TITOLI ITALIOTI: Weekend con il morto e i suoi sequel, veri e non

weekend con il morto, locandine italiana e americana a confronto

La rubrica TITOLI ITALIOTI oggi ci porta al mare con WEEKEND CON IL MORTO (Weekend at Bernie’s, 1989). Il titolo originale fa riferimento al weekend che i protagonisti passano nella casa al mare del loro capo, Bernie Lomax, che però viene assassinato. I due, per non essere incolpati dell’omicidio, si “godranno” il fine settimana facendosi vedere in compagnia di Bernie e fingendo che sia ancora vivo. Basteranno un paio di occhiali da sole e notevoli capacità da burattinai.

Letteralmente traducibile come “Weekend a casa di Bernie” (o “Weekend da Bernie”), ho sempre trovato leggermente più efficace il titolo italiano, perfetto per il genere di film (commedia ovviamente). Ma sia in italiano sia in lingua originale, è indiscutibile che il titolo abbia una sua immediata riconoscibilità. Arrivato in Italia nel settembre 1990 per la Pentafilm (tenetelo a mente perché è importante) con una locandina che ricalca quella di altre versioni europee, è stato un successo anche nello stivale italico e questo non poteva non tentare la distribuzione italiana, sempre pronta ad inventarsi titoli ammiccanti (o dovrei piuttosto dire “freganti”) pur di portare il pubblico in sala. E così nei primi anni ’90, insieme a Weekend con il morto arrivano in Italia anche una serie di sequel apocrifi e… “occhiolineggianti”.

Scappatella con il morto (Sibling Rivalry, distribuzione Penta, settembre 1991)

Scappatella con il morto, locandina italiana e americana a confronto

Esattamente un anno dopo Weekend con il morto arriva Scappatella con il morto, titolo originale Sibling Rivalry (1990) di Carl Reiner, sempre distribuito dalla Pentafilm e sempre a settembre (visto censura: 9 settembre ’91). Nel film Kirstie Alley, insoddisfatta della sua vita sessuale con il marito, decide di mettergli le corna con un baffone in là con gli anni (Sam Elliott) che però le muore durante l’atto. Se ve lo domandate no, non metterà un paio di occhiali da sole al cadavere per potarlo a zonzo e far finta che sia ancora vivo, perché ovviamente non ha niente a che vedere con Weekend con il morto. Ma siccome c’è un morto ed è una commedia, perché non spacciarlo come tale ai meno attenti, così tentando di ripeterne il successo? Hanno usato anche lo stesso identico set di caratteri per il titolo! Non è truffare, è “ingannare con stile” (semi-cit.).

Il titolo originale significa letteralmente “rivalità tra fratelli” o, in questo caso anche tra sorelle. Non voglio sciuparvi qualche sorpresa del film dicendo altro, vi basti sapere che la rivalità del titolo originale vale per entrambi ed è una vera rogna linguistica il fatto che in italiano non abbiamo una parola generica che indichi fratelli e sorelle indistintamente come in inglese con “siblings”. In questo caso scegliere tra l’uno e l’altro (“rivalità tra sorelle” o “rivalità tra fratelli”) sarebbe stato un errore, perché avrebbe ignorato metà del significato del titolo originale. Ma andare a scomodare “i morti” è una mossa molto paracula, come piace dire a me.

E se il morto non c’è?

Weekend senza il morto (Only You, distribuzione Penta, settembre 1992)

Weekend senza il morto locandine italiana e americana a confronto

Se il morto non c’è, è ancora più facile: si fa il weekend senza il morto! Un titolo associabile letteralmente a qualsiasi film ambientato in un fine settimana. Anche questo è della Penta. Cominciate a vederci un filo conduttore dietro tutti questi “morti” che la Penta si tira fuori ogni settembre per replicare il successo di Weekend col morto?

Commedia romantica su un triangolo amoroso la cui unica connessione con Weekend con il morto è l’attore principale. La locandina cinematografica ci parla infatti di un altro esilarante “finesettimana” e giustifica anche il titolo italiota: “ritorna il protagonista di Weekend con il morto Andrew McCarthy“, che in realtà più che una scusa è una prova di colpevolezza. Ritorna ovviamente il font usato per tutti i precedenti “morti”. La Penta voleva spacciarlo per un vero e proprio sequel, in attesa di quello vero. A questo proposito, si sono persi un’occasione d’oro di usare una locandina alternativa che invece vedeva i protagonisti palesemente su una spiaggia!

