Non sapete quanta voglia io abbia di parlare nuovamente di Terminator Genisys… spero che la mia ironia sia palese, siamo tra il “così me lo tolgo dai piedi” e il “lo faccio perché mi è stato chiesto da uno sull’internet“; siccome qualcosa da dire dopotutto ce l’ho, ecco l’articolo su Genisys ed il suo adattamento italiano. Contenti, no? Parliamo ancora di Genisys! Fate cadere i palloncini.
Terminator Genisys, per come è ideato, ci mette davanti ad una situazione curiosa per il doppiaggio italiano: il misto tra alcune battute adattate 31 anni fa ed il resto delle battute adattate oggi, nel 2015; Genisys infatti ripropone tantissimi dei dialoghi originali mettendoli in bocca a nuovi attori, dalle frasi più famose fino a quella del monnezzaro che impreca contro il suo camion.
In particolare, la sequenza del monnezzaro della versione americana di Genisys fa leva su un’imitazione della frase del primo film mentre la versione italiana, tristemente, reinterpreta in chiave “moderna” ma ci ritorno su questa scena, eh se non ci ritorno!
Ciò che mi ha subito sorpreso dei dialoghi presi dal primo film e qui “riproposti” è stato il coraggioso rispetto delle fonti. Difatti i dialoghi italiani che originano dal primo Terminator, quelli creati dalla Letizia Ciotti Miller, sono riportati fedelmente in questo adattamento di Terminator Genisys a cura di Fabrizio Pucci, il quale Pucci troviamo sia ai dialoghi che alla direzione del doppiaggio.
Oggi giorno, tale fedelissima attenzione è cosa abbastanza rara e l’unico comprensibile cambiamento pare sia avvenuto per la storica “I’ll be back” che in questo film diventa “tornerò” (mentre nel doppiaggio del 1984 era stata tradotta con il tanto lamentato “aspetto fuori“), ma non è neanche un vero cambiamento in realtà! Potremmo infatti sostenere che “tornerò” sia stata presa dal doppiaggio del secondo capitolo della saga, altro film citato in Genisys, e quindi che omaggi T2 più che Terminator nello specifico.
Anche non ricordando precisamente i dialoghi italiani del 1984, potrete facilmente identificare le battute “storiche” della Ciotti-Miller perché sono le uniche frasi che stonano leggermente con il resto dell’adattamento moderno; del resto in 31 anni lo stile e i metodi di lavoro nel mondo del doppiaggio sono cambiati in maniera totale e in questo film si scontrano verbalmente, se avete le orecchie per farci caso.
Un’altra occasione unica per gli appassionati del doppiaggio è stata quella di ritrovare Alessandro Rossi che va a ridoppiare Schwarzenegger anche nelle sequenze del 1984, regalandoci un grandissimo “ma se…?”: ma se Rossi avesse doppiato Schwarzenegger anche nel primo Terminator al posto di Glauco Onorato? Queste sono occasioni rare per i fanatici del doppiaggio.
Sapete già dal mio articolo sull’adattamento di Terminator che la voce di Onorato su Schwarzenegger in quel film non mi è mai andata a genio, per le ragioni che ho già spiegato nell’articolo stesso, quindi ritrovare Rossi nelle sequenze del 1984 è stato certamente… interessante.
Purtroppo i miei complimenti a Genisys terminano qui.
MONNEZZARO 1984 vs. MONNEZZARO 2015
versione 2015 in inglese : What the hell?
versione 1984 in italiano: Ehi, ma che diavolo gli prende a questo maledettissimo figlio di puttana? Ehi, ma che cazzo è? (voce di Carlo Marini IDENTICA a quella originale)
versione 2015 in italiano: Ma che cazzo è (con tono molto rabbioso, assente in inglese, e voce impostatissima)
Tale scena viene riproposta in Genisys leggermente abbreviata, così non mi sorprende scoprire che, sia in inglese che in italiano, abbiano mantenuto unicamente il secondo “what the hell?” (quello che in italiano era “ehi, ma che cazzo è?“). La lieve differenza è che quel “ma che cazzo è” era riferito ai lampi e non al camion che smette di funzionare. Ad ogni modo, quella che è a tutti gli effetti una frase insignificante del film originale, per me rimane immortale sia in inglese sia per come fu resa identicamente in italiano da Carlo Marini e il sentirla banalmente riproposta con la tipica voce rabbiosa e molto impostata che oggi giorno mettono su CHIUNQUE, si tramuta nell’ennesimo promemoria su come il nuovo modo di recitare sia spesso tremendamente standardizzato, stereotipato, piatto e neanche necessariamente fedele all’originale come si potrebbe credere.
