Ai confini della realtà non fatto bene per Mad Max.
Comunque come post atomico italiano consiglio il divertene 2019 dopo la caduta di New York.
Evit
13 Aprile 2015 alle 17:05Dopo la caduta è quello con la schiava che dice al protagonista che sa fa bene l’amore?
Quel genere si film erano tutti molto derivativi di Fuga da NY, Mad Max 2, e pochi altri… Tutta “sana” exploitation italiota.
Matt
14 Aprile 2015 alle 15:13E’ doppiato da Massimo Giuliani, voce di John Belushi in Blues Brothers
Denis
13 Aprile 2015 alle 17:18Si all’inizo il protogonista dop una gara in stile Mad Max vince in premio un travione e incontra pure degli uomini scimmia!!
Evit
13 Aprile 2015 alle 17:23Le battute che rimangono impresse alle volte!
Denis
13 Aprile 2015 alle 17:27Ah AH !! dalla foto del tuo profilo ti consiglio un collirio per gli occhi l’aria di Marte fa male!!
$lask
14 Aprile 2015 alle 02:39Il doppiaggio del film mi piace, e io generalmente sono pro-doppiaggio, essendo contrario ai sottotitoli (che ahimè ancora devo utilizzare in diverse occasioni).
Però non sono d’accordissimo sugli adattamenti che devono per forza “arricchire” il testo originale, a volte trasformandolo in qualcosa che non è. Naturalmente non si può dire che Mad Max 2 sia stato stravolto, o che la maggior parte dei dialoghi non sia stata resa bene, ma non mi sentirei di definirlo “adattato bene”.
Frasi come il prologo secondo me sono proprio l’emblema di ciò che non si dovrebbe fare, ovvero ricamare eccessivamente dialoghi che in originali sono più spogli; faceva così brutto un semplice “i deboli erano stati devastati e distrutti”? La frase utilizzata in italiano è troppo teatrale, a maggior ragione in un film che non ha nei dialoghi il suo punto di forza, quasi come se la comunicazione ricalcasse l’aridità dell’atmosfera della storia.
Oppure la parte degli Humungus… passi il voler dare un nome ad una banda senza nome, prendendolo dal capo.. ma “c’è stata troppa violenza, troppo dolore” che diventa “La vita degli Humungus è troppo preziosa”… perchè?
Il discorso che fai sui doppiaggi che sbagliano a tradurre pedissequamente e letteralmente ogni cosa è giusto, la storia del doppiaggio ci insegna che a volte alcune aggiustatine qua e là rendono una battuta più appetibile in italiano ma senza tradire il significato originale; ma non bisogna neanche esagerare nel senso opposto, altrimenti tutta questa libertà finisce praticamente per raccontare una storia tutta italiana che diverge da quella originale (cosa che purtroppo accade non di rado in certi adattamenti, passati e odierni).
Già sulla recitazione vocale spesso e volentieri i direttori si fanno prendere troppo la mano, ma sui dialoghi se proprio devo scegliere tra frasi come quelle di sopra o una traduzione letterale, personalmente propendo per la seconda, l’adattamento deve essere creativo su frasi che nel nostro idioma suonerebbero molto forzate, non su battute che sono immediatamente traducibili e perfettamente traslabili nella nostra lingua così come sono.
Evit
14 Aprile 2015 alle 08:45Comprendo i tuoi dubbi (e forse avrei dovuto dare più esempi positivi prima di dire che l’adattamento è fatto bene) ma c’è una cosa che non ho detto ed è essenziale. I dialoghi di questo film, in un modo o nell’altro, rispecchiano le intenzioni originali anche se per farlo viene alterato l’ordine di alcune battute, ma alla fin fine il rispecchiare le intenzioni è l’unica cosa che conta in un adattamento.
Prendere una singola frase per farvi un esempio, in un adattamento come Mad Max 2, è fuorviante perché le linee di dialogo non combaciano quasi mai (non essendo traduzioni dirette battuta per battuta), ma ti assicuro che non inventano niente, quasi mai. Se trovi qualcosa come “la vita degli Humungus è troppo preziosa” al posto di “c’è stata troppa violenza, troppo dolore” è soltanto perché hanno invertito l’ordine dei concetti esposti e magari nella stessa scena è stata detta prima una cosa di un’altra, ma alla fine, avendolo visto in due lingue posso assicurarti che non ci sono concetti essenziali inventati di sana pianta come invece accadeva nel vecchio THX.