Only You, locandina film del 1992 con protagonista sulla spiaggia attorniato da ragazze

Almeno freghiamoli bene questi spettatori, no?

La versione italiana è a cura della CDC, dialoghi di Marco Mete e diretto da Roberto Chevalier. Cioè lo stesso team del vero primo film.

Non mi è chiaro perché alla Penta abbiano deciso di usare la stessa locandina americana con quello sfondo nero che risulta pesante e che di solito si associa alle commedie nere o comunque condite con dramma, oltre ai film d’arte. Sì, ci sono le sdraio in bambù, ma si capirà mai cosa sono se non avete già letto la sua trama su una vacanza in Messico? Ricorda piuttosto la locandina del “film-teatrale” Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, ma i primi anni ’90 erano tempi strani. Anni in cui Weekend con il morto 2 arriva praticamente come quarto film!

Weekend con il morto 2 (Weekend at Bernie’s II, distribuzione Gruppo Bema, gennaio 1993)

weekend con il morto 2 locandina italiana e americana a confronto

Dopo due finti seguiti inventati dalla Pentafilm (che all’epoca fondeva insieme Cecchi Gori e Fininvest), il seguito UFFICIALE di Weekend con il morto arriva in Italia in una data ben poco estiva, gennaio del 1993, distribuito non più dalla Penta ma dal duo Achille Manzotti / Angiolo Stella (che ne ha l’esclusività). Alla Pentafilm si saranno mangiati le mani, erano tre anni che lo aspettavano!

Che dire, stavolta è il VERAMENTE VERO seguito e, ironia della sorte, è l’unico che arriva con un “font” diverso. La scritta in locandina infatti ricalca quella originale, abbandonando completamente lo stile usato dalla Penta per il primo capitolo e per i suoi finti sequel settembrini.

titolo italiano weekend con il morto 2 da VHS

Occasione mancata per chiamarlo “Un altro weekend con il morto”, ma temo che si sarebbe confuso con i sequel fasullissimi che giravano quegli anni. Sarebbero stati anche gli anni giusti per sfornare un doppio sequel apocrifo: Mamma, ho fatto il weekend con il morto, ma non è mai successo. [non vi perdete il precedente episodio sui finti Mamma ho perso l’aereo]

La versione italiana di Weekend con il morto 2 è della Video2, diretta e dialogata da Tonino Accolla, con un cast di doppiatori completamente nuovo rispetto al precedente. Nel film, Tonino Accolla finisce per dare la voce persino a una capra. Arriverà in VHS nel marzo 1993, a soli due mesi dall’uscita cinematografica, tempi simili sarebbero un record anche oggi. Per il 1993 voleva dire che al cinema aveva floppato come pochi altri prima di lui. Mi sa che la passione italiana per i weekend necrofili era già scemata. In italiano non è mai uscito in DVD o Blu-Ray. La Manzotti Home Video evidentemente non ha mai fatto il grande salto al digitale.

Nonostante vari tentativi di produrre un Weekend at Bernie’s III, il 2 sarà l’ultimo weekend con il morto, ma non per gli italiani.

In Porsche con il morto (Dream Machine, prima TV italiana luglio 1994)

In porche con il morto, locandina vhs italiana a confronto con la locandina americana

Uno di quei film sciagurati che hanno come protagonista lo sfortunato Corey Haim, che dopo alcuni riuscitissimi titoli di fine anni ’80 (Ragazzi perduti, Licenza di guida) è finito per ritrovarsi nel decennio successivo in una cornucopia di filmacci dimenticati dalla storia. Dream Machine è uno di questi. Inutile dire che siamo l’unico paese ad averlo associato a “Weekend con il morto” perché nel film, sì, c’è un cadavere (nel bagagliaio dell’auto). Come abbiamo visto dal weekend “senza” il morto, per i distributori italiani bastava anche meno.