Se al lettore occasionale questa sull’esclamazione del monnezzaro può sembrare una critica puntigliosamente inutile, sicuramente non mi conosce ma forse non si rende neanche conto che tale minuscola espressione presente in Genisys è tremendamente rappresentativa di come si doppia oggi; che se mettiamo un doppiatore della “vecchia scuola” accanto ad un doppiatore “odierno”, questi due strideranno da morire. Non è solo la mia opinione ma lo era anche del fu-Glauco Onorato in questa intervista del 2011 (dal minuto 10:02) e di Michele Kalamera in questa lunghissima intervista (da 3:52:40 a 3:56:38).
IL MESSAGGIO DI JOHN ALLA MADRE
versione 1984
Grazie Sarah per il tuo coraggio negli anni oscuri. Io non posso aiutarti in quello che presto dovrai affrontare se non dicendoti che il futuro non è deciso. Tu devi essere più forte di quanto immagini tu possa essere. Tu devi sopravvivere, altrimenti non potrò esistere.
versione 2015
Grazie Sarah per il tuo coraggio negli anni oscuri. Io non posso aiutarti in quello che dovrai affrontare ma il futuro non è deciso. Non c’è alcun fato se non quello che creiamo noi stessi. Devi essere più forte di quanto immagini tu possa essere. Tu devi sopravvivere, altrimenti io non potrò esistere.
La vera differenza sta nella frase sul fato, aggiunta nei dialoghi originali (in inglese) per far riferimento, a posteriori, anche a Terminator 2.Altre alterazioni sembrano più dovute a questione di “tempi” che a scelte stilistiche.
I DIALOGHI DEL TERMINATOR
Non l’ho ucciso. Fra poco il T-1000 scopre la nostra posizione.
Dopo oltre 30 anni il Terminator non ha ancora imparato la lingua sufficientemente bene da poter dire “fra poco scoprirà la nostra posizione”? Sempre questione di tempi? Chi sa. Non è propriamente un errore, ma neanche ciò che direbbe naturalmente una persona in… “italiano”. La scusa che si tratti di un robot non regge come giustificazione. Anzi, sembra che nonostante la trentina d’anni passati a contatto con gli umani, il terminator si sia rincoglionito ancora di più, specialmente quando poco dopo esclama cose tipo…
we’ve been reacquired
che in italiano diventa incomprensibilmente…
siamo stati recuperati
…quando il T-1000 li raggiunge con l’automobile.
Sebbene comprendo che si volesse rendere in qualche modo il dialogo simil-militare del terminator che parla di essere stati “riacquisiti”, trovo che l’uso della parola “recuperati” sia una scelta piuttosto ambigua e confusionaria. Il termine “re-acquired” difatti deriva dal termine militare del “target acquisition” che in italiano si traduce con “localizzazione dei bersagli”; con una traduzione meno bella questo potrebbe diventare “acquisizione dei bersagli” (termine che comunque è stato anche usato in passato), ma certamente è difficile da ricondurre ad un “recupero dei bersagli”, che indicherebbe piuttosto la cattura dei bersagli e non la loro individuazione.
Una battuta che trovo più divertente in italiano è la seguente:
Kyle: Sei già stato qui?
T-800: Mi sono infiltrato tra gli operai che ci hanno lavorato.
Sarah: Hai un lavoro nell’edilizia?
T-800: Sono un esubero.
In inglese alla richiesta “hai lavorato nell’edilizia?”, Schwarzenegger rispondeva semplicemente “until I was laid off”, ovvero “finché non mi hanno licenziato”. La scelta della parola “esubero” è particolarmente azzeccata perché negli Stati Uniti, patria del licenziamento senza giusta causa, c’è differenza tra “laid off” e “fired”.
