Ecco un’altra “puntata” dedicata ai titoli italioti, nella forma di lista
Trading Places ⇒ Una poltrona per due
Come in molti altri casi il titolo originale ha un doppio significato, ovvero sta sia ad indicare lo scambio di ruoli (su cui si basa la trama del film) sia “luoghi d’affari”, con riferimento alla borsa di New York (altro punto chiave del film). In italiano si poteva giocare sulla parola “scambi” forse ma è si è puntato sull’uso di “poltrona” come sinonimo di un ruolo di potere, un uso molto familiare al popolo italiano. “Una poltrona per due” è un curioso sostituto ma funziona. Anche in francese si chiama così: Un fauteuil pour deux.
Scream ⇒ Scream – Chi urla muore
Dopo il successo e la fama della saga di “Scream” di Wes Craven, con quel titolo che già dopo il primo film era già diventato un marchio di fabbrica che si presenta da solo, è strano oggi riscoprire che quel primo capitolo era arrivato in Italia con un sottotitolo italiano “chi urla muore”. È vero, cerca in qualche modo di spiegare quell’anonimo “scream” (urlo, in italiano, o forse urla, imperativo del verbo urlare) ma “chi urla muore” è un po’ fuorviante, che cosa c’entra con la trama? Nel film si muore indifferentemente, che si urli o meno. Fosse stato “il terrore corre sul filo” avrei capito (lo so, lo so, quel titolo esiste già ma ci siamo capiti). Dal successivo capitolo, “Scream 2“, non sono stati più aggiunti sottotitoli inutili, a quel punto la sola parola “scream” rappresentava il film stesso. A proposito a quale capitolo sono arrivati? Al quarto? sesto? E chi è l’assassino adesso, un cugino di terzo grado del compagno di banco del killer del primo film?
Altri titoli italiani degni di nota dalla filmografia di Wes Craven sono “A Nightmare on Elm Street” diventato “Nightmare – Dal profondo della notte” in italiano e poi rimasto semplicemente “Nightmare” per i successivi episodi della saga, e “The People Under The Stairs” intitolato in italiano “La casa nera” (perché “nera”? Boh), la cui locandina è concettualmente identica a quella del film Fright Night (“Ammazzavampiri” in italiano).
Escape from New York ⇒ 1997: Fuga da New York
Escape from L.A. ⇒ Fuga da Los Angeles
Si sa, negli anni ’80 premettere un anno prossimo venturo nel titolo indicava immediatamente che si stesse parlando di un film di fantascienza, da quando Kubrick fece 2001: Odissea nello spazio ci rovinò tutti i futuri titoli di fantascienza! A proposito, quanti di voi 10 anni fa (nel 2001) sono andati su Giove all’inseguimento di un monolite nero e dopo un viaggio allucinogeno si sono ritrovati sul letto di morte per poi vedersi rinascere a grandezza pianeta? Nessuno, eh? Eh già, il futuro ahimè non è come ce lo aspettavamo.
Tornando a noi, con Fuga da Los Angeles non hanno mantenuto la forma dell’anno prima del titolo, evidentemente nel ’97 (anno di uscita del film) era passato di moda premettere la data futura.
I due titoli in DVD, messi l’uno accanto all’altro, stonano e non si trovano vicini se li mettiamo in ordine alfabetico… accidenti a voi distributori italiani, adesso la mia videoteca ordinata alfabeticamente è un casino!
Serial Mom ⇒ La signora ammazzatutti
Come posso non preferire il titolo italiano? “Mamma Seriale” non credo avrebbe avuto lo stesso impatto comico. Il film è comico e ci tengo a precisarlo, visto che in inglese all’inizio del film un messaggio d’avviso lo spaccia come ispirato ad una storia vera. Uno scherzo del regista che nuoce al film. Con un titolo come La signora ammazzatutti non ci sono proprio dubbi.
Shawshank Redemption ⇒ Le ali della libertà
Lo ammetto, un bellissimo titolo (seppur molto generico), ma la storia tratta da Stephen King già aveva il titolo di “(Rita Hayworth e) La redenzione di Shawshank” quindi perché non lasciarlo? I distributori evidentemente non ci avevano creduto abbastanza, eppure quel titolo generico potrebbe essere stato proprio la causa di una scarsa attenzione da parte del pubblico italiano. Da notare che i distributori ce l’hanno con i titoli di Stephen King: “Misery” non bastava, dovevano farlo diventare “Misery non deve morire” (quasi un titolo da western… Django non deve morire!), nonostante il romanzo si chiami “Misery” anche in italiano.