La VHS di In Porsche con il morto è datata 1994, stesso anno dei passaggi televisivi (PRIMA TV Italia1 mercoledì 20 luglio 1994 alle 20:30 per il ciclo “mercoledì si ride”. Fonte Radiocorriere n°29 del 1994). Nel 2004 è stato pubblicato anche in DVD per la Mari Distribuzione, questa edizione adesso è un costosissimo fuori catalogo.

La settimana dopo ne arrivava un altro, sempre in TV! Quando si dice un periodo morto.

Vacanza con il morto (Lena’s Holiday. Prima TV italiana luglio 1994)

Locandina americana di Vacanza con il morto

Una donna viene coinvolta in una valigia di contrabbando quando il suo bagaglio viene scambiato accidentalmente con una valigia identica…

Date le scarse informazioni presenti online (lo riporta solo FilmTV) suppongo che questo film sia passato pochissime volte in televisione e non abbia mai neanche visto una misera uscita in VHS. Il figlio di Jack Lemmon non attirava abbastanza attenzione evidentemente.

Radiocorriere n°30 del 1994

La prima TV italiana è del luglio 1994 su Raidue alle 20:40 (ma vi ricordate quando la prima serata iniziava a quell’ora???), probabilmente OFFUSCATO (oggi diremmo ASFALTATO) da Giochi senza frontiere (ma vi ricordate quando guardavamo GSF???) che iniziava a quello stesso orario su Raiuno. [Fonte Radiocorriere. Grazie Federico per la dritta].

Una calda estate per i “finti morti”, quel luglio 1994.

Morti bonus

Vediamoci stasera… porta il morto (Mystery Date, 1991/1992)

Locandina del film Vediamoci stasera porta il morto

Mi è stato suggerito dall’utente gigiofrappola su Twitter e lo voglio mettere tra i morti “bonus” perché, per quanto questo titolo non abbia la formula tipica vista negli altri casi, quella che include un “weekend” o “con il morto”, certamente fa sorgere qualche sospetto quando vediamo quel “morto” in un titolo italiano molto diverso dall’originale (Mystery Date) e che viene presentato al tavolo della censura nel dicembre 1991, ovvero proprio durante l’ondata di finti “weekend con il morto”. Diciamo che Vediamoci stasera… porta il morto è un po’ sospetto. Il mistero si infittisce andando a vedere gli archivi dei visti censura, perché è stato presentato ben due volte (il 30 dicembre 1991 e poi il 6 febbraio 1992) ed è registrato solo con il suo titolo originale “Mystery Date”, senza un titolo italiano dunque. Mi viene da pensare che l’idea del titolo con morto sia arrivata successivamente al visto censura. Il film arriverà anche in VHS.

Un caso molto curioso invece ci viene dall’archivio dei visti censura ed è il seguente

Assassino senza colpa (Rampage, visto censura 1991)

visto censura di Assassino senza colpaSebbene penso che si tratti semplicemente di un errore di inserimento, non posso non elencare anche questo caso. Il catalogo di Italiataglia.it (il sito che raccoglie tutti i visti censura, che, ricordo, vengono inseriti “a mano”) elenca il film Rampage di William Friedkin con il titolo Assassino senza colpa (con cui è uscito al cinema e in VHS) ma anche con il titolo alternativi di Weekend con il morto 2 (“WEEKEND CON IL MORTO 2, ORA ASSASSINO SENZA COLPA”) due anni prima del seguito ufficiale (visto censura è del 19 dicembre 1991). Rampage è stato distribuito in Italia dal solito conglomerato CecchiGori-Fininvest esistito come Penta o Cecchi Gori Group – Fin.Ma.Vi, e le alternative per spiegare questo caso curioso sono due:

1) Volevano effettivamente proporlo come Weekend con il morto 2 nonostante non si tratti assolutamente di una commedia, anzi, ha ottenuto un VM14!

2) Chi si occupa dell’inserimento dei dati su Italiataglia ha commesso un errore, lasciando parte delle informazioni di una scheda compilata immediatamente prima (non sarebbe la prima volta che noto qualcosa del genere). Questa la ritengo l’opzione più probabile, anche vista la presenza di un altro refuso, cioè una modifica datata “9 aprile 1912”.

