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5 attori americani che la voce dei nostri doppiatori se la sognano…

Titolo esagerato e un po’ provocatorio, lo so. Parto a bomba, poi spiego via via… BOOM!

1) Eddie Murphy – Tonino Accolla

Murphy - Accolla

Eddie Murphy è bravo anche in lingua originale ma ha sempre dato l’impressione che mancasse di qualcosa di essenziale, risultando spesso sottotono. Ciò che gli manca in inglese è la risata di Tonino Accolla!
Questa non è solo l’opinione di un italiano che è cresciuto guardando film in italiano, si vocifera infatti che fosse addirittura opinione dello stesso Murphy, il quale, in un’intervista televisiva, disse: “in Italia c’è un doppiatore che è più bravo di me“. Questa citazione prendetela con le pinze perché non sono riuscito ancora a trovare l’intervista in questione e mi rifaccio semplicemente a ciò che Accolla raccontava nelle sue interviste, lo stesso Accolla però proclamava anche che Eddie Murphy avesse alterato la sua risata dopo averla sentita doppiata in Italiano. Queste affermazioni (moooolto difficili da verificare e mi trattengo dal dire altro in merito) purtroppo lasciano il tempo che trovano ma rimane indubbio il talento di Tonino ed è bene ricordare come in Italia abbiamo avuto la fortuna, anzi il privilegio, di un abbinamento attore-doppiatore che ha finito per esaltare l’impatto comico di Eddie Murphy verso il pubblico nostrano degli anni ’80 e ’90, migliorando una caratteristica che già in originale era stranota ed apprezzata, la risata.
Non mi credete? Andatevi a vedere una qualsiasi clip intitolata “Eddie Murphy’s laugh” e venitemi a dire se non vi delude almeno un pochino!

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2) Steven Seagal – Michele Gammino


L’inespressività di Seagal e la sua voce monocorde sono quasi proverbiali nel mondo anglosassone ed occasione di numerose prese di giro che fluttuano su internet da ben prima della creazione di YouTube [memorabili sono gli episodi a cartoni dello Steven Seagal Show di Ken McIntyre]. In Italia per fortuna la cosa è stata “sistemata” da Michele Gammino che aggiunge spessore e carattere (perbacco persino espressività!) ai personaggi del sensei Seagal e in generale gli dona una vasta gamma di emozioni che semplicemente non esistono in origine. È come doppiare un armadio e dargli carisma, non è cosa facile. Comunque diciamocelo, Gammino riesce ad “aggiustare” tutti con la sua voce da eroe. Non a caso è la voce ufficiale di Harrison Ford, salvo recenti eccezioni come Cowboys & Aliens.

Da quando Seagal ha smesso di fare film decenti (parliamo all’incirca dal 2000 in poi, con il film “Ferite mortali” che si trova a cavallo tra vecchie glorie e futura carriera da benzinaio) anche Gammino ne ha abbandonato il doppiaggio (a parte qualche inatteso ritorno) lasciando spazio ad una sfilza di doppiatori casuali, quasi alla stregua di un qualsiasi attore di serie B poco noto… il che, devo dire, rispecchia perfettamente la decadenza del sensei e dei suoi film direct-to-DVD girati nell’Europa dell’est.

Gammino è ritornato su Seagal per Machete (2010), l’unico cameo degno di nota nel periodo post-Ferite mortali, per regalarci la voce che merita su un personaggio che merita. È bene e giusto lasciare tutti gli altri dimenticabili film al primo doppiatore che capita per puro caso nello studio di registrazione in quel momento… andrebbe bene anche il garzone del bar “da Sergio” che porta il caffé al direttore di doppiaggio. Potete andare a scomodare Gammino solo quando strettamente necessario, non c’è bisogno di sciuparlo su pellicole ammiscate cu nente.

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3) Jack Nicholson – Giancarlo Giannini


Qui potrei perdere di credibilità per alcuni ma rimango saldo su questo punto e voglio reiterarlo: nonostante Nicholson sia un ottimo attore e famoso nel mondo per le sue interpretazioni, alle orecchie del pubblico italiano purtroppo la sua voce originale risulta meno espressiva se rapportata all’interpretazione che ne ha fatto spesso Giannini; basti pensare al Joker di Nicholson nel film Batman (1989) che in inglese è incredibilmente… deludente, scusate l’assenza di altri aggettivi, al contrario di Giannini che con la sua risata rauca e gli sbalzi di tono completa alla perfezione la pazzia esilarante del personaggio psicopatico, e fa anche ridere. Joker-col-freno-a-mano di Nicholson invece no. In inglese il personaggio del Joker è sottotono!

Per quanto riguarda un’altra “giancarlata”, ovvero il Nicholson in Shining, voglio semplicemente ricordare di una certa lettera di congratulazioni che Kubrick inviò a Giannini per il lavoro svolto e non dico altro. La voce di Giannini spesso migliora Nicholson come attore, è il suo doppiatore numero uno, UNO! [cit. da Batman]
Adesso potete mandarmi il plotone di esecuzione a casa!
[PS ciò che rendeva Batman più divertente in italiano era anche il lessico molto ricercato di fine anni ’80 del duo Maldesi-Jacquier, ma senza Giannini, con una recitazione fotocopia di quella originale, il prodotto avrebbe avuto un impatto minore a mio parere. Ma anche di questo ho parlato nella mia recensione sull’adattamento di Batman]

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4) Woody Allen – Oreste Lionello


Lionello era uno di quei doppiatori che trasformava tutto ciò che recitava in oro colato, come già ebbi modo di dire nell’articolo su Frankenstein Junior. Cosa dire in merito… semplicemente che il Woody Allen doppiato da Lionello è più divertente di Woody Allen stesso! La sua tradizionale parlantina nevrotica è resa meglio da Oreste. L’ho detto!
Ma lo ha detto lo stesso Woody Allen quando in passato, nonostante egli non sia mai stato un fan del doppiaggio, ha più volte elogiato Lionello ringraziandolo di aver aiutato la sua fama in Italia, come del resto si può capire da questa intervista (da me tradotta) dove alla domanda “cosa pensa del doppiaggio?” Woody Allen ha risposto:

It’s a mixed blessing, I don’t like dubbing at all. Americans are not used to dubbing. We grew up without dubbing and so it’s always very, very strange to us and I am very much against it,

[Il doppiaggio] è un’arma a doppio taglio, non mi piace affatto. Gli americani non ci sono abituati. Siamo cresciuti senza e di conseguenza ci sembra molto molto strano. Ne sono fortemente contrario.