Schindler’s List ⇒ Schindler’s List – La lista di Schindler
Perché non semplicemente “La lista di Schindler”? Che senso ha tenere il titolo in inglese identico al “sottotitolo”? Qual è il vantaggio nel mantenere il titolo originale? Oppure qual è il vantaggio di tenerli entrambi, originale e tradotto? Ignavi scegliete una volta per tutte! Alla fine anche in Italia è diventato celebre per il suo titolo in inglese, con quel sottotitolo non lo ha mai chiamato nessuno e infatti è poi scomparso dalle edizioni in home video del film.
She-Devil ⇒ Lei, il Diavolo
Una traduzione maccheronica che troverebbe invece il corrispettivo italiano in “la diavolessa” o “la diavola” se la vogliamo mettere sul comico. (Grazie a Vuk, il “maccheronico” è suo così come la segnalazione del film)
Psycho ⇒ Psyco
Se non toglievano quell’acca cambiava proprio tutto! La gente non sarebbe mai andata vedere un film con un’acca di troppo. E la ypsilon? Non dava fastidio? Quella no, ma l’acca sì. Scherzi a parte, il titolo italiano di Psycho vede la rimozione dell’acca anche se questo poi è stato dimenticato e in tempi moderni continua ad essere scritto Psycho anche in Italia. Lo troviamo infatti solo nelle locandine dell’epoca ed è stato ufficialmente mandato in pensione. Quindi Psycho con l’acca è attualmente il titolo originale, ma se lo scrivete senza acca non è un errore, anzi, può essere uno spunto di conversazione.
Man’s Best Friend ⇒ Il migliore amico dell’uomo
Già un titolo veramente poco horror in originale, è uno di quei casi dove forse era meglio optare per una modifica totale. Potevano farci la grazia di rinominarlo… che so, “Il cane che uccide”, qualsiasi cosa è meglio del “migliore amico dell’uomo”. Ma del resto, a film sciocchi titoli sciocchi. Questo è uno di quei film che riguardo sempre quando passa in TV, non vorrei mai perdermi la scena del cane che si ingoia un gatto per intero aprendo le fauci in stile serpente, la pipì acida stile sangue dell’alieno in Alien, e altri gadget bioingegneristici di questo cane modificato geneticamente. Chissà perchè mi affeziono sempre a film così scadenti! Sarà il fattore sentimentale per il fatto che me li sia visti in gioventù.
Questo filmaccio mi ricorda un altro filmaccio sempre dalle estati “Notte Horror” di Italia 1, ovvero “Ghost in the Machine” tradotto in Italia con un titolo sempre in inglese di “Killer Machine“. Occhio che non è “Ghost in the Shell“!
Groundhog Day ⇒ Ricomincio da capo
Poteva chiamarsi tranquillamente “Il giorno della marmotta”, sarebbe stato un titolo divertente e memorabile rispetto al generico e poco memorabile Ricomincio da capo, che va a confondersi con una cornucopia di tanti altri titoli che iniziano con “Ricomincio” (Ricomincio da tre, Ricomincio da zero, Ricomincio da me, …). Il titolo italiano ha due chiavi di lettura, quella più letterale, che descrive la trama del personaggio di Bill Murray costretto a rivivere da capo lo stesso giorno, e quella meno letterale (forse un po’ “spoiler”?) legata alla risoluzione della trama: Bill Murray deve ripensare interamente a sé stesso e diventare una persona migliore se vuole uscire dal loop temporale. Anche a questo probabilmente si riferisce il “ricomincio da capo”. Ma se il titolo del film fosse cambiato ufficialmente in “Il giorno della marmotta” non penso che me ne lamenterei.
The Princess Bride ⇒ La storia fantastica
Viva l’immaginazione, è sempre bello sfruttare il successo di altri film (“La storia infinita”) per vendere un nuovo prodotto senza rischiare troppo. Avevano paura che “La principessa sposa” avrebbe fatto pensare a un film romantico? Altri film che potevano chiamarsi “La storia fantastica” potrebbero essere: Labyrinth, Willow, Il Signore degli anelli, Il mago di Oz, etc… praticamente qualsiasi storia con ambientazione “fantasy”.
A proposito di Labyrinth… lo sapevate che il titolo ufficiale in italiano è “Labyrinth – dove tutto è possibile“? Io lo scopro solo ora e allibisco. Da piccolo lo chiamavo semplicemente “Labyrinth” e non penso che il titolo intero abbia mai attecchito. Gli italiani sono sempre stati affascinati dalle parole in inglese di cui possono intuire il significato.
