Rieccoci al nuovo appuntamento settimanale di Locandine all’Amatriciana, la mia rubrica di ribellione verso i titoli lasciati in inglese. In questo caso però non mi lamento troppo di Hunger Games che nel film è dopotutto l’unica parola lasciata in lingua originale e non dava neanche troppo fastidio (veniva detta veramente poche volte). Presumo che possa esserci stata una scelta di adattamento per il film che fosse in linea con quella del romanzo (appena lo leggo vi aggiorno in merito).
Per chi se lo stesse domandando “the hunger games” significa letteralmente “i giochi della fame”, dato che i partecipanti erano presi tra i poveracci… gli affamati.
L’unica altra parola non italiana era Capitol City, il nome della capitale, che inizialmente avevo creduto fosse un nomignolo per indicare “la capitale” (capital è pronunciato capitol). Invece leggo che si tratta proprio di una città chiamata Capitol (o i costruttori di tale città erano dei megalomani oppure è l’autrice che manca un po’ di fantasia). Insomma come quella nei Simpson che diventa un po’ un nome e un po’ un trucco narrativo per non far sapere in quale stato si stiano svolgendo i fatti narrati.
Se qualcuno scrivesse un romanzo distopico italiano sarebbe da ambientare le vicende in una immaginaria “Capoluogo” e che tale parola rimanga inalterata nelle traduzioni, perbacco!
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fibrizio
11 Maggio 2012 alle 20:44Incuriosito dalla nota su Capitol City me la sono cercata su internet e sulla sola wikipedia ho trovato una breve nota dove si asserisce come vicino all’odierna Metropolis c’era un progetto per una Capitol City che avrebbe fatto il D.C.. Nessun altra nota in merito però.
A parte questa curiosità credo che, come hai suggerito te, il nome fosse derivato solo dalla scarsa fantasia dell’autrice e dalla sua ispirazione al mondo romano, da cui la scelta per Capitol.
Evit
11 Maggio 2012 alle 21:01Si gli sarà piaciuta la parola “campidoglio” o forse negli anni ’80 era un’appassionata di Capitol.
fibrizio
12 Maggio 2012 alle 00:14Ahahahahaha. Preferivo immaginarla esperta di minuzie statunitensi che di questa orrenda soapopera!
Leo
12 Maggio 2012 alle 01:07http://www.facebook.com/note.php?note_id=119653114778102
non ho trovato il video ma la scena è da citare…
Evit
12 Maggio 2012 alle 01:46Ahahah hai una scena dai Simpson per ogni occasione Leo, quella era geniale, peccato non si trovi.
andreasperelli2k
12 Maggio 2012 alle 10:08Questa volta non mi trovi d’accordo, perché hanno lasciato il titolo del film in inglese senza trovare una traduzione per “hunger games”? Cosa comunica un titolo del genere, possibile che non ci fosse un modo di tradurlo? Come dicevo nell’altro post, quanta gente sa cosa significa “hunger?”
Evit
15 Maggio 2012 alle 09:15Comprendo perfettamente e condivido il tuo punto di vista Andrea, per la gente che non conosce la parola “hunger” certo questo titolo risulta comprensibile solo a metà. Forse avrebbe potuto avere un sottotitolo esplicativo come del resto è accaduto in altri paesi. In tutto il mondo infatti questo titolo ha avuto traduzioni più o meno alla lettera (giochi della fame) anche se devo ammettere che, come notava anche Fibrizio, non mi pare che una traduzione alla lettera in italiano sia un granché.
Se sono stato meno aspro del solito è in parte per non fare sempre la parte del vecchio aspro e astioso che odia tutto… in parte anche perché non ho ancora letto il libro e quindi mantengo le mie riserve riguardo alla traduzione del film (e quindi del titolo) che sicuramente sarà legata (se non inibita) da scelte invece editoriali. Insomma se nel libro si parla di “Hunger Games” anche in italiano, è chiaro il motivo per cui abbiano lasciato questa parola inalterata nell’adattamento italiano del film.
fibrizio
12 Maggio 2012 alle 11:00In questo caso onestamente credo che tradurlo, senza tradirlo, sarebbe stato davvero difficile. Come lo avrebbero potuto chiamare? “I giochi della fame”? Oppure “Giochi della bramosia”? Non so, forse “giochi del disio”. Onestamente credo che in italiano ciascuno di questi titoli suoni un po’ ridicolo, soprattutto nel contesto culturale, laddove in inglese un cognome tipo Skywalker passa, mentre noi ci sbellicheremmo dalle risate per un tale Camminacieli (per tirarne una in ballo).