Whenever I send my films out to European countries I always try to get the prints subtitled if I can but I’m met with resistance because the countries are just not used to subtitles“.

Ogniqualvolta che mando i miei film in Europa chiedo che ne facciano copie sottotitolate se possibile ma incontro sempre una forte resistenza perché in quei paesi non sono abituati ai sottotitoli.
Now, having said this I would say that the man who dubbed me for years in Italy, now deceased, made me into a hero… it was his voice and everybody liked me. I don’t know for sure if they had heard my own voice they would have been that responsive to me“.

Detto questo, devo ammettere che l’uomo che per anni mi ha doppiato in italiano, adesso deceduto [Oreste Lionello], mi ha trasformato in un eroe… la voce era sua eppure la gente apprezzava me. Non sono sicuro che mi avrebbero accolto altrettanto caldamente se avessero sentito la mia vera voce.

I might have been good anyway, but there is no guarantee of it, so, you know, that’s how I feel. I consider myself lucky that I was dubbed even though I don’t like the process“.

Forse avrei avuto lo stesso successo ma non è detto, quindi, questo è ciò che penso. Mi considero fortunato ad essere stato doppiato anche se il doppiaggio di per sé non mi piace.

Non so cosa pensi Woody Allen della sua nuova voce, ovvero Leo Gullotta. Suppongo che non gliene freghi assolutamente niente, tanto ormai è comunque famoso e ha la sua schiera di fan. Leo Gullotta ad ogni modo si è dimostrato un sostituto niente male che riesce a fare almeno una fotocopia di Allen, forse non aggiungerà altro ai suoi personaggi ma almeno è alla pari. Forse non tutti sanno che la carriera da doppiatore di Gullotta è lunga e costellata di memorabili perle anche se si tende a ricordarlo solo per i suoi personaggi in drag del Bagaglino e per la pubblicità dei Condorelli. Tra i più belli: Mio cugino Vincenzo.

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5) Robert De Niro – Ferruccio Amendola

robert-de-niro-ferruccio-amendola
C’è chi ritiene che Robert De Niro sia una scarpa di attore. Lascio il giudizio ad altri, è tuttavia innegabile che con il cambio di millennio e dopo una carriera di tutto rispetto fatta di ruoli ben selezionati per le proprie capacità, “Bobby” abbia deciso che nella vita di un attore ci sono cose molto più importanti della scelta attenta dei ruoli e delle sceneggiature, come ad esempio l’università dei figli, il mantenimento della moglie, la piscina nuova, le rate del mutuo sulle ville etc… e così ha cominciato ad accettare praticamente qualsiasi ruolo gli venisse offerto, spesso in commedie, a detta sua “per divertirsi”, a detta mia per portare a casa la pagnotta finché lo continuano ad ingaggiare. Chi non lo farebbe alla sua età? Sono felice per lui.
Negli anni d’oro (che più o meno terminano tra Terapia e pallottole e Ti Presento i miei) abbiamo conosciuto De Niro attraverso la voce di Ferruccio Amendola e diciamo che nessuno si è mai lamentato di quanto De Niro sia infinitamente più bravo in lingua originale, nonostante l’avvento del DVD abbia consentito a tutti un confronto diretto. Infatti non lo è. Amendola lo ha sempre doppiato alla perfezione riportando nella nostra lingua un’equivalente interpretazione. Anzi ha persino reso celebri frasi che in inglese così celebri poi non sono, come ad esempio:

You’re nothing but a lot of talk and a badge.

Chiedetela ad un americano qualsiasi e vedrete che in pochi la identificherebbero subito. Provate invece a recitare ad un italiano la seguente frase e molte più persone vi diranno di averla almeno già sentita:

Sei solo chiacchiere e distintivo, solo chiacchiere e distintivo!

Avrei di che lamentarmi riguardo la voce di Amendola su certi attori come Al Pacino (specialmente in Scarface), ma su De Niro è sempre stato un abbinamento perfetto che spesso ha giovato all’attore. Degno sostituto di Amendola è stato Stefano De Sando che non solo rispecchia piuttosto bene la voce ormai senile di De Niro ma sa essere anche divertente, caratteristica molto importante negli anni del “tramonto” professionale dedicato alle commediole. Se Showtime fa ridere è solo grazie a De Sando. A ripensarci è praticamente lo stesso destino beffardo che è capitato a Seagal, ridottosi a fare film per pagare gli alimenti a Kelly LeBrock (scherzo, me lo sto inventando. Gli servono per il trapianto di capelli), solo che Seagal ha un senso dell’umorismo tutto suo e nelle commedie non sa e non può riciclarsi, così continua a far tirare calci alle sue controfigure fornendo il proprio volto sudato per fugaci primi piani. Così come per Seagal, anche per De Niro, con il cambio di millennio, è avvenuto un cambio di qualità (in negativo) ed un cambio di voce (per una ragione o per un’altra).

De Niro nella sua classica

De Niro nella sua classica “faccia piangente”

Finisco su De Niro citando il grande comico non intenzionale Gianni Morandi: “lei è stato anche un grande regista oltre che un grande attore, ha lavorato con i più grandi registi del mondo… potrebbe dire come ha fatto a fare questo spogliarello?”

CONCLUSIONE… era ora!
È curioso come tutti questi attori americani siano noti nel mondo anglosassone, nel bene e nel male, proprio per la particolarità delle loro voci. Nella mia lista ho spaziato dalle scelte ovvie, come l’armadio-a-due-ante Steven Seagal che in originale praticamente non recita, a scelte meno ovvie come Jack Nicholson, quindi da un esempio esagerato in cui la recitazione deve essere interamente aggiunta dal doppiatore a uno in cui il doppiatore migliora il prodotto originale solamente di un tantino, magari anche solo per una risata meglio eseguita (come il caso di Accolla su Eddie Murphy).
Se vi vengono in mente altri abbinamenti attore-doppiatore che hanno giovato all’attore scriveteli nei commenti, se trovo roba buona magari ne faccio un “PART DEUX”. Questo è tanto per ricordare che non sempre il doppiaggio sciupa una grande interpretazione originale come spesso si crede, c’è sempre la speranza che ogni tanto la possa anche migliorare o almeno proporne una valida “copia”.