Il libro da cui è tratto il film si chiama appunto “The Princess Bride” del 1973, pubblicato in Italia nel 1988 dalla casa editrice Sonzogno come “La storia fantastica” perché uscito in contemporanea con il film. Traduzione è di Massimiliana Brioschi. Viene ristampato della Bompiani nel 1990 e poi dalla casa editrice Marcos y Marcos nel 2007, e in questa occasione cambia il titolo italiano con è una traduzione diretta di quello originale: La principessa sposa. Il testo però dovrebbe essere lo stesso, la traduttrice rimane quella del 1988.
Scrooged ⇒ S.O.S. Fantasmi
Credo di aver già accennato a questo film in passato, ad ogni modo non ho spiegato il perché del titolo italiano.
Mentre il titolo originale fa giustamente riferimento alla storia Canto di Natale di Dickens (con protagonista Ebenezer Scroge) di cui questo film è una rivistazione in chiave moderna e comica, i distributori italiani hanno giocato sporco pensato di sfruttare la presenza di Bill Murray, all’epoca molto celebre in Italia grazie a Ghostbusters, usando un titolo che ricordasse proprio “Gli acchiappafantasmi“, così in Italia viene distribuito come S.O.S. Fantasmi. Certo, c’è la scusante che i fantasmi del Natale passato presente e futuro vengano in soccorso del protagonista per fargli cambiare stile di vita e trasformarlo in una persona migliore, ma non mi dite che non ha niente a che vedere con gli acchiappafantasmi, multimilionario successo al botteghino di pochi anni prima. Un film che ha per protagonista Bill Murray, presentato con la parola “fantasmi” nel titolo non può che garantire un afflusso di bambini al cinema (e relativi genitori paganti). Così ragiona la distribuzione.
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16 Commenti
utente anonimo
7 Marzo 2011 alle 16:43Ho perso un po' delle puntate precedenti e quindi non so se ne hai già parlato.
Due dei film con i titoli più fuorvianti secondo me sono
Eternal Sunshine of the Spotless Mind -> Se mi lasci ti cancello
Che tradotto sembra una commediola romantica alla "ti presento i miei"
L'altro titolo è
Wag the dog -> Sesso & Potere
che uno poi si aspetterebbe un porno…
Evit
7 Marzo 2011 alle 17:53Non ne ho ancora parlato di questi titoli ma "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" omai è diventato l'emblema più noto della titolazione ridicola in Italia e quindi si trova già ampiamente discusso in moltissimi forum. Putroppo non l'ho visto e mi mantengo sui film che conosco per lo più, comunque vedrò di citarlo en passant alla prima buona occasione.
Grazie
Ciao
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30 Gennaio 2017 alle 18:58rinoceronteobeso
1 Ottobre 2020 alle 16:48Necroposting estremo (quasi dieci anni, buon dio), ma qui manca un classico dei titoli italioti.
Nel 1940 Howard Hawks gira il caposaldo della commedia brillante His Girl Friday.
Friday è con la F maiuscola, a intendere il Venerdì di Crusoe, e a giocare sull’espressione “Man Friday” (fedelissimo, assistente, tirapiedi, lacchè).
In italiano non è diventato qualcosa come (in ordine crescente di letteralità e decrescente di plausibilità): “A sua disposizione”, “L’aiutante coi tacchi a spillo” o “Venerdì in gonnella” (oggi sa di stantìo, all’epoca sarebbe stato perfetto): è diventato “La Signora del Venerdì”.
Evit
3 Ottobre 2020 alle 17:47Il mettere maiuscole su tutte le iniziali del titolo non deve aver aiutato molto ad identificarlo, per gli anni ’40. Non l’ho mai visto ma questo “venerdì” c’entra qualcosa con la trama?
Su Wikipedia leggo
Quando scrivono “si potrebbe tradurre come…” forse volevano dire “La sua ragazza Venerdì” (e non “del Venerdì”)? Sennò che correzione è 😀
“L’aiutante coi tacchi a spillo” è molto divertente, forse più anni ’80 che ’40.
rinoceronteobeso
4 Ottobre 2020 alle 03:15Penso proprio che quel “del” fosse spurio. E no, “Venerdì” non c’entra un fico secco.
Un altro titolo italiota non da poco è “La moglie del soldato”.
È la traduzione letterale del titolo provvisorio originale “The Soldier’s Wife”, che Kubrick in persona intimò di cambiare in “The Crying Game” per evitare che gli spettatori pensassero di avere a che fare con un film americano di Vietnam e vedove, come accadde infatti puntualmente in Italia.
