ANNUNCIO: Preservazione di Matrix in italiano a partire da pellicola 35mm possibile!

Questo è Matrix come non lo avete più visto dal 1999 (e forse come non lo avete mai visto)
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Un nostro carissimo amico americano ci ha detto di possedere una copia italiana in 35mm del film Matrix, del 1999, che è in procinto di digitalizzare in HD.
Come alcuni di voi sapranno, la nostra passione per il cinema ci porta anche a restaurare privatamente i film nelle loro versioni localizzate in italiano, ovvero come apparvero per la prima volta al cinema in Italia, quindi con tutti i titoli e le scritte tradotte, l’audio inalterato, etc… . Di solito ci basiamo su copie home video in nostro possesso, riportiamo i colori alla loro incarnazione originale, ne ricostruiamo i titoli e sfruttiamo l’audio non compresso quando possibile, a partire da varie fonti di qualità discreta, equiparabili a (e che talvolta superano) quelle dei Bluray in commercio.
Nel caso di Matrix, ad esempio, è stato fatto uno scempio sui colori nelle versioni VHS/DVD e anche quelli del Bluray non rappresentano correttamente la versione originale del film (molti di voi ricorderanno ad esempio una predominante tinta verde nelle scene ambientate in Matrix e blu nelle scene del mondo reale, in realtà originariamente non era affatto così, la revisione dei colori nelle versioni home video è postuma e posticcia).

Mettere le mani su una versione italiana in 35mm (quella proiettata al cinema, ben diversa da quella in home video) è un caso più unico che raro, solo che richiede fondi per farne una scansione e digitalizzazione in alta risoluzione (che comprende anche la traccia audio italiana DTS, inalterata e lossless).
Chi ha visto il nostro Guerre Stellari “Despecializzato” (basato sul lavoro di Harmy e realizzato in collaborazione con lui) sa che queste opere sono unicamente finalizzate alla preservazione storica, dietro non si nasconde alcuno scopo di lucro, né fini commerciali di alcun genere. Difatti, fino ad ora non abbiamo mai chiesto soldi, sottolineo “mai”, destinando centinaia di ore del nostro tempo al restauro digitale di film per pura passione personale, perché ci preme che non vadano perduti nel tempo.
In questo caso però il lavoro di preservazione non dipende da noi e la scansione in altissima definizione di metri e metri di pellicola ha i suoi costi, costi non indifferenti per un privato. Un contributo di qualsiasi entità, per quanto piccolo, anche simbolico, fa la differenza. La digitalizzazione verrà eseguita a prescindere, ma se vorrete dare una mano con una semplice donazione PayPal (oppure con bitcoin) a colui che paga per la scansione della pellicola, egli ne sarà molto grato. Per dettagli su come effettuare la donazione scrivetemi nei commenti o direttamente al mio indirizzo email doppiaggiitaliotiCHIOCCIOLAgmail.com.
Vi lascio con alcune foto scattate a dei fotogrammi del film. Matrix in 35mm come non lo avete più visto dal 1999 al cinema! Io ho già donato perché non vedo l’ora di rivederlo nella sua prima versione autentica (ed italiana), spero che vorrete fare lo stesso.
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Aggiornamento: un grazie ai due utenti che gentilmente si sono uniti a me nelle donazioni, il vostro contributo fa la differenza! Difatti mi comunica il possessore della pellicola che è quasi arrivato alla somma necessaria.

Ex-docente, blogger bilingue con il pallino per l'analisi degli adattamenti italiani e per la preservazione storica di film. Ora dialoghista per studi di doppiaggio.