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SE QUESTO NON VI È BASTATO, C’È SEMPRE LA SECONDA PARTE:

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Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

47 Commenti

  • Slask

    22 Marzo 2014 alle 03:20

    Potremmo aggiungere tutti i vari “action-men” di Hollywood. In Italia abbiamo sentito per anni Stallone con Amendola, Schwarzenegger con Rossi e Onorato, Van Damme con Pannofino e M.Rossi… parliamo in tutti e tre i casi di attori (si fa per dire) che in lingua originale sono semplicemente pessimi, perchè, esattamente come dici tu quando parli di Seagal, hanno un’espressività vocale pari a zero, per non parlare appunto del loro inglese stentato… nei nostri doppiaggi invece sembrano degli attori di ottimo livello (mimica a parte).

    Rispondi
    • Leo

      22 Marzo 2014 alle 09:58

      Parlo per conto mio, si capisce, ma ritengo che almeno nel caso di Stallone e Schwarzenegger ci sia da rivalutare. E’ vero che la loro parlata nel mondo anglosassone è genesi di macchiette e imitatori, ma è anche vero che molte volte capita di vederli recitare davvero, vedi per esempio l’ormai leggendario finale di “Rambo” nel quale Sly si scioglie e si mette a piangere dopo avere fatto casino per tutto il film. Lui lo ritengo, nei film ben riusciti, un attore “genuino”, penso a “Rocky” che racconta una storia non dissimile da quella vissuta da Stallone quando la sua carriera nello spettacolo stentava a decollare. Senza soldi per mangiare, fu costretto a vendere “Birillo” (sì, era il suo cane) e poi riuscì a riprenderselo quando girò Rocky.
      Ammiro Arnold Schwarzenegger perché rappresenta il sogno americano, quando era un piccolo kinder in Austria guardava Hollywood e diceva “un ciorno zarò anke io”, e da niente ha cominciato a fare Bodybuilding, è diventato Mister Universo (se la memoria non mi tradisce) e piano piano ha messo il piede nella porta della fabbrica dei sogni. Faceva il carpentiere in quel di Los Angeles, e filmetto dopo filmetto è diventato il Terminator, la super star d’azione, e poi il Governator. Ha dimostrato che con cervello e determinazione si può fare tutto.
      E, per tornare sul discorso, quando vuole sa recitare! Nonostante il pesante accento, sul quale alle volte ha perfino espresso preoccupazione, e che adesso (pare) gli fanno “ripassare” con un coach d’accenti sul set… Perderebbe parte della sua immagine e del suo charme, suppongo.

      Rispondi
      • Evit

        22 Marzo 2014 alle 10:15

        Concordo con Leo in questo caso. Stallone e Schwarzy non sono entrati nella lista perché nel caso di Stallone (ovviamente pronunciato all’inglese “stallòn”) Amendola non aggiunge molto al suo personaggio, come me lo godo in italiano così in inglese (in italiano persino i suoi difetti di pronuncia sono stati riprodotti grazie alla celebre patata in bocca), per altro in Rocky mi era piaciuto più Proietti di Amendola. Riguardo a Schwarzenegger purtroppo non ha mai avuto un doppiatore che ne rappresentasse bene l’impatto che Mr Universo ha sul pubblico americano con il suo pesante e spesso comico accento teutonico. Glauco Onorato su di lui non mi è mai piaciuto (nonostante io sia un adoratore di Onorato in generale), gli altri suoi doppiatori regolari purtroppo “neutralizzano” l’interpretazione di Schwarzy ad una generica voce da eroe tosto. La loro bravura è indubbia ma Schwarzy semplicemente non è ciò che loro riportano alle orecchie italiane. In parole povere i film di Schwarzenegger me li guardo solo ed esclusivamente in inglese perché nei doppiaggi italiani per me perde sempre molto. Con Stallone siamo più o meno all’equivalenza. I due non credo che raggiungeranno la mia lista. Van Damme invece me lo annoto, supponevo che fosse un cotechino ma non ho mai avuto modo di vederlo in lingua originale. Mi riprometto di farlo. Sono sicuro che egli sarà in una futura lista.

  • Antonio L.

    22 Marzo 2014 alle 12:38

    Pino Locchi –> Sean Connery (in originale Sean Connery è abbastanza deludente confrontato al timbro e alla recitazione perfetta di Locchi)
    Sandro Acerbo –> Brad Pitt (la voce originale di Pitt è un tantino rauca anche se molto espressiva)
    Roberto Chevalier –> Tom Cruise (connubio perfetto, spero sempre in un ridoppiaggio de “La guerra dei mondi”)
    Cesare Barbetti –> Robert Redford
    Ada Maria Serra Zanetti –> Sigourney Weaver (peccato per Ghostbusters)
    Maria Pia Di Meo –> Meryl Streep (attrice italiana di teatro di bravura mostruosa)
    Rosetta Calavetta –> Norma Jean Baker Mortensen 😀

    Rispondi
    • Evit

      22 Marzo 2014 alle 13:53

      Se parliamo di doppiatori che “migliorano” la recitazione originale permettimi di dissentire su alcuni di questi. Locchi è favoloso su Sean Connery ed ha prodotto uno splendido connubio attore-doppiatore, per altro molto riconoscibile, ma non direi che aggiunga niente al suo carisma, lo adatta solo alle orecchie italiane e in questo è davvero maestro. In compenso, e questa è solo una piccola curiosità, Sergio Rossi (vedi The Rock) è l’unico, di tutti i doppiatori, ad essere riuscito ad imitare perfettamente il modo di parlare di Connery.
      Discorso molto simile per Ada Maria Serra Zanetti, eccezionale interprete per un’eccezionale attrice… ma Alien e Aliens comunque preferisco guardarmeli in inglese. Non trovo che nella sua interpretazione di Sigourney Weaver si aggiunga niente che in originale non fosse già presente. Idem per Maria Pia Di Meo la adoro su Meryl Streep, ho visto il Diavolo Veste Prada in inglese e in italiano tante (troppe) volte di recente (per via dei continui passaggi televisivi sia nel Regno Unito che in Italia) e non ho mai percepito che “mancasse” niente da una o l’altra versione.
      Sugli altri abbinamenti per ora non mi esprimo ma verificherò, grazie Antonio.

      Rispondi
  • Antonio L.

