Punto di non ritorno (Event Horizon, 1997) in italiano è un curioso assortimento di esempi positivi su come adattare bene i dialoghi per il cinema di fantascienza ed esempi negativi su come non si dovrebbe tradurre e adattare un copione, regalandoci così allo stesso tempo errori faciloni vecchio stile e perle per i posteri.
Iniziamo con il dire che questo film rientra nei limiti di un’epoca nella quale ancora non era comune l’abuso di termini superflui in lingua inglese come maschera del provincialismo, del conformismo e sintomo di una scarsa conoscenza delle lingue (come ben spiegato in questo articolo in lingua inglese). Il suo adattamento italiano, sebbene non privo di errori e traduzioni dubbie, non pecca di un uso scorretto del linguaggio… la lingua parlata nel film è effettivamente “italiano” (oggi, 20 anni dopo, questa osservazione non è poi così ovvia) e da quel punto di vista caga in testa a qualsiasi The Martian, Captain America, Star Wars della Disney, etc… difatti we’re aborting non diventa “abortiamo” come accadeva in The Martian; override e airlock non rimangono “override” e “airlock” anche in italiano come abbiamo sentito in Interstellar (una delle poche cose di cui peccava); persino offline non rimane all’inglese ma trova un suo corrispettivo funzionale alla trama con “non più attive”… eppure, guarda un po’, il film è riuscito a riportare ugualmente il loro significato nella nostra lingua con estrema naturalezza perché non sono elementi intraducibili come qualcuno potrebbe credere oggi, nel 2017, a neanche vent’anni di distanza.
Stabilito dunque che in questo film doppiato si parla un italiano plausibile e non un calco dei dialoghi in lingua inglese, privo anche di termini lasciati in inglese con la scusa d’essere “tecnici”, vediamo quali sorprese ci riserva l’adattamento di Punto di non ritorno e cominciamo, come sempre, dal titolo.
Un titolo bivalente in entrambe le lingue
Il titolo originale, Event Horizon, non è un nome casuale assegnato dagli sceneggiatori all'(astro)nave fantasma che funge da ambientazione per il film. Il nome fa riferimento a un concetto della relatività generale riferita ai buchi neri, l’orizzonte degli eventi che su Wikipedia in lingua inglese viene descritto in parole povere (“in layman’s terms“) come the shell of “points of no return“, i punti oltre i quali l’attrazione gravitazionale diventa così grande da rendere la fuga impossibile, anche per la luce. I buchi neri sono l’argomento principe nel film dato che il motore della nave Even Horizon sfrutta proprio i buchi neri (creati artificialmente) per viaggiare oltre i confini della galassia. [È curioso notare che nei dialoghi originali qualcuno chieda a Sam Neill di spiegargli il concetto proprio in “layman’s terms”… richiesta che dopo porterà alla battuta “Fuck layman’s terms, do you speak English? / Parole povere un cazzo, potrebbe parlare come noi?”]
È adesso chiaro che la scelta del titolo non è così casuale come potrebbe apparire di primo acchito a molti ma, al contrario, è stata ben ponderata e mira a riportare un doppio senso nel titolo: se in originale questo includeva sia il nome della nave che il concetto fisico relativo ai buchi neri, in italiano (e direi molto appropriatamente) il titolo fa sia riferimento al concetto fisico dell’orizzonte degli eventi che a un più generico “punto di non ritorno”, che ben si adatta al genere horror. Simili sforzi sono lodevoli se valutati oggi, nell’era di titoli sputacchieri alla CaPTain America. Direi che i paesi di lingua spagnola si siano impegnati molto meno con la loro nave de la muerte, sebbene abbiano indovinato perfettamente il corretto sottogenere horror, cosa per altro ben spiegata in questo approfonditissimo articolo del nostro blog amico Il Zinefilo, vero ispiratore della mia analisi sull’adattamento.
L’adattamento italiano
Seppur in generale molto buono e con dialoghi che non sono mai traduzioni letterali (nel 2017 questa sola frase potrebbe concludere la mia analisi), l’adattamento rimane un po’ altalenante purtroppo.
A volte frasi secondarie e tutto sommato inutili vengono cambiate con altrettanta inutilità, come hats off in the tank (niente cappelli nelle vasche) — detto dal capitano prima di togliere il cappello a un membro dell’equipaggio che lo stava ancora indossando mentre entrava nella “vasca ionica” — che diventa “apri il portello delle vasche“(?). Altre volte i dialoghi tendono alla semplificazione (probabilmente per questioni di tempi del labiale), già nei primi 5 minuti infatti troviamo espressioni colorite molto comuni negli horror americani di quegli anni: es. “I haven’t got more than my hand in weeks” (letteralmente: “non ho avuto altro che la mia mano nelle ultime settimane”) diventa più comprensibilmente “sei settimane senza sesso“.
Altre volte ancora la presenza di battute è intuibile solo dalle espressioni degli attori, come quando la spalla comica di colore (altro elemento tipico degli horror di quell’epoca) dice al collega in procinto di uscire in esplorazione: “oh, calmo, calmo, dimentichi la valigetta“, mentre invece in inglese recitava “caro, caro, dimentichi la valigetta” (honey, honey, don’t forget your briefcase!), una frase stereotipata da moglie casalinga anni ’50 che aiuta il marito a prepararsi ad andare a lavoro. E non si capisce infatti perché in italiano l’altro debba ridere visto che effettivamente poi gli viene passata una valigetta con la strumentazione.