Sul prologo invece secondo me hanno fatto bene ad aumentarne la teatralità che in inglese è solo vocale perché la loro lingua non permette di meglio. Lo capisci vedendo il tuo stesso esempio: devastati e distrutti lo puoi dire di alcune macchine allo sfasciacarrozze, non certo dei “deboli”.
Poi sono molto di parte quando si parla di aggiungere teatralità, nel doppiaggio ha sempre funzionato per dargli quel qualcosa in più ed il fatto che alcune volte il doppiato può migliorare il prodotto originale è alla fin fine una delle ragioni per cui esistono i miei articoli di elogio (Batman, Classe 1999, etc…). Si potrebbe dire che l’intero doppiaggio italiano sia in realtà quasi sempre più teatrale dell’originale, visto che, a parte alcuni film particolari, abbiamo sempre avuto voci impostate e perfette su attori stranieri che invece recitano “normalmente” e questa caratteristica non è certamente nelle intenzioni originali di nessun film straniero.
Nel caso specifico di Mad Max 2, è il bambino selvaggio che ormai anziano racconta la storia di Max, il guerriero della strada, come una specie di leggenda antica, quindi la teatralità direi che sia quasi necessaria. Come ti dicevo, in inglese la teatralità la trovi nel tono della narrazione, in italiano che già è teatrale di suo nel doppiaggio, non puoi che trovarla nell’uso delle parole, come renderlo altrimenti?
Spero di averti argomentato bene il mio punto di vista.
Andrea
4 Maggio 2015 alle 19:32Ieri ho visto Interceptor (Mad Max 1); il doppiaggio era proprio “come quelli di una volta” (ovvio, vista l’età del film); aver sentito “frescacce” al posto di “stron**te”, è stata una boccata d’aria fresca, dopo tante parolacce (spesso gratuite) proferite nei film odierni… 😀
Evit
4 Maggio 2015 alle 19:34Verissimo. Peccato che Rete4 abbia trasmesso una versione censurata con l’accetta!
Anche a me era rimasto in mente quel “frescacce”
SAM
26 Agosto 2021 alle 00:14Ecco , sulla versione censurata ci sarebbe da dire che va così fin dal suo primissimo passaggio tv.
I tagli, curiosamente, sono rimasti anche quando hanno realizzato la versione rimasterizzata e sono pure aumentati ( hanno aggiunto il taglio del discorso di Mad sul tagliasi la gamba con il seghetto nel finale ) ;e dire che non si vede nulla di che ….
Con Conan il barbaro invece , una volta rimasterizzato, le censure tv sono sparite ( mancavano sempre una di queste due scene , a seconda che lo trasmettessero Rai o Mediaset ; la scena di Conan che si accoppiava con la demonessa, e quella quando gli mandano una ragazza nella sua gabbia a fargli “compagnia “).
Io , nel mio piccolo , sono riuscito a far si che le tv mandassero per sempre in onda la versione integrale di ” 7 chili in 7 giorni ” dopo decenni che passavano solo quella tagliata.
Se non sono soddisfazioni queste …!
Matt
5 Maggio 2015 alle 08:28Cavolo anche a me è piaciuto !! Comunque per quanto riguarda la censura che si fottano!!Voglio dire non vi sembra stupido trasmetterlo in seconda serata ….censurato ??Dubito che i bambini siano svegli alle 00.00
Matt
6 Maggio 2015 alle 19:19Per quanto riguarda Sorrentino che doppia l’amico ,mi ricordo di Grease dove uno della banda di Zuko era doppiato proprio da Sorrentino
Evit
6 Maggio 2015 alle 19:21C’era ieri sera in TV (non l’ho visto), ma non so in quale versione, mi pare ci sia un ridoppiaggio di quel film.
