Uscendo fuori dai canoni di questo blog, vi propongo una mia recensione del film Angry Video Game Nerd: The Movie, scritta “a caldo” il 4 settembre 2014 e mai pubblicata fino ad ora per motivi non ben precisati. Lo rilascio adesso che non frega più a nessuno, così da tener fede al motto di questo sito: “un blog per pochi“.
Uno degli youtuber più celebri al mondo è James Rolfe. Con il suo personaggio, l’Angry Video Game Nerd (o “AVGN”, un “nerd” che recensisce i peggiori videogame del passato) cambiò nel giro di pochi anni l’idea stessa di YouTube. Se adesso vedete tanti regazzini recensire videogiochi è colpa sua grazie a lui. Per brevità, mi riferirò al suo persoanggio chiamandolo “il Nerd”, come si usa fare tra i suoi fan.
La recente uscita del film “AVGN: The Movie” ha attirato molta attenzione da parte di persone che come me lo seguono dagli inizi (2006-7). Si tratta di un vero e proprio lungometraggio, realizzato grazie alle donazioni dei fan e tanti anni di lavoro, che porta in scena il suo personaggio facendolo uscire dal familiare scantinato dove solitamente recensisce giochi merdosi del passato.
Personalmente mi aspettavo il peggio del peggio, del resto tanti anni e tanta attesa non potevano che produrre anche tante aspettative e così ho voluto evitare la trappola del fan e per tanto tempo ho persino ignorato anche la sola esistenza di questo film di prossima uscita, evitando accuratamente tutte le interviste in merito, le reazioni e le recensioni, finché finalmente non si è reso disponibile come download digitale.
Quali aspettative?
Siamo difronte ad un film indipendente derivativo di una popolare serie nata su YouTube e parzialmente finanziato dai fan… sappiamo dunque che non ci sarà Spielberg dietro la macchina da presa. Eppure, con tutte le mani avanti che potevo metterci lo considero comunque come un bel flop. 10+ per l’impegno, 4- per il risultato finale, ad essere generosi.
Il primo problema è che il film ha una durata di quasi due ore (due ore!), a metà subentra già la noia e il terzo atto è completamente confusionario, a tratti insensato. Ma non mi riferisco alla presenza di mostri e di alieni, parlo della sceneggiatura e del montaggio.
Come fan della serie e con tutte le mani avanti che si possono mettere, non andrò certamente a lamentarmi degli effetti speciali, dei modellini, delle ambientazioni e cose del genere (come hanno fatto molti sprovveduti sul web), anzi, quelli sono elementi persino deliziosi se consideriamo che si tratta di un prodotto “fatto in casa”… ma sulla sceneggiatura e sui personaggi, come spettatore, non posso transigere.
L’ispirazione, come dichiarato dall’autore e protagonista James Rolfe, è stata in parte il film “Fusi di testa”, un lungometraggio creato da Mike Myers (futuro Austin Powers) a partire da una serie di brevi sketch comici. “Fusi di testa” (Wayne’s World, 1992) negli Stati Uniti fu un successone e ne fecero anche un seguito a sua volta niente male. Ciò che lo fece diventare un successo fu una buona sceneggiatura, l’avere una trama.
La sceneggiatura è proprio ciò che non funziona in questo film di James Rolfe. Il ritmo è irregolare, gran parte delle battute e delle gag semplicemente non funzionano, si ha l’impressione che James si sia lanciato in un’impresa più grande di lui, gettandoci dentro tutte le idee che aveva in mente nel caso che in futuro potesse non riuscire a sfruttarle in altri suoi film, tutto ciò a svantaggio del film in questione però! Non c’era bisogno di andare a scomodare universi paralleli, mostri-divinità giganti, improbabili voli in jet; sarebbe bastata una storia più semplice, un’avventura on-the-road, anche con qualche eccesso (perché è comunque un film dell’Angry Video Game Nerd, quello che cacava diarrea in testa a Bugs Bunny) ma senza arrivare ad apici troppo alti per un film indipendente e in ogni caso non in tale abbondanza a detrimento di tutto il resto.
Se nei suoi episodi su YouTube abbiamo una “trama” incentrata sulla recensione di un videogioco, con sporadici effetti speciali ad esasperare solamente il finale (cartucce Nintendo gettate per terra che esplodono e cose del genere), tutte scene che comunque si suppone avvengano soltanto nell’immaginazione del “Nerd”, nel film in questione sembra che la bilancia sia inclinata dall’altra parte, verso un eccesso di effetti speciali che mostrano situazioni esagerate (e che avvengono nel mondo reale, non nella sua immaginazione) a discapito di scene più “normali”, di dialoghi, di una qualsiasi costruzione dei personaggi… per la miseria, sul finale due compagni di avventure si baciano pur non avendo mai avuto alcuna interazione durante tutto il film!