Originale: We have a lock on Event Horizon’s navigation beacon.
Doppiato: Stiamo ricevendo il riflesso luminoso della Event Horizon.
Eh, cosa? Avete tradotto navigation beacon come “riflesso luminoso” invece di “radiofaro”? Mai visto Alien e Aliens a cui questo film si ispira PESANTEMENTE, tanto da esserne quasi una fotocopia? (tranne nei momenti in cui diventa “Hellraiser in space” ovviamente)
Ribadisco di non voler dare l’impressione che il gergo tecnico sia costantemente sbagliato, tutt’altro! Il film brilla in moltissimi momenti ed è proprio per questo che le piccole sviste risaltano ancora di più.
“Si usa un trattenitore di campo magnetico per mettere a fuoco un fascio luminoso di gravitoni in modo che pieghino lo spazio tempo conformemente alla legge della dinamica tensiva di Weyl, finché la curvatura dello spazio-tempo non diventa infinitamente grande producendo un’eccentricità…”
Il “drive” che tanto fa fantascienza
Il problema è la scelta italiana di tradurre quel drive come trasferitore (eh, cosa?). Abbiamo dunque un trasferitore ionico (ion drive) ed un trasferitore gravitazionale (gravity drive)… ma cosa trasferisce esattamente? Potremmo dire che, trattandosi di fantascienza, trasferirà ioni (???) in una maniera a noi sconosciuta e quindi insondabile ma che in qualche modo fa funzionare quella tecnologia, praticamente l’equivalente di un motore a cosi ionici, è fantascienza… che ce ne frega, giusto? Ma il “drive” non è poi così insondabile e di difficile comprensione per gli americani, è semplicemente una “propulsione”. Ricordate la propulsione silenziosa (silent drive) di Caccia a Ottobre Rosso? Anche quella era tecnologia fantascientifica ma di significato immediatamente comprensibile e forse avrei preferito che lo fosse anche qui. Una propulsione ionica e una propulsione gravitazionale non sfigurerebbero affatto nei dialoghi italiani di Event Horizon. Peccato fu deciso di tradurlo con un “coso” invece.
Il latinorum spaziale
MESSAGGIO REALE / MESS. PERCEPITO (lingua originale)Libera tutemet / liberate me______MESSAGGIO REALE / MESS. PERCEPITO (doppiato)Liberate vos / liberate me______Come sarebbe dovuto essere…MESSAGGIO REALE / MESS. PERCEPITO (doppiato)Liberate vos / Liberate nos
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16 Commenti
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30 Gennaio 2017 alle 07:30Matt
1 Febbraio 2017 alle 16:25Madonna,uno dei miei film preferiti proprio!
domanda off topic:
Evit,ma quel thxita sul sito original trilogy sei tu no?
Quel trotasecca che ti ha chiesto gli screen dei sottotitoli di jabba sono io ,scusa se non mi sono presentato 😉
Evit
1 Febbraio 2017 alle 16:31Ciao Matt, ho letto e ti ho risposto. Scusami ma non sono propenso a condividere materiale di riferimento che mi è costato molta fatica.
Siamo in attesa che Harmy pubblichi la sua versione “ultima” così potremo metterlo a frutto dedicandoci anche agli altri due film della saga, fino ad ora non abbiamo voluto lavorare su versioni incomplete altrimenti ci toccherebbe rifare lo stesso lavoro due volte. Siamo tutti in attesa di Harmy, tu come noi, ma si presume che arriverà a breve. Spero che tu capisca la cosa e scusa se posso essere sembrato brusco.
Matt
1 Febbraio 2017 alle 16:41Oh scusa non avevo visto la risposta,lascia perdere era solo una curiosità
Evit
1 Febbraio 2017 alle 16:43Ti assicuro che non è lontanissimo, almeno così mi dice Harmy. Rimango fiducioso!
Matt
1 Febbraio 2017 alle 16:44Anzi sono stato io un po’ cafone a chiedertelo senza chiedertelo qui o al limite in privato,anche perchè hai dovuto fare una gran fatica per ottenere quelle foto,scusa ancora
Evit
1 Febbraio 2017 alle 16:57Se vuoi posso mandarti i dialoghi scritti, anche se potresti dover aspettare un po’ perché al momento sono molto impegnato nella prossima uscita, “1997 Fuga da New York” interamente in italiano (titoli e tutto), che nessuno ha più visto dal 1981!
Matt
1 Febbraio 2017 alle 16:46Perfetto! Non vedo l’ora di vederli perchè come Harmy ho visto solo le special edition di quei film!
Matt
2 Febbraio 2017 alle 15:39Non sapevo stessi lavorando a 1997! Mi terrò aggiornato è uno dei miei film preferiti
Evit
2 Febbraio 2017 alle 15:42Sì, ne avevo parlato nella recensione del film qualche mese fa ma era ancora in lavorazione, prossimamente scriverò qualcosa in proposito, ma scrivimi un messaggio privato sulla pagina Facebook di Doppiaggi italioti che ti informo in merito
Matt
2 Febbraio 2017 alle 16:10Purtroppo non ho Facebook,come qualsiasi altro social network.Potrebbe andare bene uguale via email?
Evit
2 Febbraio 2017 alle 16:12Ti invidio. Allora ti scrivo via email
Matt
2 Febbraio 2017 alle 16:47Ok grazie
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