Matt
6 Maggio 2015 alle 19:52L’ha guardato mio padre e me ne sono accorto. Comunque è quello vecchio riconosco la voce di Flavio Bucci
Andrea
8 Maggio 2015 alle 02:12Il BD contiene per caso un ridoppiaggio?!?
Evit
8 Maggio 2015 alle 08:41Non saprei proprio. Magari qualcuno qui sa risponderti
Andrea87
9 Maggio 2015 alle 10:55che c’è il ridoppiaggio è sicuro, che ci sia anche il doppiaggio originale non saprei…
Matt
8 Maggio 2015 alle 18:09Io proprio no, possiedo una VHS che però non va . Evit mia madre dice che in una delle prime trasmissioni le canzoni erano sottotitolate ma poi stranamente sparirono sai dirmi perché?
Evit
8 Maggio 2015 alle 18:57Mmh non sono un esperto di Grease, onestamente lo detesto come detesto quasi tutti i musical esistenti, non fanno per me. Ci sta che esistano versioni sottotitolate, ma non so risponderti in merito. Non credo che quella sottotitolata possa essere la versione cinematografica, poi, come ti dicevo, non conosco bene il film. Lascio ad altri la risposta al tuo quesito
Matt
9 Maggio 2015 alle 22:14Sinceramente a parte Blues Brothers anch’io odio tutti i musical
Evit
9 Maggio 2015 alle 22:22Non credo neanche che Blues Brothers si possa definire un musical, per questo lo adoro
Matt
9 Maggio 2015 alle 22:25Beh sì e per lo più una commedia
Evit
9 Maggio 2015 alle 22:27Un musical per definirsi tale (secondo me) deve avere parte narrativa in formato musicale. In Blues Brothers ci sono personaggi che cantano perché è il loro lavoro. In Grease “cantano” ciò che in realtà stanno narrando. Come negli speciali dei Simpson in cui la trama procede a suon di fastidiosi pezzi musicali. Per questo Blues Brothers non si classifica come musical.
Matt
9 Maggio 2015 alle 22:32Sì sì infatti secondo me se si tolgono le parti cantate in BB e adirittura migliore (non linciatemi :-o)
Matt
12 Maggio 2015 alle 14:56Evit a quando l’intervista con Carlo Marini?
Evit
12 Maggio 2015 alle 15:13Appena finisco di lavorare come comparsa spero. Scusate ragazzi
Matt
12 Maggio 2015 alle 19:45COMPARSA??
Evit
12 Maggio 2015 alle 19:52Yes, sto facendo la comparsa sul set di Inferno di Ron Howard che stanno girando a Firenze. Ho avuto svariati ruoli, magari mi si vedrà in qualche fotogramma, forse.
L’avevo scritto su Facebook e Twitter ma non te ne faccio una colpa per non aver seguito simili trivialità sulla mia vita ahah! Comunque una bella esperienza, ma ci vuole il fisico per reggere a sveglie alle 3.30 e 12-14 ore in piedi.
Andrea87
12 Maggio 2015 alle 21:12speriamo allora che in sto film non ci sia qualcuno “che per viltade fece il gran rifiuto” di adattare termini stranieri 😀
Matt
13 Maggio 2015 alle 18:17Ben per te! Comunque odio Facebook e Twitter e non li seguo. Come sono gli attori e il regista dal vivo?
Evit
16 Maggio 2015 alle 00:08Non ti biasimo affatto. Gli attori e regista da vicino sono esattamente come li vedi nelle foto dei paparazzi e più bassi di come li avevi immaginati dopo averli visti per anni solo nei film… e sul set sono molto concentrati in ciò che stanno facendo.
Ron Howard in particolare è molto più basso di quello che mi aspettavo
Matt
14 Maggio 2015 alle 17:11Speriamo tu non debba distruggerlo allora 🙂
Evit
16 Maggio 2015 alle 00:09Se dovesse esserci qualcosa da distruggere lo farò comunque senza pietà 😉
Matt
16 Maggio 2015 alle 16:37SENZA PIETA’ >:-D
Catoblepa
23 Ottobre 2015 alle 18:51Rispolvero questo articolo per un paio di commenti. Evit, vado brevemente fuori tema per consigliarti “La piccola bottega degli orrori” di Frank Oz (se non l’hai già visto), un musical meraviglioso che potrebbe farti ricredere sull’intero genere!