    22 Marzo 2014 alle 14:37

    In tutti i miei esempi mi sono riferito anche al fatto che molte voci si sono incollate perfettamente all’attore. Mi è venuto in mente solo ora:
    Kevin Costner –> Michele Gammino

    Rispondi
    • Evit

      24 Marzo 2014 alle 00:38

      “In tutti i miei esempi mi sono riferito anche al fatto che molte voci si sono incollate perfettamente all’attore”
      Indubbiamente in quella lista si rasenta la perfezione in tal senso.
      “Kevin Costner –> Michele Gammino”
      Tutte le volte che ho visto Costner in lingua originale me lo re-immaginavo con la voce di Gammino, effettivamente potrebbe aggiungersi alla lista degli attori lievemente migliorati dai loro doppiatori. Ci farò nuovamente caso le prossime occasioni che trovo un film suo in TV.

      Rispondi
  • iononsonoio

    23 Marzo 2014 alle 22:18

    Cosa ne pensi invece di Danny DeVito – Giorgio Lopez, Christopher Lloyd – Dario Penne e Robin Williams – Carlo Valli e Marco Mete?

    Rispondi
    • Evit

      24 Marzo 2014 alle 01:10

      Tutti splendidi abbinamenti.
      Danny DeVito – Giorgio Lopez. Mai abbinamento fu più giusto!
      Dario Penne su Lloyd mi ha sempre fatto morire in “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” e sono contento che abbia sostituito Amendola nei seguiti di Ritorno al Futuro (devo ammettere che da giovane non mi ero mai accorto del cambio di doppiatore). Credo che Penne fosse più bravo nel riprodurre la recitazione di Christopher Lloyd, non che Amendola abbia fatto un pessimo lavoro, anzi. Ma Penne è uno di quelli che sa far ridere con poco (un po’ come Glauco Onorato)… in un semi-sconosciuto film di Seagal “Sfida tra i ghiacci” Dario Penne doppia Michael Caine e ricordo ancora la sua esclamazione di disgusto verso delle povere renne “ma questi animali puzzano!” che in italiano mi fa sempre piegare in due dalle risate mentre in inglese lascia pressochè indifferenti. Inoltre è bravissimo anche nei ruoli di “cattivo” come del resto ha dimostrato avendo doppiato Lloyd sia in Ritorno al Futuro sia che in Roger Rabbit (dove era l’antagonista).
      Robin Williams – Carlo Valli e Marco Mete… mmh sfortunatamente qui mi faccio prendere dalla nostalgia. Sono entrambi bravissimi interpreti, il problema è che non conosco Robin Williams molto bene in lingua originale, sono cresciuto con la sua faccia abbinata alla voce di Carlo Valli e posso solo dirti che non mi sono entusiasmato troppo a scoprire la sua voce originale in anni recenti. Sento di non essere la persona adatta a cui chiedere, forse il mio amico Leo se ne intende di più. Sono curioso di sentire la sua in merito a Williams. Per me Carlo Valli aggiunge qualcosa in più alla recitazione di Williams rispetto alla voce originale ma in questo caso voglio annotare che potrebbe essere soltanto un “effetto nostalgia”.
      Marco Mete in Hook e Risvegli era altrettanto bravo, in questi due casi non so se abbia aggiunto niente di più all’orignale, erano ruoli relativamente seri ed è difficile giudicare chi è più bravo tra Williams e Mete.

      Rispondi
  • Stefania

    24 Marzo 2014 alle 11:20

    Ciao Evit,
    ti seguo sempre in silenzio, ho commentato solo una volta, ma adesso hai stimolato il mio cervellino.
    Siccome io non so l’inglese, seguo sempre i film in italiano, ogni tanto mi piace andare a sentire la voce originale, ma ovviamente poi ritorno alla mia lingua.
    Quindi, io posso dire che adoro i doppiatori, il loro lavoro e soprattutto la bravura, ma non posso fare confronti con le voci/interpretazioni originali.
    Il motivo per cui ti scrivo è “segnalarti” quello che mi è venuto in mente e, visto che tu te ne intendi, puoi fare un paragone.
    Ad esempio, a me piace un mondo il doppiaggio che da Claudio Sorrentino a Mel Gibson o John Travolta, ma ci sono differenze? cioè, lui migliora i loro personaggi o è alla pari? Ha doppiato anche Bruce Willis, che ho sentito dire essere piuttosto inespressivo, per lo meno nelle espressioni facciali; per lui, cosa mi dici?
    Questi tre attori mi piacciono molto, se ci riesco, non mi perdo un loro film; ma a questo punto, tu mi puoi dire se il loro doppiaggio li migliora o no, fermo restando che per me sono e resteranno sempre dei grandi!
    grazie e buona giornata.
    Stefania

    Rispondi
    • Evit

      24 Marzo 2014 alle 12:09

      Ciao Stefania, piacere di rivederti (anzi rileggerti) e soprattutto di aver scritto qualcosa che fa uscire la gente dalle tane (virtualmente parlando, s’intende). Se devo parlare di questi attori in determinati film posso dirti che Sorrentino migliora Gibson in Arma Letale e insieme a Glauco Onorato su Danny Glover rendono i film di quella serie molto più divertenti in italiano. Del resto si può notare anche quanto sia più divertente Bruce Willis in Die Hard 3 rispetto all’originale o Travolta in Pulp Fiction (“de… devo pugnalarla tre volte?”). Detto questo, negli ultimi anni le sue interpretazioni mi sembra si siano andate sempre più a fondere in un unica interpretazione da “generico eroe famoso”, forse non è neanche colpa sua, sarà anche colpa dei suddetti eroi che in anni recenti si sono ridotti a film poco memorabili come gli ultimi due Die Hard che di Die Hard hanno poco.
      Ritornando alla domanda: Sorrentino su Gibson e Travolta direi perfetto in entrambi i casi. Gibson in originale è molto bravo ma meno divertente nei ruoli pseudo comici rispetto a Sorrentino. Travolta è immemorabile in inglese, Sorrentino non può che migliorarlo, anzi vorrei sentire un suo doppiaggio della gaffe che Travolta ha fatto agli Oscar (“Adele Dazeem”), Sorrentino, regalarci questa perla!
      Bruce Willis si adatta bene a molti doppiatori (basta che non gli mettete Oreste Rizzini come in Die Hard 2) e ne ha cambiati moltissimi per altro senza che in Italia nessuno se ne accorgesse più di tanto; per pubblico italiano Bruce è sempre stato Bruce in qualsiasi suo film quindi vuol dire che non abbiamo notato cambi qualitativi tra un doppiatore ed un altro (invece prova a mettere qualcun’altra sulla Signora in Giallo e cascherebbe il mondo, non so se mi spiego). Di doppiatori di Bruce me ne sono piaciuti molti ma non sono ancora troppo abituato a Sorrentino che comunque lo ha doppiato poche volte per ora (eccezion fatta per Die Hard 3 dove è troppo divertente ed un passo in avanti rispetto a Rizzini del secondo capitolo). I miei preferiti su Bruce sono Marco Mete in “La Morte ti fa bella” e Roberto Pedicini in “Trappola di Cristallo”, anche Mario Cordova lo ha reso molto bene in Pulp Fiction. In breve: Travolta e Gibson continua a guardarteli in italiano senza alcun timore! Tanto l’accento scozzese di Gibson in Braveheart era atroce. Bruce invece generalmente OK in italiano, dipende un po’ dal film in cui si trova purtroppo… Consiglio di riscoprirlo in inglese sottotitolato e fare un confronto volta volta. Ciao Stefania!