Va bene, andiamo nei dettagli su cosa non funziona… Ci saranno spoiler, tanti!
Un noioso compagno di avventure
Nel film, il nerd ha un compagno di avventure, un ragazzo che dimostra 16 anni (nonostante all’anagrafe ne abbia 24), che parla con la zeppola in bocca, che non azzecca mai una battuta divertente e che in generale non è stato scritto come si deve (non è colpa dall’attore). Il fatto che sia di colore, inoltre, mi sembra più una strategia studiata a tavolino per non dare ai fan afroamericani la sensazione di un film fatto da “bianchi” per altri “bianchi” (questa è una preoccupazione piuttosto comune per chi produce film negli Stati Uniti, James Rolfe e il suo amico Mike Matei non sono stati immuni a critiche di questo tipo in passato). Credo che avrebbe aiutato se il personaggio fosse stato almeno più estroverso, esagerato, fuori luogo e più spesso inappropriato, ciò che in inglese si dice “over-the-top”. Invece è un personaggio noioso, ingenuo, lamentoso e privo di qualsivoglia “alchimia” con il personaggio principale, il “Nerd”. Persino un personaggio stereotipato sarebbe stato migliore a questo punto.
L’idea che il “Nerd” abbia un compagno è del tutto nuova (nella serie su YouTube le recensioni sono sempre solitarie e il suo amico Mike Matei compare soltanto nelle discussioni, cioè quando Rolfe non interpreta il “nerd”, oppure compare come personaggio in costume) e se viene aggiunto un nuovo personaggio da affiancare al celebre “Nerd” questo deve funzionare. Questo compagno semplicemente non funziona.
Quando dicevo che il compagno di avventure “non è stato scritto come si deve”, infatti, mi riferisco a cose tipo:
- all’inizio del film mostra interesse verso le ragazze, imbarazzando persino il “Nerd” con l’emulazione di un atto sessuale al tavolino di un bar (e questa sarà la prima e ultima volta che questo personaggio vi farà ridere). Il “Nerd” allora gli impartisce la regola d’oro “nerds before birds” (“i nerd prima delle ragazze” a voi il divertimento di trovare una traduzione in rima) e da quel momento il personaggio non parlerà più di ragazze né mostrerà alcun interesse verso di esse, vanificando ciò che sembrava un buon inizio per delineare la personalità del compagno di avventure.
- Durante l’intero film c’è una gag ricorrente della madre super protettiva che lo chiama in continuazione, tale gag si risolve in niente, una telefonata finale in cui lui risponde “sono stato su una astronave aliena e ho salvato l’universo” e la madre: “ok!”. [trombone triste]
- Tutte le sue battute sono da trombone triste ed è un peccato che un personaggio così importante sia stato scritto così superficialmente. Volevo farmelo piacere ma non c’è stato proprio verso.
Sbagliare anche i personaggi più semplici
Nella trama, il “Nerd” viene convinto/forzato a partire alla ricerca di una fantomatica discarica nel deserto dove si vocifera siano stati seppellite centinaia di migliaia di cartucce dell’invenduto E.T. della Atari, un gioco notoriamente fallimentare. A tirare i fili di questa operazione è il presidente di una società di videogiochi che ha in mente di sfruttare la fama del “Nerd” e la sua epica impresa per aiutare le vendite di un nuovo gioco: “E.T. 2”. Al fine di assicurarsi che il piano funzioni viene inviata una dipendente della ditta, travestita da nerd, la quale fornisce il furgone e tutto il necessario per intraprendere un viaggio verso lo stato americano del Nuovo Mexico alla ricerca di questa fantomatica discarica piena di cartucce di E.T..
L’arco narrativo, o evoluzione, del personaggio della “nerd femmina infiltrata” è tra i più intuitivi che esistano, eppure è quello riuscito peggio di tutti. Lei dovrebbe essere la cattiva “infiltrata” che durante l’avventura si innamora del protagonista e si unisce alla causa “buoni”. Non è chiaro durante l’intero film quando e soprattutto cosa le faccia cambiare idea e decidere di aiutare i protagonisti invece che sfruttarli, non c’è alcuna scena “formativa”. Inoltre sul finale ci scappa anche il bacio di cui vi avevo anticipato prima, tra lei e l’aiutante del Nerd, senza che questi due abbiano mai avuto una vera interazione durante tutto il film. Al contrario, l’evoluzione della trama ci aveva fatto credere che, se fosse potuta sbocciare una situazione romantica, questa semmai sarebbe avvenuta tra lei ed il protagonista (con il quale aveva legato sfidandolo ad un vecchio videogioco). La relazione tra il compagno del “Nerd” e l’infiltrata redenta non è impostata in nessun punto del film e per questo il bacio finale è assolutamente fuori luogo, inatteso ed esageratamente cliché pur non avendo alcun senso.