38 Commenti

  • $lask

    28 Gennaio 2016 alle 16:14

    Ma la nuova colorimetria del blu-ray è tutt’altro che posticcia, è una precisa scelta dei registi voluta a) per scopi narrativi, in quanto la tinta verde è legata appunto all’ingresso nel mondo di Matrix e b) per allineare il film ai due capitoli successivi che presentano le stesse tinte.
    Capisco l’intento filologico di voler recuperare il film nella sua versione cinematografica, che peraltro condivido, ma non è che bisogna arrivare a demonizzare qualsiasi revisione fatta a posteriori. A maggior ragione nell’era del blu-ray tanti cineasti sfruttano le moderne tecnologie digitali per far risaltare ancora di più le loro pellicole:
    – a volte per riportare realmente allo stato originale in cui erano concepite (i primi esempi che mi vengono in mente sono Jurassic Park, Vampires o Joint Security Area, le cui ultime edizioni pubblicate hanno rimediato all’alterazione della colorimetria naturale/cinematografica che avevano subito proprio con i primi blu-ray commercializzati);
    – altre volte per dargli nuove sfumature, vuoi per un’evoluzione stilistica del regista stesso, vuoi con l’intenzione di armonizzare una pellicola seminale con le scelte fotografiche maturate nel corso della carriera e applicate sui film più recenti (qui il caso più vistoso è Thief, del quale Michael Mann ha personalmente supervisionato un nuovo restauro con una fotografia maggiormente tendente a tinte blu rispetto ai colori originali; il risultato è non solo un quadro molto più ricercato e affine con il tono della pellicola, ma anche un bel passo avanti in fatto di “carattere” del film, che adesso ha un look più distinguibile e sicuramente fedele alle scelte operate dal regista sulle sue produzioni seguenti).

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    • Evit

      28 Gennaio 2016 alle 16:55

      Sì, “it’s stylistically designed to be that way” (cit.).
      So benissimo quale era l’intento nel dare un tono verde al mondo di Matrix e blu a quello reale, ma per me vale come le alterazioni di Lucas su Guerre Stellari, cioè niente (difatti poi nel Bluray hanno “attenuato” questa iniziale decisione presa ai tempi della VHS e DVD perché si saranno resi conto che era ridicola). È una scelta insensata ai fini della narrazione: il mondo di Matrix doveva apparire altrettanto reale allo spettatore quanto a Thomas Anderson e non inconsciamente artificiale. Questo almeno era ciò che suggeriva la prima colorazione agli spettatori del 1999. Dei successivi ripensamenti dei Watchowski ne faccio anche a meno, anche in virtù del fatto che hanno fatto dietro front con l’uscita bluray, quindi tanto convinti non saranno stati nemmeno loro. Il verdastro nel primo film su DVD era ridicolo e uccide anche molta della fotografia del film.
      Dato che i nostri sforzi di preservazione sono sempre filologici (se no non si chiamerebbe “preservazione”) al fine di riportare l’esperienza cinematografica “in casa”, ovviamente tutto quello che presentiamo va visto in questa chiave.
      Di Blade Runner ci sono TUTTE le versioni esistenti, disponibili in Bluray, basta scegliere quella che si preferisce. Di Matrix e di quasi tutti gli altri film no.

      Rispondi
    • $lask

      28 Gennaio 2016 alle 17:37

      Se se ne fa un discorso personale (per me le modifiche non valgono niente), non se ne esce, ognuno ha la sua visione. Io parteggio sempre per la volontà dell’autore, che sia Lucas, che siano i Wachowski, che sia Oshii, che sia Mann…. se l’autore dell’opera apporta dei cambiamenti, e se tali cambiamenti si integrano con le ambizioni dell’opera e non la intaccano, allora quella è la versione del film da prediligere. FERMO RESTANDO che poi però è giusto e corretto fornire agli spettatori ogni edizione di un film, e su questo concordo con l’ultimo paragrafo del tuo commento (The Matrix tra l’altro necessiterebbe di un nuovo trasferimento, l’attuale blu-ray contiene un master visibilmente vecchiotto… un remaster sarebbe l’occasione perfetta per produrre un’edizione con entrambe le versioni del film).
      Il tuo discorso sulla narrazione parte da un presunto errato: si, il mondo di Matrix ai nostri occhi deve apparire reale, ma la pellicola fino a metà film è interamente ambientata in quel mondo. Ergo lo spettatore, così come Neo, si ritrova immerso già dall’inizio nel mondo fittizio e si accorge realmente della differenza solo quando viene escluso da Matrix (e per assurdo si trova davanti un mondo molto più cupo, meno “naturale” e più “bluastro” 😉 )
      Quindi una leggera tinta verde, che possa semplicemente suggerire in maniera istintiva che nella normale quotidianità di Thomas Anderson ci sia qualcosa che non va, non altera gli scopi narrativi dell’opera.