Di certo è degno di nota e ringrazio Francesco Finarolli per averlo portato alla mia attenzione insieme a questo episodio di Perry Mason (del ’94) intitolato Serata con il morto (in originale The Case of the Lethal Lifestyle). Ma visto il genere “giallo” non lo si può certo incolpare di voler ingannare gli spettatori con questo morto nel titolo.

Perry Mason serata con il morto


Con la metà degli anni ’90 sembrano sparire i derivati di Weekend con il morto, la necrofilia non tirava più evidentemente, fatta eccezione per un tardivo omaggio nel 2017.

Crazy Night – Festa col morto (Rough Night, Warner Bros. 2017)

Crazy night notte col morto locandina italiana e americana a confronto

Descritto come “Una notte da leoni al femminile”

Il titolo originale (Rough Night) ovviamente non è un rimando a Weekend at Bernie’s, ma in Italia continua a essere viva la tradizione di dare ai film, specialmente le commedie, un titolo che ammicca a precedenti stranoti. Del resto è successo anche nel 2019 con Knives Out distribuito in Italia dalla Leone Film Group con il titolo Cena con delitto – Knives Out, chiaramente ispirato a “Invito a cena con delitto”.

C’è da dire che in America l’uso di “NIGHT” è diventato caratteristico di commedie che si svolgono nel corso di una notte di follie: Rough Night (2017), Game Night (2018) — entrambi della Warner —, Date Night (2010), Amateur Night (2016). Inoltre lo slogan americano ammicca direttamente a Una notte da leoni (The Hangover) quando dice che “la sbornia” (the hangover) sarà l’ultimo dei loro problemi.

L’uso di “night” nel titolo fa leva sullo stesso meccanismo di immediata riconoscibilità di genere/tipo di film che in Italia ha portato a titoli “col morto” o “con delitto”. Non lo facciamo soltanto noi insomma, ma i nostri casi sono sempre i più pittoreschi. Per intenderci, nessuno in America ha ancora prodotto un “Weekend without Bernie” (weekend senza Bernie).

Anche per oggi, dal mondo dei titoli italioti è tutto. E come vedete, il sottoscritto, Evit, non è morto. Orsù, ora torniamo a goderci l’estate, che la vita è breve. Ciao gente!

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

37 Commenti

  • Lucius Etruscus

    4 Luglio 2022 alle 16:57

    Mi fregio di aver avuto l’onore di seguire la cosa “in diretta”, e con gli amici di scuola ci davamo di gomito appena in videoteca, o sulle riviste dedicate all’home video, beccavamo qualche nuova uscita “furbetta” col morto. Invidio gli altri Paesi che non hanno titolatori come i nostri ^_^
    Fra l’altro vorrei ricordare che i primi due, Weekend e Scappatella, erano Penta Video e quindi la campagna pubblicitaria era leggerissima: i trailer duravano un’ora e mezza ed erano trasmessi mille volte al giorno! 😀 La copertura mediatica era totale e tombale, dovevi vederti quei film se no avevi gli incubi la notte a causa dell’imprinting ricevuto, e avendoli adorati entrambi non so se sia il mio gusto… o perché la Penta Video mi ha lavato il cervello 😛

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    • Evit

      4 Luglio 2022 alle 17:04

      “Totale e tombale” ahahah, perfetto. Poi ti prendevi in affitto una VHS Penta e ci trovavi altri 20 minuti di trailer prima del film. Solitamente 3/4 dei film reclamizzati all’inizio di quelle VHS erano titoli che l’umanità ha dimenticato.

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  • Vasquez

    4 Luglio 2022 alle 18:30

    Fantastico! Adesso sotto con la serie “A spasso con…”: Daisy, nel tempo, con Bob, con i dinosauri…
    C’è il rischio di andare avanti all’infinito, correndo dietro ai titolatori furbetti ?
    Adesso però mi devo rivedere “Weekend” e “Scappatella” che non li rivedo da una vita ?

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    • Evit

      4 Luglio 2022 alle 18:51

      Ho visto il trailer di Scappatella e devo dire che almeno il trailer fa ridere. Non so come sarà il film intero e non ricordo se l’ho mai visto.

