• TITOLI ITALIOTI 17^: Sequel apocrifi di Cyborg (e Nemesis?)

    Schwarzenegger in Terminator che si domanda cosa c'entri lui con Cyborg Terminator 2
    Nel 1989 esce Cyborg di Albert Pyun con Jean-Claude Van Damme, che in Italia arriva solo in videocassetta e mantiene lo stesso titolo anche in italiano; il film diventa di culto per gli appassionati di arti marziali e della fantascienza post-apocalittica.
    Negli anni ’90 lo stesso regista dà il via ad una serie di film chiamati “Nemesis” (ben 4 in totale! Onesti filmetti di serie B a budget risicato, con parte della cinematografia di Pyun). In Italia, pur di venderli in qualche modo, sono stati associati al precedente Cyborg, dando così l’illusione che la serie continuasse. Eppure sono sequel apocrifi!

    I sequel apocrifi di Cyborg (1989)

    Nemesis ⇒ Cyborg – La Vendetta (1992)
    qui addirittura il sottotitolo “la vendetta” va proprio ad illudere lo spettatore italiota, ribadendo l’appartenenza (fasulla) a Cyborg!

    Nemesis 2: Nebula Cyborg Terminator 2 (1995)
    Nemesis 3: Time Lapse Cyborg Terminator 3 (1996)
    come non resistere alla tentazione di abusare del successo di Terminator 2: Il giorno del giudizio (1991) buttandoci dentro anche un terminator adesso? Il titolo diventa così più confusionario visto che lascia immaginare che esista un primo “Cyborg Terminator”. Insomma titoli tirati a caso, anzi, a ca**o. All’epoca insieme all’acquisto della VHS davano anche una guida all’acquisto con una mappa dei film? Sarebbe certamente servita
    (Nemesis 4 invece sembra non essere mai arrivato in Italia, ci siamo persi Cyborg Terminator 4!)

    I veri sequel di Cyborg e altri… Cyborg

    La beffa è che in realtà dei sequel VERI a questo primo Cyborg sono stati realizzati per davvero! Cyborg 2 nel 1993, con una giovanissima Angelina Joulie come protagonista, e Cyborg 3: The Recycler (1995), questo non credo sia mai arrivato in Italia, anche perché sicuramente al limite del guardabile.

    Una piccola curiosità, Cyborg del 1989 avrebbe dovuto essere “Masters of the Universe 2“, ovvero il seguito di “I Dominatori dell’Universo“. Per problemi finanziari della Cannon il progetto venne cancellato e quello che rimaneva del film che il regista aveva in mente venne “riciclato” per farne “Cyborg“… quindi siamo in presenza di un film realizzato dalle idee riciclate di un sequel di un film già mediocre. Però è stato il vero esordio di Van Damme. Se questo sia un bene o un male decidetelo da soli.

    Se nel 1989 non vi bastavano i cyborg, bisogna notare che lo stesso anno del Cyborg di Pyun usciva anche un film italiano intitolato Cyborg – Il guerriero d’acciaio prodotto da uno dei Re dell’exploitation nostrana, Fabrizio De Angelis. Star di questo film: Frank Zagarino. Negli anni ’80 e ’90 bisognava stare proprio attenti a quale VHS noleggiavamo in videoteca!

  • Critica alla critica – 2° episodio – American Pie

    In questa puntata di Critica alla Critica tratto brevemente American Pie (o meglio, una sua critica).