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      • Evit

        28 Gennaio 2016 alle 19:45

        Non si tratta di una “leggera” tinta verde, ma ovviamente se non hai visto l’originale a te può sembrare intuitivamente “leggera”. È invece così invasiva che sembra a tratti un film in bianco e nero (o meglio “gradazioni di verde”), il che non era nelle intenzioni né dei registi, né del direttore della fotografia quando il film uscì al cinema.
        Del ritoccare i film a posteriori ne abbiamo già parlato e so che tu apprezzi il lavoro di Lucas quindi non c’è bisogno di ribadire le nostre posizioni in merito, non sono compatibili. Comunque il mio non è un discorso “personale” perché la mia opinione personale sui ritocchi successivi esula completamente dal fatto che il pubblico dovrebbe esigere sul mercato i film così come apparvero al cinema (sia nell’aspetto che nell’audio), perché sono quelle versioni lì che hanno vinto premi e che sono piaciute o meno dal pubblico e dai critici.
        Anche la colorazione del film è figlia del suo tempo; che adesso per esempio debba tutto avere una tonalità bluastra sul Bluray è un altro disastro compiuto dal marketing che esige che Terminator abbia lo stesso look di Terminator 2. Nella gran parte dei casi gli autori non c’entrano niente con queste scelte e rari sono i casi in cui il regista “cura” anche il color timing, e anche quando lo fa, è insensato che lo faccia a scapito della versione originale, figlia del suo tempo.
        Che il discorso della narrazione parta da un presupposto errato lo dici tu, la colorazione del film può influire sull’impatto del film e non puoi giudicare questo impatto a partire dalla sola versione ritoccata successivamente che tu hai in mente. Fa testo quello che è uscito per primo al cinema e che è stato accolto dal pubblico. Altrimenti possiamo continuare ad alterare i film per decenni e tra cento anni saranno qualcosa di completamente diverso, con la difficoltà di immaginarsi come sarebbero apparsi quando uscirono per la prima volta.

    • $lask

      29 Gennaio 2016 alle 02:20

      Il film l’ho visto anche con i colori originali, al cinema, ma la differenza si nota anche con le versioni vhs/dvd, continuo a non vederci niente niente di “invasivo”. Poi che fosse o non fosse nelle intenzioni di regista e DoP aspetterei a dirlo…
      L’ultima parola comunque spetta sempre agli autori, anche se è giusto che il pubblico possa vedere anche le versioni originali, nessuno sta dicendo che debbano sparire in favore delle nuove. Ma non bisogna gridare allo scandalo ogni volta che spuntano questi nuovi transfer rifatti con nuovi color timing. James Cameron ad esempio a me non sembra uno che fa rimasterizzare i suoi film ad altri senza curarsi dei dettagli, è noto per la sua scrupolosità: Terminator e Aliens sono stati restaurati sotto la sua supervisione e approvati da lui, ergo le colorimetrie degli attuali blu-ray (siano o no originali) hanno il suo benestare. E anche lì, parliamo di un quadro sontuoso che non ha nulla da invidiare a quello delle versioni theatrical.