Mentre “fired” si usa quando una persona viene licenziata per ragioni personali (non lavora bene, ha offeso il capo, ruba o simili)…
…”laid off” viene usato invece quando si perde il lavoro per via della situazione economica dell’azienda (recessione, tagli al personale)…
…ovvero in tutti in quei casi in cui si viene licenziati per un eccedenza di personale rispetto alle necessità/disponibilità economiche dell’azienda (e di solito si finisce in cassa integrazione).
Quindi “laid off” vuol dire letteralmente “licenziato per eccedenza di personale”, che poi è l’esatta definizione di esubero. Chapeau!
I DIALOGHI DI KYLE REESE
Reese: Chi è il lavoro in pelle?
Questa battuta era identica in inglese purtroppo (“skin job”) quindi non possiamo dare la colpa all’adattamento italiano in questo caso. Con questo termine non viene fatto riferimento ad un precedente capitolo della saga di Terminator ma ad un altro film di culto degli anni ’80, Blade Runner. Starete pensando “cavolo, Genisys si appiglia così tanto alla nostalgia anni ’80 che comincia a citare anche altri film di quel periodo!”. A me invece piace pensare che sia un intenzionale indizio per farci presagire l’orrore che si presenterà a noi tra un paio di anni… ebbene sì, l’ennesimo seguito non richiesto dell’ennesimo film di culto anni ’80: Il Secondo Tragico Blade Runner. Abbiate paura, abbiate molta paura.
Ad ogni modo, i fan accaniti di Blade Runner non hanno apprezzato la strizzatina d’occhio fuori luogo.
Continuiamo con le frasi di Kyle Reese:
Skynet è soltanto un programma. Finché è in sviluppo, è bloccato. Ma appena viene caricato sul server… non può più essere fermato.
Dato che non sono proprio ignorante del mondo del computer e conoscendo la trama del film, quel “appena viene caricato sul server” mi puzzava un po’ quando lo sentii al cinema. Skynet caricato SUL server? Quale server? Su un solo server? Quindi sono andato a verificare e in originale diceva:
Skynet is a computer program. As long as it’s still being coded, it’s contained. Once is uploaded from the servers… it can’t be stopped.
Come volevasi dimostrare, la situazione è la seguente:
- ci si dovrebbe riferire ai server al plurale;
- Skynet (sotto forma di sistema operativo “Genisys”) si trova nei server della Cyberdyne in attesa di essere rilasciato, quindi l’upload dovrebbe avvenire “DAI server” e non “SUL server”.
Un “ma una volta messo in rete” sarebbe stata una soluzione di gran lunga più elegante ma avrebbe voluto dire omettere la parola “server”, allontanandosi TROPPO dalla frase originale secondo gli standard odierni… e tale pratica sappiamo che è diventata tabù nel mondo del doppiaggio moderno dove la creatività viene disincentivata (solitamente dai supervisori americani) in cambio di frasi-fotocopia.
ERRORI DEL 1984 INCONTRANO QUELLI DEL 2015 E SI RICONOSCONO
Abbiamo un poliziotto anziano che cerca di convincere un giovane agente del 2017 che l’apparizione di Kyle e Sarah in una sfera di luce sia la prova di ciò che sostiene da oltre trent’anni, ovvero che esistono dei viaggiatori del tempo. Questo a riprova di quanto vide nel 1984 da giovane poliziotto di pattuglia che era.
Per questo la battuta…
è la prova di quello che ti dico da ormai… da 30 anni
…puzza pure questa di errore. Che TI dico? Come fa ad averglielo detto per 30 anni se collega a cui si rivolge ne dimostra appena 35 e non è suo parente?
Difatti in inglese diceva:
this is proof of what I’ve been talking about for 30… whatever years.
cioè è la prova di quello che l’anziano poliziotto cerca di dire da 30 anni e passa… ma non è indirizzato a nessuno in particolare. Curioso che siamo nel 2015 e vengono commessi errori PRATICAMENTE IDENTICI a quelli che si commettevano nel 1984 (quando Kyle Reese diceva “tu ancora non mi credi” invece di “voi ancora non mi credete”); solo che nel 2015 si hanno molte meno scuse di 30 anni fa.
