Forse vi ricordete che mi ero lamentato dell’incredibile rimando di cinque mesi sull’uscita italiana del film La cosa (The Thing, 2011) che in Italia dovrebbe uscire il 4 maggio. Come appassionato del film di Carpenter (La cosa del 1982), di cui questo film è un prequel, non vedevo l’ora di andarmelo a vedere ma ahimè queste scelte commerciali italiane hanno fatto sì che uscisse prima in DVD all’estero che in Italia al cinema. Potendomi guardare il film in lingua me ne sono fregato di attendere la versione italiana e mi sono “goduto” questa “cosa”.
Ebbene, adesso capisco perché lo vogliano spacciare come un’uscita estiva. Il film è alla stregua di Jason X, o Freddy vs. Jason, un horror per teenager dai gusti cinematografici ancora in maturazione, diciamo. Una regia da telenovelas che fa rimpiangere i veri registi (tutti i dialoghi erano accompagnati dalla poco fantasiosa soluzione della doppia telecamera statica fissata su ciascun volto alternatamente, l’ABC della regia proprio), i dialoghi completamente da cestinare (se non erano tipo “stai bene? Si sto bene, tu tutto bene? Si, tutto bene” allora erano del tipo “cazzo! Oh mio Dio!“), i personaggi uno più dimenticabile dell’altro (tra l’altro si somigliavano pure ed erano vestiti in maniera identica, non era mai chiaro chi mancasse all’appello o chi fosse appena morto), l’assenza di un protagonista carismatico o di qualsiasi cosa che rassomigliasse vagamente ad un protagonista, una marea di cliché (incluso il mostro onnipotente che si riduce a far volare in aria la protagonista invece di ucciderla subito così da darle tempo e modo di scappare, una soluzione utilizzata anche da Voldemort nell’ultimo Harry Potter), forzature della trama che poi non combaciano con il film del 1982… tutto concorre al tracollo di un film che avevo SPERATO fosse almeno decente!
È evidente che il regista e lo sceneggiatore di questo film non hanno la minima idea sul perché la La cosa del 1982 sia un bel film e perché invece la loro è una bidonata di mediocrità cinematografica.
Se siete in cerca di un horror estivo, alla stregua degli slasher-movie come Halloween 20 anni dopo e Jason X, questo film non deluderà. Coloro a cui piace il buon cinema possono tranquillamente evitarsi questo polpettone immaturo.
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fibrizio
31 Marzo 2012 alle 23:19Non posso che condividere dalla prima all’ultima parola.
Per non parlare di questi scontri-fotocopia dove il mostro allontana la vittima anziché ucciderla sprecando tempo in inutile violenza (o come Kaio che anziché uccidere Ken lo crocefigge).
Nikolaus Giove
2 Aprile 2012 alle 17:20Critiche un pò severe ma sostanzialmente condivisibili e giuste soprattutto riguardo la regia di questo prequel. Comunque vorrei spacciare una lancia (si si “spacciare”, mi è venuto spontaneo) a favore di un aspetto di questo film. Ovvero, mi sembra apprezzabile l’impegno nel creare la continuità con il ben noto lavoro di Carpenter: l’ascia conficcata alla parete di legno della baita, il mostro a due facce che verrà poi scoperto bruciato dalla spedizione, l’elicottero che alla fine insegue il cane identico a quello dell’incipit del film di Carpenter e guidato da Lars, l’unico tra i norvegesi a non parlare inglese (infatti non riuscirà a farsi capire dagli americani e non potrà quindi avvertirli che il cane in realtà è il mostro). Per il resto si, ci si poteva aspettare molto di più.
Evit
2 Aprile 2012 alle 18:53Guarda, le scene finali montate sui titoli di coda sono le uniche interessanti e che danno una certa familiarità (anche grazie alla musica di Morricone ripresa solo per i titoli di coda). Per il resto bocciato! La continuità è forzata quando non errata, eccetto nei casi che hai elencato tu. La creazione del mostro con due facce fuse è la più forzata di tutte. Gli stessi comportamenti della cosa erano più stile “licker” del gioco Resident Evil che de’ La Cosa di Carpenter. Nei video degli “svedesi” del primo film si vedeva che prima si disponevano a cerchio per capire l’estensione dell’astronave e infine liberavano l’astronave dal ghiaccio facendo detonare delle cariche esplosive, di questo non c’è traccia nel prequel. Infine (e questa è una delle cose più fastidiose) la creatura vuole ritornare all’astronave per ripartire e l’accensione dei motori causa lo scioglimento del ghiaccio, ma se l’astronave funzionava cosa ha impedito alla Cosa di partire immediatamente dopo lo schianto sulla Terra avvenuto migliaia di anni fa? Perché invece si è trascinata fuori a congelarsi? Lo svolgimento dell’intera trama è così balzano che fino a poco prima dei titoli di coda ho temuto fosse un cosiddetto “reboot”. Questo Matthijs van Heijningen Jr. per me poteva rimanere sconosciuto ancora a lungo.
fibrizio
3 Aprile 2012 alle 21:24Il fascino dell’astronave aliena cche dopo 100 mila anni riparte come nulla fosse non ha prezzo.
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28 Maggio 2012 alle 08:13Pingback:
21 Giugno 2012 alle 14:29Pingback:
9 Novembre 2012 alle 22:44jastinpio
19 Febbraio 2014 alle 11:01Penso che sia sul podio dei “remake di cui nessuno sentiva il bisogno” degli ultimi 10 anni…
Evit
19 Febbraio 2014 alle 11:27Credo proprio di si, sicuramente nella “top 10”