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  • $lask

    28 Gennaio 2016 alle 16:21

    Ah, ho dimenticato un altro caso clamoroso in cui una versione successiva supera di gran lunga l’originale: Blade Runner – The Final Cut. Anche lì i colori applicati da R.Scott nell’ultimissima e definitiva versione che ha approvato sono profondamente diversi, ma visto il risultato direi che non ci si può proprio lamentare, soprattutto visto che lui stesso poi ha messo a disposizione in home-video tutte le versioni della pellicola (la migliore opzione possibile secondo me, ovvero lasciare la possibilità di scelta all’appassionato).
    La cosa importante è che le modifiche/revisioni siano sempre volute e controllate dall’autore dell’opera, altrimenti se sono arbitrarie o operate senza il suo consenso allora sono a favore anch’io della precedenza assoluta alla versione cinematografica.

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    • Catoblepa

      28 Gennaio 2016 alle 17:01

      Mi trovo abbastanza in disaccordo con la tua posizione $lask, forse perchè per esperienza – e per traumi passati – sono molto scettico sul concetto di “evoluzione artistica” di un regista: troppo spesso capita il contrario e ci troviamo di fronte a involuzioni o – scusa il francese – palese rinc*glionimento. Tralasciando per un attimo il fatto che un film non appartiene mai a una sola persona ma è lo sforzo collaborativo di tanti artisti (tra i quali i martoriati direttori della fotografia, che credo avrebbero diritto a un’opinione in merito), faccio fatica a pensare che un Ridley Scott che sforna Prometheus abbia più autorità e maturità artistica di quello che ha sfornato Alien. Stesso dicasi per Spielberg, che è l’ombra di se stesso, o William Friedkin, che ha trasformato la colorata fotografia di The French Connection in un abominio glaciale. In ogni caso lasciare la scelta agli appassionati includendo tutte le versioni di un film non dovrebbe essere semplicemente la migliore opzione, ma un assoluto dovere, perchè la forma in cui un film è uscito originariamente nelle sale rappresenta inevitabilmente un documento storico, rappresentativo di uno stile e di un’epoca.

      Rispondi
    • $lask

      28 Gennaio 2016 alle 17:53

      Si, è vero che in determinati casi un regista apporta modifiche senza reale beneficio, ma fortunatamente sono limitate eccezioni. Ridley Scott non ha mai voluto Blade Runner così come uscito nell’82, i suoi screzi con la produzione sono ben documentati (e da lì la fobia che lo porta oggi a sfornare per ogni suo film una director’s cut). La final cut di Blade Runner è uscita nel 2007, ma di fatto è il risultato di lungo e macchinoso processo di ricomposizione e restauro che Scott avrebbe voluto fare diverso tempo prima, ma che per questioni di diritti è stato possibile effettuare solo 25 anni dopo. Eppure il risultato è superiore per tanti versi alla versione theatrical, sia dal punto di vista estetico che narrativo, quindi direi che possiamo escludere l’opzione rincoglionimento.
      Spielberg a quanto mi risulta ha apportato modifiche a suoi vecchi film solo in tre occasioni:
      – Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo: solo montaggi diversi, tutti e tre sono presenti sul blu-ray attualmente in commercio, e tutti e tre validi a seconda dei punti di vista.
      – E.T. l’extraterrestre, in occasione del ventesimo anniversario, ma erano modifiche dettate più uno spirito di ammodernamento dell’opera, che non da reali intenti correttivi. Le scene aggiunte sono ininfluenti ai fini della storia, quando non dannose (come la sostituzione dei fucili della polizia con i walkie-talkie). Però ha rinnegato dopo poco tempo quelle scelte e in blu-ray ha fatto riversare la sola versione cinematografica.
      – Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta: colorimetria leggermente modificata, apparentemente sembrerebbe per allinearla alle tinte viste nell’ultimo capitolo della saga (Teschio di cristallo), ma non più di tanto a mio modesto parere. Ciò che conta è che il risultato è grandioso, e il film non solo in blu-ray è rinato a nuova vita (è uno dei restauri più sontuosi e splendidi degli ultimi anni) ma i nuovi colori rendono persino meglio degli originali.
      Ci sarebbe un quarto caso, ovvero Jurassic Park, ma come dicevo rientra proprio in quegli esempi di film che con la supervisione del regista sono stati riportati al loro stato naturale: il primo blu-ray di JP aveva una fotografia “spenta”, sbiadita, colori slavati. Il blu-ray 3D uscito nel 2012 invece sfoggia i colori originali voluti da Spielberg e Dean Cundey (basta fare un rapido confronto con immagini di altri film curati dal direttore della fotografia per notare la continuità stilistica).
      Il guaio è che il nuovo disco è pensato solo per la visionein 3 dimensioni, e in funzione di ciò il quadro è stato anche manipolato con filtri digitali per renderlo funzionale a quel tipo di proiezione. Ad ogni modo il master dovrebbe essere comunque pronto per una – si spera rapida – distribuzione nel corretto formato 2D e senza alterazioni di sorta all’aspetto naturale del 35mm.