IL FINALONE
– Papà! Credevo che fossi morto!
– No, solo app-gradato!
Ed Evit in lacrime dalle risate, tanto ormai…
In un film dove sono stati sempre attenti a non cadere nella trappola dei termini informatici (“caricato” al posto di “uploaded” ve ne dà un’idea), un trattamento di cui non tutti i film moderni possono vantarsi (pensate all’osceno “posso uploadarmi nel mainframe della nave” di L’Uomo d’acciaio), ecco che si presenta sul finale una battuta dove hanno optato di far dire ad Alessandro Rossi quel termine italianizzato: upgradato (che tra l’altro suona proprio come “app gradato” a me che non ho l’abitudine di pensare “giovane”).
Ad ogni modo, visto che la frase era comunque una battuta, direi che sono riusciti nello scopo di farmi ridere (sebbene non per lo stesso motivo per cui si ride in lingua originale). Quasi comprendo la necessità di optare per “upgradato” ma non la giustifico, né la approvo, né la apprezzo. Peccato sciupare un record invidiabile per un film di fantascienza altrimenti scevro da inglesismi e neologismi. Proprio sul finale… ce l’aveva quasi fatta.
In conclusione, un film adattato discretamente bene rispetto alle mie iniziali aspettative (insomma non è Captain America 2) con la curiosa “intromissione” di frasi adattate invece 30 anni fa e che stanno lì a sottolineare (per i più attenti e sensibili all’argomento) come siano cambiati i tempi anche per il doppiaggio italiano. In ogni caso si tratta di una invidiabile prova di fedeltà verso le fonti che probabilmente riflette proprio una volontà dei produttori americani, visto che l’intero film altro non è che una massiccia “operazione nostalgia”.
Resta la presenza di alcuni errori nell’adattamento di Genisys i quali, seppur numericamente inferiori agli errori dell’adattamento del primo film del 1984, sono ancor meno giustificabili di quelli di trent’anni fa.
Però ce l’aveva quasi fatta.
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13 Commenti
Andrea87
20 Agosto 2015 alle 16:54personalmente credo che si sarebbe dovuto chiamare Marini per fargli doppiare oggi la celebre battuta di 30 anni fa. glielo dovevano visto che campionarlo dall’originale era troppo difficile stante la pessima qualità audio della colonna italiana…
O almeno prendere un vecchiaccio con la voce affannata per imitarlo (e a quel punto conveniva sempre Marini xD )
PS: “il secondo tragico Blade Runner” però io mi ci fionderei di corsa a vedermelo: con quel titolo è SICURAMENTE migliore del primo 😀
Evit
20 Agosto 2015 alle 19:01Non c’era neanche bisogno di scomodare Marini, bastava attenersi alla traccia audio americana invece di sparare il solito genericissimo rabbioso “ma che cazzo…” alla Samuel Jackson che non c’entra niente con l’originale, 1984 o 2015 che sia.
Comunque non è tanto importante di per sé quanto per ciò che rappresenta. Di queste voci impostate tutte uguali ci siamo onestamente stancati, tanto più quando non sono neanche fedeli all’originale (un paradosso poi, visto che di questi tempi sono fissati sul fare un tipo di recitazione-fotocopia).
andreasperelli2k
22 Agosto 2015 alle 22:01Bell’articolo, adoro questo genere di analisi! complimenti!
Evit
23 Agosto 2015 alle 11:50Ti ringrazio dei complimenti, Andrea.
Cassidy
27 Agosto 2015 alle 08:57Mi sento responsabile per averti sguinzagliato contro questo film, ma non mi pento perchè sei stato procisissimo come sempre e divertente da morire, aver ripescato Fantozzi è stato un vero colpo di genio! 😀 Quel terrificante “App-Gradato” che mi ha fatto sanguinare le orecchie è stato Terminato 😉 Cheers!
Evit
27 Agosto 2015 alle 10:05Il grazie va a te che con il tuo infallibile articolo sul film mi hai ricordato di quella battuta finale (già dimenticata dopo 5 minuti dopo il film), facendomene tornare poi in mente molte altre.