      “A spasso con” ce ne saranno duemila ?

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  • Federico

    4 Luglio 2022 alle 21:14

    Resto dell’idea che i distributori italiani hanno avuto (e hanno ancora, visto l’ultimo titolo del 2017) una fantasia che altri si sognano! Alla gloriosa Penta film dovevano averci un ufficio apposta per simili creazioni!! Battute sceme a parte simpatico e approfondito articolo come sempre, Evit. Una rinfrescata in questa calda serata estiva (e felice di aver dato un piccolissimo contributo).

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    • Evit

      4 Luglio 2022 alle 22:11

      Lavoravano non-stop per portarci solo i migliori titoli!
      Grazie per la dritta, non ricordavo quale fosse il sito da consultare, ormai molti archivi storici hanno chiuso o sono diventati a pagamento. Che tristezza. Per fortuna Radiocorriere regge indefesso! Ora però vi sto abituando troppo bene con tutti questi articoli ravvicinati.

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    • Evit

      4 Luglio 2022 alle 22:08

      AHAHAHAH, i titoli-clone ci hanno devastato completamente come nazione. Ce li sogniamo anche la notte e potremmo inventarne a bizzeffe anche senza lavorare alla distribuzione cinematografica.

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  • Antonio L.

    4 Luglio 2022 alle 23:44

    Affascinante com’era il mondo quando Internet era soltanto un sogno da film di fantascienza! Da un ventennio ormai certi trucchetti non stanno più in piedi, ma questi tuoi articoli mi riportano a un’epoca così recente ma che appare oggi anche così antica. Film non abbastanza buoni da essere distribuiti in Italia “tal quali” necessitavano di qualche aggiustamento ruffiano al titolo, riciclando film di cassetta precedenti o addirittura inventando saghe che mai furono. Bei tempi (o no?!)

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    • Evit

      5 Luglio 2022 alle 00:00

      Districarsi non era semplice quando eri bambino, specialmente vedendo alcune copertine di videocassetta che erano oggettivamente bellissime e fascinose, ma (e sicuramente quelli della mia età o anche più confermeranno) i fasullissimi molto presto imparavi a riconoscerli con estrema facilità. I più innocui ti davano almeno il vantaggio di capire il tipo di film “al volo”, i più disgraziati invece non potevano che portarti alla delusione. Dopo l’articolo sui Mamma ho perso l’aereo almeno tre persone diverse, mie coetanee, mi hanno parlato di come “My girl” li avesse scioccati da piccoli. Magari se non si fosse chiamato in modo simile a una famosa commedia per bambini, avrebbero visto My Girl con altre aspettative.
      Decisamente un mondo affascinante quello dei titoli, soprattutto anni 90 dove sembravano davvero essere impazziti. Sicuramente poi saranno intervenuti i distributori americani con un certo livello di supervisione, perché in Italia facevano letteralmente quello che cavolo gli pareva.

      Rispondi
      • ste

        5 Luglio 2022 alle 14:36

        L’intervento dei distributori americani avrà anche giovato nella giungla dei cloni, ma di sicuro non ci sarebbero stati titoli come “black phone” (ne vedo/sento il trailer tutte le mattine in stazione e nei dialoghi c’è la perla “hai mai sentito del black phone?”

      • Evit

        5 Luglio 2022 alle 15:20

        È l’altra faccia della medaglia purtroppo, anche se non sono sicuro dipenda dagli americani quanto piuttosto al gusto italico di chi li rappresenta nel nostro paese (nei paesi latini vengono tradotti sempre, ad esempio, se fosse in imperativo americano immagino lo imporrebbero anche lì). Con gli horror in particolare c’è una brutta abitudine (abbastanza vecchia ormai) di propendere per l’inglese, perché “fa più paura”. Ho già scritto qualcosa proprio di questo argomento in un articolo di futura pubblicazione. Ma se ne riparla a ottobre per la stagione dedicata agli horror ?