      Rispondi
  • Stefania

    24 Marzo 2014 alle 13:43

    Anch’io trovo Sorrentino perfetto, è troppo troppo bravo!! mitico!!
    in effetti, se penso a Willis, non mi viene in mente un doppiatore specifico, come se in italiano non avesse una voce sua come gli altri, e mi trovo concorde con te per i film che hai citato … vabbè, seguirò il tuo consiglio e la prossima volta guarderò un pezzetto di film in originale per rendermi conto di come recita… però senza marito, lui odia stare lì a leggere i sottotitoli!!
    grazie per la risposta esaustiva, sono contenta di aver contribuito a modo mio alla discussione.
    ciao ciao.

    Rispondi
  • davide

    31 Marzo 2014 alle 17:42

    salve a tutti, ho appena scoperto questo sito/blog che parla di cinema e devo dire che lo trovo molto interessante e ben fatto. volevo entrare nell’argomento citando anche io il caso di Robin Williams. Innanzitutto, sarà perchè è passato qualche anno dall’ultima visione, ma non sapevo che Marco Mete avesse doppiato alcuni dei film piu famosi con Williams, ma che fosse smre la vce del leggendario Carlo Valli. Detto ciò, credo che veramente Valli (anche Mete, quindi) aggiungano veramente TANTO a Robin Williams! qualche tempo fa ho letto alcune critiche dagli USA nei suoi confronti e di come fosse sopravvalutato, cosa che mi colpì molto perchè invece l’ho sempre trovato superlativo. Purtroppo, ho notato da alcune visioni originali che in lingua originale perde veramente tanto, soprattutto nei film piu impegnati come l’attimo fuggente (ecco come mi sono spiegato perchè quell’anno non avesse vinto l’oscar) e risvegli. In pratica non riesce a calibrare bene la voce soprattutto quando dee essere serio, ha sempre dei residui caricaturali che stonano talvolta in maniera eccessiva, mentre valli riesce a destreggiarsi perfettamente.

    Rispondi
    • Evit

      31 Marzo 2014 alle 17:53

      Benvenuto Davide, io su Williams parlo per nostalgia quindi non aggiungo niente oltre quello che ho già detto. C’è da dire però che la cosa che manca ai personaggi di Williams doppiati in italiano, mi dicono, sono le imitazioni di altri attori famosi che lui spesso propone nei suoi film (anche se non sempre in maniera memorabile). Jim Carrey fa la stessa cosa in molti suoi film ma con più successo, anche in quel caso spesso sono imitazioni “ignorate” nei doppiaggi italiani, spesso per mancanza di riferimenti culturali… Bogara da noi dice cose celebri ma non in maniera celebre perché ovviamente anche lui era doppiato. Shatner è un altro spesso imitato molto bene da Carrey ma non riportato in italiano perché ovviamente il “nostro” Shatner in italiano non ha una recitazione memorabile.
      Comunque in linea generale concordo, anche secondo me sia Mete che Valli aggiungono molto a Williams ma ribadisco… Sarà forse una questione nostalgica? In inglese l’ho visto veramente poche volte.
      Ancora una volta benvenuto, sentito libero di navigare tra passati articoli.

      Rispondi
  • aledopp

    6 Aprile 2014 alle 21:12

    D’accordo su tutto! Certo ci sono attori che in originale sono bravi ugualmente (vedi Al Pacino, Leonardo Di Caprio, Johnny Depp, Michael Caine e tanti altri),ma altri e’ vero che vengono migliorati (i vari atleti-attori come Stallone, VIn Diesel ecc..ma anche icone come Marlon Brando che in originale era dotato di una voce tutt’altro che attraente).
    Un discorso a parte lo vorrei fare sugli attori italiani (per quanto si parla di attori americani) e ci terrei a sottolineare quando il doppiaggio abbia fatto la fortuna di tante persone:
    Glauco Onorato ha permesso al napoletano Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, di farci ridere per anni caratterizzando il personaggio comico che conosciamo con i suoi famosi tic (vedi lo sbuffo quando incontra il suo amico rivale Terence Hill),cosa che non sarebbe riuscito col suo verace accento partenopeo e la sua poca se non nulla esperienza recitativa. (Spencer era un ex nuotatore)
    Vari doppiatori, in particolare Nando Gazzolo e Sergio Graziani lanciarono lo sconosciuto Franco Nero trasformandolo in icona del West prima (vedi Django) e attore impegnato e di genere poi (Il giorno della civetta ecc..). In seguito ebbe modo di imparare a doppiarsi da solo e imparare bene a recitare.
    Pino Locchi (di cui Sean Connery era l’unico attore che non aveva bisogno di essere migliorato) ha reso famosi e bravi tanti attori italiani di cui ne cito soprattutto tre:
    Terence Hill, che con la sua voce potrebbe andar bene per Don Matteo, ma ve lo sareste immaginato nei vecchi film western e non con Bud Spencer? Io sinceramente no. Tra l’altro una cosa curiosa..venne doppiato sin dall’inizio della sua carriera, dal primo film Vacanze col Gangster fino al 1997 in Potenza virtuale prima di Don Matteo.
    Giuliano Gemma, un altra icona come Nero del Western e un altro come Hill e Spencer piu atleta che attore. Basta sentirlo in qualunque film dal 1977 in poi con la sua vera voce per capire quanto le sfumature di Locchi lo migliorassero.
    Infine Maurizio Merli, icona del poliziottesco degli anni 70. Se lo si sente con la sua vera voce non recita neanche male, il problema e’ che e’ troppo flebile e poco si adattava al personaggio del commissario di ferro. Locchi invece si incollava perfettamente
    Poi c’erano anche attrici come Sofia Loren e Claudia Cardinale che sono state aiutate ad inizio carriera da attrici come Lydia Simoneschi e Rita Savagnone. La Loren in particolare era doppiata nelle produzioni internazionali quando non doveva parlare in napoletano.
    Anche Tomas Milian ebbe fortuna qua in Italia grazie alla voce di Ferruccio Amendola per il personaggio del commissario Nico Giraldi e la sua parlata romanesca. Milian e’ un bravissimo attore (consiglio di sentirlo recitare in italiano con la sua voce) purtroppo ha il difetto che e’ cubano.

