Project X – Una festa che spacca


Con sorpresa dei miei amici di lunga data, i quali mi vedono come una sorta di cinefilo un po’ snob, non mi vergogno ad ammettere che “Project X – Una festa che spacca” (2012) sia nella lista dei miei preferiti tra i film usciti negli ultimi due anni.
La premessa era una roba trita e ritrita, per niente promettente (commedia dove uno studente non molto popolare organizza una festa in casa ma gli sfugge di controllo con conseguenze nefaste), poi ci si mette anche il trailer, così pazzesco da essere quasi da ignorare, e persino l’anno, il 2012 in generale, era poco promettente… Eppure, saranno state forse le mie basse aspettative, chissà, fatto sta che mi sono inventato varie scuse per rivederlo diverse volte in questi due anni.
Non ho niente da dire riguardo la versione doppiata in italiano, anzi, congratulazioni a chi ha adattato i testi in italiano per non essere scaduto in dialoghi finti-giovanili che mascherano una traduzione di scarsa qualità, come era accaduto per Fright night – il vampiro della porta accanto dove i protagonisti parlavano una lingua inventata da qualche supervisore americano.
[Paradossalmente sia Fright Night che Project X hanno avuto la stessa persona, Carlo Cosolo, all’adattamento dialoghi. Suppongo che Project X, a differenza di Fright Night, non abbia richiesto la presenza di un “supervisor” che abbaiasse nelle orecchie del direttore di doppiaggio frasi come: “niente interpretazioni! Traducete tutto alla lettera! Tutto alla lettera! Capisc?“]
Non ho da dire niente neanche riguardo al titolo in inglese perché il motivo di quel “Project X” viene spiegato nella prima scena del film [“…e questo è Project X, yo!“] e mi piace anche il necessario sottotitolo italiano.
Se non mi lamento del doppiaggio di questo film e nemmeno del titolo, allora di che cosa potrò mai lamentarmi, direte voi? Di una singola, dannatissima, scena sul finale o, più precisamente, delle scritte che appaiono in essa.
Vediamo la scena in questione nella versione originale:

Dice approssimativamente questo:

I genitori di J.B. hanno convinto il tribunale che il ragazzo è “diversamente abile” e quindi dell’impossibilità di poterlo chiamare a giudizio.
Le accuse sono state ritirate ma è stato costretto a prendere il pulmino per disabili per il resto del liceo.

Prestate attenzione al segmento sottolineato e vediamo come è stato tradotto nei sottotitoli del DVD:

The short bus” diventa “il bus più piccolo“. Perché dovrebbero fargli prendere il bus più piccolo? Che cos’è il “bus più piccolo“? Cerchiamo velocemente la definizione di “short bus“:

short bus
1. noun. (derogetory) school bus shorter in length than a conventional school bus commonly used to transport students with physical or mental handicaps.

(dispregiativo) pulmino scolastico, di lunghezza inferiore rispetto al normale, usato comunemente per il trasporto di studenti con disabilità fisiche o mentali.

Insomma lo “short bus” è un “pulmino per disabili”.
Se me lo traducete come “il bus più piccolo” allora non avete capito un cazzo. Signori che lavorate ai sottotitoli… neanche io sapevo cos’era uno “short bus” perché non ho mai vissuto negli Stati Uniti, ma mi ci sono voluti 30 secondi per trovarlo su Google, 30… secondi!
Questi potenti mezzi moderni esistono, usateli quando avete dubbi! Non mi traducete “short bus” come “il bus più piccolo”! Più piccolo di cosa, del vostro cervello? Ammettetelo, avete messo i sottotitoli americani in Google Translate e vi è sfuggito di correggere questo “short bus”, ammettetelo!
[amici lettori, roteate gli occhi per me, per favore, perché i miei già rischiano di uscire dalle orbite].
In un recente passaggio televisivo, ho notato che (caso raro) la Mediaset possiede una copia localizzata in italiano, ovvero con i titoli su schermo scritti in lingua italiana. Vediamo come hanno tradotto la stessa frase:

“…ma lui è costretto a guidare il pulmino per il resto dell’anno scolastico…”

Ah davvero? Fanno guidare il pulmino della scuola al ragazzo per ordine del tribunale? L’avete riletta questa frase prima di stamparla sul master italiano del film?
Siete dei PAZZI! Perché mi volete fare impazzire? Capite adesso perché il mio avatar è Schwarzenegger che urla sul suolo di Marte? Per cose così!
project x 3

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

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