      • Andrea87

        7 Luglio 2022 alle 09:07

        Evit, mi hai fatto ricordare una cosa che volevo segnalarti eoni fa: dato che mi trovo spesso a scartabellare tra i fumetti brasiliani, mi sono accorto che ANCORA OGGI lì i personaggi hanno i nomi tradotti in portoghese.
        Anzi, ti dirò di più: ti basta farti un giro su wikipedia portoghese per accorgerti che questo accade anche nei film Marvel doppiati!

        Hanno perciò “Os Vingadores”, “Capitão América” (ed i seguenti “O Soldado Invernal”, “Guerra Civil”), “Homem-Formiga e a Vespa”, Homem-Aranha”, ecc… perciò le imposizioni non sono universali? Noi siamo solamente più accondiscendenti rispetto al Brasile, per esempio? Del tipo che da noi chi avrebbe dovuto lottare per mantenere “Uomo Ragno” alle 5 alza bandiera bianca perché è scaduto il turno?

      • Evit

        7 Luglio 2022 alle 09:19

        In Italia il fascino per l’inglese non è cosa nuova e sicuramente si lega con la nostra storia del dopoguerra. Sebbene gli americani siano contenti di vederci lasciare “tutto in inglese”, ho capito ormai che molte di queste spinte in realtà sono interne (anzi quasi tutte). Perché l’inglese fa “più cool” e “meno provinciale”. Questo aggravato da un editoria balorda (da far west oserei dire), che è in mano alle scelte personalissime di singoli individui (spesso più fan che traduttori) e del loro gusto personale, che nel caso dei fumetti finisce per fare da riferimento per tutto quello che viene dopo. Al cinema e nelle serie TV se sanno che i fumetti usano un certo nome in inglese ce lo lasciano anche nell’adattamento italiano per rispetto dei fan (anche se non è detto che i fan approvino le scelte editoriali che trovano nei fumetti). Quindi finisce per essere un cane che si morde la coda e parte tutto da personalismi di chi sceglie arbitrariamente che certe cose non si debbano tradurre o che si traducano in un certo modo, e chi arriva dopo non lo contesta mai.

        Evidentemente altri paesi, specialmente quelli “latini”, non hanno questo fascino per l’inglese. Anzi, ci sta che nei paesi del Sud America la tendenza sia proprio opposta perché i gringo gli stanno molto sul ca**o (e a buon ragione visto quello che gli Stati Uniti hanno combinato nei loro paesi).

    • JoJo1973

      5 Luglio 2022 alle 17:53

      Ispirato dalla ricorrenza mi sono letto i trivia IMDB de “l’Aereo più pazzo del mondo” ed ho scoperto che i titoli clone vanno di moda pure in Spagna, Finlandia e qualche altro paese…

      Rispondi
      • Evit

        6 Luglio 2022 alle 09:39

        Sì, sì, non siamo gli unici “fortunati”. Ma anche in lingua inglese alcuni film vengono importati con titoli, ehm, un po’ truffaldini. La serie di film “Beyond the door” è praticamente inventata appiccicando film diversi e slegati tra loro, questa la prima che mi torna alla mente. Sicuramente ce ne sono altre. Chiaramente importando loro meno film esteri, ci sono meno casi inversi.

      • Gabriele Segapeli

        29 Novembre 2022 alle 21:03

        A proposito di Cena con delitto, mi è un po’ dispiaciuto che per il seguito (bellissimo, il fatto che Netflix lo abbia lasciato al cinema solo una settimana è un vero spreco), che in originale si chiama “Glass Onion-A Knives Out Mistery” abbiano optato per Glass Onion -Knives Out: forse avrei preferito più Cena con delitto-Glass Onion.

        Questo perché il titolo italiano è diventato abbastanza famoso anche grazie all’assonanza con il film degli anni settanta (tanto che in famiglia da me tutti lo conoscono come “Cena con delitto”), e considerando che anche in questo film è presente una cena con delitto (anzi, paradossalmente è un titolo più contestualizzato qui che nel primo film!) non sarebbe stato nemmeno troppo casuale.

        Certo, d’altra parte bisogna ammettere che ormai la saga ai chiama ufficialmente Knives Out e quindi ci può stare mantenere la continuità con quel “sottotitolo”. Inoltre tenere Cena con delitto potrebbe essere un azzardo per il futuro: e se il terzo capitolo non ha cene cosa fanno, improvvisano?

