Lettori affezionati, so che siete in attesa di nuovi articoli e vi assicuro che ce ne sono molti nelle bozze, ma non ho avuto ancora tempo di ultimarli. Nel frattempo, per non lasciare il blog vacante, vi consegno l’ennesimo episodio dei nostri videocommenti. In questa puntata: F*ck the zombies!, una web series italiana. L’unico commento da aggiungere a questa serie è…
Ecco dunque il nuovo video. Basta fare click su di esso, come al solito.
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2 Commenti
Antonio L.
28 Gennaio 2015 alle 16:07Ho visto lo smarrimento negli occhi di Petar, avrei tanto voluto vedere che faccia faceva Christine 😀 ho pensato “se non sai recitare come pensi di riuscirci in una lingua diversa dalla tua che nemmeno conosci bene?!”, siete d’accordo?
Evit
28 Gennaio 2015 alle 16:30Parlo unicamente per me, perché i miei collaboratori sono stati più severi nel giudicare questo corto… Un paio di attori sembravano decenti (Borat ad esempio mi sembrava capace), difficile però a dirsi visto che non si capiva gran parte di ciò che dicevano. In generale non giudico gli attori, bensì la scelta di sceneggiatore e regista di lanciarsi in questa idea molto alla Alberto Sordi awanagana. È un peccato sprecare attori in questo modo, facendoli recitare in una lingua con la quale non sono al loro agio.
La mossa, evidentemente commerciale, è insensata se poi gli americani non capiscono niente e se l’ambientazione “americana” risulta non credibile. Ribadisco che se lo ambientavano in Italia, delinquenti italiani contro gli zombi, a me personalmente avrebbe fatto più piacere e forse anche gli americani se lo sarebbero visto, sottotitolato. Tanto sono abituati a vedere roba estera con i sottotitoli.
Le reazioni di Christine sono anche più divertenti in qualche caso (nel primo di The Lady era ammutolita dall’orrore, in Fuck the zombies faceva “no” con la testa e stirava il collo in avanti per cercare di capire) ma non le piace apparire e, mentre io e Petar abbiamo reazioni spontanee, se lei sa di avere una telecamera puntata addosso le sue reazioni sarebbero tutt’altro che spontanee. Peccato