      Rispondi
      • Evit

        28 Gennaio 2016 alle 20:00

        Il bello del color timing dei film è che se non hai la pellicola sotto mano e se non la confronti direttamente con le versioni home video presenti e passate, è difficile che tu possa dire “la nuova versione è più bella dell’originale”, non solo perché fai leva sul gusto personale (che come hai detto prima tu a me non porta da nessuna parte) ma perché fai comunque riferimento a precedenti versioni home video, le quali raramente sono identiche all’originale.
        Gli screzi di Scott con la produzione di Blade Runner non erano certo sulla colorazione del film, quanto sui tagli, il montaggio, sulla narrazione fuori campo imposta, etc etc… che c’entra quel discorso con quello che facciamo adesso? Che abbiano rimaneggiato anche i colori per versioni successive non è niente di sorprendente (né indicativo di niente), succede quasi sempre perché quando “sviluppi” la pellicola nuovamente, devi dargli una colorazione e non sempre è facile ritrovare la “miscela” originale, nel frattempo i gusti del regista e del mercato sono anche cambiati.

    • $lask

      29 Gennaio 2016 alle 02:34

      Se parliamo di chi si occupa dei restauri non bisogna essere così pessimisti sulla fedeltà. Se si parte da una scansione digitale dei negativi, allora in quel caso il color timing va rifatto da zero, ma appunto c’è a disposizione la fonte originale, oppure spesso si servono anche di stampe prese come riferimento, o ancora ci si avvale dell’opinione del regista o del direttore della fotografia. In altri casi quando si ottiene un master da interpositivo la vicinanza all’originale è quasi scontata.
      Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di assistere ad una proiezione del primo Indiana Jones in pellicola alcuni anni fa, e non la ricordo tanto diversa dalla versione dei dvd. Ciononostante la fotografia del blu-ray rimane maestosa, e in diversi punti supera l’originale (ad esempio la parte finale col pellegrinaggio nel deserto).
      Lo so che Scott ebbe da ridire per il montaggio su Blade Runner, ma come hai detto tu “nel frattempo i gusti del regista sono anche cambiati”, quindi nel momento in cui Scott ha potuto rimettere mano sul film per sistemare il montaggio così come l’aveva sempre voluto ne ha approfittato per apportare altri piccoli ritocchi (sistemare qualche scenografia, qualche spezzone audio danneggiato) e variare la colorimetria. Anche qui, manco a dirlo, il risultato è eccellente.

      Rispondi
      • Evit

        29 Gennaio 2016 alle 10:35

        Ripeto, tu parli di gusti personali, io parlo di preservazione storica.
        Vedere al cinema e ricordare a mente i colori di un film poi lascia proprio il tempo che trova eh, lasciatelo dire. Le differenze vanno viste su scansioni fatte con attrezzatura ben calibrata.
        Certo puoi dire “il color timing visto al cinema mi era parso più simile a quello del DVD” ma questo quali informazioni utili porta in tavola?