    Rispondi
    • Evit

      7 Aprile 2014 alle 12:11

      Qui a Doppiaggi Italioti siamo ben coscienti del contributo dei professionisti del doppiaggio sugli stessi attori italiani, in particolar modo su quelli da te citati, ma ti ringrazio per l’eccellente riassunto. Da sempre nel cinema italiano ma con particolare evidenza negli anni ’70 i film “nascevano” solo ed esclusivamente in fase di post produzione quando con il doppiaggio venivano associate belle voci a “bei volti”, le battute venivano spesso riscritte sostituendo quelle che non funzionavano su schermo, etc… e così anche i nostri “atleti” italioti potevano diventare attori famosi in patria nonostante la loro tremenda capacità recitativa.
      Detto questo, ribadisco che Stallone non è un pessimo attore, sono gli italiani che lo reputano tale quando lo ascoltano in inglese semplicemente perché non sono abituati al suo modo di recitare che anche in America è considerato “unico”. E’ vero che spesso la sua recitazione è kitsch ma solo perché il pubblico (e la sceneggiatura) lo richiede (leggi il primo commento di “Leo” in merito).
      Anche su Vin Diesel, pur avendolo visto poco in inglese (lo ricordo solo nei suoi primi successi come Pitch Black) non mi è sembrato né scarso né molto migliore in italiano. Massimo Corvo ne fa un giusto adattamento.

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  • aledopp

    7 Aprile 2014 alle 19:37

    Anche io penso che Stallone non sia un pessimo attore anzi..con Rocky era partito bene, peccato che poi si sia perso per strada interpretando in seguito sempre le stesse parti (tranne un piccolo bagliore in Copland). Poi lo ammiro come persona per il modo in cui si e’ fatto avanti nella vita quando nessuno credeva in lui, il successo che ha se lo merita tutto. Vin Diesel anche non e’ male effettivamente, mi e’ piaciuto nella parte di Frank Di Norscio in Prova a incastrarmi e quando vuole riesce a fare cose carine. Ma tutti gli altri, in primis Seagal e Schwarzenegger sono dei cagnacci! Una menzione particolare anche all’inespressivo Keanu Reeves che la voce sia di Ward che di Prando lo migliora non poco.

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    • Evit

      7 Aprile 2014 alle 21:08

      Schwarzenegger è un altro attore kitsch (e per kitsch intendo quello che in inglese si dice “cheesy”) ma che non viene migliorato molto in italiano, anzi quando c’è una scelta tra italiano e inglese raramente opto per l’italiano perché viene sempre appiattito dai vari doppiatori con le loro generiche “interpretazioni da eroe” (incluso Alessandro Rossi). Non è colpa dei doppiatori, è che Schwarzy è troppo particolare. In Italia non si ha idea di che tipo di attore sia lui perché troppo spesso gli sono state affibbiate voci strambe, ovvero doppiatori famosi che però non avevano molto a che fare con lui e con i suoi personaggi (Glauco Onorato per esempio per quanto sia stato un mio mito personale non lo si può sentire su Schwarzenegger, non sembra neanche che la voce esca dalle sue labbra, difatti ha sciupato Terminator 1 e Predator).
      Schwarzy non ha mai avuto un vero doppiatore “ufficiale” riconoscibile e nessuno ha mai avuto il coraggio di riproporre il suo pesante accento teutonico, per altro artefatto perché agli americani piace, ma che lo ha reso così famoso. Mario Cordova è l’unico che secondo me si è avvicinato di più alla sua voce, difatti doppiandolo nel suo film più memorabile (Conan).
      Quindi io non metterei Schwarzenegger vicino a Seagal, sono lontani anni luce. Seagal è soltanto un armadio che emette suoni soffusi (oltre ad essere un eccellente maestro di Aikido, sport che anche io ho praticato e per tanto il mio rispetto è sempre stato alto verso il sensei finché non ha cominciato semplicemente a strizzare le palle e imitare i film di kung fu stile Matrix)
      Keanu Reeves, eheh qui forse c’è un suggerimento per il mio prossimo PART DEUX di questo articolo. Keanu sospira sempre, nei sequel di Matrix mi veniva sempre da dire “ma che te sospiri!? Parla come magni!”. Negli anni ’90 poi era in molti film soltanto perché era il bello del momento… arrivando a sciocchezze come Dracula (di Coppola) dove sentiamo un surfista che cerca di parlare con un accento britannico. Questa incredibile schifezza ce la siamo risparmiata grazie a Sandro Acerbo. In ogni caso ti dirò la verità non ho mai notato il cambio di doppiatore nei vari film di Keanu Reeves, è sempre stato “Keanu Reeves”… segno che tutti i suoi interpreti italiani sono sempre riusciti a caratterizzarlo molto bene. Piccola curiosità: mi dicono spesso di assomigliare a Keanu Reeves… “putroppo non ho la voce di Luca Ward” rispondo sempre io.