      • Evit

        1 Dicembre 2022 alle 01:27

        Io che sono cresciuto a pane e Invito a cena con delitto trovo ancora bizzarro che lo abbiano voluto chiamare “Cena con delitto”. È vero che “cena con delitto” è diventato l’equivalente italiano del “murder mystery party” in anni recenti, ma nella mia testa ogni volta che sento “cena con delitto” penso automaticamente al film degli anni ’70. Come dici giustamente anche tu, che cosa faranno se un futuro seguito non ci sarà alcuna cena? Ma evidentemente ci hanno pensato anche loro, perché hanno retroattivamente adottato “Knives Out” come costante di tutti i titoli. Praticamente hanno fatto come con il pianeta delle scimmie, dove appiccicano la parte riconoscibile del titolo dopo il trattino. Quindi ogni nuovo film sarà “TITOLO NUOVO – Knives Out”. Non penso mi abituerò mai a questa inversione. È scema nel Pianeta delle scimmie, è ancora più stravagante qui.
        Comunque, me lo devo ancora vedere il secondo capitolo (spin-off?), ma è un buono spunto per “titoli italioti”. Non so se attendere un terzo a questo punto.

      • Paolo "Pisolo" Ciaravino

        1 Dicembre 2022 alle 02:33

        Ahahaha! Non un film eccelso ma a me fa sempre piacere rivederlo e Tim Curry doppiato da Tonino Accolla è fantastico (senza nulla togliere al resto del cast). Inutile dire che il titolo nostrano è uno di quei misteri italiani irrisolvibili.
        (in realtà è chiaro che lo hanno chiamato così per fare il verso Invito a Cena con Delitto ma il mistero è perché fare ste cose)

    • Evit

      3 Dicembre 2022 alle 11:57

      Si tratta di un cortometraggio, quindi passato al cinema per poche settimane e poi dimenticato. Se alla Disney lo hanno mai scoperto all’epoca (non è neanche detto), sarà stato già troppo tardi e non valeva la pena mettere di mezzo avvocati per cause internazionali.
      Non c’entra direttamente con il caso nello specifico, ma per darti un’idea ancora oggi molti studi grossi tollerano la pirateria home video sul mercato italiano perché intentare cause contro queste aziende in molti casi non vale proprio la pena. Comunque io non ho risposte a questi quesiti sulla distribuzione, solo supposizioni. Chiedi alla Disney ;D

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      • Apostolo

        3 Dicembre 2022 alle 16:26

        Non c’entra direttamente con il caso nello specifico, ma comunque ho notato che in casi tipo i film di Dragon Ball (poi ridoppiati col cast della serie, tranne ”La battaglia degli dei” e ”La resurrezione di F”) e uno dei film Sailor Moon le aziende giapponesi non obbligano nemmeno la continuità vocale, e quindi ci ritroviamo casi dove i cast vengono cambiati per motivi personali (”la superiorità dei doppiatori romani” secondo il supervisore nel caso del film di Sailor Moon) o addirittura dove vengono inseriti anche doppiaggi precedenti incompleti (solo 54 episodi) e scadenti con pochi doppiatori solo perché ”è integrale” nel caso di Dragon Ball.

        Per quanto riguarda la pirateria, oltre alla dubbia legalità delle uscite home video della Sanver Production (e i loro doppiaggi osceni), hanno più volte annunciato acquisizioni di serie anime famose ovviamente mai andate in porto e acquistate da altri.

      • Apostolo

        3 Dicembre 2022 alle 16:31

        Le sigle lasciamo perdere: ”è meglio quella di Cristina d’Avena”, ”è meglio l’originale giapponese” (purtroppo condivisa dai distributori), ”è meglio quel altra”.

  • Mr Jiaozi

    2 Dicembre 2022 alle 10:19

    Non è uno spin off, ma uno di quei “sequel autonomi” che si facevano una volta (soprattutto coi gialli): torna l’investigatore e si fa un breve cenno alla vicenda passata, ma per il resto cambiano ambientazione e personaggi.

    A questo punto aspetterei un terzo capitolo, tanto è in lavorazione: se lo chiamano in originale “murder mystery party” rido fino a domani.

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