    • $lask

      31 Gennaio 2016 alle 19:28

      La preservazione storica è legittima, non sto denigrando quella, dico solo che bisogna essere più elastici sulle modifiche, a maggior ragione se sono volute dall’autore (o se appunto non si hanno prove certe su chi abbia approvato cosa). Non si può ragionare con “esiste solo l’originale proiettato al cinema, tutto il resto è posticcio e va ignorato”, perchè altrimenti si fa lo stesso errore, ma opposto, del tanto vituperato Lucas, secondo cui ogni versione della sua prima trilogia all’infuori di quella da lui approvata non dovrebbe esistere.

      Rispondi
  • Matteo

    28 Gennaio 2016 alle 19:02

    Iniziativa davvero interessante. Ad ogni modo Evit volevo solo segnalarti che nella primissima edizione home video di Matrix (intendo il dvd uscito nel 1999) il film ha la stessa colorimetria dell’uscita cinematografica. Non è ovviamente localizzato..

    Rispondi
    • Evit

      28 Gennaio 2016 alle 19:11

      In realtà, scusa se sono diretto ma ci tengo a chiarificare, questo è errato. IMDb specifica solo che le edizioni successive al 2004 hanno colori (blu mondo reale/verde matrix) diversi dalla versione cinematografica del 1999 e dalla versione home video precedente.
      Home video and television versions released after 2004, most notably The Ultimate Matrix Collection box set, and the 2010 Blu-Ray release, have a different color scheme from the 1999 theatrical and home video release. The real-world scenes are given a blue tint and scenes within the Matrix have a heavy green tint.
      Questo non vuole dire che la versione del 1999 (che poi io ho in DVD) sia identica a quella cinematografica, perché difatti non lo è, e questo te lo posso anche confermare perché le ho viste a confronto. La colorazione cinematografica non è mai apparsa in home video, è sempre stata ritoccata in qualche modo.

      Rispondi
  • Matteo

    28 Gennaio 2016 alle 19:31

    Mi baso sostanzialmente sulla mia memoria, visto che l’unico confronto che ho potuto fare è stato alla sua uscita praticamente più di 15 anni fa.. visto che possiedo anch’io quella versione ero davvero convintissimo che fosse la stessa che avevo visto al cinema! Perdona l’errore.. 🙁

    Rispondi
    • Evit

      28 Gennaio 2016 alle 19:47

      Ho voluto essere diretto perché in realtà questa è una concezione molto comune, credere che la prima versione fosse fedele a quella cinematografica. Volevo chiarirla subito prima che degenerasse con altri commenti. Non era un attacco personale a te, non ti preoccupare. Purtroppo nessuna home video è mai stata identica a quella della pellicola. In realtà quasi mai lo sono! Ma con Matrix e l’alterazione della colorazione hanno veramente calcato la mano

      Rispondi
  • Matteo

    28 Gennaio 2016 alle 20:16

    Hai fatto bene a chiarire le cose, anche se hai infranto la mia illusione 🙂
    Ad ogni modo, ora che mi hai incuriosito, come si fa se volessi contribuire con un mio obolo?

    Rispondi
  • Antonio L.

    28 Gennaio 2016 alle 23:39

    Del resto uno dei due fratelli ha alterato molto più che la semplice colorimetria del film… :p
    Comunque scherzi a parte a me questa sembra un’iniziativa molto interessante e spero presto di poter vedere la copia italiana del film (che non ho mai visto).