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      • aledopp

        7 Aprile 2014 alle 22:14

        Chiariamo per me sono tutti dei miti (Seagal in primis), ma Arnold…bah! Mi e’ capitato di sentirlo in originale anche se pochi momenti..dovrei sentirlo su di un intero film per farmi un’idea completa..te lo faro’ sapere. Per quanto riguarda la voce italiana concordo su Onorato, neanche a me ha mai fatto impazzire. Trovo invece Alessandro Rossi la voce ideale dell’ex governator per somiglianza all’originale soprattutto..per quanto riguarda l’accento non potevano riproporlo sempre anche perche’ si dava il caso che nei suoi film Schwarzy interpretasse un Americano. Cordova in Danko propose l’accento perche’ interpretava un russo, ma se noti nemmeno in Conan esiste l’ombra di un accento.
        Se somigli a Reeves buon per te! Se decidessi mai di recitare e avessi bisogno di essere doppiato se vuoi mi offro ahah! Non sono Luca Ward, ma sono del mestiere 😉

      • Evit

        7 Aprile 2014 alle 22:22

        Ahah, terrò a mente la tua offerta. Lavori come doppiatore? Di cosa ti occupi? Su cosa hai lavorato?
        Riguardo a Schwarzenegger sono sicuro che il mio caro amico Leo spunterà prima o poi in questo discorso per fornirti qualche dozzina di compilation youtube che riassumono la carriera involontariamente comica ma ugualmente epica dell’attore austriaco.
        Anche per gli americani non ha mai avuto senso che un personaggio “americano” possedesse tale accento teutonico eppure, allo stesso tempo, ha avuto successo proprio per questo. E’ un fenomeno molto strano da descrivere e spiegare.
        Alessandro Rossi è sicuramente tra le scelte migliori per i suoi film normali, ma in cose da pazzi come “Un poliziotto alle elementari” va ad appiattire ogni singola battuta che poi in america è diventata degna di meme, scherzi telefonici, tormentoni, e chi più ne ha…

  • aledopp

    7 Aprile 2014 alle 23:58

    Si sono un doppiatore anche se alle prime armi..ho iniziato da poco. E’ un mestiere che richiede anni di gavetta e sacrificio, ma aiutati dalla passione e dalla forza di volonta’ (e non dimentichiamoci anche del talento) si puo’ riuscire. Io amo quest’arte e trovo che pur con i suoi pregi e difetti sia uno dei pochi campi della recitazione dove non puoi barare…o sei bravo o e’ meglio che lasci perdere. E’ tecnica..e la tecnica bisogna impararla. Ovviamente non e’ solo quello, ma anche cuore..se non metti cuore e anima nell’interpretazione, anche solo per dire buongiorno, sono solo parole vuote e suoni. Per fare tutto questo bisogna essere Attori! Ma questo voi appassionati lo saprete gia 🙂

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  • Antonio L.

    30 Aprile 2014 alle 17:02

    Ho visto oggi questa nuova pubblicità del Rio Mare interpretata da Kevin Costner con voce di Michele Gammino, un connubio perfetto e un miglioramento notevole di timbrica. Hanno imparato la lezione dopo lo spot di qualche anno fa delle scarpe Valleverde in cui Costner sfoggiava il suo pessimo italiano con vocetta stridula.

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  • Leo

    1 Maggio 2014 alle 10:14

    Allora ricapitoliamo, abbiamo il tizio con le branchie che fa la pubblicità al tonno, il gatto con gli stivali spagnolo che se la fa con la gallina, e “aiutami-stiller-la-mia-carriera-è-nel-cesso-fammi-fare-un-altro-film-con-te” che prende un aperitivo. Magari oltremare fa meno impressione vederli così, ma a me viene un attimino tristezza. E quando se ne andranno, balleranno con gli aspirapolveri in tv, per parafrasare Homer Simpson.
    Pensavo a tutte le fiction di merda della Mediaset, le cacatone in costume mal recitate, le storiacce mal dirette e le mondezze che glorificano i mafiosi e che da sole riescono ad annullare il bene fatto da tutti i film di Montalbano. Gammino le dovrebbe doppiare tutte!!! Lui, da solo che fa tutti i personaggi. Migliorerebbero del 120%.

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  • Antonio L.

    21 Maggio 2014 alle 22:12

    Mi sono ricordato di quella pubblicità del liquore con Gwyneth Paltrow che recitò in italiano e non venne doppiata, secondo me perché il suo “ghiaccio e Martini Rosso per favore” era perfetto e sensualissimo anche se pronunciato in una lingua a lei straniera.

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  • Carmelo

    24 Giugno 2014 alle 13:19

    Sul capolavoro di Giannini in Shining credo nessuno possa obiettare, la sorpresa per me è stata sentire Seagal in originale rispetto a quando lo guardavo doppiato, in originale è inascoltabile

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  • Carmelo

    27 Giugno 2014 alle 12:52

    Già ehehe, un vero shock, comunque a parte la bravura di professionisti come Gammino, Giannini ecc. credo siano anche le caratteristiche della nostra lingua che si presta bene al doppiaggio, molto musicale

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  • pillolo

    20 Agosto 2015 alle 01:30

    Se lasci ad altri il giudizio su De Niro, tra gli altri mi ci voglio mettere io, e dirti che De Niro tutto è, fuori che un attore; magari è un mimo eccezionale, questo sì, ma comunque un mimo che indossa sempre la stessa faccia. E’ un altro di quegli italiani scemi che in America diventano dei geni, una altra Sofia Loren. E’ sempre un guitto, sempre un bullo, anche quando fa il pater familias, o lo zi’ zi’ bontà. Una volta ebbe a dire che il doppiaggio di Amendola lo invecchiava, pensa quanto ci aveva capito. Il fatto è che ci sono americani in grado di formare opinioni, e americani non in grado di averne; ma è difficile che qualcuno se le faccia solo per proprio conto, e solo per sé, le opinioni.

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  • Carmelo

    9 Febbraio 2016 alle 17:43

    L’altro giorno avevano passato in TV “Shadow Man”, è del 2006 quindi uno dei film meno memorabili di Seagal però devo dirti che non era bruttissimo, certo qualche scena di combattimento era poco realistica però se non si hanno troppe pretese vale una serata in TV.

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  • anis

    28 Giugno 2016 alle 02:04

    Hai esagerato con questi grandi elogi al doppiaggio italiano, saranno anche bravi i doppiatori ma da li a giudicarli addirittura con voce ed espressione migliori dei stessi attori americani….ma daaai!
    Il problema è che in Italia c è tanta pigrizia per leggere i sottotitoli e ci si abitua a voci fasulle e ridicole, sforzo zero per abituare l orecchio all anglosassone e migliorare il pietoso inglese che si parla.
    Sono di origine svedese e in nord europa siamo abituate a film in lingua originale e sottotitolati. Cosi impariamo inglese fin da bambini e ti assicuro che espressioni e frasi sentite nella versione originale vengono poi con il doppiaggio italiano sfracellate e rinventate e non c entrano assolutamente nulla con il dialogo originale. Avrá una voce piu carina forse il sr.Lionelo pero se non è fedele a quello che dice Woody Allen allora che?! Basta doppiaggio e piu versioni originali in Europa!