Funzionava sulla carta… non ha funzionato su schermo
Non tutte le idee che sulla carta funzionano, risultano poi funzionare anche su schermo. In fase di montaggio si deve saper decidere cosa tagliare, cosa tenere, anche a costo di tagliare una scena che è stata molto costosa e faticosa da realizzare, tutto sempre a vantaggio del prodotto finale. Nei film amatoriali è facile notare una tendenza a tenere tutto il materiale girato, perché ci si affeziona al proprio lavoro, ed è comprensibile ma proprio per questo ci si dovrebbe sempre affidare a professionisti non direttamente coinvolti nelle riprese.
L’esempio di ciò sta nell’evoluzione della sottotrama in cui la ragazza viene rapita, i protagonisti se ne fregano perché impegnati in altri compiti (e perché comunque non la conoscono affatto) e lei rimane, per quello che sembra la durata di un’intera giornata, legata e sorvegliata, senza alcuna ragione, in cima alla torre Eiffel di Las Vegas… tutto ciò perché “sulla carta” la trama avrebbe fatto riunire tutti i personaggi e tutte le loro sottotrame proprio lì.
Non sto neanche ad andare nei dettagli del combattimento tra lei ed un’altra donna, la cui coreografia lascia proprio il tempo che trova e se ne trova di molto migliori in qualsiasi episodio della serie AVGN girato nello scantinato di James Rolfe. Il problema è che non ha neanche senso che le due combattano, tutto sembra forzato, solo perché sulla carta probabilmente era sembrata una buona trovata.
Il personaggio del Nerd
Se molti fan si sono lamentati di come le capacità recitative di James Rolfe siano state forse seppellite dallo stress di produrre, girare, e contemporeanemente coordinare la creazione di questo lungometraggio, dovendo quindi occuparsi anche di tutte le magagne ad esso legate, io mi lamento di ben altro, ovvero del fatto che il Nerd stesso sembra una comparsa nel suo stesso film, non il protagonista centrale! Spesso trattato marginalmente, soffocato da una miriade di personaggi inutili.
Inoltre, come molti altri fan della serie YouTube, anche io avevo determinate aspettative riguardo ai vari aspetti della vita quotidiana di questo personaggio immaginario (nella serie lo vediamo sempre e solo nel suo scantinato); mi aspettavo ad esempio che il Nerd lavorasse in un negozio dove si vendono vecchi videogiochi, console e computer, non in una scintillante filiale della catena GameStop! Lui è un “nerd” per la miseria, che diavolo ci fa in un posto simile? È come averlo messo a lavorare al McDonald. Il “Nerd” (per ammissione dello stesso Rolfe) vive in un mondo tutto suo in cui ignora addirittura l’esistenza di videogiochi moderni, come fa questo ad aver senso in una trama nella quale lui lavora in un negozio dove si vendono soltanto videogiochi moderni? Sono i paradossi di sceneggiature rivedute e corrette continuativamente per oltre 6 anni.
Conclusione (le cose buone)
Le cose buone, per le quali comunque non vale la pena spendere soldi per vedersi questo lungometraggio, sono le musiche, spesso reminiscenti degli anni ’80 e veramente azzeccate; l’alieno, il quale, pur essendo un pupazzo pressoché inanimato, ha se non altro il carisma della voce (in originale lo doppia un dei “voice actors” delle Tartarughe Ninja) e il suo aspetto, che ricorda lo Slimer della serie Ghostbusters, non può non strappare un sorriso di simpatia. Infine, la porzione “normale” del film, prima dell’escalation fantascientifica-fantastica, è decisamente l’unica frazione del film decente che fornisce un’idea di ciò che sarebbe potuto essere un buon film del Nerd ma che, ahimè, non è stato.
Se non altro James si sarà tolto qualche soddisfazione, e per questo siamo tutti contenti per lui.
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12 Commenti
Woody Alien
2 Marzo 2015 alle 11:39Ero anche io un fan di AVGN ed ero incuriosito dal film, poi col passare degli anni l’interesse è scemato, dopo aver letto la tua analisi direi che è proprio arrivato sotto zero. D’altra parte sono uno che ama perdere tempo, quindi può darsi che me lo veda lo stesso, possibilmente con un gruppo di amici.
Adesso però vogliamo una vostra videorecensione con voi vestiti da Nerd che commentate questo scempio.
“THIS MOVIE SUCKS DONKEY BALLS!!!!”
Evit
2 Marzo 2015 alle 12:45Hai perfettamente ragione. Specialmente considerando che Petar non ha idea di chi sia il nerd, credo. Quindi avremo pure uno che lo guarda senza il filtro del fan. Anche se cerco il più possibile di evitare materiale in lingua inglese, per non estraniare troppi potenziali spettatori.