    Rispondi
  • Ale

    3 Febbraio 2016 alle 10:00

    Ciao Evit,
    avendo amato il film alla follia, mi piacerebbe dare un contributo alla realizzazione del progetto.
    Specialmente per vedere una copia con audio di alta qualità: quello del Blu-ray è buono, ma rimane un misero 5.1.
    Per ciò che riguarda la diatriba chilometrica, credo che in effetti sia bello avere una versione ritoccata, restaurata, arricchita, allungata e chi più ne ha più ne metta (ne sono un forte sostenitore), ma sempre a fronte della versione originale disponibile: il “vecchio” ed il “nuovo” dovrebbero essere complementari, non escludersi a vicenda.

    Rispondi
  • Fra X

    2 Giugno 2017 alle 16:54

    Mamma mia! Ne scopro sempre di peggio! Il top rimane “La bella e la bestia” e di come venne ridotto ad inizio scorso decennio. Con la nuova uscita gli hanno mezzo messo una pezza, però… XD Mah!

    Rispondi
  • Rinoceronte Obeso

    30 Luglio 2020 alle 00:29

    Insomma, novità?

    Comunque urge una puntata di Doppiaggi Italioti sul “succoso e delizioso” adattamento italiano (il riferimento è alla bistecca mangiata da Joe Pantoliano, che in originale è “juicy” e in italiano sarebbe dovuta essere “succulenta”!).

    Un adattamento a mio parere bruttino e spaesante per l’ascoltatore, con diversi “questo” al posto di “quello”, “quello” al posto di “questo” (la scena del combattimento sulle rotaie della metro) e “questo” al posto di… un bel niente (“tutto tranne questo”, Trinity sempre nella metro).

    Rispondi
    • rinoceronteobeso

      30 Luglio 2020 alle 10:01

      Oh, già, sempre sul doppiaggio: per me è discutibile la scelta stessa di non tradurre “Matrix”, che così sembra un brand name o almeno un nome proprio (ti pare che le macchine avessero tempo di inventare e depositare il marchio “Matrix”?).

      Avrei scelto “la matrice”, o qualche parola affine: “il sistema”, “la struttura” (a cui nessun matematico o informatico obbietterebbe: tale è una matrice).
      Mi sarei forse addirittura sbilanciato con la parola etimologicamente affine “la madre” (che nel linguaggio tecnico è talvolta usato in funzione di “matrice”, es.: “la lastra m.”).

      NEO: Che cos’è la Matrice? / Che cos’è la Struttura? / Che cos’è la madre? / Che cos’è Matrix?
      TRINITY: La risposta è intorno a te, Neo. E ti sta cercando. E presto ti troverà, se tu lo vorrai.

      Oppure:

      MORPHEUS: Ti interessa sapere di che si tratta? Che cos’è? La Struttura è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
      NEO: Quale verità?
      MORPHEUS: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere La Struttura agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è.
      Infine: “Matrix ha te”… brrr.

      Rispondi
      • Evit

        30 Luglio 2020 alle 14:46

        Se ricordi “Struttura” era già il nome del loro “programma di caricamento” (quello in cui si addestravano), quindi tutto sommato l’idea di tradurre anche “Matrix” non è infondata ma non penso fosse tra le scelte consentite, Warner del resto lo ha distribuito in tutto il mondo con quel titolo, con l’unica variante nei paesi non anglosassoni che eliminano l’articolo determinativo (Matrix invece di The Matrix) e anche nei dialoghi rimane “Matrix”. Quindi è certamente una scelta della Warner, a monte del processo di adattamento e doppiaggio, quella di lasciare il titolo originale e di non adattarlo nelle altre lingue. Niente avrebbero potuto il direttore di doppiaggio o il dialoghista, anche se lo avessero voluto.

        Riguardo ai dialoghi, “Matrix ha te”… mmmh, mi stai quasi convincendo ad analizzarlo a posteriori ahah! Ma non lo ricordo come un adattamento da stroncare, del resto adattava anche l’acronimo dell’impulso elettromagnetico, oggi impensabile visto che tutti lasciano “EMP”, con buona pace di chi non sa cosa sia.