Il doppiaggio (buono) del suddetto (bellissimo) film presenta peraltro alcune difficoltà assolutamente peculiari, che non posso discutere oltre senza rivelare la trama.
Evit
4 Ottobre 2020 alle 08:44Di quello conosco già il colpo di scena ?
Non è inusuale che in Italia arrivino con una traduzione dei titoli provvisori originali, dipende molto dalle tempistiche dell’arrivo in Italia e da quelle della decisione del cambio di titolo negli Stati Uniti. Non avevo idea che c’entrasse qualcosa Kubrick!
rinoceronteobeso
4 Ottobre 2020 alle 14:05Kubrick, amico di Jordan, fu molto presente nella lavorazione, dando anche qualche consiglio molto azzeccato in fase di casting. Anche qui glisso sui dettagli e rimando al commento sul DVD e alle retrospettive sul Guardian.
Tra l’altro quel film ebbe un atroce finale alternativo (presente sul DVD e su YouTube) voluto dalla produzione, poi tagliato sotto i fischi della “test audience” in favore di quello inizialmente voluto e lungimirantemente girato dal regista.
rinoceronteobeso
16 Ottobre 2020 alle 07:43Altro titolo italiota di lusso: “Date Movie” diventa “Hot Movie – Un film con il lubrificante”.
Il sottotitolo è l’ottava meraviglia del mondo.
Evit
25 Ottobre 2020 alle 11:36Quelli delle commedie demenziali sono sempre così in Italia. Penso sia diventato famoso Treciento anche per quella i ignorante ahah!
Paolo "Pisolo" Ciaravino
7 Febbraio 2023 alle 15:00Sono finito per caso su questo vecchio articolo cercando altro, ma come spesso succede poi mi fermo a leggerti ché è sempre un piacere.
Volevo segnalare una svista (se non la sto facendo io) a proposito di The Princess Bride/La Storia Fantastica e la titolazione dei libri. A meno di edizioni precedenti di cui non sono a conoscenza, inizialmente il libro si intitolava proprio La Storia Fantastica nell’edizione Sonzogno dell’88 (io ne possiedo una che credo sia Bompiani dell’89 o giù di lì; purtroppo al momento non posso controllare e dirlo con precisione) e solo nel 2007 Marcos y Marcos l’ha ripubblicata col titolo di La Principessa Sposa. Lo ricordo anche perché in libreria fui molto tentato di prenderlo, per dar voce al mio complesso del collezionista e averlo con il titolo vero, giustificandomi con il fatto che la mia vecchia edizione rischia di cadere a pezzi (vero) e chissà come era la prima traduzione. Per fortuna con la maturità riesco a tenere a bada il suddetto complesso 😀
In sostanza le cose dovrebbero stare al contrario rispetto a quel che hai scritto.
Evit
12 Febbraio 2023 alle 11:44Grazie per la segnalazione. L’ho sistemato. Forse hai fatto bene a non ricomprarlo perché è comunque la stessa identica traduzione.
Paolo "Pisolo" Ciaravino
12 Febbraio 2023 alle 13:25Figurati, quella sarebbe stata solo una graziosa aggiunta al vero motivo: volevo il libro col titolo corretto, perché, anche se adoro il film, ho sempre detestato il titolo italiota. In altri tempi lo avrei preso solo per questo, ma per fortuna sono diventato più vecchio e più saggio. Strano comunque che dopo vent’anni non lo abbiano anche ritradotto.
Daniele
21 Marzo 2024 alle 11:36E a proposito di titoli e di Scream, nell’ultimo Scream, oltre al fatto che almeno in una scena il contenuto trasmesso dalla TV guardata da un personaggio è lasciato in originale (un malcostume sconvolgente degli ultimi anni che per me già fu un autentico trauma quando vidi C’era una volta a Hollywood…) nei dialoghi titoli come “La bambola assassina”, “Natale rosso sangue” e simili sono tutti citati in originale nel doppiaggio italiano (Child’s play, Black Christmas…) ma perché?!
Daniele
21 Marzo 2024 alle 19:51Pardon: ho detto l’ultimo; credevo lo fosse, ma a quanto pare ne hanno fatto un sesto subito dopo. Non sapevo. Mi riferivo dunque al quinto uscito semplicemente come “Scream” (mah). A parte quella cosa francamente molto fastidiosa e inspiegabile di cui parlavo sopra (e che puzza d’imposizione dall’alto) l’adattamento del grande Carlo Valli mi è parso ottimo.
Evit
21 Marzo 2024 alle 20:14Certe cose oggi davvero non si possono decidere più in sala. Nel bene e nel male.