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  • Moreno

    17 Agosto 2016 alle 17:03

    Questa discussione o è nata perchè forse nessuno guarda realmente film in lingua originale o forse per difendere la categoria dei doppiatori. Il doppiaggio sembra solo una parodia alla Maccio Capatonda ne “la febbra”. Sembra tutto finto e sinceramente a me viene da ridere a vedere il labiale in inglese con la voce in italiano. Senza contare che spesso il tono sembra declamatorio ed enfatizzato. Ognuno è libero di pensarla come crede,ma il doppiaggio per prima cosa non è rispettoso dell’opera originale e secondo perchè credete che in molti paesi stranieri sappiano meglio l’inglese? io un idea l’avrei. Oltretutto non c’è nemmeno la possibiltà di scegliere perchè se vado al cinema mi devo sorbire il doppiaggio ,se compro in pay per view lo stesso.

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  • Emiliano Ceredi

    18 Dicembre 2016 alle 16:50

    Oh, finalmente trovo su questo blog qualcosa su cui non sono d’accordo… Temevo di annoiarmi!
    Scherzi a parte, e a parte la questione “Stallone e Schwartzenegger attore niente affatto scarso” (dissento, soprattutto perché gli attori non sono fatti di sola voce, ma anche di espressività facciale, e in questo il Silvestrone canna praticamente ogni interpretazione), non condivido del tutto il giudizio sul doppiaggio di Woody Allen da parte di Oreste Lionello. Stiamo ovviamente parlando di un grandissimo doppiatore, ma credo che IN ALCUNI film Lionello abbia spinto un po’ troppo sull’acceleratore della caricatura. Ovviamente in Italia associamo in maniera indelebile il nome di Lionello a quello di Allen, ma in generale ne abbiamo avuto un ritratto molto sopra le righe rispetto all’originale. Nevrotico lo è anche il piccolo genio di Manhattan, naturalmente, ma a volte Lionello esagera. Non sempre, si badi: basti pensare a lavori eccelsi – anche dal punto di vista dell’adattamento – come “Harry a pezzi”, ma specialmente nei film degli anni Settanta come “Il dormiglione”, “Io e Annie”, era forse il caso di alleggerire un po’.
    Inoltre, come adattatore Lionello si è spesso preso un po’ troppa “libertà”. Penso soprattutto al caso – davvero eclatante – di “Il dittatore dello Stato libero di Bananas” (Bananas, 1971)… a partire dal titolo (!), fino a tutta una serie di gag di dubbio gusto e soprattutto non sempre divertenti, come la trovata del nome del capo rivoluzionario (Castrado…).
    Woody Allen a parte, poi, sarebbe interessante leggere un tuo parere sul caso clamoroso di “Fritz il gatto” di Bakshi (1972) – ancora non ho spulciato tutto il blog… spero di non trattare argomenti già affrontati! È un adattamento, secondo me, decisamente malriuscito: intanto l’uso così insistito delle varianti regionali italiche alla lunga è insopportabile, e poi il continuo utilizzo di riferimenti all’attualità nostrana (con uno sguardo, bisogna riconoscerlo, un po’ da qualunquista guareschiano, un po’ da “Settimana Incom”) l’ha fatto invecchiare in maniera irrecuperabile, credo molto più di quanto sia accaduto alla versione USA.

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    • Evit

      18 Dicembre 2016 alle 17:05

      Ciao Emiliano, era ora che trovassi qualcosa, ci sono 5 anni di materiale pubblicato, non garantisco di poter accontentare sempre tutti. Ma per fortuna ti sei fermato su un articolo che è più un divertissement che una vera critica, quindi poco male! Difatti tratta di voci e interpretazioni, cosa di cui ammetto l’aspetto soggettivo e difatti non tratto praticamente mai ma era un po’ una scusa per parlare di voci estere che in Italia conosciamo poco (Schwarzenegger era insospettabilmente “alieno” e nessuno lo ha mai conosciuto fino all’arrivo del DVD e soprattutto delle prese in giro su YouTube, idem con molti altri).
      Credo però che mi metti in bocca cose mai dette, ho parlato di Oreste Lionello solo come doppiatore e non per le sue direziono o adattamenti, riguardo ai quali ho tanto da ridire. Ottimo doppiatore ma discutibile direttore di doppiaggio.
      Dato l’aspetto soggettivo della valutazione delle voci, posso concordare benissimo con quello che dici, a volte Lionello era sopra le righe, il punto del discorso è che proprio quell’essere sopra le righe portò fama e memorabilità ad Allen che magari avrebbe avuto ugualmente con interpretazioni meno calcate, o magari no, non lo sapremo mai. Woody Allen sicuramente sembrava pensarla così, il resto ovviamente rimane nell’ambito dell’opinione personale alla quale è lecito non essere d’accordo.
      Di Fritz il gatto non ho mai parlato ma ne ho una copia qui a portata di mano che ancora devo vedere, prima o poi ne arriverà una recensione di sicuro. Non so bene quando, gli arretrati qui sono di casa. 😉

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    • Evit

      18 Dicembre 2016 alle 17:27

      Credo che quella di Stallone e Schwarzenegger “cattivi attori” derivi da una memoria collettiva falsata dai molti film scemi che entrambi hanno interpretato e da decenni di caricature e parodie ma secondo me non corrisponde a realtà, carriere così lunghe e variegate non si possono basare unicamente sulla moda del momento che, si sa, è passeggera. Se guardo Rocky non penso che sia la stessa faccia da pesce lesso di Rambo e credo nelle emozioni di quei personaggi, in ciascun film Stallone mi fa credere nel personaggio che interpreta, per me tanto basta.
      Ci sono dozzine di film in cui hanno dimostrato di saper il fatto loro, magari ritagliandosi ruoli adatti alla propria espressività, perché no, ma a volte basta anche solo un film a dimostrare di saperlo fare. È ovvio poi che non tutti i film sono adatti a loro.
      Capisci cosa intendo?

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