Lucia
12 Dicembre 2015 alle 14:38ciao evit, in molti articoli dove parli di adattamenti scadenti dai spesso la colpa ai supervisori americani, esattamente come hai fatto anche qui per genisys. Ma io penso semplicemente che sia colpa dell’incompetenza delle direzioni del doppiaggio odierne che non ha proprio niente a che vedere con l’eccellenza di una volta, purtroppo…inoltre penso che sia anche colpa di una mancanza di collaborazione e comunicazione tra doppiatori e traduttori (ma questo anche quando c’erano geni tipo de leonardis e maldesi). L’importanza dei traduttori purtroppo viene troppo sottovalutata SECONDO ME, per questo non si cerca un confronto diretto con loro e in sede di doppiaggio vige la totale anarchia ferrettiana del “famolo alla cazzo di cane”.
Un’altra cosa che volevo dire è che l’espressione “lavori in pelle” mi ha ricordato subito anche i cyloni umanoidi di battlestar galactica (serie tv bellissima, la straconsiglio a chi non l’ha ancora vista) però è ovvio che nel film si facesse sicuramente riferimento al cult di blade runner. Niente, una cavolata xD
Evit
12 Dicembre 2015 alle 15:08Do la colpa ai supervisori quando so di poterla dare, o quando ci sono forti sospetti, ahah. In questo articolo prendevo un po’ in giro per poter sfruttare la vignetta fantozziana, ma in altri casi… Ricordo che su Pacific Rim un doppiatore mi confermò come il direttore di doppiaggio non fosse affatto appassionato di termini forzatamente anglosassoni, tutt’altro, ma in certe pellicole gli addetti ai lavori sono costretti a sottostare alle richieste di queste figure che, alla fin fine, rappresentano il committente, quello che sborsa soldi.
Arrivano, oltre che con l’assegno, anche con le direttive che gli calano dall’alto (da oltreoceano) e più ignoranti sono (parlo sempre dei supervisori) più danni fanno, in quanto più difficilmente persuadibili nelle scelte di “adattamento” del direttore di doppiaggio o dei traduttori.
Mi rendo conto che con il mercato libero, se tu oggi dirigi il doppiaggio di Pacific Rim e rompi le scatole ribellandoti alle imposizioni, l’anno prossimo Pacific Rim 2 non lo dirigerai mai e sicuramente la tua ditta perde anche la commissione, quindi comprendo le difficoltà di certe posizioni come quella del direttore di doppiaggio in determinate situazioni. Non in tutti i doppiaggi i supervisori sono così invasivi ma in casi come Pacific Rim sì, e si sente.
Con il mio mettere in ridicolo certe scelte mi piace pensare di dare una mano indirettamente ai direttori di doppiaggio stessi che si spera riescano così ad argomentare meglio eventuali lamentele verso le scelte dei supervisori. Se Captain America 2 era vergognoso, con Avengers 2 si sono moderati (non si parla più di “helicarrier” ma di “portaerei”), eppure alla direzione e ai dialoghi c’erano sempre le stesse persone. Mi piace pensare che le mie lamentele siano arrivate dove dovevano arrivare.
Lucia
12 Dicembre 2015 alle 15:31eh sì, quando ho letto uno dei tuoi tanti articoli su CAPITAN (si a me piace dirlo così) America volevo sbattere ripetutamente la testa sulla tastiera…che indecenza
Evit
12 Dicembre 2015 alle 15:38Era diventato un po’ il caso (comicamente) esemplare, punirne uno per educarne 100.
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16 Dicembre 2015 alle 14:28Antonio L.
1 Ottobre 2017 alle 02:05L’ho rivisto oggi e ho notato un dettaglio interessante: alle mie orecchie la voce di Alessandro Rossi “suona” più giovane sul T-800 nudo che parla con i teppisti, come se il doppiatore si sia sforzato di rendere un timbro più adatto allo Schwarzenegger farlocco, o magari hanno usato un programma che rendeva meno anziano il timbro, chi lo sa. Mi fa sempre un certo effetto ascoltare il Terminator che non fu mai, con la voce robotica di Alessandro Rossi (però a me Glauco piace)
Evit
4 Ottobre 2017 alle 11:15Ti aspettiamo fuori, Antonio… per dartele.