Mi trovo d’accordissimo sugli apprezzamenti al doppiaggio di Mad Max 2, ci sono giusto alcuni strani difetti che non mi sono mai spiegato:
1) Ma chi cavolo doppia il ragazzo che nella notte dei preparativi per la partenza risponde “Bene, non ti preoccupare”? Non può essere un vero attore, pare un commercialista genovese…
2) L’assistente di Pappagallo scivola clamorosamente sul romanesco dicendo “abbiamo perso altri otto uomini STAMMATINA”… Aoh, ammazza!
3) E’ stato mai spiegato il patatrac che ha causato il fuori sincro (con perdita di pezzi di frasi) nella scena in cui Pappagallo discute col suo popolo e il vecchio urla che “il mare è lontano tremila miglia”? Non ho potuto fare raffronti di recente ma forse nel bluray è ancora peggio!
Evit
23 Ottobre 2015 alle 18:57Carlo Marini (voce di Mel Gibson) non ricordava molto il secondo film (anche perché in quello lui aveva tipo 16 battute in tutto!). Ma mi ha confermato che Cigoli fosse alla direzione quindi mi sembra strano che possano esserci dialettismi, ma ricontrollerò appena possibile!
Sul sincrono non saprei, forse avranno fatto casino i fonici all’epoca? Non ho il bluray ma neanche una versione precedente al DVD, dovrei controllare in VHS, a trovarla!
Grazie per la segnalazione.
Un giorno forse riuscirò a pubblicare questa benedetta intervista con Marini!
Evit
23 Ottobre 2015 alle 18:58Rispolvera pure quello che vuoi, le mie recensioni sugli adattamenti sono sempre attuali
Evit
9 Novembre 2015 alle 12:14Ho finalmente controllato queste questioni:
1) Effettivamente quel “bene non ti preoccupare” è brutto brutto brutto (e pure fuori sincrono). A me più che un genovese sembra CarlettoFX dei GemBoy.
2) ho sentito lo “stammatina” di cui parli ma non mi pare così palesemente romanesco. Da “non laziale” onestamente non ci ho mai fatto caso e anche a risentirlo non mi fa pensare ad un dialettismo quanto ad una stravaganza di pronuncia. Certo non è come lo direi io, ma neanche ci sento un personaggio alla Carlo Verdone. Dubito che Cigoli lo avrebbe permesso, ma chissà! Alla fine sono quasi sempre e solo i romani che sentono il romanesco ovunque (e i milanesi che pensano di sentirlo ma sono sempre in errore), io non lo sento quasi mai.
3) il patatrac sulla sincronia della battuta “il mare è lontano tremila miglia” c’è anche nel DVD (ancora devo verificare su VHS). Forse è effettivamente un errore storico commesso all’epoca durante le fasi di incisione su pellicola. Sembra che l’intero pezzo vada fuori sincrono con quella battuta e poi ritorni in sincrono dopo la battuta di Pappagallo che dice “e noi perderemo…”/taglio su una donna che dice “illuso!” in sincronia. Immagino ci siamo persi un “e noi perderemo tutto”.
Evit
11 Novembre 2016 alle 15:05Sono tornato a risponderti dopo tanto tempo sulla storia di Pappagallo e di quel passaggio dubbio in cui va fuori sincrono… proprio oggi ho letto che al cinema arrivò una versione dove il discorso di Pappagallo era più lungo. In VHS arrivò tagliuzzato, quindi la warner bros (che per il mercato home video usa i master americani) deve aver fatto qualche casino per farci entrare il dialogo italiano e così abbiamo perso il sincrono.
Catoblepa
23 Ottobre 2015 alle 19:57Ottimo, grazie 😉 Per comodità ti segnalo che lo strano doppiatore è (grosso modo) al minuto 1:05:20, lo “stammatina” a 44:00 e il fuori sincro inizia a 42:36. Me lo ricordo da sempre, anche nella mia VHS registrata da Italia 1, ma nel Bluray forse taglia addirittura qualcosa in più!
Evit
23 Ottobre 2015 alle 20:12Quando la registrasti però? In che anno all’incirca?
Catoblepa
24 Ottobre 2015 alle 02:16Credo nel 1992-93, purtroppo ho buttato quasi tutte le mie vecchie registrazioni su VHS… e chi poteva immaginare che avremmo avuto a che fare con ridoppiaggi e riversamenti con mix audio diversi?