    • Evit

      30 Luglio 2020 alle 14:25

      Ciao Rinoceronte, la copia italiana si rivelò pessima (copia di una copia 35mm evidentemente per sopperire alla richiesta delle sale cinematografiche, una cosa all’italiana proprio) quindi non è stato possibile usarla né come riferimento per i colori né per il dettaglio. Credo che nel frattempo un’altra copia (americana questa volta) sia stata recuperata per il progetto di restauro, ma credo che il progetto in generale sia ancora in attesa di essere completato. Purtroppo con progetti fatti per passione e investimenti di pochi privati questi tempi di lavorazione sono abbastanza normali. Intanto la recente (e sorprendente) uscita UHD con colori più fedeli a quelli della pellicola ha reso il progetto un attimo meno urgente. Resta da valutare se le parti in lingua italiana siano “utilizzabili” nonostante i difetti e tutto.

      Riguardo all’adattamento, ci farò caso la prossima volta che passa in TV. Non ci ho mai prestato più di tanta attenzione onestamente.

      Rispondi
      • rinoceronteobeso

        3 Agosto 2020 alle 16:17

        Peccato, peccato.

        Recuperero’ l’UHD.

        Ero già praticamente certo di mio che la Warner avesse imposto la preservazione della parola inglese “Matrix”, ma non la condono (ma per me d’altronde c’e’ solo Guerre Stellari, non Staruorz).

        Invece raccomanderei seriamente una visione analitica dell’adattamento e conseguente post.

        È strano, perchè a tratti sembra un adattamento vecchia scuola, altre volte… no.

        L’adattatore riesce a schivare molte pallottole (…), ma ne prende in pieno altre, che fanno pensare più al tipo di lavoro frettoloso da 30 euro a facciata che si ritrova recentemente in TV.

        I “questo” scambiati coi “quello” e l’eccesso di “questo” che calcano i “this” nella frase inglese (“I dottori sono furiosi, mamma italiana dice di fare questo!”) per me rimangono un peccato capitale.

        Per la traduzione di EMP non mi sento di dare particolare merito (ci mancava anche renderlo con “Emmeppì”!)

        Forse Matrix è l’ultimo grande blockbuster di avventura mista a technobabble (la scuola WarGames, Ritorno al Futuro, eccetera) e il primo _doppiaggio brutto_ della storia.

        P.s.: “The Matrix has you” per me sarebbe dovuto essere preferibilmente tradotto a soggetto invertito: “appartieni a Matrix”. O al limite: “Matrix ti ha in pugno”, “Matrix ti ha in scacco”.

        “Matrix ha te” è solo una tacca sopra l’atroce “Matrix ti ha”, e in italiano non esiste e di certo non suggerisce sudditanza (cfr. “io che ho te” dei New Trolls).

        P.s.: A chi lo dovesse riguardare, chiedo come sia tradotto “What the hell… yeah, yeah” quando il barbetta dei Jalisse bussa alla porta di Neo nelle prime scene.

      • Evit

        3 Agosto 2020 alle 16:28

        Dici a cavallo tra doppiaggi vecchio e nuovo stile eh? Interessante. Dai, la prossima volta ci faccio più attenzione.

        Una nota riguardo alla versione home video: il disco UHD 4k ha i colori “cinematografici” ma il disco Blu-Ray incluso nella stessa confezione è invece quello già esistente da sempre, quello dove in Matrix tutto è virato pesantemente al verde, quindi al momento la versione “giusta” è possibile vederla solo in formato 4K.

  • coach

    13 Gennaio 2022 alle 15:10

    Stavo leggendo questo commento, mi sono soffermato sul discorso della colorimetria sul primo dvd uscito, probabilmente (quasi sicuramente) l’amico Slask si riferiva alla prima versione, quella con snapcase (le prime in cartoncino della Warner), altri ragazzi confermano che presentava i colori originali e non la tinta verde…

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