    Fatto per i teenagers, il filmetto (subito sminuito con “filmetto”. Certo, non è “Le ali della libertà” ma insomma che moralismo questi di La Repubblica! Sempre a cercare l’occhio della madre in ogni film! Poi si dice “teenager” e non “teenagers” perché le parole straniere non accettano il plurale) parla ai teenagers (teenager) di ciò di cui vogliono sentir parlare ma lo fa con leggerezza goliardica, esorcizzando contemporaneamente l’ansia da imbranataggine e quella da prestazione (i film si fanno anche con leggerezza, ma immagino i giornalisti di Repubblica preferiscano un realismo stile documentario, da film polacco con sottotitoli in tedesco). Nel repertorio tradizionale del filone, in ogni caso, gli smaliziati Weitz pescano a piene mani, da “American Graffiti” al “Laureato” (non direi a piene mani, un pochino. Ma per essere dei buoni critici italiani è sempre bene ricordare ai lettori di essere dei connoisseur del cinema a tutto tondo). E, in fondo, gli aggiornamenti sono più apparenti che reali. Gli argomenti restano sempre gli stessi: le turbe ormonali dell’adolescenza, la prima volta, la nostalgia dei bei tempi del liceo che, ahinoi, non ritorneranno più” (eh… ahinoi!).

    (Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 1 novembre 1999)

  • Classe 1999 – doppiaggio e ridoppiaggio

    Bambino del film Classe 1999 che fa il gesto del dito medio. La vignetta legge: al nuovo doppiaggio... tiè!
    Class of 1999, originariamente chiamato 1999 – terrore in classe (fonte ignota) e poi più fedelmente Classe 1999, è una sorta di sequel spirituale e molto autoironico di Classe 1984 dello stesso regista Mark L. Lester. In questo film, che inizia in stile Fuga da New York e termina in stile Terminator, la criminalità minorile è cresciuta a dismisura e le scuole sono diventate zone smilitarizzate in mano alle gang (non è chiaro chi o cosa obblighi i giovani delinquenti ad andare a scuola ma la premessa non è da prendere proprio sul serio). Per risolvere il problema il Ministero di “Istruzione e Difesa” lancia un programma pilota per rimpiazzare i docenti con dei robot travestiti da insegnanti. Viene fuori che i robot sono difettosi (già precedentemente scartati dall’esercito) ed ingaggeranno una guerra contro gli studenti, non prima di averne ucciso qualcuno in maniera sempre molto… curiosa.

    Il film è poco pretenzioso e delinea un futuro assai deprimente… cosa che personalmente adoro. Sì, sono un fan della fantascienza a basso costo. Forse qualcuno si ricorderà che passava spesso su TMC (ve la ricordate? Poi sostituita da La7). Dal cambio con La7 il film è scomparso dalla televisione italiana per poi ricomparire in DVD. Tutto OK dunque? Manco per sogno. Come molti altri titoli, è stato ahimè ridoppiato. In meglio? Manco per sogno!
    Con la nuova versione si introduce anche un nuovo livello di bassezza nella qualità del doppiaggio italiano che speravo davvero di non dover sentire mai. Voci milanesi che vorrebbero spacciarsi senza accenti ma che poi cadono in dialettismi incomprensibili nella maggior parte d’Italia come “bigiare la scuola“. Se lo avessero doppiato a Roma allo stesso modo cosa dovevano dire, “fare sega a scuola“? E “fare forca” se lo doppiavano a Firenze?

    Il nuovo doppiaggio inoltre, con le sue voci isolatissime e con pochissime voci di fondo anche nelle scene affollate, dà proprio l’impressione di essere stato eseguito in uno studio di registrazione, una percezione che lo spettatore non dovrebbe mai avere! Quindi si ha il peggior effetto possibile, quello di esser coscienti di stare guardando un film doppiato in sala di registrazione, ovvero il fallimento della ragion d’essere del doppiaggio stesso che, ripeto, non dovrebbe mai essere coscientemente percepito.
    Ci sono doppiaggi amatoriali su YouTube di qualità nettamente superiore a questa che invece non supera mai il livello telenovela sudamericana di un canale regionale, nei momenti migliori.