Evit
15 Maggio 2012 alle 09:16“I giochi del disio” ahahah!
Sei proprio entrato con piacere nella filosofia ironico-italiota della rubrica “Locandine all’Amatriciana” eh?
andreasperelli2k
12 Maggio 2012 alle 11:46Beh, ci si poteva prendere qualche libertà e tradurlo “giochi di morte” sarebbe stato un po’ più comprensibile di “hunger games”.
Per il resto concordo che l’italiano è meno “flessibile” dell’inglese e che Skywalker sarebbe stato intraducibile.
fibrizio
12 Maggio 2012 alle 12:57Sul fatto che sarebbe stato più comprensibile non ho da obiettare, l’unica cosa sulla quale cosento con i traduttori è la difficoltà di trovare un titolo adeguato, che allo stesso tempo non né alteri esageratamente il significato.
Dico questo nel senso generale dell’opera, dove ci si basa molto anche sul linguaggio utilizzato. Per esempio i soldati che vengono chiamati pacificatori e che sono vestiti di bianco, il fatto che essere scelti per i giochi sia quasi una sorta di onore, che si auguri fortuna ai partecipanti e via discorrendo.
In questo contesto è chiaro che chiamare i giochi tipo “giochi della morte” non sarebbe stato molto appropriato, dacché avrebbe cozzato col velo di ipocrisia di cui erano invece coperti. Forse “giochi della speranza” avrebbe potuto funzionare.
Da questo punto di vista forse il migliore sarebbe davvero stato “giochi della gioventù”, benché si sarebbe trattato di una vera e propria reinterpretazione (quasi goliardica).
Evit
15 Maggio 2012 alle 09:21“I giochi della speranza” lo trovo molto appropriato da quel punto di vista. Forse Fibri avresti potuto aiutare l’autrice in una stesura del libro che fosse ancora più arguta.
Evit
15 Maggio 2012 alle 09:25Comunque grazie per i bellissimi commenti che completano l’opera di questo blog. Guai se altri lettori si fermassero a leggere soltanto i miei articoli senza poi leggersi i commenti, si perderebbero considerazioni aggiuntive e spesso interessanti riflessioni che considero validissime estensioni della mia opera e parte integrante di essa.
ᎬᎵ ᎦᏈᎵᎡᎴ
21 Dicembre 2015 alle 11:57Posso aggiungere una cosa?
Anche se la colpa è da imputare al libro, credo che mantenere il nome originale degli ‘Hunger Games’ rovini l’atmosfera molto classicheggiante che gira intorno ai giochi, atmosfera che è in un interessante contrasto con l’ambientazione futuristica.
Non è solo questione di comprensibilità.
Dato che so che ora hai letto i libri, vorrei chiederti cosa ne pensi della traduzione italiana del termine ‘Quarter Quell’ (tradotto in ‘Edizione della Memoria’… so che hai letto i libri in inglese!).
Evit
21 Dicembre 2015 alle 12:23Come diceva Andrew, effettivamente i libri avrebbero giovato di qualche italianizzazione nei nomi se non altro. Non avendoli letti in italiano non mi esprimo oltre, suppongo siano simili all’adattamento del film.
Non mi sono mai domandato molto riguardo l’adattamento dei film perché vidi il primo in italiano (e mi piacque), quindi ho iniziato a conoscere la serie proprio in italiano. Poi mi comprai i libri in inglese e li lessi tutti mentre usciva il secondo film. Già con il terzo e quarto film (che non mi sono degnato di vedere) il mio interesse verso la serie era scomparso. Per questo non ho mai avuto modo di riflettere sull’adattamento.
Hai ragione “EP” quando sottolinei il contrasto tra ambientazione futuristica e riferimenti classici, ma più che classici direi che la società della capitale era tornata ad essere barocca (sia nel linguaggio che nei vestiti), quindi parliamo forse di un riferimento al diciottesimo secolo. Nel film non ricordo se questo era reso nei dialoghi (forse più negli atteggiamenti che altro), e nel libro non saprei proprio.