Leo
2 Marzo 2015 alle 12:55Sarà probabilmente confuso dalla quantità di riferimenti scatologici… Ce ne sono molte nel film rispetto ai video online? Non l’ho ancora visto.
Evit
2 Marzo 2015 alle 13:04Onestamente non ricordo. Il personaggio, in generale, lo ricordo molto annacquato rispetto allo show e rispetto alle aspettative.
La recensione che il nerd da sul finale è totalmente fuori dal personaggio, è semplicemente James Rolfe vestito da AVGN che parla di un videogioco durante una conferenza. [sad trombone].
Andrea87
2 Marzo 2015 alle 18:04per la cronaca, “prima nerdare e poi ciulare” è la traduzione di “nerds before birds” scelta dallo storico subbatore italiano del nerd che trovi qui: http://avgnita.blogspot.it/
sul film comunque concordo con te Evit, occasione sprecatissima. lo stesso show è andato calando con gli anni, visto che il materiale da trattare si è esaurito…
cioè per un Castlevania 2 o un TMNT che avevamo tutti e gli bestemmiavamo dietro esattamente come l’AVGN, adesso è andato ad infognarsi in giochi sconosciutissimi e micro-recensioni (vedi l’ultimo speciale di Nasale)
Per me avrebbe bisogno di un rinnovamento totale come ha fatto il Nostalgia Critic!
Evit
2 Marzo 2015 alle 18:17A me piace quando parla di vecchie console, e ne ha ancora tantissime da trattare, senza contare che molte console considerate troppo recenti quando iniziò (tipo la PS1) adesso sono retro hardware pure loro. Adoro i suoi mini documentari sui film horror e i board james. Mi piacevano anche i Mike’s Mondays, nati come tappabuchi e presto scomparsi. Credo che anche in anni recenti ci siano state tante buone recensioni, si spera che adesso, finito il lavoro su questo benedetto film, James possa tornare a pieno regime riprendendo tante cose lasciate nel dimenticatoio
Evit
2 Marzo 2015 alle 18:19Chi ha pensato a “nerdare prima di ciulare” è di Milano per caso? :))
Va be’ non male. Non sapevo che ci fosse un sottotitolatore “storico”.
Andrea87
2 Marzo 2015 alle 20:55@Evit: l’ho definito “storico” perchè lo sottotitola da anni ed è anche l’unico che fornisce a Mike e James i subita per i video del canale ufficiale.
sulla provenienza non so, ma credo che dopo anni di Boldi propinatoci in tutte le salse, quel verbo si usa pure da me al sud…
Per le recensioni delle console preferisco l’italianissimo Doctor Game, che forse ogni tanto si rifà un pò troppo al Nerd (certe gag sono copiate…), ma è anche vero che fa digressioni più interessanti a livello hardware piuttosto che sul parco titoli 😉
Evit
2 Marzo 2015 alle 20:57Investigherò su questo doctor game
John Doom
13 Aprile 2015 alle 14:12Concordo che molte gag erano noiose (ti giuro che dopo la seconda metà del film, non la smettevo di controllare l’orario :D) , ma penso che le scene di effetti speciali e da clichè sono state realizzate di proposito come parodia dei tipici film d’azione di serie B 😀
Quello che proprio non mi è piaciuto, è l’atteggiamento di adorazione dei fan (nel film) e la loro costante richiesta di una recensione di Eee-tee (“Ettì” per me, in italiano 😀 ): mi è sembrata come un’ azione di autocelebrazione dell’autore.
Tutto sommato, con qualche taglio qua e là, sarebbe potuto essere più equilibrato e migliore.
Evit
13 Aprile 2015 alle 14:19Sai, i fan sono i fan. È lecito che richiedano cose da fan.
Indubbiamente il film avrebbe giovato con diversi tagli per ridurne la durata (e la noia del secondo atto) ma quando uno fa un prodotto essenzialmente amatoriale poi viene meno la capacità critica di dire “dobbiamo fare a meno di quella scena”, un cosa che si può ottenere soltanto delegando ad altri (professionisti o comunque una persona meno coinvolta dell’autore) il lavoro di montaggio. Altrimenti il rischio è sempre quello di “innamorarsi” delle proprie scene, che magari sono costate tanto tempo e fatica e che l’autore è restio a buttare nel cestino in fase di montaggio.
Questo forse è il limite più grande delle cose prodotte in casa… si tende a tenere TUTTO il girato, a scapito poi dell’equilibratezza del film.
John Doom
15 Aprile 2015 alle 23:08A pensarci bene, avrebbe potuto tagliare quelle scene, ma includerle come contenuti extra. Con la tecnologia di oggi, possiamo salvare il regista fai-da-te da qualunque “crisi di montaggio” 😀