    Il vecchio doppiaggio ovviamente non era così. Tante piccole cose danno spessore a un doppiaggio eseguito a regola d’arte. Prima di tutto le voci di fondo! Difatti nelle scene di massa il nuovo doppiaggio sfoggia soltanto due o tre voci dei personaggi dialoganti, il resto intorno è muto o quasi. Nella versione cinematografica si sentivano svariati commenti degli altri studenti come è ovvio che sia (tra l’altro davano anche piccole indicazioni utili alla comprensione della trama e non stonavano con il film in generale, la creatività italiana TALVOLTA aiuta il film e sottolineo “talvolta”).
    Questo mi sembra un punto chiave che può apparire poco importante ma che fa una grandissima differenza.

    Vogliamo parlare dei dialoghi? Quelli del nuovo doppiaggio sono dialoghi che non hanno sempre senso, sicuramente lo avevano in inglese ma qualcosa è stato perduto nella traduzione quasi scolastica e senza fantasia. Le frasi, già poco memorabili, sono poi peggiorate da interpretazioni pulite ma piatte, alcune senza emozioni. Se gli dovessi dare un voto da scuola media questo ridoppiaggio si beccherebbe un “gravemente insufficiente”!

    Com’era dunque il vecchio doppiaggio? Beh questo è uno di quei casi dove il doppiaggio italiano migliora il film con battute divertenti e recitazioni memorabili (spesso migliori di quelle originali), ma che soprattutto hanno senso nel contesto e non pedisseque traduzioni dall’inglese lanciate a caso. Il fatto è che non vi accorgerete mai di quanto fosse buono il vecchio doppiaggio fin quando non avrete ascoltato il nuovo.
    Ma non credete a me, ascoltate con le vostre orecchie guardandovi alcuni piccoli pezzi del film con doppiaggi a confronto.

    Il nuovo insegnante di storia

    Bigiare la scuola

    L’ora di educazione fisica

    La sequenza più indicativa secondo me è quella della rissa in classe nella quale l’attore che interpreta il robo-professore di storia ruba completamente la scena (nel doppiaggio originale) con battute anche divertenti. La nuova versione ha una traduzione più “fedele” al copione originale ma quello che dice ha sempre molto meno senso, i dialoghi sono meno naturali (oltre che meno divertenti e memorabili), sebbene nel suo caso la voce scelta sia adeguata (al contrario di molti altri personaggi).

    Bene, spero di non avervi tediato con questa filippica contro il nuovo doppiaggio di un film sconosciuto ai più. Era da tempo che volevo parlare di questo film perché quando lo rividi in DVD percepii subito che qualcosa non andava, lo ricordavo semplicemente più spassoso, con battute più memorabili. Poi vado a leggere sulla lista di film ridoppiati et voilà, mistero risolto. Ci rimasi malissimo, con il nuovo doppiaggio il film è semplicemente piatto e immemorabile, mancando di tutto quel poco che lo rendeva interessante. Per fortuna la vecchia versione è ancora recuperabile (non facilmente… ma è recuperabile) e se non avete mai visto questo film ma siete vagamente interessati a vederlo dopo la lettura di questo mio pamphlet, NON GUARDATE ASSOLUTAMENTE LA NUOVA VERSIONE perché vi rovinerebbe completamente il film, per sempre!

    Da notare la solita locandina italiana che è tipicamente più interessante del film stesso. Gli italiani in quanto a locandine non li batte nessuno.

    locandina italiana del film Classe 1999
    Mi sento di segnalare questa recensione sul sito Il cinemaniaco che forse descrive il film in maniera più interessante di quanto abbia fatto io stesso, del resto le mie trame sono solo un incipit per poi passare a parlare del doppiaggio.

    Un giorno forse analizzerò più approfonditamente i due adattamenti italiani mettendoli a confronto. Fino ad allora, buona scuola! 😉

     


    Per finire con ironia, ecco una guida a immagini su alcuni possibili effetti collaterali che possono insorgere dalla visione di Classe 1999 ridoppiato:

    Si va dalla sorpresa, dall’indifferenza e dalla confusione…


    alla nausea…

    all’autoflagellazione

    alla lotta armata…

    ai tentativi di suicidio…

    all’autodistruzione…

    …e, in casi estremi, alla morte.