Pingback:
9 Novembre 2012 alle 22:45ᎬᎵ ᎦᏈᎵᎡᎴ
21 Dicembre 2015 alle 14:59Con ‘classicheggiante’ intendevo tutti i riferimenti al mondo classico, come le lotte tra gladiatori, l’ispirazione della serie.
E posso sapere come avresti tradotto ‘Quarter Quell’ in italiano? ‘Soppressione venticinquennale’ non mi pare questo granché…
Evit
21 Dicembre 2015 alle 15:07Mi rendo conto solo adesso (prima rispondevo via app su cellulare, quindi pensavo fosse un commento sotto ad un differente articolo) che stai scrivendo sotto a questo vecchio, vecchissimo articolo contenente una delle famose “locandine all’Amatriciana”, locandina che non vuol essere altro che un “divertissement”, nel caso tu abbia creduto che io ritenga che tutto fosse da tradurre, incluso il titolo. Nelle note sul film avevo notato che per fortuna non c’erano troppi termini lasciati in inglese come era (e ancora è) abitudine fare con i film doppiati in tempi moderni.
Inoltre non mi pare di aver detto di avere niente contro “Edizione della memoria” al posto di “quarter quell” in particolare, quindi perché insisti nel voler sapere come IO avrei tradotto questa o quella specifica cosa, dando poi per scontato che avrei preferito una cosa alla lettera come “soppressione venticinquennale”?
ᎬᎵ ᎦᏈᎵᎡᎴ
21 Dicembre 2015 alle 15:16Scusa, credo ci sia stato un malinteso!
So bene che questa rubrica è satirica, e semmai sono IO che pensa che sia tutto da tradurre. Probabilmente sono più purista di te xD
Quella mia domanda sul ‘Quarter Quell’ non era un ‘se ti lamenti tanto degli adattamenti italiani, prova a tradurre tu’, ma era proprio curioso di sapere come una persona che padroneggia bene sia italiano che inglese (il tuo ‘Once again with sorrow’ di Fantozzi 2 è GENIALE) nonché amante della traduzione potrebbe tradurre un termine del genere. Detto questo, secondo me ‘Edizione della memoria’ è un buon adattamento, ma mi piacerebbe sapere come l’avrebbe reso una persona come te che privilegia la sensazione alla traduzione letterale – come è giusto che sia!
Prima ero stato un po’ ermetico, scusa ^^ Non dicevo che tu avresti voluto una ‘soppressione venticinquennale’, so bene che semmai è questo genere di traduzioni alla cavolo che non sopporti…
Evit
21 Dicembre 2015 alle 15:44Scusa se mi sono messo subito sulla difensiva, è che ultimamente c’è stata un’ondata di gente “tutto in inglese, tutto in inglese” a venire a rompermi le scatole ed ho frainteso io.
Sul titolo stesso del film io semplicemente avrei messo un sottotitolo, semplicemente perché mi rendo conto che il libro era già uscito con titolo inglese e i lettori vogliono ritrovare il riferimento, però un sottotitolo avrebbe reso più appetibile il film anche a chi del libro non aveva mai sentito parlare.
Al momento non ti saprei dire come avrei tradotto quarter quell al posto di chi ha adattato il libro, devo essere anche ispirato dal materiale di partenza affinché sia stimolato in traduzioni amatoriali… e Hunger Games non mi ha ispirato per niente ahah.
ᎬᎵ ᎦᏈᎵᎡᎴ
21 Dicembre 2015 alle 15:56Ah, beh, sappi che io sono il tipo meno ‘tutto in inglese, tutto in inglese’ che troverai xD
Anch’io avrei messo un sottotitolo…
Evit
21 Dicembre 2015 alle 15:58Allora sei capitata nel posto giusto. 😛
Gabriel McFly
21 Dicembre 2015 alle 16:15Mi sarebbe piaciuto “FAME E ARENA”e mi avrebbero fatto anche una citazione a Totò. Tornando seri…..nonostante tutto, anche un titolo come giochi della gioventù mi rende il film… Come dire… più’ familiare.
ᎬᎵ ᎦᏈᎵᎡᎴ
21 Dicembre 2015 alle 16:28@Evit
Ahaha, semmai ‘capitato’!
Colpa del mio stupido nick in Cherokee…
Se non lo considerassi il posto per quelli come me, di sicuro non ci bazzicherei così spesso!
Evit
21 Dicembre 2015 alle 16:36Pardon