Evit
9 Novembre 2015 alle 12:18Ho risposto alle tue note in un precedente commento.
Volevo aggiungere quanto io ami la presenza di Riccardo Garrone durante le scene nella base dei “buoni”, mancava solo un “puccettone!”
Matt
13 Dicembre 2015 alle 16:28Evit ,ma la intervista a Marini me la sono persa?
Evit
13 Dicembre 2015 alle 16:30No, ahah, sono in attesa che Marini mi dia l’OK!
Matt
28 Dicembre 2015 alle 11:01Oh ,ok ! 😀
Rauol
27 Dicembre 2020 alle 23:54Direi che questa affermazione va cancellata o modificata insieme all’immagine sottostante
“Un’altra voce nota che compare all’inizio del film è quella di Claudio Sorrentino sul personaggio del pilota. Il caso vuole che Sorrentino sia poi diventato la voce “ufficiale” di Mel Gibson neanche pochi anni dopo, immortalandone i personaggi da Arma letale in poi. È un po’ strano sentire la sua voce provenire da un personaggio che parla proprio rivolgendosi a Mel Gibson.”
se ben in certi punti ricorda Sorrentino il doppiatore in realtà è MASSIMO DAPPORTO, oltre al fatto che Sorrentino a quei tempi era in DEFIS e non in Sincrovox
?
Evit
28 Dicembre 2020 alle 09:58Ti ringrazio enormemente per la segnalazione, Dapporto era effettivamente una delle “voci” che Marini mi raccontava lavorassero frequentemente con lui. Incredibile come reciti in modo simile a Sorrentino in più momenti. M’hai ammazzato una vignetta ma ben venga, ci mancherebbe! Articolo aggiornato e ho aggiunto un ringraziamento
Catoblepa
25 Agosto 2021 alle 17:34Personalmente, sono rimasto sconvolto dalla rivelazione di Massimo Dapporto come doppiatore dell’elicotterista. Avrei scommesso pure la camicia che si trattasse di Sorrentino! Ne approfitto per ringraziarti di aver incluso le mie due segnalazioni (il doppiatore pessimo del “non ti preoccupare” e lo “stammatina”) nell’articolo, me ne sono accorto solo ora, con spaventoso ritardo ? Riguardando le date dei miei post, ho mormorato con la voce di Ferruccio Amendola in Ritorno al Futuro: “Mio Dio… quanto tempo è passato”.
Evit
25 Agosto 2021 alle 17:38Stiamo invecchiando tutti, non sei solo. Comunque sì, ci tengo a tenerli aggiornati se sorgono nuove informazioni interessanti. Ringrazio ancora tutti per questo e stammatina ormai non posso NON sentirlo quando riguardo questo film ?
Catoblepa
1 Settembre 2021 alle 12:22? All’inizio non ti vedevo del tutto persuaso su quel “stammatina”, ma ora mi sento quasi in colpa per averti infilato questa terribile pulce nell’orecchio (anch’io sono condannato a risentirlo ogni volta che guardo il film)!
Evit
1 Settembre 2021 alle 12:31Al mio collaboratore Leo ogni tanto scrivo “stammatina” in riferimento al tuo commento. È diventato una sorta di tormentone qui a doppiaggi italioti ?
Catoblepa
1 Settembre 2021 alle 15:50?? Ne sono onorato!
SAM
26 Agosto 2021 alle 00:17Riguardo a quelle voci misteriose che doppiano personaggi di contorno , è “normale” che si sentano dilettantesche : nel doppiaggio italiano, si fa gavetta doppiando inizialmente i brusii o voci di comparse da una frase e via.
Probabilmente era qualche amico/figlio/parente/conoscente che passava di lì e che poi , vista la scarsa prestazione, non avrà più doppiato nulla.
Forse.
Evit
26 Agosto 2021 alle 00:30Non improbabile. I brusii sono così ?
Catoblepa
1 Settembre 2021 alle 12:18Tutto probabile, Sam! Però non ascriverei questa frase a semplice brusio, purtroppo ha una certa rilevanza per la trama e cade sul pubblico con la grazia di un sacco di mattoni 😉 Mi immagino il dialogo in sala di doppiaggio: “Scusi signor direttore, l’ho recitata giusta?” Risposta del direttore con voce nasale: “Va bene, non ti preoccupare”.